Sentieri attraverso la sacra Scrittura

Percorsi "trasversali" per prendere in mano la Bibbia #2

Carissimi amici,
voglio raccontarvi un'altra storia... e questa è finalmente una storia pasquale.

Gesù ritorna a Gerusalemme. Arriva da est, da Gerico [Matteo 20,29]. A 4-5 km da Gerusalemme, a Betfaghe, si ferma e manda i discepoli a prendergli un'asina [Matteo 21,1]. Su quest'asina, poco dopo, entrerà a Gerusalemme, passando forse per la porta Aurea, quella che porta subito nel tempio.

La folla stende i mantelli, agita rami di palma, canta. I mantelli vogliono evitare il contatto con la terra, che sporca e impolvera. Sono una specie di tappeto rosso steso davanti ad una personalità quando arriva in aereo da un paese lontano: in 2Re 9,13 sono stesi davanti al re Ieu.

Non suona la tromba ma la folla canta festante:

Osanna (cioè "dona la salvezza") al figlio di Davide [Matteo 21,9].

E chi è il figlio di Davide? E' il discendente del re Davide, il frutto delle sue viscere che Dio avrebbe posto sul suo trono di re di Israele [Salmi 132 (131),11]. Insomma la folla chiedeva a Dio di salvare il proprio re, perché se il re è salvo lo è anche tutta la nazione (gli inglesi canterebbero "Dio salvi la regina").

I rami di palma agitati mi ricordano invece il salmo 118, il salmo della festa delle Capanne per gli ebrei e il salmo della domenica di Pasqua per noi cristiani:

ordinate il corteo con rami frondosi fino ai lati dell'altare [Salmi 118 (117),27].

Sono tutti segni regali: Gesù viene osannato, acclamato come re di Israele, re cui Dio avrebbe concesso di salvare il proprio popolo dagli invasori romani. Ma c'è un particolare che stride, che era sfuggito alla folla: l'asina! Quale re sarebbe entrato nella propria capitale a dorso d'asino? Uno in fondo c'era, come dice Zaccaria parlando del Messia, cioè il Cristo in greco, l'unto, il consacrato in italiano:

esulta grandemente figlia di Sion,
giubila, figlia di Gerusalemme!
Ecco a te viene il tuo re...
umile cavalca un asino [Zaccaria 9,9].

Chi è la figlia di Sion che deve esultare? Sion è un colle di Gerusalemme e la figlia di Sion è una personificazione della città stessa (femminile perché anche in ebraico "città" è femminile) che indica tutto il popolo di Dio.

Così la nostra processione delle Palme si avvia gioiosa fino "ai lati dell'altare": ci porta in chiesa, come Gesù ebbe premura di recarsi subito al tempio [Matteo 21,12].

* * *

Il tempio, l'unico tempio dell'unico Dio: una volta era la tenda del Convegno con Dio, quando gli ebrei vagavano nel deserto. Poi Davide (1000 a.C.) volle costruire una casa per il suo Dio, ma Dio attraverso il profeta Natan gli disse:

il Signore ti farà grande perché ti farà una casa [2Samuele 7,11]

giocando sul doppio senso ebraico di casa in muratura e casa come stirpe, discendenza. Dio dunque aveva già preavvisato Davide. Poi Salomone costruì davvero un tempio di pietra: era l'orgoglio degli ebrei, costruito con l'aiuto di valenti artigiani stranieri. I babilonesi lo rasero al suolo verso il 586 a.C. [Geremia 52,13ss] ed esiliarono molti ebrei. Tornati dall'esilio, nonostante la grande povertà, vollero subito ricostruire il tempio [vedi Esdra e Neemia, ad esempio Esdra 5]: certo era solo l'ombra di quello salomonico! Poi arriva Erode il grande (dal 37 a.C., quello della strage degli innocenti, il padre di Erode Antipa che ucciderà Giovanni), che vuole dare nuovo lustro al tempio e al suo nome: nel 20 a.C. iniziano grandi lavori, 1000 sacerdoti diventano muratori per ingrandire le parti più riservate e sante, in cui non poteva entrare nessun'altro.

Gesù entra nel tempio, ancora seguito dai fanciulli che gridano "Osanna" [Matteo 21,15]. Gesù inizia a rompere l'incantesimo: rovescia bruscamente i tavoli dei cambiavalute. Che ci facevano i cambiavalute nel tempio? Gli ebrei dovevano sostenere il tempio facendo delle offerte. Poiché le monete straniere erano considerate "pagane", chi voleva far delle offerte doveva usare la meno diffusa moneta ebraica. Questi cambiavalute stavano nel cortile dei gentili, il cortile più grande, dove potevano entrare tutti. Le cassette per le offerte, sormontate da grandi imbuti, erano invece nel cortile delle donne, dove potevano accedere solo gli ebrei. Qui Gesù vide la vedova che dava i due spiccioli [Marco 12,41-44].

Poco tempo dopo (70 d.C.), i romani distruggeranno totalmente questo tempio, quando i lavori non erano neppure terminati. Gesù l'aveva predetto uscendo dal tempio verso il monte degli Ulivi; si era voltato indietro e aveva detto:

vedete tutte queste cose?... non resterà qui pietra su pietra che venga diroccata [Matteo 24,2].

Forse però qualche pietra è rimasta: è il muro del pianto.

* * *

Mi viene il dubbio che l'altare a cui conduce il corteo di rami frondosi non sia quello del tempio, ma indichi la croce su cui Gesù si immolerà poco dopo. Infatti l'altro grande momento della domenica delle Palme è la lettura del vangelo della Passione. Cosa significa "passione"? Significa sofferenza del corpo e dell'anima. Gesù compatisce la nostra miseria umana cioè soffre con noi per il peso del peccato. Questa sofferenza ha il suo culmine quando

Gesù, emesso un alto grido, spirò [Matteo 27,50].

Allora la terra si scosse, le rocce si spezzarono e il velo del tempio si squarciò in due da cima a fondo [Matteo 27,51].

Abbiamo parlato spesso della Pasqua ebraica. Forse si parla meno dello Yom Kippur, il giorno dell'espiazione (o del perdono) [Levitico 16], altra importantissima solennità ebraica in cui venivano espiati i peccati di tutto il popolo mediante un particolare sacrificio.

Il giorno dell'espiazione funzionava così: il sommo sacerdote prendeva due capri per il sacrificio espiatorio; a sorte uno sarebbe stato immolato sull'altare dei sacrifici nel cortile dei sacerdoti, l'altro invece doveva essere abbandonato nel deserto. Compiuto il sacrificio, il sacerdote si avviava verso il santuario al centro del cortile. Il santuario è il cuore del tempio, formato dalla camera del Santo e da quella successiva del Santo dei Santi (che è un modo ebraico per dire "il santissimo", come "cantico dei cantici"). Entrato nel Santo, scostando un velo di porpora, passava nel Santo dei Santi. Perché non una porta? Perché il velo era rimasto così da quando il tempio era una tenda nel deserto, così come aveva prescritto Dio a Mosè [Esodo 26,31-33]. E' l'unica volta durante l'anno in cui un uomo entra nel Santo dei Santi. Il Santo dei Santi è una specie di grande tabernacolo; lì ci si trovava alla presenza di Dio anche se, di fatto, al tempo di Gesù non c'era proprio niente: doveva esserci l'arca dell'alleanza con le tavole della legge, ma dell'arca si era perso traccia da tempo (forse era davvero in Egitto come nel film di Indiana Jones, ma questa è una storia che vi ho già raccontato). Scostato il velo, il sacerdote aspergeva con il sangue del capro il coperchio [tradotto come "propiziatorio" nell'Antico Testamento e "strumento/luogo di espiazione" nel Nuovo secondo CEI] dell'arca o la stanza vuota [Levitico 16,15]. Poi, tornato fuori, poste le mani sul capo del capro vivo, vi riverserà sopra tutti i peccati degli israeliti [Levitico 16,20ss]. Ma

di tutte queste cose non è necessario ora parlare nei particolari [Ebrei 9,5]

e quindi, prima di proseguire, dovrete proprio leggervi da soli il capitolo 9 della lettera agli Ebrei... anche per convincervi che non mi sono inventato nulla.

Pochi giorni dopo questa austera solennità, iniziava la festa gioiosa delle Capanne. Il popolo, riunito nel cortile degli Israeliti, gridava:

"Dona, Signore, la tua salvezza" (in ebraico "Osanna"!)

e i sacerdoti dal loro cortile rispondevano:

"benedetto colui che viene nel nome del Signore.
Vi benediciamo dalla casa del Signore" [Salmi 118 (117),25-26].

Era un modo di ringraziare il Signore per il perdono dei peccati, per l'uscita dall'Egitto e una preghiera per una redenzione più perfetta. Non a caso è metà del nostro Santo, cantato dopo il prefazio che è un grande ringraziamento al Signore ("è veramente cosa buona e giusta renderti grazie...").

* * *

Così si chiude il circolo: il velo si squarcia in due da cima a fondo e il Santo dei Santi perde la propria sacralità rivelando il suo vuoto. Ora vi è entrato violentemente un sommo sacerdote dei beni futuri [Ebrei 9,11]

non con sangue di capri e di vitelli ma con il proprio sangue, dopo averci ottenuto una redenzione eterna [Ebrei 9,12].

Ora possiamo adorare Dio in spirito e verità in qualunque luogo, non solo sul monte Garizim o a Gerusalemme, come disse Gesù alla samaritana al pozzo [Giovanni 4,21-24]. Questa verità è Gesù stesso, come disse di sé:

io sono la via e la verità e la vita [Giovanni 14,6].

Gesù è il nuovo tempio in cui abita e possiamo incontrare il padre, come aveva detto parlando del suo corpo:

distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere [Giovanni 2,19-21].

Gesù è il nuovo sacerdote e insieme la vittima sacrificata per la nuova alleanza.

Questa è la nostra certezza, mentre il vangelo della Passione si chiude lasciando Gesù sconfitto nel sepolcro ben vigilato [Matteo 27,66].

di Basello Gian Pietro
Pubblicato su Arcobaleno anno XIV n. 39 (marzo 2000)
(giornale dei giovani della parrocchia
di san Giovanni Battista di san Giovanni in Persiceto).


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