Lamento su Emmaus*

di Basello Gian Pietro

    Tradizione contro innovazione?

    La nostra vita parrocchiale ruota sui cardini ben oliati della tradizione, anche se a volte questa "tradizione" diventa un passivo conservatorismo, mentre tradizione dovrebbe essere il rapporto dialettico fra conservazione e innovazione (l'annunciare agli uomini d'oggi un messaggio antico ma sempre valido), un rapporto che nella storia della Chiesa è sempre stato molto più vitale di quanto comunemente si crede. Con il sussidio Emmaus 2000 abbiamo cercato di aprire una seria riflessione sulle tante attività che la nostra parrocchia ripete, a volte un po' passivamente 'perché lo si è sempre fatto', di anno in anno. Fra queste ce n'era una particolarmente "moderna" e mi dispiace proprio che sia la prima a cessare nell'indifferenza generale.

    Emmaus e carri di carnevale

    Questo 'lamento' non è stato scritto per polemica: da diversi anni ormai sono un perfetto estraneo sia di Emmaus che del Centro Missionario e non ho più una conoscenza diretta delle cose. E' inevitabile che le attività parrocchiali vengano ridimensionate: i ragazzi impegnati sono sempre meno mentre il periodo estivo è già ricco di appuntamenti (Estate Ragazzi e i vari campi). Vorrei però che la sospensione di Emmaus non passasse inosservata, che ne venissero date le ragioni ai ragazzi e alla gente, così che tutti possano riflettere su ciò che è cambiato in noi e nella nostra società a 32 anni (se non sbaglio) dal primo Emmaus portato a Persiceto dall'Abbé Pierre. Mi chiedo infine se non sia possibile trovare una nuova collocazione per Emmaus, adattandolo alle mutate esigenze dei giovani, del Centro Missionario e dei cittadini, mettendo in discussione il periodo, lo stradario, l'orario della giornata, i materiali da raccogliere e le modalità stesse della raccolta. Se i nostri giovani dedicano tantissimo tempo ed energie per realizzare un carro di carnevale, perché non dovrebbero appassionarsi anche di Emmaus?

    Emmaus è...

    Non c'è dubbio che Emmaus abbia bisogno di essere riproposto per quello che è veramente.

    ...ecologia
  1. Emmaus è ecologico perché è una raccolta differenziata di materiale di scarto. Ha messo in opera con almeno 20 anni di anticipo modalità di smaltimento rifiuti che oggi sono incoraggiate e adottate dalle istituzioni civili. Non a caso il Centro Missionario (che è la forma stabile e continuata nel tempo di Emmaus) rappresenta uno dei primi centri di raccolta differenziata del nostro comune.

  2. ...carità
  3. Emmaus è carità vera. Non sono poche lire date in elemosina, ma è il lavoro delle nostre mani che dà valore a materiali altrimenti inutili, trasformandoli in un aiuto concreto per altre persone, vicine e lontane. E' vera e propria "ecologia" cristiana, un riciclare il cui fine rimane sempre l'uomo, la risposta giusta al G8! Se ai miei tempi era raro andare a lavorare durante le vacanze scolastiche (magari si iniziava con l'ultimo anno di superiori) e Emmaus aveva valore anche come introduzione al mondo del lavoro, non è meno utile oggi in cui molti ragazzi monetizzano le loro vacanze da giugno a settembre, magari svolgendo anche più lavori, presi da un'eccessiva smania di guadagno.

  4. ...non selettivo
  5. Emmaus non è selettivo. E' un'attività talmente diversificata che c'è spazio per tutti: per i giovani come per gli anziani, per gli uomini come per le donne, per chi è sano e per chi ha più difficoltà nei movimenti o nella concentrazione, per chi ha più buona volontà e per chi ne ha un po' meno. Ognuno è accettato per quello che può o vuole dare. Qualcuno deve cucinare, qualcun altro può spazzare e spolverare; c'è bisogno di chi fa i conti e di chi razionalizza le uscite; altri selezionano, aggiustano, buttano, guidano, vendono, discutono... Chi ha delle buone idee, può metterle in pratica facilmente.

  6. ...condivisione
  7. Emmaus è condivisione. Condivisione della fatica, del sudore e della polvere; condivisione nelle pause di relax e nel momento privilegiato del pranzo fatto in comune. Condivisione soprattutto del tempo e della giornata.

  8. ...istruttivo
  9. Emmaus è istruttivo. Insegna ai nostri giovani l'importanza del lavoro manuale, insegna a non aver paura di sporcarsi le mani, a non turarsi il naso per un po' di puzza, insegna anche l'arte di arrangiarsi, di sistemare le cose utilizzando quello che si ha a disposizione. Insegna il lavoro di squadra e insegna ad accettare punti di vista e idee diverse senza creare divisioni. Insegna a relazionarsi con persone che non si conoscono, nelle case in cui si va a prendere materiale, nel trattare con le autorità civili per le necessarie autorizzazioni, nel rapportarsi con le ditte incaricate dello smaltimento del materiale raccolto, sia per telefono con gli impiegati che di persona con gli autotrasportatori.

  10. ...dialogo e confronto
  11. Emmaus è dialogo e confronto. In un mondo in cui gli anziani sono nascosti nelle case di riposo mentre i giovani vagano con il cellulare in una mano e la sigaretta nell'altra, Emmaus fa lavorare insieme ragazzi e adulti, giovani ed anziani. Mostra ai giovani dei modelli di vita vissuta, ancora attiva e creativa, piena di esperienza e competenze che oggi tendono ad essere dimenticate; mostra agli adulti che ci sono giovani pieni di vita ed entusiasmo, che non hanno paura di lavorare e far fatica. In modo insolito poi, nella veste di acquirenti del mercatino, Emmaus ci mette in contatto con gli stranieri di casa nostra: ci fa conoscere storie vere di immigrazione, di speranza e disperazione, di forti legami famigliari e di allontanamento, di determinazione ad ambientarsi e integrarsi, in cui un vecchio giocattolo rotto è la gioia di un bambino mentre un vecchio frigo può diventare ancora il punto di riferimento di una cucina.

  12. ...interparrocchiale
  13. Emmaus è interparrocchiale. Copre tutto il territorio cittadino, raggiungendo le prime frazioni. Non è solo affar nostro: dovrebbe essere sostenuto da tutte le parrocchie. Ci fu un anno in cui ogni giorno della settimana era stato assegnato ad una parrocchia: il parroco veniva a celebrare la messa, i ragazzi organizzavano i canti, contribuivano al pranzo e guidavano l'ora media. Ai vari sacerdoti era stato chiesto di svolgere a modo proprio una traccia comune. Fu un grande arricchimento. Nelle settimane precedenti alla raccolta, ogni domenica andavo a messa in una parrocchia diversa, portando volantini e sensibilizzando le persone.

  14. ...evangelizzazione
  15. Emmaus è evangelizzazione. Non a parole, ma con i fatti, senza bisogno di parlare esplicitamente di Gesù, ma attraverso l'affabilità, la prontezza e la disponibilità nel rapportarsi con le persone, raggiungendo idealmente tutte le case e le vie di Persiceto. Allo stesso tempo il lavoro è di per se aconfessionale: possono parteciparvi senza problemi i nostri amici musulmani e non può sentirsene escluso neppure chi non crede in dio. Per questi, senza altre pretese, può essere anche un'ottima occasione di conoscenza della Chiesa attraverso il nostro impegno concreto, al di là degli stereotipi di giornali e televisione.

  16. Due impegni...

    Secondo me, sono due i fattori che hanno portato alla sospensione di Emmaus senza che nessuno sentisse la necessità di mantenerlo in vita, cercando casomai di reinventarlo o rivitalizzarlo.

    ...pubblicità
  17. 1. La mancata informazione pubblica. Come scrivevo nel sussidio di Emmaus 2000, non possiamo più dare per scontato che i persicetani sappiano cos'è Emmaus. Negli ultimi anni la popolazione persicetana ha avuto un notevole incremento dovuto all'immigrazione nel nostro comune. La pubblicità è essenziale, sia per invitare la cittadinanza ad esporre il materiale sia per aprire la partecipazione a tutte le persone di buona volontà. Una volta si girava con le 'trombe' nelle vie che sarebbero state visitate il giorno successivo e si suonava ad ogni campanello (un'ulteriore occasione di incontro) per mettere in buchetta il volantino. Oggi si dovrebbe cercare anche il patrocinio e il supporto del Comune. Allo stesso tempo nell'ambito dell'oratorio e della vita parrocchiale Emmaus deve essere sostenuto con grandi energie, essendo un naturale complemento alla catechesi. L'oratorio deve rimanere completamente chiuso durante il periodo di raccolta o, meglio, bisogna spiegare che rimane aperto tutto il giorno presso il Centro Missionario con attività diverse dalle solite! Una volta Emmaus rappresentava proprio la possibilità di riscatto per tutti i frequentatori meno assidui degli incontri di catechismo e della vita parrocchiale: non a caso alcuni giovani comunemente ritenuti più 'religiosi' e 'praticanti' si mantenevano estranei alla raccolta.

  18. ...responsabilizzazione
  19. 2. Il crescente peso assunto nell'organizzazione e nella gestione della raccolta da parte del Centro Missionario. La responsabilizzazione dei ragazzi è parte essenziale della proposta educativa di Emmaus: dà entusiasmo e spazio alla creatività, fa crescere e maturare. Agli operatori del Centro Missionario deve essere chiesto quindi un grandissimo sforzo educativo: non voler monopolizzare la raccolta rimanendo però sempre pronti ad accompagnare, incanalare e sostenere l'iniziativa dei ragazzi. Bisogna incoraggiare la formazione di una piccola squadra di ragazzi motivati a cui affidare senza troppa paura la responsabilità organizzativa, dirigenziale e gestionale della raccolta, scavalcando per un paio di settimane i meccanismi ormai acquisiti del Centro Missionario.

  20. Una visione ideale?

    Ammetto che forse questa visione di Emmaus è un po' datata e ideale, imbevuta di ricordi e idee personali. Allora varrebbe la pena parlarne con i ragazzi di oggi, quelli che hanno partecipato e organizzato gli ultimi Emmaus e anche, perché no, con quelli che magari in oratorio non mancano mai, ma non sanno neppure cos'è Emmaus.

    *Emmaus è una raccolta di materiali di scarto (vetro, ferro, indumenti, mobili… in una parola roba vecchia) che vengono riciclati in aiuto concreto per varie situazioni di bisogno nel terzo mondo. E’ una raccolta fatta per le strade di san Giovanni in Persiceto (BO) a cui tutti possono contribuire. Emmaus è anche un campo di lavoro estivo, da vivere insieme girando per le vie, raccogliendo il materiale, aiutando la gente che lo offre, selezionando e distribuendo i carichi nei containers del Centro Missionario Persicetano. Per saperne di più: http://digilander.iol.it/elam/emmaus.


    Emmaùs 2001: ritorno alle origini

    Per saperne di più - a cura di Basello Gian Pietro

    Abbé Pierre
    Lione 5/VIII/1912-

    Verso la fine del 1949, accoglie a casa sua, George, assassino, ergastolano, mancato suicida. Inizia il Movimento Emmaüs, il movimento degli Stracciaioli-Costruttori di Emmaus.

    Nel 1951 lascia il Parlamento, rifiutando una legge elettorale "truffa" e si dedica interamente al Movimento Emmaus.

    Dal 1952 al 1954 gira la Francia e l'Europa per conferenze che presentano all'opinione pubblica i problemi più urgenti per l'umanità. I senzatetto in Europa, la fame nel mondo, etc.

    L'Abbé PierreIl 1° febbraio 1954, il grande appello a Radio Lussemburgo che scuote la Francia. "L'insurrezione della bontà" porta alle Comunità Emmaüs una quantità impensabile di denaro e di doni in natura. Nonostante l'afflusso di tanto denaro, non viene smesso il lavoro di stracciaioli. Un mese dopo, viene aperto il primo cantiere per 82 case per senzatetto. Nei mesi successivi l'Abbé Pierre gira tutte le città della Francia. Anche da diversi paesi di Europa viene chiamato per incontri e conferenze. Capi di stato e di governo, esponenti delle diverse Chiese e religioni. Tutti si rivolgono a Lui per un aiuto, un consiglio. Dopo una lunga malattia, ricomincia a girare il mondo. Stati Uniti e Canada. Poi, Olanda, Spagna, Portogallo, Svizzera, Italia, Austria, India, Scandinavia, Brasile, Perù, Argentina, Bolivia, Colombia, Cile e Venezuela, ed infine il Libano. Ovunque cominciano a sorgere le Comunità Emmaüs, comunità di poveri che mediante il lavoro di recupero e riutilizzo di quanto viene buttato via, si guadagnano da vivere onestamente e si permettono il "lusso" di aiutare chi sta ancora peggio. "Poveri che diventano donatori, e provocatori di chi ha e non fa nulla" "Servire e far servire per primi i più sofferenti, è la sorgente della vera Pace." "La miseria giudica il mondo e rovina ogni possibilità di pace." "Vivere, è rendere credibile l'Amore; è vendicare l'Uomo, amando." "Siamo condannati a sapere tutto. L'urgenza è la condivisione, condivisione anche del bene lavoro, del tempo libero..." E' il messaggio che l'Abbé Pierre porta ovunque.

    Riceve diverse onorificenze che accetta come occasioni preziose per diffondere a tutti i livelli ed in tutte le circostanze, la sua provocazione e la sua "guerra alla miseria ed alle sue cause sempre e dovunque ricorrenti". Tra le altre: 1981: Legion d'onore, 1991: Premio Balzan per la Pace. Numerosi i libri, in tutte le lingue, che vengono pubblicati sulle "azioni che non si possono fare" e che lui fa, sulle "cose che non si possono dire" e che lui grida a tutti, grandi e piccoli della terra. Escono anche due film. "Uomini senza casa", nel 1957, e "Inverno '54" nel 1990. Oggi, a 84 anni, stanco ed ammalato, l'Abbé Pierre vive nella Comunità La Halte d'Emmaus, a Esteville, in Normandia, con i comunitari più anziani e più malati, in attesa delle "grandi vacanze". Ma non esita a "uscire", a scendere in piazza a difendere i diritti degli Immigrati, degli sfrattati, dei senzatetto, ad occupare piazze e case sfitte, perché chi non ha casa trovi un tetto ove riposare, obbligando le autorità a trovare una soluzione definitiva. Recentemente, l'Abbé Pierre è stato in Benin, Burkina Faso, Giappone, Uruguay, Bosnia, Brasile e Mali... [testo e foto da <http://www.emmaus.it/biografia.htm>]

    L'Abbé Pierre svuota un solaio... L'Abbé Pierre svuota un solaio...
    dal Manifesto Universale Emmaus,
    1969

    Il nostro nome EMMAUS è quello di una località della Palestina ove alcuni disperati ritrovarono la speranza. Questo nome evoca per tutti, credenti e non credenti, la nostra comune convinzione che solo l’Amore può unirci e farci progredire insieme.

    Il movimento EMMAUS è nato nel novembre 1949 dall’incontro di uomini che avevano preso coscienza della loro situazione di privilegiati e delle loro responsabilità sociali davanti all’ingiustizia, con uomini che non avevano più alcuna ragione per vivere.

    Gli uni e gli altri decisero di unire le proprie forze e le proprie lotte per aiutarsi a vicenda e soccorrere coloro che più soffrono, convinti che "salvando" gli altri si diventa veri salvatori" di se stessi. Per realizzare questo ideale si sono costituite le Comunità Emmaus che lavorano per vivere e per donare. Si sono formati, inoltre, Gruppi di Amici e di Volontari insieme impegnati sul piano sociale e politico.

    La nostra legge

    La nostra legge è: "servire, ancor prima di sè, chi è più infelice di sè servire per primo il più sofferente". Dall’impegno a vivere questo ideale, dipende, per l’umanità intera, ogni vita degna di essere vissuta, ogni vera pace e gioia per ciascuna persona e per tutte le società.

    La nostra certezza

    La nostra certezza è che il rispetto di questa legge deve animare ogni impegno e ricerca di giustizia e quindi di pace, per tutti e per ciascuno.

    Il nostro scopo

    Il nostro scopo è di agire perché ogni Uomo, ogni società, ogni nazione possa vivere, affermarsi e realizzarsi nello scambio reciproco, nella reciproca partecipazione e condivisione, nonché in una reale pari dignità.

    Il nostro metodo

    Il nostro metodo consiste nel creare, sostenere ed animare occasioni e realtà ove tutti, sentendosi liberi e rispettati, possono rispondere alle proprie primari necessità, ed aiutarsi reciprocamente.

    Il nostro primo mezzo

    Il nostro primo mezzo, ovunque è possibile, è il lavoro di recupero che permette di ridare valore ad ogni oggetto, nonché di moltiplicare le possibilità d’azioni urgenti a favore dei più sofferenti.

    Ogni altro mezzo che realizza il risveglio delle coscienze e la sfida dell’opinione pubblica deve essere utilizzato per servire e far servire per primi i più sofferenti, nella partecipazione alle loro pene ed alle loro lotte, private e pubbliche, fino alla distruzione delle cause di ogni miseria. [da <http://www.cuneo.net/emmaus/movim/cos.htm>]

    Luca 24

    13Ed ecco in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus, 14e conversavano di tutto quello che era accaduto. 15Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro. 16Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo. 17Ed egli disse loro: "Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?". Si fermarono, col volto triste; 18uno di loro, di nome Clèopa, gli disse: "Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?". 19Domandò: "Che cosa?". Gli risposero: "Tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; 20come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi l’hanno crocifisso. 21Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele; con tutto ciò son passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. 22Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; recatesi al mattino al sepolcro 23e non avendo trovato il suo corpo, son venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. 24Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato come avevan detto le donne, ma lui non l’hanno visto".

    25Ed egli disse loro: "Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! 26Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?". 27E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. 28Quando furon vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. 29Ma essi insistettero: "Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino". Egli entrò per rimanere con loro. 30Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. 31Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista. 32Ed essi si dissero l’un l’altro: "Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?". 33E partirono senz’indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, 34i quali dicevano: "Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone". 35Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane. [vedi anche <http://digilander.iol.it/elam/emmaus/sussidio94.pdf>]

    In internet

    Ho trovato un buon punto di partenza nella pagina Il movimento Emmaus <http://www.cuneo.net/emmaus/movim/index.htm> della comunità Emmaus di Cuneo. Nel sito ufficiale del Movimento Emmaus Italia <www.emmaus.it> si trovano altre informazioni interessanti come gli indirizzi dei movimenti locali, i campi lavoro, collegamenti ad altri siti Emmaus nazionali.

    Appello per una storia di Emmaus a Persiceto

    Com'è nato l'Emmaus persicetano? Quando? Chi organizzò la prima raccolta? Chi vi partecipò? E' vero che l'Abbé Pierre venne a Persiceto?

    Sarebbe bello intervistare i nostri genitori e nonni e raccogliere qualche informazione...


    ©2001 Copyright by Basello Gian Pietro <gpbasello@eudoramail.com>
    for Elam.net <http://digilander.iol.it/elam>
    Un grazie agli autori (non indicati sui rispettivi siti) dei testi reperiti in internet e ai siti da cui li ho prelevati
    san Giovanni in Persiceto, 19/VIII/2001 ('Lamento' 13-14/VIII/2001; 'Per saperne di più' 15/VIII/2001)