Tutto
su Eva
Guardami negli occhi
Spogliati da ogni falsità
Quell'aura di purezza tradisce diaboliche anomalie
E sai di cosa sto parlando
di cosa ho bisogno
Eppure avrai il coraggio di chiamare l'evidenza casualità
Bramosia e doppiezza complottano con la piu efferata crudeltà
E sai di cosa sto parlando
E che mentire non e il rimedio ad un torto
Piangerai mettendo in scena l' ennesimo dramma
mentre le lacrime corrono sulle tue guance infuocate,
Eva
e giurerai su Dio e su tua madre di non aver colpa
mentre le lacrime corrono
Guardami negli occhi
Spogliati da ogni falsità
Quell'aura di purezza tradisce diaboliche anomalie
E fuggi quel mostro immondo che hai creato
Quel sonno che non concede riposo
Piangerai mettendo in scena l' ennesimo dramma
mentre le lacrime corrono sulle tue guance infuocate,
Eva
e giurerai su Dio e su tua madre di non aver colpa
Mentre le lacrime bagnano la tua camicia di seta
Credetemi e un sortilegio
e l'opera di un incantesimo
non ero padrona delle mie facoltà
E piangerai mettendo in scena l' ennesimo dramma
mentre le lacrime corrono sulle tue guance infuocate,
Eva
e giurerai su Dio e su tua madre di non aver colpa
mentre le lacrime corrono.
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Maria Catena
Maria Catena attendeva paziente il turno per la
comunione
Quella domenica Cristo in croce sembrava più addolorato
di altri giorni
il vecchio prelato assolveva quel gregge
da più di vent'anni dai soliti peccati
Cristo in croce sembrava alquanto avvilito
dai vizietti di provincia
Primo fra tutti il ricorso sfrenato
al pettegolezzo imburrato infornato e mangiato
quale prelibatezza e meschina delizia per palati volgari
larghe bocche d'amianto fetide come acque stagnanti
Cristo in croce sembrava
più infastidito dalle infamie che dai chiodi
Maria Catena anche tu
conosci quel nodo che stringe la gola
Quel pianto strozzato da rabbia e amarezza
da colpe che infondo non hai
e stai ancora scontando l'ingiusta condanna
nel triste girone della maldicenza
e ti chiedi se più che un dispetto il tuo
nome
sia stato un presagio
Maria Catena non seppe reagire
Al rifiuto del parroco di darle l'ostia
E soffocò nel dolor quel mancato amen
E l'umiliazione
Secondo un antico proverbio
ogni menzogna alla lunga diventa verità
Cristo in croce mostrava
un sorriso indulgente e quasi incredulo
Maria Catena anche tu
conosci quel nodo che stringe la gola
Quel pianto strozzato da rabbia e amarezza
Da colpe che infondo non hai
E stai ancora scontanto l'ingiusta condanna
Nel triste girone della maldicenza
E stai ancora scontando l'ingiusta condanna
Nel triste girone della maldicenza
E ti chiedi se più che un dispetto
il tuo nome sia stato un presagio
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La dolce attesa
Al terzo mese di gravidanza isterica
già sul viso i morbidi tratti di maternità
diceva Maddalena sarebbe un nome particolare insieme a Sofia
nel caso fosse maschio Vincenzo Maria.
Al sesto mese di gravidanza isterica
tutti ritennero fosse opportuno non scomodare la verità
Insidiati dai rimorsi per averle dato il tormento
finché desse alla luce una creatura entro l'età feconda
Mentre aspettava il lieto evento
che mai avrebbe avuto luogo
comprava abiti premaman e una culla di legno
come quelle di una volta
le si leggeva in faccia smisurata felicità
per la dolce attesa
Al nono mese di gravidanza isterica
tutti mantennero la messa in scena invariata per viltà
sarebbe stata questione di giorni ed avrebbe chiarito da se
l'increscioso equivoco di cui era la sola ed unica artefice
Mentre aspettava il lieto evento
che mai avrebbe avuto luogo
sentiva quell'essere muoversi con grazia superba
come un trapezista in scena le si leggeva in faccia smisurata felicità
Mentre aspettava il lieto evento
aveva già pensato a tutto
prete, battesimo e clinica dalla culla di legno
come quelle di una volta ai più svariati tipi di carion.
Mistica e lenta la dolce attesa
la dolce attesa |
Sulle rive di
Morfeo
Si è già detto tanto
e non possono audaci parole nutrire illusioni
e l'inverno che bussa alla porta
l'ospite reduce da un lungo viaggio
sguardi famelici implorano un piccolo assaggio di vita altrui
Prima dell'alba potrebbero sorprenderci
rapiti da un sogno dove nitide acque divorano i nostri passi sulle
rive di Morfeo
ci stanno accerchiando ed avanzano con passo accorto come belve
in agguato
Fuggi Romeo il tempo è tiranno
non è d'usignolo ma di allodola il canto
sguardi voraci si avventano
sul fiero pasto senza decenza
Prima dell'alba potrebbero sorprenderci
rapiti da un sogno dove nitide acque divorano i nostri passi
Prima dell'alba potrebbero sorprenderci
rapiti da un sogno dove nitide acque divorano i nostri passi
sulle rive di Morfeo |
Il pendio dell'abbandono
Arduo ed insidioso il pendio dell'abbandono, affranto
e compassionevole il buon dio serva inerte umane ricchezze e miserie.
Regnerà sovrano l'oblio, prezioso rimedio all'impotenza ed
alla crudeltà di un ignobile addio inflitto a sorpresa da
chi ha giurato lealtà. Ma un vento caldo annucierà
il risveglio di tempi migliori. Affranto e compassionbevole il buon
dio osserva inerte umane ricchezze e miserie. Regnerà sovrano
l'oblio, vile ripiego all'impotenza ed alla crudeltà di un
ignobile addio inflitto a sorpresa da chi ha giurato lealtà.
Ma un vento caldo annuncerà il risveglio di tempi migliori.
Ma un vento caldo annuncerà il risveglio di tempi migliori.
Ma un vento caldo plasmerà il rigore di spietati inverni. |
Preghiera in gola
La si vedeva ogni mattina
col suo cappotto verde e delle eccentriche scarpe rosse
da quasi 20 anni alla finestra con il rosario al petto e una preghiera
in gola
la si vedeva ogni mattina andare in contro all'uomo della posta
e tornare delusa
da quasi 20 anni nell'attesa di una notizia possiam chiamare dolorosa
sembrava fosse giunto un angelo a farle visita
aveva occhi grandi e un corteo di nuvole
contornava enormi ali bianche nell'impetuoso fluire del tempo
nutriva la speranza che tornasse quel figlio disperso al fronte
nei pomeriggi dalla sua finestra
fissava un punto conteso
tra idillio e noia sembrava fosse giunto un angelo a farle visita
aveva occhi grande e un corteo di nuvole
contornava enormi ali bianche
celestiale sembianze
intensi occhi grandi custodi di un addio sembrava fosse giunto un
angelo
a farle visita aveva occhi grandi e un corteo di nuvole
contornava enormi ali bianche
celestiale sembianze
intensi occhi grandi custodi di un addio
custodi di un addio. |
Piccolo Cesare
La chiamano coscienza popolare
ed è una febbre insolita offende la ragione ed alimenta ideali
di uguaglianza
Non lascerò che questa orrenda epidemia contagi gli animi
diffonderò il terrore tra il mio popolo
e brandirò il mio scettro contro ogni ritrosia
La notte guarda e non consiglia
trascina sgomento ed ingombranti ore
un buio cieco come rabbia come agonia
Sua maestà cerca quiete tra i guanciali di seta
cerca il sonno dei giusti tra marmi preziosi e soffitti affrescati
cerca un'oasi di pace per l'anima.
Non lascerò a questa indomita plebaglia via di scampo
il cane che ha già morso il padrone
di certo un giorno o l'altro proverà a rifarlo
La notte è un precipitare senza appiglio
l'attrito stridente di incubi e rimorsi
un vuoto d'aria e di speranza, di lucidità
Sua maestà cerca quiete tra i guanciali di seta
cerca il sonno dei giusti tra marmi preziosi e soffitti affrescati
cerca un'oasi di pace per l'anima così distante da dimenticare
la maniera brutale con cui ha preteso devota obbedienza
Sua maestà cerca quiete tra i guanciali di seta
ma il riposo dei giusti è dominio di un regno chiamato coscienza
scenderà a compromessi con il buon Dio
ricoprirai altari di diamanti
otterrà l'indulgenza e la facoltà di ribaltare il
senso dei comandamenti |
Madre Terra
Più che mai
cullami e avvolgimi
con un caldo abbraccio
Più che mai
parlami nutrimi
madre terra
...
Più che mai
cullami e avvolgimi
con un caldo abbraccio
Più che mai
parlami nutrimi
madre terra
Le caldi notti di agosto
talvolta indossano un sorriso esotico
di un Africa gioiosa ed intensa
violata abusata ed offesa Materna e fiera
Più che mai
cullami e avvolgimi
con un caldo abbraccio
Più che mai
parlami nutrimi
madre terra |
Signor Tentenna
Carissimo signor Tentenna
non è facile assumersi il rischio di una scelta
e servirsi addirittura di parole proprie,
mimetizzarsi e vivere di luce riflessa
in fondo ad acque torbide
tra miseri inganni e menzogne,
complessi di inferiorità,
ingombranti manie di grandezza.
Signor Tentenna non è motivo di vergogna
il non saper centrare alcun bersaglio,
l'aver mancato l'ennesimo colpo irrimediabilmente.
E ben poco importa se tua moglie
non fa altro che piangere
ossessionata dal sentore
dei tuoi numerosi tradimenti,
ingurgita ignoti dolori
ed elevate dosi di calmanti.
E' ormai consuetudine, Signor Tentenna,
perdersi d'animo, non essere all'altezza
delle proprie ambizioni
e sgomitare per distinguersi dal branco.
L'ignoranza è un non trascurabile complesso,
una voragine, la si può occultare nel silenzio
scansando il pericolo di un mite confronto diretto.
Signor Tentenna non è motivo di vergogna
il non poter vantare alcun talento,
l'aver rincorso l'ennesimo treno inutilmente.
E ben poco importa se tua moglie
non fa altro che piangere
ossessionata dal sentore
dei tuoi numerosi tradimenti
e in fondo non ha tutti i torti
e non è affatto un caso se
amanti, amici e sogni si dileguano,
il cane sul balcone aspetta da mesi
il privilegio di una passeggiata
eppure la sera fedelmente esulta
al tuo rientro.
E ben poco importa se tua moglie
non fa altro che piangere
ossessionata dal sentore
dei tuoi numerosi tradimenti
e in fondo non ha tutti i torti
e non è affatto un caso se
amanti, amici e sogni si dileguano,
il cane sul balcone aspetta da mesi
il privilegio di una carezza
e intanto tua figlia ti chiede
perchè mai sia così misera la vita.
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