La  luce

 

 

 

 

 

Per dare spessore e vita alle figure non c'è che la luce.  Nella Pittura della realtà la luce dà un senso alla figura.

Secondo la natura e la provenienza, la luce fa sembrare diverso l'oggetto illuminato e per questo si intuisce come sia fondamentale nella comunicazione delle immagini.

Questo matrimonio, indispensabile ed insostituibile, tra pittura e luce è sempre stato tempestoso: l'intera storia della figurazione, a partire dai mosaici bizantini e anche prima, dagli affreschi delle ville patrizie, talora subisce, talora ignora, domina o è dominata dalla luce.

Ma non c'è bisogno di andare tanto lontano nel tempo per vedere come i romantici preferissero aggirarsi, con figurazioni vibranti, sature di sensuale drammaticità, in brumose atmosfere di lontani crepuscoli e struggenti tramonti, mentre solo qualche anno dopo gli impressionisti rifondavano la concezione di luce e immagine.





 

 

 

 

 

 

Non è infatti più possibile oggi pensare ad una figurazione del reale senza tener conto della superba lezione degli impressionisti.  Essi non distinguono tra luce, sostanza e colore e finiscono per superare il formale, iniziando il cammino delle immagini del pensiero.

Perotto vive questa lezione della luce nella sua pittura per la forma, la profondità e la suggestione del colore.

 

Sia nella realtà che nella finzione, egli filtra questa presenza nel colore e nell'oggetto collegandosi con un filo ideale alla sorgente luminosa sempre esuberante, come una madre generosa, sia quando compare nell'opera – come nelle "lampade" – o quando è solo nel pensiero come nelle figurazioni astratte.