Eventi astronomici

segnalati per Basello.it

Venere dalle Pleiadi

Colui che ha fatto le Pleiadi e Orione,
cambia il buio in chiarore del mattino
e stende sul giorno l'oscurità della notte;
colui che comanda alle acque del mare
e le spande sulla terra,
Signore è il suo nome. [CEI Amos 5,8]

Le Pleiadi sono indubbiamente l'asterismo (gruppo di stelle) più conosciuto del cielo boreale: i Sumeri già nel III millennio a.C. le chiamavano MUL.MUL, "stella stella" o "stelle (per eccellenza)" [Gössman 1950: 108]; sono inevitabilmente anche uno dei pochi oggetti astronomici citati in sacra scrittura (kimà in Giobbe 9,9 e 38,31; Amos 5,8 [Schiaparelli 1925]).

Il prossimo 3 aprile le Pleiadi riceveranno la periodica visita di cortesia del pianeta Venere. Astronomicamente si parla di congiunzione, ovvero, stando sulla Terra, Venere (a soli 100'272'467 km da noi, circa 5 minuti luce e mezzo) passa sullo sfondo delle Pleiadi (quasi 400 anni luce). La congiunzione in longitudine celeste con Alcione, la stella centrale e più luminosa delle Pleiadi, avviene alle 19:04 ora estiva (CEST) con 31.625' di separazione. Considerando che il sole tramonta alla 19:46, direi che già alle 21 Alcione dovrebbe essere facilmente visibile; volendo aspettare il buio consiglio di osservare verso le 21:45. Non si fa fatica a trovare Venere: di magnitudine -4.3, è l'oggetto di gran lunga più luminoso visibile in cielo (la magnitudine di Alcione è 2.8); ad ogni modo giratevi verso ovest ovvero verso il tramonto del sole.

Venere 3/IV/2004
evento
Persiceto (BO)Napoli
ora CESTaltezzaazimutora CESTaltezzaazimut
congiunzione con Alcione19:0449.6253.048.3259.9
tramonto del sole19:4642.3262.119:3043.3265.0
fine del crepuscolo astronomico21:2824.4279.821:0525.6280.0
ora consigliata21:4521.4282.618.3285.8
tramonto di Venere00:01-0.7305.223:35-0.7302.8

Poiché Venere compie 13 rivoluzioni attorno al sole quasi esattamente (la differenza è appena minore di un giorno) nello stesso tempo in cui la Terra ne compie 8 (fatto già noto agli astronomi babilonesi [Neugebauer 1975: 460-461; Parpola 1983: 70]; prendete un qualsiasi planetario software, centrate su Venere, aumentate la data di 8 anni e ritroverete Venere praticamente ancora al centro del campo), queste congiunzioni strette hanno un ritmo di 8 anni e scandiscono con regolarità la nostra vita. Nel 2012, 2020, 2028, 2036 la congiunzione sarà via via sempre più ravvicinata [Meeus 2002; Vitagliano 2004]. Ripristinandosi le posizioni reciproche dei due pianeti, la data rimane sempre il 3 o il 4 aprile. Alla data della scorsa congiunzione, il 3 aprile del 1996, avevo appena passato la metà degli esami universitari, dando l'impegnativissimo Storia orientale antica con la temibile prof. Uberti! E varrebbe la pena arrivare fino al 2036 anche solo per godersi Venere ed Alcione separati da soli 4'!!

Spiegazione della figura. Percorsi apparenti di Venere attraverso le Pleiadi nell'aprile degli anni indicati a margine. I circoletti su ogni tracciato rappresentano la posizione del pianeta alle ore 0 TU (CEST - 2 ore) del 4 e 5 aprile. L'altezza della mappa è pari a 2°; il nord è in alto. Venere si muove sempre verso il punto cardinale est, quindi da destra verso sinistra nella mappa. Alcione, la stella più luminosa delle Pleiadi, è indicata con la lettera greca Eta. E' bene ricordare che Venere è molto più luminosa di Alcione. La stella di sesta magnitudine lungo il tracciato relativo all'anno 2004 è SAO 76244: l'occultazione sarà visibile in Messico dopo il tramonto. [Figura e didascalia da 2, p. 276]

clicca sull'immagine per ingrandire
ore 19:04 Persiceto
ore 21:45 Persiceto

Spiegazione delle figure. Lo zenit è in alto; sui margini si può leggere l'altezza (ai lati) e l'azimut (sopra e sotto). Il reticolato invece segue i meridiani e paralleli celesti (i circoli dell'ascensione retta e della declinazione) ed è orientato sull'equatore e il polo nord celeste. La traiettoria del pianeta Venere è tracciata in arancio; la posizione del pianeta per l'ora indicata è rappresentata dal suo simbolo (un + con un circoletto sopra); le intaccature lungo il tracciato indicano la posizione del pianeta alle ore 0 e 12 CEST (le ore 0 del 4 aprile sono al centro; Venere si muove dal basso verso l'alto). [Figure realizzate con il software Guide 8 di Bill Gray]

Osservazione babilonese

Nella prima metà del VII sec. a.C., l'astrologo di corte Nergal-etir si premurava di avvisare il re assiro con questo presagio [Hunger 1992: 155, no. 282, reverse, line 1-3]:

11 ina SAG MU MUL.MULIf at the beginning of the year the Pleiades stand on the left of Venus: the enemy, variant: a flood will disrupt the harvest.Se all'inizio dell'anno le Pleiadi stanno sulla sinistra di Venere: il nemico, variante: un'inondazione distruggerà il raccolto.
2ina KAB? MUL.dil-bat GUB
3LÚ.KÚR : A.KAL BURU14 ú-tál-lal

Malauguratamente, cominciando l'anno babilonese nei pressi dell'equinozio di primavera, sappiamo che è relativamente facile che Venere si trovi nei dintorni delle Pleiadi fra marzo e aprile. Si sarà mai avverata la previsione di Nergal-etir?

Dopo aver calcolato un paio di cicli di congiunzioni per il I millennio a.C., ho iniziato a scartabellare le tavolette astronomiche babilonesi in cerca di qualche riscontro. Ad esempio, due congiunzioni molto strette (appartenenti a due cicli diversi) avvennero il 7/III/363 a.C. e il 9/III/120 a.C. (calendario giuliano). Purtroppo non ho trovato diari astronomici che coprono queste due date e neppure gli anni immediatamente precedenti o seguenti del ciclo (più e meno multipli di 8). Ho preso in considerazione allora i cosiddetti testi planetari, relativi generalmente ai fenomeni di un dato pianeta per un certo periodo di anni. Una tavoletta, molto estesa, dispone significativamente i fenomeni di Venere in gruppi di 8 anni, ma le congiunzioni con le Pleiadi sono tutte molto larghe. In un'altra tavoletta, con un po' di fortuna mancando degli indici, sono incappato in queste due linee [Hunger 2001: 230-231, no. 61, reverse, column 2, lines 3-4]:

3... ŠE 6 SIG [MÚL] MURUB4Month XII, the 6th, it was balanced 6 fingers below Eta(mese) Addaru, (giorno) 6: (Venere) sotto la stella mediana
4šá MÚL.MÚL 6 U LÁL ...Tauri.delle Pleiadi [=Alcione] (per) 6 dita era in congiunzione.

Il soggetto è Venere (dil-bat in cuneiforme) perché tutta la tavoletta è dedicata a questo pianeta. ŠE è il logogramma sumero per indicare l'ultimo mese dell'anno lunare. U è un'abbreviazione per ubānu, 'dito', qui una misura corrispondente a 5' d'arco [Thureau-Dangin 1931]; 6 dita corrispondono quindi a mezzo grado ovvero, tanto per avere un'idea, il diametro apparente del sole o della luna. Dal resto della tavoletta, nonostante le lacune, si ricava che l'anno dell'evento è il 9° di regno del re achemenide Artaserse II, corrispondente al 396/395 a.C. (iniziando a primavera, l'anno babilonese è a cavallo di due anni nostri). Sappiamo che il XII mese iniziò al tramonto dell'1 marzo 395 a.C. [Parker & Dubberstein 1956], per cui il 6° giorno del mese lunare iniziò al tramonto del 6 marzo giuliano. Proviamo ad inserire questa data in uno dei più accurati planetari software e vediamo cosa salta fuori...

La figura ricostruisce un'area di un paio di gradi attorno alle Pleiadi. La latitudine e la longitudine sono quelle di Babilonia (33° nord, 45° est); un rapido confronto con le precedenti figure da Persiceto o Napoli mette in rilievo la maggiore inclinazione delle Pleiadi dovuta alla minore latitudine terrestre. Il tracciato arancio è sempre quello di Venere nel 2004, da cui si vede come la congiunzione del 395 a.C. (tracciato giallo) fu poco più larga dell'attuale; volendo essere precisi, la congiunzione quasi perfettamente identica a quella del 2004 fu la successiva nel ciclo (8 anni dopo, 6 marzo 387 a.C. 23:04 TU con 35' di separazione). Si noti lo sfasamento fra le stelle della foto (che immortala le Pleiadi oggi) e quelle calcolate dal software (cioè la posizione effettiva per la data): è dovuto all'effetto della precessione degli equinozi. La congiunzione in longitudine celeste avvenne alle 21:06 TU, con Venere a 43' da Alcione. Venere era tramontata da un paio d'ore a Babilonia. La figura è calcolata quindi per le 17:30 TU, a mezza via fra il tramonto del sole (15:01 TU) e quello di Venere (18:39 TU). Per l'ora locale, si considerino 3 ore in più di fuso orario rispetto al tempo universale (TU); ovviamente allora non c'erano né fusi né ora estiva, bensì solo il tempo locale dato dal moto diurno del sole.

Il retro della tavoletta n. 61 in Hunger 2001
Le prime quattro righe della colonna 2

Non si sa di cosa stupirsi maggiormente: della diligenza osservativa degli antichi astronomi, della potenza e precisione dei nostri mezzi di calcolo o del prodigioso meccanismo della natura che rappresenta un patrimonio comune (le cui variazioni seguono leggi ben precise) fra noi (noi da giovani e noi da vecchi) e le generazioni passate e future. Guardando le impronte dei segni sulla tavoletta d'argilla, ciò che mi colpisce di più è il potere quasi magico della scrittura, che permette agli uomini d'oggi di conoscere gli uomini che li hanno preceduti accumulandone tutto il sapere.

Riferimenti bibliografici
  1. Gössman, p. Felix (1950) Planetarium Babylonicum oder die sumerisch-babilonisch Stern-Namen, Roma.
  2. Hunger, Hermann (2001) Astronomical diaries and related texts from Babylonia, 5, Lunar and Planetary Texts, Wien.
  3. Hunger, Hermann & David Pingree (1989) MUL.APIN. An Astronomical Compendium in Cuneiform, Horn (Austria).
  4. Hunger, Hermann (1992) Astrological Reports to Assyrian Kings (State Archives of Assyria, 8), Helsinki.
  5. Meeus, Jean (2002) 'Venus and the Pleiades', in idem, More Mathematical Astronomy Morsels, pp. 271-276, Richmond.
  6. Neugebauer, Otto (1974) Le scienze esatte nell'Antichità. In appendice: Sulla decifrazione delle tavolette astronomiche dei Caldei di Joseph Epping, Milano [edizione originale: The Exact Sciences in Antiquity, New York 1969; Joseph Epping S.J., 'Zur Entzifferung der astronomischen Tafeln der Chaldäer II', Astronomische Enthüllungen (1881) ].
  7. Neugebauer, Otto (1975) A History of Ancient Mathematical Astronomy, Berlin/Heidelberg/New York.
  8. Parker, Richard A. & Waldo H. Dubberstein (1956) Babylonian Chronology 626 B.C. - A.D. 75, Providence.
  9. Parpola, Simo (1983) Letters from Assyrian Scholars to the Kings Esarhaddon and Assurbanipal, Part II: Commentary and Appendices (Alter Orient und altes Testament, 5/2), Neukirchen-Vluyn.
  10. Schiaparelli, Giovanni V. (1925) 'L'Astronomia nell'Antico Testamento', in idem, Scritti sulla Storia dell'Astronomia antica, parte prima – scritti editi, pp. 147-300, Bologna (ristampa Milano 1998, ed. Mimesis).
  11. Thureau-Dangin, F. (1931) 'Les mesures angulaires "ammatu" et "ubânu"', Revue d'Assyriologie et d'Archéologie Orientale, 28, pp. 23-25, Paris.
  12. Vitagliano, Aldo (2004) 'La congiunzione "perfetta"', Coelum, 71 (marzo 2004), pp. 76-77.

L'uomo più vicino a Marte

Napoli, 26/ago/2003 09:56

Marte sarà in opposizione giovedì 28 agosto alle ore 21:40. Opposizione significa che il pianeta si trova in cielo, per noi che lo osserviamo dalla Terra, nel punto opposto rispetto al sole ovvero ad una longitudine eclittica (l'eclittica è quel tracciato che sembrano percorrere il sole -esattamente- e i pianeti -con qualche scarto sopra o sotto- visti dalla Terra) differente di 180°. Ne consegue che se il sole sta da una parte e il pianeta dall'altra, il pianeta sarà visibile praticamente per tutta notte; infatti se il sole culmina -cioè si trova nel punto più alto in cielo, esattamente a metà fra sorgere e tramonto- alle 13.16, Marte lo imiterà circa 12 ore dopo all'1:30*.

Data l'eccentricità delle orbite della Terra e di Marte (che non sono perfettamente circolari) il momento di maggior avvicinamento fra i due pianeti avviene mercoledì 27 agosto alle ore 11:51, con una distanza di 55'758'006 chilometri (NON "milioni" di chilometri come ho trovato sulla rivista Coelum, luglio/agosto 2003!) secondo le effemeridi generate dal sistema DE406 del Jet Propulsion Laboratory. Tanto per darvi un'idea il sole si trova in quel momento a 151'159'419 chilometri (circa, il calcolo è mio, non del DE406). Effettivamente Venere, il pianeta più vicino alla Terra sul lato interno, si può avvicinare di più, sui 42'000'000 chilometri, però lì succede che quando è vicino è nelle immediate vicinanze del sole e diventa impossibile osservarlo.

Il prof. Aldo Vitagliano, qui di Napoli, uno dei nostri due "meccanici celesti" (assieme a Salvo De Meis, che sono unanimamente riconosciuti come i migliori al mondo!), conferma che Marte passò più vicino alla Terra il 12 settembre del 57'617 a.C. (tempo dinamico e calendario giuliano), passando a 55'718'000 circa chilometri. Ovviamente la differenza di diametro apparente del pianeta fu impercettibile, 25.11" contro 25.13"; certo è che i neanderthaliani all'epoca lo guardarono sicuramente ad occhio nudo.

I dati riportati sono riferiti al centro della Terra. Quale zona della Terra si avvicinerà maggiormente a Marte? Secondo i miei calcoli dovrebbe corrispondere ad una longitudine di 143° 20' Ovest e latitudine di 15° 42' 45" Sud (42.75'). Spetterà quindi a qualche ignaro abitante di un'isoletta dell'Oceano Pacifico, poco a est di Fakarava (arcipelago delle Tuamotu), poco a nord di Muroroa, il primato di essere l'Homo Sapiens Sapiens che più si è avvicinato a Marte (55'751'543 chilometri; per Marte si fa riferimento sempre al centro del pianeta: per la distanza dalla superficie bisogna sottrarre 3'389.9 chilometri, che è il raggio medio)! Mentre da noi saranno le 11:51, da loro sarà piena notte e Marte sarà, rosso e luminoso, esattamente allo zenith. Chi si trova (come noi) sul lato opposto della Terra frappone ben 6'371 (questo è il raggio medio) x 2 chilometri in più. Pensandoci bene però dobbiamo privare di cotanto primato il nostro pescatore polinesiano: infatti mentre lui osserverà Marte dalla superficie terrestre, 380 chilometri più in alto starà passando l'International Space Station (ISS) con a bordo ben due uomini: Expedition 7 Commander, Russian Cosmonaut Yuri Malenchenko, e NASA ISS Science Officer Edward Lu. Almeno sappiamo i nomi!

Per chi è a san Giovanni in Persiceto il momento di maggior vicinanza (55'756'460.670 chilometri) è alle 2:43 del 27. Marte infatti culmina all'1:35 e da quel momento fino alle 2:43 l'avvicinamento fra i due pianeti prevale sulla rotazione della Terra che ce ne allontana; viceversa dopo, pur continuando l'avvicinamento, la rotazione prevale e ci allontana (mentre avvicina altri) ma non inesorabilmente, perché alla successiva culminazione torneremo ad avvicinarci un pochetto. A Napoli invece, alle 02:29, saremo un pochetto più vicini (ah, ah!): 55'756'184.76 chilometri!

Siete arrivati fin qua? Bene, vi siete avvicinati a Marte di altri 200 km (in media circa 800 chilometri all'ora nella giornata del 26/VIII, ma la velocità si riduce sempre più)! ...e non ve ne siete accorti! Quante cose accadono senza che ce ne accorgiamo (un po' come le nostre funzioni vitali)...


PS Il primato degli astronauti della ISS perdurerà fino al prossimo 28 agosto 2287 (0.37225 55.69 secondo Meeus, ma 0.37200 55.65 2729 set 8 fino al 3000 Jean Meeus p. 635 (5'686 mila chilometri, ma ho trovato dati discordanti, Vitagliano si è limitato a calcolare per il passato).

* Tempi calcolati per san Giovanni in Persiceto (Bologna) in ora legale (UT + 2). Lo scarto è dovuto all'inclinazione dell'orbita di Marte (1.85061°) rispetto all'eclittica. Attualmente si trova in un punto della sua orbita che lo proietta a -1.78998° sotto (c'è il meno) l'eclittica vista dal sole (stando sul sole, l'eclittica corrisponde al percorso preciso della terra durante l'anno). Ora è chiaro che questo misero angolo aumenta fino a 6.5° gradi per noi che ci troviamo in questo momento molto più vicini a Marte. Qui sotto ho amplificato l'angolo, però se provate a tirare una linea fra T e M dovrebbe esservi tutto chiaro.

S------T
   *
      *
         *
            M

Siccome l'eclittica è inclinata rispetto all'equatore dei famosi 23° di cui è inclinato l'asse di rotazione terrestre rispetto al piano della sua orbita, questi 6.5° misurati perpendicolarmente all'eclittica "spostano" il pianeta di quel tanto sufficiente a farlo culminare 12 ore e 14 minuti dopo il sole. Se Marte ruotasse intorno al sole sullo stesso piano orbitale della Terra (o se si trovasse casualmente a passare proprio in uno dei due nodi dove la interseca) si troverebbe esattamente sul punto dell'eclittica attualmente perpendicolare alla sua posizione, e culminerebbe esattamente alle 1:16, 12 ore dopo il Sole.

Collegamenti utili
Un'esperienza osservativa

Ogni sera interrompo il mio tentativo di lavoro serale verso le 23:45 e aspetto che Marte si renda visibile attraversando l'incavo di cielo profondamente ritagliato fra le cimase delle case del vicolo perpendicolare alla mia finestra (le case di fronte mi tagliano l'orizzonte fino a circa 50° di altezza, ma per la larghezza del vicolo che è di circa 5° centrata ai 158° di azimuth scende fino a qualche grado sopra i 20°). Provate anche voi, magari muovendovi, a porre subito a destra di Marte lo spigolo di un palazzo o lo stipite di una finestra. Rimanete immobili (magari trovate modo di appoggiare la testa di lato) e aspettate che Marte scompaia dietro lo spigolo. A questo punto potete apprezzare due fenomeni:


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Napoli, VIII/2003; 15-16/III/2004 (Venere dalle Pleiadi); 19/III/2004 (osservazione babilonese)