Sono di sabbia

Sono di sabbia e di luce,
polvere nelle narici
e sogni nei capelli.

Le nubi che passano
cancellano la mia ombra
con un brivido di spazî celesti.




Lazzaro

Coriandoli esausti bagnati di me,
Arlecchino estenuato cospargo frammenti opalini.

Sfogliando una pagina ignota,
contendo tasselli di vita.

Indago ritrovate parti nascoste di me,
vicenda sospesa sull’aurora dei miei nuovi pensieri.

Correndo una corsa non corsa,
la vita sorpassa la morte.




Mattina

Il giorno vorrei tutto come una mattina,
con l’aria che ti cerca fine e pulita,
che fresca ti carezza e ti ravviva.

Verde davanti a me vorrei
una trina grande di verde intorno
aperta di strappi e di fiori di cielo

e non importerebbe che fossero blu:
il cielo, quando è livido,
è sempre una promessa!





















Queste composizioni sono state scritte sul rovescio del menu dell'ospedale di Carrara, la data corrisponde a quella del menu.   I presagi della morte vicina (1 Agosto) sono evidenti.   Non hanno un titolo, che è stato aggiunto in base al testo.




Sinfonia   (17/7/99)

Sinfonia dei balocchi di musica irta e spezzata,
scritta col fiato tirato per l'uomo incredulo!

Bambocci piumati dai piatti battenti,
tamburini impettiti, orsacchiotti e trombette
impennano musica di note incredule.

Musica di nostalgia del passato non fatto.
Si muovono treni dipinti,
s'accendono luci e scalette,
destando l'occhio distratto.

Vivono gli elmi piumati,
i ricordi dimenticati,
rivive la bambola morta:
il penultimo spenga la luce
e l'ultimo chiuda la porta.




Luna   (22/7/99)

Stasera non c'è luna
nel cielo serrato di nuvole stanche.

Una luna vorrei cipriata e rotonda,
improbabile meta di viaggi fantastici.

Una luna, cucita lassù,
una luna torrida nel cielo magico di lino lavato.

Una luna vorrei stregata, che rapisce.
Vorrei una luna che guarisse!




Notte   (22/7/99)

O notte che i sogni copri di manti stellati,
notte distesa,
abbraccia la mente nel fiume profondo.

Notte guardinga di dubbi regina,
notte sapiente
discosta i pensieri funesti.

Notte innamorata di abissi inesplorati,
notte fatata,
appoggia le ali dei cigni alle palpebre stanche.

Notte fuggente, all'aurora vicina,
notte avara di lune sognate,
mandami il sonno!

O notte, notte imbevuta del portentoso sapere,
notte fuggita,
sostienimi il polso e dammi la vita.

            (questa è l'ultima poesia che ha scritto)