Il
segnale audio, fornito dall'amplificatore di potenza, alimenta la serie composta dal primario e
dalla resistenza R3, la corrente I
circolando nella resistenza provoca in essa una caduta pari a 0.1 * I volt.
Con
l'ingresso CH1 impostato a X10, l'oscilloscopio legge direttamente il
valore di questa corrente che viene visualizzata sull'asse X , per ottenere il campo
magnetico H bisogna applicare la seguente nota formula:
H = N * I / le (amperspire / metro) [1]
dove:
N = numero di spire
I = corrente letta sul canale CH1 (ampere)
le = percorso mediano del flusso nel nucleo ferromagnetico (metri)
Quindi
con una diretta lettura sullo schermo dell'oscilloscopio e una
semplice operazione matematica ottengo il campo magnetico H.
Il flusso magnetico è in relazione con la tensione primaria Vp(t) come segue:
Ø(t) = Integrale (Vp(t) / N) * dt (weber) [2]
ovvero il flusso è l'integrale della tensione divisa per il numero di spire.
Se
la tensione al primario è sinusoidale (questo è vero fintanto la resistenza di uscita dell'amplificatore, la
resistenza R3 e quella del filo sono trascurabili rispetto alla
reattanza induttiva) ha il
seguente andamento:
Vp(t) = VpM * sin(w * t) (volt) [3]
dove
VpM = valor massimo della tensione primaria.
w = pulsazione (2 * Pi * f) (rad/sec)
t = tempo istantaneo (sec)
f = frequenza (Hz)
Integrando questa funzione ottengo il flusso
:
Ø(t) = [VpM / (N * w)] * cos(w * t) (weber) [4]
dove:
N = numero di spire
VpM / (N * w) = ØM valor massimo del flusso (weber)
Dato
che lavoreremo con i valori massimi è bene notare che il valor massimo
del flusso è inversamente proporzionale alla pulsazione w e quindi alla
frequenza
, questo significa che
a parità di tensione VpM aumentando la frequenza il flusso
diminuisce e diminuendo la frequenza il flusso aumenta. Dato che il
flusso è legato all'induzione magnetica B
questo
semplice fenomeno ci fa intendere che a parità di induzione magnetica
il valore di tensione da applicare al primario deve aumentare con
la frequenza e viceversa. Questo è ovvio dato che all'aumentare
della frequenza la reattanza induttiva aumenta e a parità di corrente
(che è legata all'induzione attraverso il campo magnetico H) la
tensione deve aumentare per mantenere costante l'induzione stessa.
Dividendo
ambo i membri della [4] per Ae (area trasversale del nucleo) ottengo la
relazione tra l'induzione BM (valore massimo) e la tensione VpM:
BM = VpM / (N * w * Ae) (tesla) [5]
Bisogna
ricordare che la [5] è valida solo per segnali sinusoidali (o quasi
sinusoidali), inoltre in essa non compare l'induttanza
dell'avvolgimento (che varia con il livello del campo H) per cui
la formula è lineare e non tiene conto della saturazione del nucleo.
Per
questo motivo se applicate la [5] a
frequenze molto basse (dove la reattanza induttiva è paragonabile alle
resistenze elettriche complessive (quella di uscita dell'amplificatore,
la resistenza R3 e quella del
filo) otterrete risultati errati, quando useremo questa formula per
tarare il trimmer R2 bisognerà fare attenzione che la Vp(t) sia
sinusoidale, per questo sarà sufficiente fare le prove alle
frequenze più alte e controllare la forma del segnale con
l'oscilloscopio prima di iniziare la taratura.
L'integrazione [2] viene effettuata dall'integrato U2, la sua funzione di trasferimento è la seguente:
V0 = VpM / (w * C1 * R2) (volt) [6]
Se il coefficiente di accoppiamento è vicino alla unità si può ritenere:
VsM = VpM [7]
Consiglio di fare le prove su toroidi dato che in essi il coefficiente di accoppiamento è molto vicino all'unità.
Quindi la [6] si può riscrivere così:
V0 = VsM / (w * C1 * R1) (volt) [8]
dalla [5] sostituendo VpM con VsM ottengo la tensione secondaria:
VsM = (N * w * Ae) * BM (volt)
[9]
Sostituendo la [9] nella [6]:
V0 = (N * w * Ae) * BM / (w * C1 * R1) (volt) [10]
La pulsazione w si elide e ottengo:
BM = V0 * C1 * R1 / (N * Ae) (tesla) [11]
ponendo
C1 * R2 = N * Ae [12]
si ottiene:
BM = V0 (tesla) [13]
Ovvero, l'oscilloscopio legge sul CH2 direttamente il valore dell' induzione B e la visualizza sull'asse Y.
Quindi ricapitolando:
Sul
canale CH1 l'oscilloscopio legge direttamente la corrente e la
visualizza sull'asse X e sul CH2 legge direttamente l'induzione B e la
visualizza sull'asse Y, abbiamo la nostra isteresi.
Dalla
[12] possiamo ricavare la resistenza R2 da un valore prefissato di C1 o
viceversa ma bisogna fare alcune premesse prima. Ho interposto un
buffer tra l'avvolgimento secondario e l'ingresso dell'integratore per
poter far sì che nell'avvolgimento secondario non circoli corrente
(per una corretta visualizzazione della isteresi occorre che la corrente sia solo quella
primaria e non quella primaria sommata a quella trasferita dal
secondario al primario). Il datat sheet del LT1679 dice che la massima
corrente che può erogare l'integrato è di 20 mA (min) e che la massima tensione
in modo comune è circa 11V (con alimentazione a +/- 12V), quindi
la minima resistenza R2 che può alimentare integrato U1 è:
Rv = 11 / 0.02 = 550 (ohm) [14]
L'integratore
è in poche parole un filtro passa basso con pendenza 6dB / ottava, la
frequenza di taglio (sotto la quale l'integrato non funziona più come integratore) è:
ft = 1 / ( 2 * Pi * C1 * R1) (Hz) [15]
dove:
ft = frequenza di taglio (Hz)
R1 = resistenza per dare un guadagno finito alle basse frequenze (ohm)
scegliendo, ad esempio, una capacità di 0.1 uF ottengo il taglio a:
ft = 1 / ( 2 * Pi * 0.1 * 10 ^(-6) * 10^6) (Hz) = 10 Hz [16]
Quindi
il ciclo di isteresi potrà essere visualizzato correttamente
da qualcosa di più di 10 Hz in su. Prima di calcolare la resistenza R2
occorre determinare in giusto numero di spire N. Per farlo uso la [5]:
N = VpM / (BM * w * Ae) (spire) [17]
Per
avere idea a che valore di induzione il materiale entra in saturazione
dobbiamo leggere il suo datascheet. Per fare le prove ho scelto il
materiale 43 di ferrite, la foto sotto visualizza il ciclo di isteresi:
Scegliendo
il valore di campo H massimo (10 Oe a 25 °C) si legge che il B
corrispondente è circa 2900 Gaus (0.29 tesla). Tenendo conto che la
tensione massima che può essere accettata dall'integrato è 11V si può
scegliere una frequenza massima a piacimento per determinare N. Io ho
scelto 25000Hz. Allora:
N = VpM / (BM * w * Ae) =
11 / (0.29 * 2 * Pi * 25000 * 0.0000243) = 10 (spire) [18]
Dove:
VpM = VsM = valore massimo di tensione accettata dall'integrato (volt)
Ae = Area trasversale del toroide. (metri)
BM = induzione per nucleo in profonda saturazione (tesla)
Ora tramite la [12] determino la resistenza R2:
R2 = N * Ae / C1 = 10 * 0.0000243 / 0.1 * 10 ^(-6) = 2430 ohm [19]
Questo
valore è superiore a quello della resistenza minima che si può usare
[14] e va quindi bene. Ovviamente al posto di R2 conviene mettere un
trimmer per la tolleranza dei componenti e occorre tararlo.
Per
la taratura del trimmer la
tensione Vp(t) deve essere sinusoidale (controllatela con
l'oscilloscopio), a parità di BM più è alta la frequenza e più la forma
della tensione si avvicina a quella sinusoidale. Abbassate il livello
della tensione d'ingresso per allontanare il nucleo dalla saturazione,
per il materiale
43 è sufficiente che B sia intorno ai 0.2 tesla.
Visualizzate sull'oscilloscopio la tensione Vs(t) (spostando
momentaneamente
la sonda
da V0(t) a Vs(t)), leggete il valor massimo della tensione. Applicate
la [5] per determinare l'induzione massima corrispondente a quel valore
di tensione. Ad esempio io ho letto 1.66V a 5000 Hz, inserendo questi
due valori nella seguente formula ho ottenuto BM:
BM = VpM / (N * w * Ae) =
1.66/ (10 * 2 * Pi * 5000 * 0.0000243) = 0.217 tesla [20]
Rimettete
la sonda dell'oscilloscopio su V0(t) e tarate R2 per portare B al
valore ricavato dalla formula come nella seguente foto. Da questo
momento in poi il sistema è tarato e potrete fare tutte le prove che
vorrete sul materiale da voi scelto con segnali di qualsiasi forma (quella sinusoidale serve solo per la taratura).
Alcune osservazioni:
per
quanto riguarda il filo di rame potete scegliere la sezione che volete,
io personalmente uso sempre la stessa regola anche quando non serve
come in questo caso, ovvero scelgo una sezione del filo il cui
raggio è pari alla profondità di penetrazione dovuta all'effetto pelle
così da avere sempre la sicurezza che la resistenza in continua e
quella in alternata sono uguali.
Nella tabella seguente viene
indicato in numero awg del filo il cui raggio corrisponde alla
profondità di penetrazione per una certa frequenza.
La frequenza che ho scelto [18] è 25 KHz e si trova tra 21 KHz e 27 KHz, scelgo AWG 19 con una leggero spreco di rame.
Per
quanto riguarda l'amplificatore audio occorre essere sicuri che riesca
a sostenere il picco di corrente quando il materiale è in profonda
saturazione. Ad esempio nella figura sottostante è rappresentata
l'isteresi in profonda saturazione a 25 KHz.
Per
avere una induzione di 0.29 tesla occorrono 2.84 A di picco, il mio
amplificatore riesce ad erogare fino a 3.5 A senza distorcere e quindi
va bene.
Nella foto seguente si nota una leggera
distorsione
sul
segnale tensione a 25 Khz quando il nucleo è in profonda
saturazione (alle basse frequenze la
distorsione
aumenta notevolmente a
parità di BM). Per questo se provate a usare la [20] per
determinare l'induzione BM troverete delle
incongruenze
tra il valore
determinato e quello visualizzato sullo schermo come già detto prima.
Nella
seguente foto è visualizzata la isteresi quando si supera il massimo
livello di tensione consentito dall'integrato per cercare di
portare l'induzione BM a 0.29 tesla ma a frequenza più alta di 25 KHz.
Si
nota un
rigonfiamento
nella parte negativa e la compressione in
quella positiva. L'integrato non riesce più a lavorare bene a causa
dell'eccessivo livello in ingresso e si comporta in maniera
imprevedibile.
Neella foto seguente il toroide in ferrite FT82-43 sotto esame.
Spero che questa esperienza vi abbia interessato.
Fabio