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Archivio Fotografico di Giorgio Croce
- Santuario di Nostra Signora della Salute a Volastra - IV -






L'interno
L'interno romanico subì grosse modifiche con la costruzione della volta a botte lunettata e i relativi pilastri-lesena a sostenerne il peso.
Di esso resta comunque la struttura complessiva dei muri perimetrali che delimitano l'ambiente a pianta rettangolare e navata unica, pur con con le originarie monofore otturate.
Le successive aggiunte decorative - stucchi, sovrastrutture varie, gli affreschi della botte relativi al culto Mariano - vennero eliminate dal recente restauro che, se mantenne la struttura muraria della volta, la distinse con l'attuale tonalità bianca dalle parti precedenti riportate in pietra a vista.





Il tessuto lapideo e l'arco trionfale
La chiesa è costruita interamente in pietra a conci regolari, accuratamente disposti all'esterno e meno definiti all'interno. Era il tipo di ordinata tessitura lapidea peculiare del romanico genovese al suo apice, a metà del XII secolo, lo stesso periodo della costruzione del santuario.
Con questo tipo di romanico la chiesa ha in comune anche l'acquisizione dell'arco a sesto acuto, che a quella data era in ambito italiano un elemento "pregotico": esso vi appare infatti oltre che nella bifora di facciata successivamente murata per proteggere l'organo, all'interno nell'arco trionfale alla soglia del vano presbiteriale.
Quest'ultimo è a fondo piatto, voltato da una crociera costolonata.






Il vano presbiteriale
Il vano presbiteriale si stacca dal tipico romanico genovese del XII secolo in quanto privo di abside e con costoloni tondi anzichè quadrati come quelli in uso nel XIII secolo. Il fondale piatto diviene elemento ricorrente in ambito genovese dal XIII secolo, quando si assecondano del gotico gli influssi monastici e degli ordini mendicanti.
Se questo dato sposta la costruzione di tale parte ad un periodo successivo, un medioevo ancor più tardo è ibndicato dalla sua crocieracostolonata. Già i costoloni tondi anzichè quadrati indicano un tempo successivo, quello a conci alternati bianco e neri mostra l'andare verso il XIII secolo, ed una fase ancora successiva è indicata dall'apertura di oculi rotondi che soppiantano le originarie monofore. Questi oculi vennero poi anch'essi otturati, ed il restauro li mantenne coperti da intonaco per distinguerli dalle parti originarie di metà XII secolo. L'attuale vano presbiteriale pertanto mostra una fase di Medioevo più tardo.
Si stacca invece dal filone genovese il mantenimento di un ambiente unico e non tripartito nelle navate, fatto sottolineato dalla facciata a capanna.
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elaborazione grafica
Giorgio Croce
mailto:giorgio.croce@libero.it
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