Di egginardo71 ci sarebbe tanto, tantissimo da dire: talmente tanto che conviene sorvolare e non dir nulla.
Anzi no, una cosa, una soltanto bisogna dirla: egginardo ama lo scherzo, la satira fantasiosa e l'ironia creativa.
   Ecco, in queste poche parole è già riassunta l'opera che, spero, voi visitatori di questo sito vi accingete a leggere.
Buon divertimento!

Per contatti, complimenti e, perché no?, anche insulti se proprio ci tenete: egginardo71@libero.it

Scritto e pubblicato nel mese di febbraio 2006

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OIVLIS DA EROCRA


Introduzione

Ottavo millennio cosmico: la maggior parte dei pianeti dell’universo si sono riuniti sotto l’egida di una Confederazione, ma la Terra non ne fa parte poiché non ancora abbastanza evoluta per uscire dalla sua dimensione spazio-temporale. 
Come nella saga televisiva di Star Trek, la Confederazione dispone di una Flotta Stellare, le cui navicelle spaziali solcano in lungo e in largo il cosmo impegnate in missioni che spingono i loro equipaggi fino ai limiti dell’universo. A differenza della saga televisiva, tuttavia, in questo caso l’autorità della Comunità Confederata Universale poggia sul potere mediatico di un onnipresente Network a diffusione ultra-galattica, che con i suoi programmi d’intrattenimento detta i tempi dell’esistenza umana all’interno della federazione e istituzionalizza la finzione a discapito della realtà.
A tentare di sovvertire la “dittatura ludica” ci sono i treviriani, i quali tentano di esportare le loro idee politiche ma sono in minoranza nel Parlamento Universale. Combattere quelle idee rivoluzionarie è compito della Flotta; non di tutti gli equipaggi, però, visto che alcune navicelle sono assegnate al servizio permanente dei programmi del Network stesso e possono dedicarsi a quel compito soltanto in caso d’imprevisti, quali soste forzate a seguito di avarie eccetera.

 

 

 

 

I

Non sono molto alto, lo sai, ma ho scoperto che la storia di questo mondo è stata fatta spesso da piccoletti come me; è un’informazione che ho trovato spulciando telepaticamente nei principali archivi storici di questo curioso pianeta.
Non lo avrei mai immaginato, sai, quando qualche giorno cosmico fa la nostra navicella accusò un’avaria costringendoci a deviare la rotta per un atterraggio d’emergenza, non avrei mai immaginato che nell’attesa dell’astronave di soccorso mi sarei divertito tanto. Pensa, mia cara Acinorev, che il capitano Krik, in via del tutto eccezionale, preso atto dello sciopero intergalattico dei gruppi bio-meccanici di pronto intervento… ci ha concesso la facoltà d’immedesimazione del quarto livello. Significa che possiamo indirizzare il corso degli eventi, ti rendi conto?

“Ragazzi, qui prima che finisca l’agitazione proclamata dall’organizzazione di quei porci, sovversivi e scansafatiche di Xram il barbuto e ci vengano a riparare il guasto mi sa che passa almeno un mese cosmico... Stavolta vi lascio il livello massimo, ragazzi: divertitevi, ma non infrangete le regole!” ci ha detto con un sorriso a denti stretti il comandante. Poi ci ha strizzato l’occhio aggiungendo: “E dateci sotto con gli sporchi itsinumoc, già che ci siete. Sicuramente avranno messo radici anche qui: scovateli e distruggeteli! Fatelo ora, prima che questo buffo pianeta evolva fino al punto di entrare nella federazione”.

“Ma capitano – ha provato a eccepire il sergente Egroeg – a quanto ne so, i terrestri non sono neppure a conoscenza dell’esistenza della Confederazione; stando ai rapporti degli osservatori spaziali, pare addirittura che non abbiano neppure un governo mondiale unitario ma siano ancora divisi in piccoli Stati separati, ognuno dei quali con una diversa amministrazione e spesso in conflitto tra loro: come possono sperare di entrare a far parte della Comunità Confederata Universale?”

Tu lo conosci, lo sai com’è fatto Egroeg, mia cara Acinorev, con la sue idee di governi assoluti e la fissazione di esportare la democrazia planetaria in ogni angolo dell’universo; eppure in questo caso perfino lui riteneva che non ne valesse la pena tanto li considerava arretrati, i terrestri.
Eh, ma il comandante gli ha risposto per le rime. Altroché.

“Lo so bene, Egroeg, che qui sono ancora all’età della pietra: ho superato l’esame di ammissione all’Accademia con una tesi sulla Via Lattea, sai? Ma evolveranno anche loro. Dagli tempo un paio d’anni cosmici e vedrai… Dopodiché, una volta scoperte le Leggi Spaziali, reclameranno immediatamente i diritti di voto e piazzeranno i loro rappresentanti nel Parlamento Universale . Così, se pure questi decideranno di schierarsi con i rivoluzionari, rischieremo di regalare la maggioranza parlamentare agli itsinumoc. Come se non avessimo già abbastanza problemi con i treviriani di Xram il barbuto e la sua cricca di scioperati.” gli ha detto secco il capitano Krik. Poi ha cambiato espressione e, rivolgendosi a entrambi, ci ha esortati: “Fermiamoli finché siamo in tempo, ragazzi. Sceglietevi ognuno un territorio o, come dicono qua, Stato diverso e datevi da fare. Estirpate qualunque cosa possa assomigliare alle idee degli itsinumoc dalla testa dei terrestri! Fin quando non vengono a recuperaci, è questa la vostra missione sostitutiva”.

Tu lo sai, mia cara, che fin da piccolo sono stato affascinato dalle particolari morfologie geologiche e dalle inconsuete conformazioni geografiche; be’, non ci crederai, ma su questo strano pianeta ho trovato un territorio a forma di stivale. Uno stivale, sì. Proprio come quelli che uso quando sono in ferie e vado a caccia d’ilaihgnic sul nostro amato pianeta Erocra. E il bello è che esattamente su questo territorio si è costituito uno Stato indipendente: dove finisce lo Stivale, finisce anche la giurisdizione nazionale della Calzatura.
Ovviamente, come a questo punto avrai già capito, io l’ho subito scelto come campo d’azione personale. Anche perché ho scoperto che nell’idioma parlato dagli abitanti dello Scarpone ci sono strane affinità con il nostro linguaggio, specialmente nei nomi: sia di persone, sia di cose o animali. Così, per me è stato anche più facile individuare gl’itsinumoc: ho scoperto che hanno addirittura un partito, uno tra i principali del loro Parlamento.
Aveva proprio ragione, il capitano.
Ecco, è da qui che ho cominciato la mia missione.
Non sono molto alto, come ti dicevo all’inizio, quindi per immedesimarmi ho scelto un terrestre, anzi, a essere più precisi un italiano più o meno della mia statura. Devi sapere che si tratta di un ragazzo molto simpatico, pieno di verve e d’iniziativa. Al momento è uno spiantato, uno che s’arrangia alla meglio cantando canzoni nelle navi da crociera e raccontando barzellette per intrattenere i turisti… ma a farlo diventare importante ci penso io, non preoccuparti.
Certo, per far prima avrei potuto scegliere direttamente un capo di Stato, sarebbe stato anche più facile, ma così mi diverto di più. Tanto di tempo ce n’è, fino a quando finirà lo sciopero e verranno a ripararci il guasto… specialmente se lo rapportiamo ai tempi di questa galassia. Pensa, un nostro giorno cosmico equivale a un lustro terrestre.
Comunque ti terrò informata, Acinorev amore mio.
Ah, dimenticavo: il ragazzo che ho scelto è anche un mio omonimo, sebbene abbia il nome capovolto. E’ questa l’affinità di cui ti parlavo, qui hanno nomi simili ai nostri, ma li scrivono e pronunciano al contrario.
Un abbraccio.
Tuo, Oivlis.

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II

Diario di bordo del Capitano Krik. Data astrale 7896.7.
A seguito di un’improvvisa perdita di potenza, dovuta alla rottura del collettore bionico del propulsore bio-nucleare posteriore, siamo stati costretti a scendere sul terzo pianeta del sistema solare, interrompendo perciò la nostra importantissima missione.
Le notizie che mi arrivano dal comando supremo non sono buone, purtroppo. Sembra che i filo-itsixram ne abbiano combinata un’altra delle loro, riuscendo questa volta a coinvolgere nella protesta anche la manodopera di complemento della Flotta Astrale. Hanno aderito tutti, a quanto pare. E l’ammiraglio capo mi ha informato che stavolta sarà lunga.

“Sarà una trattativa lunga e dura, caro Krik – mi ha detto, attraverso il comunicatore ultragalattico, con la sua inconfondibile voce arrochita dal tabacco del pianeta hsihsah – viste le assurde pretese che costoro avanzano per revocare lo sciopero generale. Pensa che, tra le innumerevoli richieste avanzate, pretendono pure il controllo di una rete spazio-televisiva. Una rete tutta loro… ma scherziamo? E non è finita. Addirittura, al punto 9 dell’Elenco di emancipazione proletaria , come lo hanno pomposamente chiamato, rivendicano il diritto di far partecipare i loro rappresentanti treviriani al grande talk show quotidiano della nostra beneamata Airam de Ippilif.”

Caro diario, io sono rimasto così allibito da quelle notizie da non riuscire più a dire nemmeno una parola; ero impietrito! Sicché l’ammiraglio, non sentendo più nessuno, ha pensato che fosse caduta la linea e, con una irripetibile bestemmia indirizzata alla società di comunicazioni iperspaziali e al suo “branco di tecnici imbecilli, incapaci e itsinumoc”, ha sbattuto giù il ricevitore con una violenza tale che ancora mi rimbomba il timpano. Non ho fatto neppure in tempo a informarlo che, nel protrarsi dell’attesa, avevo concesso ai miei due ragazzi la possibilità d’intervento di quarto livello . E, visto com’era nervoso, non mi è neanche sembrato opportuno richiamarlo…
Glielo dirò al prossimo contatto. Tanto non credo che avrà da eccepire, al punto in cui siamo.
Certo, l’ultima volta che sul pianeta terra ci fu un intervento con immedesimazione di quarto livello scoppiò un putiferio, lo so. Tutta colpa di quel megalomane del tenente ‘Useg di Hterazan, che con le sue manie di camminare sulle acque, far resuscitare cadaveri e gli altri stucchevoli trucchetti con cui si divertiva a stupire gl’indigeni a momenti si faceva scoprire. Eppure il suo compito era semplice: dare ai terrestri una dottrina trascendentale adatta ad arginare le ideologie etsinumoc che già all’epoca, attraverso alcuni filosofi ellenici, cominciavano a far capolino nelle punte più avanzate della società; invece lui si mise a far miracoli. A quel punto, prima che si facesse scoprire, la federazione dovette intervenire in fretta e furia per bloccarlo a metà dell’opera, e la missione si risolse in un’incompiuta. Il tenente ‘Useg di Hterazan fu poi degradato, diario, quindi scelse di congedarsi anticipatamente dalla Flotta. Si mormora che oggi sia il principale alleato di Xarm il barbuto, ma queste sono soltanto voci di corridoio.
Però a me non succederà, i miei ragazzi hanno tutti la testa sulle spalle; anche se a dire il vero il giovane Oivlis mi dà a volte da pensare: lo sento sfuggente, quando si parla di politica, quasi come se avesse qualcosa da nascondere. Sarà l’età… Del resto, in missione problemi non me ne ha mai dati.
No, diario, a me non succederà! E poi, basta con questi scrupoli. E’ ora di agire! Al punto in cui siamo, non resta che agire sempre, comunque e dovunque capiti. Anche negl’imprevisti. Perfino una sosta forzata per avaria può essere trasformata in un’occasione per portare a casa dei risultati. Bisogna cercare in tutti i modi d’indebolirli, i bastardi itsinumoc, a qualunque stadio di evoluzione cosmica si trovino. Altrimenti, se anche questi si aggiungeranno prima o poi a dare man forte alla corrente sovversiva dei filo-itsixram universali, la nostra confederazione andrà presto gambe all’aria a forza di esaudire le loro assurde pretese.
Vogliono un canale televisivo, adesso: mica s’accontentano di poco! E questo secondo me sarebbe pure tollerabile, diario; anzi consigliabile, visto e considerato che quando vanno in Tv a parlare di politica continuano a farsi del male… Ciò che davvero mi sconvolge è il pensiero di vedere qualche loro rappresentante come ospite fisso del grande talk show giornaliero della nostra sublime de Ippilif. Vogliono mandare i loro sporchi faccioni in cosmo-visione, i bastardi. Aspirano a entrare via etere nelle case della gente per impregnare l’intero universo di idee sovversive. Evidentemente l’hanno capito anche i porci itsinumoc che è in quei salotti mediatici, attraverso i vari Initnatsoc e Osiccel, che si forgia l’opinione pubblica, non nelle aule del Parlamento.
C’è davvero di che preoccuparsi.

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III

Come già ti avevo accennato nel precedente messaggio, cara Acinorev, mi sto dedicando anima e corpo alla mia, sempre più divertente, missione.
Pensa, ho già fatto diventare il nostro simpatico cantante e barzellettiere da crociera un importante costruttore di case; anzi di quartieri, a essere precisi. Subito dopo l’immedesimazione, ho fatto costruire a suo nome – ch’è poi anche il mio – un’intera frazione alle porte di una importante città al nord dello Stivale , a cui gli architetti hanno dato il nome della città medesima, seguita però dal numero 2. Quanto a nomi, bisogna dire che qui non hanno per nulla fantasia: o li capovolgono, oppure li duplicano, triplicano e via di seguito.
Cosa c’entrano le costruzioni edili con gli itsinumoc, la politica e il potere in generale?, mi dirai. C’entra, mia dolce sposa, c’entra eccome. Perché devi sapere che quaggiù sulla Terra per arrivare alla politica servono i soldi. Tanti soldi! Proprio come da noi…
Sicché, visto che il capitano Krik pretende in ogni caso il rispetto del regolamento, sono costretto a far le cose per gradi. D’altronde, per quanto mi riguarda sta proprio lì il divertimento, nel procedere un gradino alla volta e superare le difficoltà che via via si presentano.
Mica come ha fatto il sergente Egroeg, che ha scelto il territorio più potente e poi s’è immedesimato nel rampollo di un’importante famiglia di petrolieri, peraltro con il capostipite già impegnato ai livelli più alti della politica. Sai che sforzo, così non c’è gusto. Io il mio prima lo faccio diventare ricco (e già questo non è facile, visto e considerato che devo rispettare le regole della Confederazione), poi trovo il sistema per farlo entrare nel sistema mediatico nazionale e, infine, vedo di agganciare qualche politico e poi...
Ho già individuato un neodeputato spilungone, pelato, occhialuto e comunque molto carismatico che mi sembra in gamba. Mi sarà senz’altro utile, in futuro, anche perché milita in un gruppo che si richiama alle stesse radici politiche e ideologiche degli itsinumoc, eppure ora li boicottano come nessun altro partito, qui, riesce a fare. Meglio di così…
Ti terrò informata sugli sviluppi.
Un Forte abbraccio.
Tuo, Oivlis.

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IV

Diario di bordo del Capitano Krik. Data astrale 7896.8.
La situazione confederale non sembra affatto sbloccarsi. Anzi, dalle notizie ricevute, sembra complicarsi. Gli scioperanti non cedono, non arretrano di un passo e addirittura rilanciano. Ora, sobillati da un giovane ideologo filo e post atsixram, chiedono l’impossibile.
A quanto pare, sull’onda di un’esaltata atmosfera masse di giovani – secondo l’ammiraglio fomentati dai soliti itsinumoc – in ogni parte dell’universo hanno preso a vestirsi uguali, a farsi crescere i capelli e ad assumere atteggiamenti di sfida aperta verso le istituzioni confederali: appoggiano gli scioperanti, praticano l’amore libero e scrivono anche loro irriverenti volantini di rivendicazione sociale, che concludono spesso con assurdi proclami come: “Siamo realisti; chiediamo l’impossibile!”.
E’ il caos, caro diario. Quando le masse si esprimono per slogan, c’è d’aver paura. Speriamo riescano a sbrogliare la situazione prima che sia troppo tardi.
L’ultima volta che l’ho sentito, comunque, l’ammiraglio mi ha tranquillizzato.

“Non preoccuparti, Krik – mi ha gracchiato attraverso il ricevitore – per ciò che concerne i giovani, abbiamo già elaborato un piano. Vogliono l’impossibile? Bene, glielo daremo. Le nostre astronavi merci sono già in viaggio verso la costellazione degli itnecafeputs: quando rientreranno alla base con il loro carico di polvere bianca dei pianeti aniore e aniacoc, ci penseremo noi a farla girare tra i contestatori… Vedrai, in quelle polverine troveranno tutto l’impossibile che vogliono. Così la smetteranno di rompere i coglioni!” ha concluso ridacchiando l’ammiraglio. Poi, finito di ridere, ha cambiato tono e ha aggiunto: “Ciò che mi preoccupa, invece, sono gli scioperanti appoggiati dai parlamentari treviriani. Con quelli non sappiamo davvero che pesci pigliare, visto che non recedono e anzi rilanciano le loro inaccettabili richieste”.

Ha ragione! Sciopero o non sciopero, sul talk show della de Ippilif non possiamo cedere! Male che vada, resteremo qui a combattere gli itsinumoc terrestri, caro diario. Pare siano diventati molto potenti anche su questo pianeta, stando ai rapporti inviati da Egroeg e Oivlis.
Eh, si stanno dando da fare i miei ragazzi. Sono già entrambi all’opera. Anche se la strategia adottata da Oivlis non mi sembra la più efficace, devo dire: che diavolo c’entra quell’ometto in cui s’è immedesimato con la lotta all’omsinumoc? Passi pure che s’è scelto una piccola e ininfluente Nazione, giacché pare vi alligni il più potente partito atsixram occidentale; consideriamo pure che si tratta di un ragazzo a cui piace divertirsi e io stesso gli avevo raccomandato di farlo; ma andarsi a immedesimare in una sorta di cabarettista mi sembra davvero eccessivo…
Invece il comportamento del sergente Egroeg è ineccepibile. Come sempre. Ha scelto di operare nello Stato più potente del pianeta e si è insinuato in una delle famiglie più potenti della Nazione. Inoltre, con buona strategia, ha deciso d’immedesimarsi nell’esponente più giovane: così avrà modo di guardarsi intorno per farsi il quadro della situazione e attraverso il padre potrà lo stesso influire sulle scelte del Paese senza esporsi troppo. Davvero in gamba, il mio ragazzo. Nell’ultimo rapporto, a grandi linee mi ha anche abbozzato il suo progetto. Se ho ben capito, vuole coinvolgere uno bravo a “recitare la parte” e poi, manovrandolo attraverso la sua famiglia, portarlo su fino alla presidenza della Nazione. A voce, mi accennava anche qualcosa riguardo a scudi o difese stellari con cui conta di distruggere l’Impero del Male.
Spero che non esageri. Non mi risulta che i terrestri possiedano tecnologie del genere… Ad ogni modo di Egroeg c’è da fidarsi. Non per niente, l’ho addestrato io.


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V


Mi diverto, Dio come mi diverto.
Dopo aver terminato con le costruzioni, ho dato inizio alla scalata delle televisioni. L’impresa non si presentava affatto facile, mia cara Acinorev. Ho scoperto che quaggiù i soldi da soli non bastano e per arrivare a certi livelli ci vogliono le conoscenze.
Proprio come da noi.
Allora mi sono messo di buona lena a cercare i contatti giusti e stringere alleanze. Sapessi tu che ceffi ho dovuto incontrare… Più si sale di livello, peggiori sono i soggetti con cui si entra in contatto.
Proprio come da noi.
Pensa che a un certo punto mi hanno consigliato di aderire a un’associazione segreta, come dicono loro “coperta”: una sorta di setta denominata con una lettera e un numero (te l’ho detto, qui per i nomi non hanno fantasia!) e frequentata da individui che di tanto in tanto si mettono in testa buffi cappucci ed eseguono misteriosi riti. Peraltro, te lo dico en passant, una volta tra costoro ho notato un ometto che rassomiglia tale e quale al marito della nostra Airam de Ippilif e gli ho subito offerto di lavorare con me. Ha accettato.
Per tornare al discorso dell’associazione, devo dire che sulle prime non li avevo presi molto sul serio; anche perché mi avevano offerto una qualifica da manovale o aiuto muratore oppure qualcosa del genere… non ricordo bene. Capirai, dopo tutto quello che avevo costruito, ‘sta cosa mi faceva un po’ sorridere. Invece, devo ammettere che poi mi è stata utilissima. Attraverso loro ho compreso tutti gli intrighi di potere, tutti i giochi e le collusioni su cui basano e si sviluppano gli imperi economici dello Stivale. Roba che ci sarebbe da mettersi le mani nei capelli, se soltanto il soggetto in cui mi sono immedesimato ne avesse.
Chissà se è così anche da noi…
Ad ogni modo, come ti dicevo, grazie a quest’associazione ho conosciuto un sacco di gente utile per la scalata al settore mediatico e che, in cambio di alcuni favori che dovrò rendere in futuro, mi hanno anche in buona parte finanziato. Così ho potuto smettere con le costruzioni. Mi hanno finanziato con fondi occulti, ovviamente; ma a conferirgli una parvenza di legalità ci hanno pensato direttamente i loro commercialisti. Tutti professoroni con tanto di docenze universitarie, eh! Ce n’è uno in particolare, un piccoletto come me, che mi sembra davvero efficiente e sicuramente farà strada. Dovrò ricordarmene: se decido di entrare in politica, quasi quasi lo prendo con me e lo faccio ministro dell’economia…
Avresti dovuto vederli, mia cara, tutti ‘sti professori a esibire tabelle grafiche, sciorinarmi dati, coefficienti, plusvalenze crescenti e a prospettarmi fantasiosi impieghi di capitali dopo vorticosi giri nei più improbabili paradisi fiscali di questo pianeta. Un vero spasso! A sentirli parlare, dopo un po’ uno poteva anche pensare di trovarsi in una riunione di benefattori che studiano come far girare i soldi per aiutare l’economia mondiale. E a un certo punto uno di loro, un professore tracagnotto e col pizzetto, l’ha pure detto: ha alzato il dito al cielo e, assumendo un’aria solenne, ha affermato che se avessero fatto sempre così, se tutti avessero fatto girare i soldi invece di metterli nel materasso, allora la Grande Crisi del ’29 sarebbe stata evitata.
Alleluia!
E’ incredibile, mia cara, constatare come con l’alta finanza dei terrestri ci si possa arricchire con filantropia…
Insomma, per fartela breve, alla fine li ho ascoltati tutti, però ho fatto anche un po’ di testa mia: per ciò che concerne le società, gli ho permesso di costituire tutte le scatole e scatolette cinesi che volevano; per quanto riguarda i soldi, invece, ho aperto una serie di libretti al portatore e li ho versati. Tu che ne pensi? A me sembrava una giusta via di mezzo tra il materasso e la speculazione finanziaria attraverso i paradisi fiscali. E poi qualche minima traccia la dovevo pur lasciare, no? Servirà poi per il mio vero piano...
Ah, dimenticavo: quel politico, quello di cui ti accennavo nella lettera precedente, sono poi riuscito ad agganciarlo. La collaborazione si sta rivelando preziosa. Qui è come da noi: non puoi pensare di fare televisione senza una copertura politica.
Ti farò sapere.
Sempre tuo, Oivlis.

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VI

Diario di bordo del Capitano Krik. Data astrale 7898.2.
Benché, a tutt’oggi, lo sciopero nella Confederazione si protragga ad oltranza, mi consola constatare come nel giro di qualche giorno cosmico la situazione sia decisamente cambiata.
In perfetta conformità a quanto l’ammiraglio aveva previsto, la diffusione tra i giovani delle polveri di aniore e aniacoc ha sopito all’istante le loro insulse velleità sovversive. Certo, c’è stato qualche problema di ordine pubblico e la comunità ha dovuto pagare uno scotto; tuttavia, visto il risultato, ne valeva senz’altro la pena: mi dicono che ora i nostri giovani non aspirano più all’impossibile, pare anzi che siano diventati molto concreti e finanche rampanti.
Vedi, diario, talvolta è sufficiente dare un’immediata, stupefacente scorciatoia alla realizzazione dei sogni, perché al risveglio si trasformino in un incubo. Possiamo sperare che gli scioperanti recedano, a questo punto.
Pure i rapporti dei miei due ragazzi qui sulla Terra mi confortano.
Il piano del sergente Egroeg procede come un orologio della costellazione Arezzivs; sebbene, invece di agire in prima persona o attraverso un suo familiare, abbia preferito far eleggere un prestanome. Lui non si sentiva ancora pronto per quella parte, ha detto. Sembra infatti che su questo pianeta, così come sul nostro, la politica sia molto affine allo spettacolo (per quanto non credo abbiano spettacoli a livello dei nostri talk show, tipo quello della grande Airam de Ippilif oppure del suo epigono Onurb Apsev). Pertanto, il sergente ha reclutato un ex attore a gli ha assegnato il ruolo di presidente: pare se la cavi molto bene. Egroeg conclude il suo rapporto informandomi che si sono già messi al lavoro per mettere in giro la storiella dello Scudo spaziale.
A me, caro diario, in verità ‘sta frottola sembra un po’ azzardata, visto e considerato che quanto a tecnologia quaggiù stanno ancora alla preistoria; ma il sergente dice che la renderanno credibile facendola trapelare un po’ alla volta attraverso i sevizi segreti, cioè dando l’illusione all’intelligence degli itsinumoc che l’abbiano scoperta loro con una brillante operazione di spionaggio. Pare infatti che il padre del suo immedesimato sia molto esperto di queste cose…
Potrebbe anche funzionare, perché no? In genere quando una notizia si ammanta di segreto, fosse pure la più grossa bufala galattica, una volta divulgata assume come per incanto il fascino d’una verità inconfessabile. Del resto, se i terrestri si sono bevuti la storiella dello sbarco sulla Luna… potranno ben digerire anche questa, no? Bene, molto bene il sergente Egroeg, dunque. Ineccepibile come sempre!
Tuttavia, diario, devo ammettere che se la sta cavando bene anche quel mattacchione di Oivlis. Pur partendo da uno status di saltimbanco da cabaret, è già riuscito ad acquisire il controllo di una buona fetta del mercato televisivo del suo territorio. Bravo, così si fa! I media, per combattere gli itsixarm ci vogliono i media. Appropriarsene è la prima cosa, se si vuole entrare nella case della gente e influenzarne gli orientamenti.
Al momento il ragazzo controlla soltanto piccole emittenti, ma a questo punto non ho dubbi che presto arriverà a monopolizzare il mercato. Spero solo che non si sia esposto troppo e, soprattutto, sia stato attento a non lasciare tracce compromettenti nel corso dei suoi affari, vista l’impetuosa ascesa di cui s’è reso protagonista. Non vorrei che poi, una volta al vertice, quando sarà finalmente ora di tirare le reti qualche ignobile pesce-cane togato al soldo degli itsinumoc si mettesse di traverso e andasse a spulciare i suoi movimenti per incastrarlo…
Lo dico ogni volta: in missione, la prima regola è evitare gli scandali. Sempre! Perché richiamano l’attenzione, vengono puntati i riflettori e si rischia di rivelare la nostra esistenza. Senza contare che se del “fattaccio” arrivano a impadronirsene i comici e la satira, allora anche se controlli le Tv non riesci più a fermare l’onda sismica. E quando gli scandali vengono rilanciati dai comici la gente li prende sul serio, mica come quando parlano i politici.
Forse è per questo che il mio ragazzo ha scelto d’immedesimarsi in un barzellettiere da crociera: vuol farsi prendere sul serio.
Bravo! Benissimo anche Oivlis, se è così. Sono tutt’e due bravi, i miei ragazzi. Otterremo ottimi risultati, marciando dritti su questa strada. E sta’ a vedere che riesco persino a guadagnarmi una promozione sul campo, se al ritorno presento all’ammiraglio i dati di uno sfolgorante successo. Così finalmente la smetterò di girovagare per l’universo come uno zingaro siderale. Tutte missioni importanti, certo, incarichi che danno lustro al mio nome, giacché quando andiamo a consegnare i messaggi agli ospiti del programma della de Ippilif vengo spesso ripreso dalle telecamere. Però, insomma, alla mia età… potrebbe essere giunto il momento di aspirare a qualcosa di più, diario.
Magari, se le cose vanno per il meglio, insieme alla promozione potrei chiedere all’ammiraglio di mettere una buona parola col Network per farmi partecipare come ospite fisso nel programma, invece di farne parte come postino interstellare.
Ma sì, può darsi che stavolta la sosta forzata si riveli una fortuna, diario.

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                                                    VII

Non sto a dirti quanto io consideri fortunata la permanenza su questo pianeta, mia dolce Acinorev.
No, ti prego, non travisare le mie parole: non intendo dire che mi fa piacere restare lontano da te, anzi mi manchi da morire! Voglio semplicemente ribadire quanto io sia contento di questo diversivo, che un po’ alla volta sto trasformando in una missione vera; o nella mia “vera missione”, per dire davvero le cose come stanno...
Lo sai, tu mi conosci, non ne potevo davvero più di quei monotoni viaggi per conto della de Ippilif. Che razza di missione è andare a consegnare messaggi e reclutare ospiti per uno show televisivo, sia pure il più importante e trasmesso in universo-visione? Non sognavo certo di far questo, quando m’iscrissi all’Accademia della Flotta. Avevo grandi progetti, allora. Ci credevo. Da cadetto, studiai come un matto e passai ogni singolo esame a pieni voti. Nell’ultimo, quando presentai la tesi sulle connessioni scaturite dalle dispersioni pulviscolari dell’iperspazio rispetto alla curvatura massima di condizionamento mediatico evidenziato nelle onde ellittiche del teorema di Emilio e propagate mediante i mass media a diffusione cosmica, presi perfino la Lode. E, con tutto ciò, dove mi mandano? A fare il postino spaziale. Anzi l’aiuto postino, a essere precisi, visto e considerato che l’unico volto inquadrato ogni tanto dalle telecamere è quello del capitano Krik; io e il sergente è come se non esistessimo. Ma andate a quel pianeta, andate!
Nel corso degli anni, amore mio, le uniche missioni interessanti sono state quelle in cui ci capitava di restar bloccati per qualche inconveniente: vuoi per guasti bio-meccanici e vuoi perché a volte qualche ospite rifiutava di ricevere il messaggio o di venire con noi per partecipare alla trasmissione. In quelle circostanze, in attesa che chi di dovere risolvesse il problema (i tecnici di pronto intervento della flotta nel primo caso, i dissuasori di percussione fisica del network televisivo nel secondo), il capitano, dopo aver consultato il comando centrale, ci assegnava ogni volta una missione sostitutiva di riempimento. Ecco, volevo dirtelo: soltanto in quelle occasioni mi sono sentito davvero orgoglioso della divisa che indossavo.
Però gl’incarichi sostitutivi si risolvevano di norma in breve tempo. I nostri tecnici sono molto efficienti, quando non scioperano; per non parlare poi dei dissuasori del Network: veri e propri rulli compressori! Perciò noi ci limitavamo in genere a fare gli osservatori con possibilità d’intervento al secondo, tutt’al più terzo livello e, comunque, senza facoltà d’interferenza storica, dal momento che nei pianeti della Comunità Confederata è stata vietata. Tutto si concretizzava in una semplice operazione d’intelligence finalizzata a valutare il grado di penetrazione delle ideologie etsixram nella società in cui casualmente ci trovavamo a operare, dunque; ovviamente seguita da una dettagliata relazione da inviare agli analisti politici del comando centrale. Sempre meglio che fare i postini spaziali, intendiamoci! Tuttavia anche quello non era il massimo…
Lo sai, ciò che realmente sognavo era una sosta prolungata su un pianeta extracomunitario: un mondo non ancora evoluto e in cui fosse possibile ottenere il quarto livello, quell’interferenza massima con la quale avrei potuto finalmente dare un concreto contributo alla mia, alla nostra causa.
Ecco perché, mia cara, quando ho saputo dello sciopero, appena ho intravisto sullo schermo la sagoma del sistema solare in avvicinamento ho manomesso il collettore bionico: sapevo che il capitano avrebbe dato l’ordine di scendere sulla Terra, giacché è l’unico abitato in questo angolo periferico del cosmo (…no, stai tranquilla, i nostri messaggi sono sicuri: da quando scoppiò lo scandalo delle intercettazioni, dove in seguito ai tentativi incrociati di scalare le galassie di controllo creditizio centralizzato si scoprì che ogni fazione politica spiava l’altra per poi ricattarla, il Parlamento federale intervenne duramente per bloccare una volta per tutte il fenomeno. Pensa che ora, con la nuova Legge, le intercettazioni abusive possono essere punite perfino con l’interdizione perenne dai programmi del Network. Dico, ti rendi conto? Tutta la vita senza poter guardare la de Ippilif e tutti gli altri show di contorno: chi mai, nell’universo d’oggi, rischierebbe una condanna simile?).
Ma bando ai ricordi, passo a ragguagliarti sull’evolversi della situazione quaggiù.
Devi sapere che controllo ormai tre reti Tv. Una l’ho creata io stesso, partendo da un canale via cavo nato insieme con i quartieri che ho costruito; le altre due, invece, le ho prese che erano in pauroso passivo e con programmazioni a diffusione molto limitata. Portarle in attivo, grazie anche agli “amici” di cui ti parlavo nella lettera precedente, è stato facile; le difficoltà sono nate nell’allargarne la diretta a livello nazionale. Avevo studiato un meccanismo d’interconnessione per cassettazione che, ricalcando un po’ il sistema in uso nei nostri canali d’intrattenimento universale, attraverso la programmazione sincronizzata aggirava i divieti vigenti. Ma a quel punto una feroce rappresaglia – probabilmente fomentata da ambienti itsinumoc – si è scatenata e una ciurma di scagnozzi nero-togati ha ordinato lo spegnimento dei miei ripetitori. Però io lo sapevo, sai, avevo ampiamente previsto la loro mossa e quindi m’ero preparato.
Ti avevo già parlato di uno spilungone calvo militante in un piccolo partito politico, ricordi? Ti dissi che intendevo agganciarlo poiché lo ritenevo in gamba e in seguito mi sarebbe risultato utile... Avevo ragione! Pensa che, nel frattempo, è diventato prima segretario del partito e poi, nonostante la sua sparuta rappresentanza di deputati, addirittura presidente del Consiglio. E’ proprio grazie a lui che ho potuto salvare le mie emittenti Tv. E’ davvero uno tosto, sai, uno che sa il fatto suo. Un politico con le antenne, come si dice (qui dicono invece “con le palle”: buffo, no?). Ho fatto bene ad appoggiarlo nelle sue campagne politiche. E continuerò a farlo; almeno fin quando i nostri progetti coincideranno…
Perché è da qui, a partire da adesso che posso cominciare a mettere in atto il mio piano. Devo essere accorto, però: non vorrei essere scoperto sul più bello.
Ti farò sapere.
Tuo per sempre, Oivlis.

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VIII

Diario di bordo del Capitano Krik. Data astrale 7898.9.
La riunione tra i rappresentanti sindacali e i vertici della federazione spaziale si è risolta in un nulla di fatto; le richieste degli scioperanti continuano a essere inaccettabili.
Ma cederanno, prima o poi cederanno: il vento è cambiato e ora il tempo gioca contro di loro.
In compenso, la nostra missione sostitutiva procede alla grande. Ad oggi, l’azione di Egroeg si può definire perfetta. Un vero e proprio capolavoro! L’ex attore che era stato assoldato ha recitato egregiamente la propria parte lungo due mandati consecutivi, e con la sua uscita di scena se ne va anche il principale covo degli itsinumoc terrestri. Di quello che una volta il sergente definì l’Impero del male non sono rimaste che macerie. E presto anche quelle macerie saranno un pallido ricordo, quando le ruspe avranno terminato di sgomberare i calcinacci dell’ultimo muro di separazione appena abbattuto. Un trionfo!
Sento la promozione vicina, diario, a portata di mano. E non è finita. Ora alla presidenza della Nazione c’è direttamente il padre di Egroeg: è lui che ha avuto l’onore di celebrare la vittoria. Un grande futuro attende questo pianeta, che probabilmente non saprà mai di dovere la propria fortuna alla rottura di un manicotto…
Però la guerra non è conclusa, non illudiamoci. Abbiamo vinto una grande battaglia sul campo, è vero, ma l’ideologia atsixram e ben lungi dall’essere debellata: qui sulla Terra, come nell’intero universo.
A questo proposito, un encomio va fatto pure al bravo Ovlis, che sebbene non abbia riportato sfolgoranti successi come quelli del sergente se la sta comunque cavando bene, in un ambiente in realtà ostile.
Perché è lì che nasce l’insidia autentica degli itsinumoc , la maggiore difficoltà di combattere le loro ideologie sovversive: quando riescono ad annidarsi in seno alle società più ricche e avanzate e, dall’interno, ne evidenziano le contraddizioni. Per il resto, quando sono nel loro ambiente non è che siano particolarmente pericolosi. Anzi sono deprimenti: non sanno parlare alla gente e mandano in continuazione messaggi negativi. L’uguaglianza delle persone, la parità dei diritti, l’emancipazione dei ceti deboli, la lotta di classe e la solidarietà umana: tutte stronzate cosmiche! Il popolo non ha bisogno di queste cose. La gente vuole sognare, vuol essere vezzeggiata, illusa e coccolata. Di questo ha bisogno il popolo. Uno guarda un programma a premi, col decoder interattivo interviene in diretta, indovina la risposta e vince un milione, un miliardo di crediti interstellari; oppure vince una vacanza da sogno in un pianeta esotico; o addirittura, quando proprio capita la persona fortunata, vince una cena romantica con l’Onitnatsoc o Osiccel di turno (a seconda dei gusti sessuali del partecipante) e il tutto viene ripreso dalle telecamere e mandato in onda nella fascia di maggior ascolto.
Questa è la vita, la vera vita degna d’essere vissuta, diario, non le chiacchiere a vuoto dei fessi itsinumoc. E’ per questo che sono destinati a perdere, perché non hanno capito nulla di come va l’universo.

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IX

Cose da non credere... Cose a cui io, almeno, non avrei mai creduto se non le avessi vissute in prima persona, mia cara Acinorev.
Non immaginavo che in un minuscolo, curioso lembo di terra di uno sperduto e primitivo pianeta alla periferia del cosmo potesse verificarsi una sorta di rivoluzione mai contemplata in nessun manuale o testo accademico. Devi pensare che, mentre stavo tranquillamente approntando il palinsesto delle mie reti per passare alla fase finale del piano, d’un tratto qui s’è scatenata un’offensiva giudiziaria che in quattro e quattr’otto ha fatto piazza pulita della classe dirigente: sia quella politica e sia, in parte, quella economico-finanziaria. Hanno fatto fuori tutti, ma proprio tutti a partire dal mio amico e protettore politico, che per evitare di finire in prigione ha pensato bene d’espatriare.
Dall’offensiva si sono salvati soltanto i rappresentanti locali degli itsinumoc: credo siano i veri registi dell’operazione... Degli imbecilli, ecco cosa sono, mia cara, se ‘sta cosa la hanno organizzata loro. Illusi e imbecilli! Ma davvero pensano di poter affermare un nuovo modello sociale combattendo, in questo o altri modi, le ingiustizie e la corruzione? Sono degli ingenui!
Possibile che, in tutto l’universo, nessuno si renda conto di come la lotta di contrapposizione sia sterile e fine a se stessa? Le società cosiddette “libere” vanno fatte implodere e, quindi, crollare sulle loro stesse fondamenta, non negate con un opposizione frontale. Alla negazione, soprattutto se imposta, segue inesorabilmente la doppia negazione: dovrebbero ben saperlo, mi pare, giacché si tratta di un concetto che sta alla base della loro stessa filosofia. Serve un rigetto sociale, per cambiare le cose: questa, soltanto questa è la vera strada rivoluzionaria.
I loschi intrecci economici, i crimini finanziari, le corruttele politiche e le ingiustizie perpetrate ai danni della popolazione rappresentano la medicina, non il male. Sono fenomeni da agevolare, non da combattere. Bisogna coltivarli, evidenziarli, enfatizzarli, distillarli e con il siero ricavato annaffiare i gangli vitali del tessuto sociale affinché il liquido trabocchi, affinché si provochi la crisi di rigetto e l’organismo s’immunizzi. Questa è la via da percorrere, non altre. Bisogna far affondare queste società nella loro stessa melma: farla crescere fino a che sommerga tutto e tutti e allora, soltanto allora la gente capirà e potrà riemergere a nuova vita. E bisogna cominciare a farlo presto; meglio se s’interviene nello stadio evolutivo precedente all’ammissione nella Comunità Confederata dell’universo. E’ necessario vaccinare le popolazioni cosmiche partendo dal basso, quando sono ancora in fasce; ché poi, una volta entrati nella federazione, quando attraverso il network globale si trovano di fronte l’ologramma di una velina che comincia a dimenarsi seminuda nel loro salotto, e magari dopo un po’ scoprono che con un semplice masterizzatore acquistabile al mercato nero del pianeta Ilopan se ne possono materializzare una copia concretizzata per loro uso e consumo, be’, a quel punto l’assuefazione mette radici e diventa davvero difficile provocare il rigetto.

…Fu dura, sai, far entrare questo semplice concetto in quel cespuglioso capoccione di Xarm il barbuto quando, qualche giorno cosmico fa, rimanemmo in panne su Treviri. Il capitano ci limitò la possibilità d’intervento al primo livello, per paura che venissimo contaminati dalle idee sovversive degli itixram: non mi pento di aver disubbidito ai suoi ordini!
Treviri è un pianeta come tanti altri, sai, niente di speciale; ha i suoi satelliti, l’orbita ellittica interna al sistema onailegeh di cui fa parte, i ricevitori Tv iper-galattici che sanciscono la sua appartenenza alla Comunità Confederata e quant’altro. Ciò che, al contrario, lo rende unico è la sua popolazione. E’ stato sconvolgente, per me, scoprire come all’interno della nostra comunità ancora viva gente che ama riunirsi e parlarsi l’un l’altro; che quando s’incontra si saluta toccandosi fisicamente; persone capaci di ridere, di divertirsi anche senza la Tv, che praticano con gioia il sesso reale e basano la loro vita su un sogno comune di eguaglianza.
Vivere dal di dentro quel mondo così diverso, antitetico eppure nient’affatto corrispondente alle descrizioni rappresentate dai canali del network universale è stato per me una rivelazione. Mi sono calato nell’atmosfera effervescente delle loro utopie e ne sono uscito rigenerato. E mentre la forza di quelle idee penetrava in me irrefrenabile, nel dischiudersi di nuovi orizzonti ho intravisto l’unica via per realizzarle.
Infrangendo tutte le regole della flotta interstellare, ho deciso allora d’incontrare Xarm il barbuto. Gli ho detto che avevo un piano, un progetto per minare le basi del potere, facendo crollare un po’ alla volta l’impero del Network. Sulle prime non mi ha creduto, sospettava una trappola.

“Perché dovrei fidarmi di te, ragazzo? Sei pur sempre un membro della flotta militare… per di più con incarichi servili nel Network stesso” mi ha risposto con il suo vocione gutturale.

“Perché, proprio in ragione del ruolo che occupo all’interno del sistema, rappresento per voi un’ottima carta da giocare. Vale la pena provare, che avete da perdere?” gli ho replicato io.
Ma lui titubava, non era convinto.

“E per quale motivo faresti questo per la nostra causa?” mi ha chiesto, con fare inquisitorio, dopo aver riflettuto un po’.

“Perché mi annoio. Perché mi sono stancato di fare l’aiuto-postino interstellare. Perché sono giovane e voglio divertimi. Ecco Perché!”.

A quel punto, mia cara, di fronte a simili motivazioni, mi ha preso sul serio. Quindi, mi ha invitato a esporre il piano. Spremendo la memoria fino all’inverosimile, ho attinto a piene mani dalle reminiscenze filosofiche dei corsi frequentati all’Accademia e per quella via mi sono incamminato... Ma lui è un osso duro, rintuzzava colpo su colpo e ogni volta rilanciava. Ne è nata una interminabile discussione durante la quale ho sudato le famose sette tute spaziali per sostenere la fondatezza della mia intuizione. Quando ormai ero esausto, ho provato a ricordargli quella teoria relativa alle negatività che secondo il suo maestro erano inevitabilmente intrinseche in qualunque società e dovevano anzi emergere, per essere poi superate: non erano da soffocare.
Un po’ commosso nello scoprire come anche un militare della Flotta conoscesse quelle teorie, mi ha risposto che stavamo parlando di una filosofia giusta, sì, tuttavia capovolta; ci aveva già pensato lui, ha affermato, a rimettere quei concetti con i piedi per terra. Gli ho detto allora che, visti i risultati… sarebbe stato forse il caso provare a cambiare ancora po’ la posizione; magari, percorrendo una via di mezzo, si poteva tentare di sdraiarla, quella filosofia.

“Ragazzo – mi ha prontamente replicato – la mia è una filosofia per il Popolo! E al Popolo non conviene assumere quella posizione: ché già adesso deve stare attento a non prenderlo in quel posto...”

Ho precisato che non intendevo sdraiata a pancia in giù; ma mi ha ricordato che del popolo fanno parte anche le donne…
Insomma, per fartela breve, Acinorev amore mio, forse poiché impietosito dal mio annaspare filosofico, ha deciso di venirmi incontro offrendomi una chance. Una sola, però. Ha detto che se va male il primo tentativo, chiuso il discorso e non se ne parla più. E’ stato lui stesso a suggerirmi il terzo pianeta del sistema solare per l’esperimento.

“Se la tua teoria è valida, ragazzo, sulla Terra funzionerà senz’altro, visto e considerato che quella società racchiude in sé tutte le potenzialità negative della nostra confederazione e, in scala, ne replica più o meno la storia. Meglio di così non potresti trovare!” mi ha assicurato.

E aveva ragione, questo lo devo ammettere. Qui la melma è già alta: basta
controllarla, manipolarla, indirizzarla e, al momento giusto, farla tracimare perché sommerga tutto. La Nazione che ho scelto io, poi, è davvero una palude! Senza contare che anche Egroeg, sia pure involontariamente, mi sta dando un’ottima mano dal suo territorio.
Adesso il problema è il tempo, mia cara. Con Xarm il barbuto sono stato chiaro.

“Per funzionare, il mio piano ha bisogno di tempo – gli ho detto – Procurarmelo è compito vostro. Voi garantitemi in quel senso e io, iniziando per ora da un ambito ristretto di quel pianeta, vi dimostrerò che il mio sistema è valido”.

“Per questo ci pensiamo noi, ragazzo. Quando sarai pronto, tu facci soltanto un cenno e… vedrai: proclameremo uno sciopero che paralizzerà l’universo” mi ha risposto lui, congedandomi.

Ed è stato di parola, finora è stato di parola. Tuttavia non vorrei che, proprio sul più bello, lo sciopero venisse revocato… Dovrò accelerare i tempi. Al punto in cui siamo, sono costretto a scendere direttamente in campo per farmi eleggere alla guida dello Stivale; sebbene non mi senta del tutto pronto. E’ per questo che l’offensiva giudiziaria di cui ti dicevo sopra è inopportuna: sconvolge i miei piani e, senza saperlo, se a orchestrarla sono stati davvero gli itsinumoc locali, danneggia la loro stessa causa. Vedremo.
Ti terrò informata.
Sempre più tuo, Oivlis.
          
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X

Diario di bordo del Capitano Krik. Data astrale 7899.4.
La situazione di stallo continua. Anche l’ultima riunione, svoltasi in data odierna, tra i vertici federali e i rappresentanti sindacali si è risolta con un nulla di fatto. Benché il Network – dietro rassicurazioni ottenute dagli esperti di immagine circa l’assoluta incapacità degli itsinumoc di fare Tv – avesse accettato di conceder loro la gestione di un canale, i filo-itsixarm si sono rifiutati di revocare l’agitazione e insistono nel chiedere la partecipazione fissa allo show della de Ippilif. Sognano...
Anche su questo desolato pianeta la situazione va un po’ ingarbugliandosi. Dopo il trionfo ottenuto qualche giorno fa dal sergente Egroeg, celebrato attraverso i due mandati consecutivi del suo ex attore e suggellato dalla successiva elezione del padre, la dinamica dei fatti gli è sfuggita di mano. Invece di continuare a combattere le mai defunte ideologie etsinumoc, si è lasciato andare a giochi di potere, mettendosi a fare la guerra contro rappresentanti che nulla hanno da spartire con quelle idee, anzi ne sono agli antipodi. Io l’avevo ammonito, il sergente, sulla pericolosità di quel comportamento; ma lui non mi ha dato retta. Spinto dall’euforia dei successi precedenti, ha continuato a divertirsi con i soldatini come se niente fosse ed ecco, questi sono i risultati. Adesso a governare il Paese non c’è più il padre del suo immedesimato ma il rappresentante della ex opposizione: uno che non si può certo definire atsinumoc e tuttavia porta nel Dna alcuni geni della stessa matrice…
Si tratta di un’imperdonabile ingenuità, caro sergente, un netto regresso. Mai darli per morti, gli itsixarm; quelli rialzano sempre la testa, rinascono dalle loro ceneri e riprendono immediatamente a tessere trame sovversive.
Come ha ben potuto constatare anche il povero Ovlis, del resto, a cui hanno fatto di colpo terra bruciata intorno. Si è trovato costretto a scendere direttamente in politica, quando ancora non era pronto. Pur tra mille difficoltà, comunque, bisogna dire che il ragazzo se l’è cavata abbastanza bene: senza infrangere le regole della Flotta, in quattro e quattr’otto è riuscito a metter su un nuovo partito e a farsi eleggere; anche se a dire il vero lo vedo un po’ titubante in quel ruolo. Stenta. Non so fino a che punto reggerà… In fondo, per quanto piccolo, quel territorio a forma di stivale in cui si è insediato e tutt’altro che semplice: sembra quasi un covo di serpenti spaziali.
Mah, forse la promozione non è esattamente a portata di mano, diario.

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XI

Mi hanno fregato, oibbric! Mi sono fatto fregare come un cretino. L’avevo sottovalutato, quello lì: sembrava un sempliciotto, un politico da operetta… invece mi ha teso una trappola e io ci son cascato dentro come un ollop d’Erocra.
Così, mia dolce Acinorev, ora mi trovo all’opposizione.
E dire che avevo iniziato bene, sai? Appena eletto, mi ero messo immediatamente all’opera e, nel giro di qualche ora cosmica, avevo bell’e approntati una serie di Leggi e Decreti molto efficaci: condoni edilizi, condoni fiscali, sanatorie d’ogni genere eccetera, eccetera, eccetera. Tutti provvedimenti ben studiati per innalzare di parecchio il livello della melma, per intenderci. Bene, succede che a un certo punto il mio esperto d’economia – e qui, mia cara, apro una parentesi: ricordi quel professore, quello di cui ti parlavo in una precedente lettera? Ti dissi che avrei voluto prenderlo con me, qualora fossi entrato in politica. Ebbene, l’ho fatto. Lui era stato eletto con un altro schieramento, in verità; ma, dal momento che il mio partito ha vinto le elezioni… mi è bastato schioccare le dita e il professore s’è scapicollato per saltare il fosso e unirsi a noi. Chiusa la parentesi – questo consulente economico, dicevo, mi suggerisce di tagliare le pensioni: i vitalizi post-lavorativi che si prendono alla vecchiaia, sì, proprio come da noi.

“Tagliarle? – chiedo – E si può? Non sono soldi loro: denaro precedentemente versato, sotto forma di contributi, nel corso della vita lavorativa?”

“Non è proprio così – dice lui – o, comunque, non soltanto così. In realtà, insieme alle pensioni d’anzianità, ci sono anche i baby-pensionati, le pensioni d’invalidità: percepite in buona parte da falsi invalidi, e tutte le altre lussuose prebende munificamente elargite dai comunisti nelle passate legislature, che hanno mandato pressoché in bancarotta l’Istituto di Previdenza Sociale.”

Ora, nel precisarti che con il termine comunisti qui intendono l’equivalente dei nostri itsinumoc (te ne avevo parlato, no?, del loro singolare vezzo d’invertire i nomi), devo aggiungere che lì per lì, preso alla sprovvista, quelle affermazioni mi hanno provocato un attacco di panico: avevo rovistato telepaticamente in tutti gli archivi storici nazionali, senza trovare alcun documento che parlasse d’una qualche legislatura a guida comunista – come dicono qui.
‘Sta a vedere che ho preso un virus spaziale, di quelli che distorcono la ricettività mnemonica a onde crebrali’ mi è venuto da pensare, sul momento.

“E in quale legislatura a guida comunista sarebbe stato provocato, di preciso, questo immane disastro nazionale?” butto lì, con ostentata noncuranza, in modo da tastare il terreno.

“Lei scherza, presidente – mi fa lui – ma qui la situazione è seria. Provi a immaginare quale voragine avrebbero potuto creare, nei conti pubblici, se davvero si fossero impadroniti del potere… Alle ultime elezioni, ad esempio: per fortuna è sceso in campo lei, a sbarrar loro la strada, altrimenti... Ad ogni modo, qui i numeri parlano chiaro: bisogna intervenire sulle pensioni!”

Rassicurato circa pieno funzionamento delle mie facoltà telepatiche, a quel punto stavo per quasi per rispondere: ‘Ohibò, voi terrestri siete riusciti a far parlare i numeri? Allora non siete così primitivi come sembra’. Tuttavia, realizzando al volo che doveva trattarsi di una frase fatta, mi sono limitato a chiedergli cosa esattamente dicessero, ‘sti numeri così loquaci.

“Dicono che bisogna tagliare, tagliare e poi ancora tagliare! E posticipare, anche posticipare. Dobbiamo tagliare le rendite, e spostare più avanti l’età pensionabile: più in là la portiamo, meglio è!” afferma convinto lui, agitando la mano destra con l’indice puntato al cielo.

“Addirittura… Ma ci sarà una sollevazione popolare” azzardo io mentre, facendo mente locale, comincio a valutare tutti i possibili scenari e le conseguenze potenziali di quella proposta.

“Ma no, presidente, lei ha le televisioni… E con le televisioni, come lei m’insegna, all’opinione pubblica si può far digerire tutto. Dia retta a me, organizzi una bella campagna mediatica per preparare il campo, si cauteli già da ora con qualche contromossa per rintuzzare le proteste che sicuramente arriveranno dagli ambienti comunisti e vedrà… porteremo a casa il risultato.”

‘Mica scemo, il professore’ ho pensato io che intanto, dopo aver analizzato mentalmente tutti i pro e i contro, ero giunto alla conclusione che attuando quella riforma avrei forse potuto dare una decisa spinta in avanti al mio piano: televisioni o non televisioni, mia cara, una roba così il popolo non l’avrebbe tollerata e, anzi, magari proprio con quella goccia il vaso sarebbe traboccato, rendendo infine chiaro agli occhi di tutti la differenza tra il simulacro mediatico e la realtà reale, quella con cui bisogna fare i conti tutti i giorni.
L’idea mi piaceva, insomma. Decido di procedere. Convocati i leader dei partiti alleati, prospetto loro la possibilità di un deciso, responsabile intervento finalizzato ad aggiustare le malridotte finanze pubbliche e passo quindi a illustrare i dettagli della manovra pensionistica in progetto. Più vado avanti nell’esporre, però, e più quelli mi osservano come un alieno. Con la mente agli scherzetti che ogni tanto mi combini tu… amore mio, in quel momento ho pensato di essere stato scoperto e così, dopo aver chiesto permesso, mi sono rifugio in bagno e allo specchio ho controllato il mio aspetto: tutto appariva perfettamente a posto. Rientro tranquillo, ma loro continuano a guardarmi strano. Poi il più giovane del gruppo, anche lui uno spilungone… rompe gl’indugi e, senza mezzi termini, mi dice che una cosa così non si può fare perché si tratterebbe di un suicidio politico.

“Appunto!” rispondo io, preso dall’entusiasmo e senza rendermene conto.

“Come, appunto?” fa allora il politico di cui ti dicevo all’inizio, con il suo vocione roco quasi quanto quello del nostro ammiraglio capo…

“Intendevo dire che, appunto perché rispetto alla logica comune appare un suicidio, applicando quel provvedimento noi dimostreremo all’opinione pubblica di essere capaci di andare perfino contro i nostri interessi, per il bene comune” replico io, cercando di rimediare alla gaffe.

Ci hanno riflettuto sopra per un po’, ma non si sono affatto convinti. Ricordando le parole dell’economista, ho spiegato allora che erano i numeri a volerlo; mi hanno risposto in coro che la politica non è matematica. Giunto al limite della sopportazione, ho preso la palla al balzo e ho fatto notare che se anche non è matematica, la politica poggia comunque sui numeri. E poiché il totale dei miei voti superava tutti quanti i loro messi insieme… numericamente parlando, quel provvedimento s’aveva da fare.
…Hanno abbozzato.
Ecco, è lì che sono stato un ingenuo! Potevo, dovevo subodorare qualche trappola, vista la faccia con cui sono usciti dalla stanza: specialmente quello col vocione roco. Per fartela breve, amore mio, a parole tutti gli alleati mi hanno assicurato il pieno, leale sostegno; invece, nei fatti, quando in parlamento siamo andati a tirare le somme i conti non tornavano più: erano venuti a mancare i voti del partito guidato appunto dal politico di cui ti dicevo, quello con la voce roca e che consideravo una macchietta, così il mio governo è caduto. Mi hanno fregato proprio coi numeri, porca galassia! Ci sarebbe anche da divertirsi, studiando la raffinata architettura dell’imboscata, se per me non si trattasse di una fastidiosa perdita di tempo.
E pensare che con quella riforma delle pensioni, prima ancora di trasformarla in Legge, stavo ottenendo già risultati incoraggianti. La gente incominciava a riunirsi, a discutere e a ribellarsi. Folle oceaniche erano scese in Piazza per protestare e l’indignazione popolare cresceva di giorno in giorno. La melma saliva, saliva… I miei alleati mi esortavano a mobilitare le televisioni per perorare le motivazioni della Riforma e sostenere l’immagine del Governo, e io avevo scelto una squadra a hoc per farlo.
In particolare, facevo affidamento su un giornalista molto affezionato a me, uno davvero fedele… che si dava da fare al meglio delle possibilità e non mi deludeva mai. Pensa che una volta, in occasione di uno sciopero generale con relativa, imponente dimostrazione di protesta popolare, per bilanciare il tutto s’inventò una sorta di “contro-dimostrazione luminosa” e poi, dopo aver invitato i cittadini ad accendere una luce in segno di consenso verso la Riforma, con le telecamere riprendeva qualche condominio illuminato (probabilmente quello dove abitava qualche suo parente preventivamente avvisato) e su quelle immagini commentava dimostrando come la maggioranza della gente fosse schierata a favore del Governo.
Non è geniale, amore mio?
E se non fosse stato che si trattava del telegiornale della sera, quello cioè che va in onda all’imbrunire, quando la gente accende in genere le luci per vederci… sarebbe stato ancora più geniale.
Insomma, ‘sto inghippo proprio non ci voleva, visto come si stavano mettendo le cose.
Ti terrò informata.
Tuo più che mai, Oivlis.

                                                    **********





XII

Diario di bordo del Capitano Krik. Data astrale 7899.6.
Benché, nell’ultimo incontro, oltre alla gestione di una rete la federazione abbia offerto ai rappresentanti sindacali la possibilità di partecipazione allo show di Onurb Apsev, quelli hanno rifiutato l’offerta e continuano con l’assurda pretesa di accesso al mega-programma serale della somma de Ipplif. Pazzesco!
E lo sciopero prosegue…
Anche quaggiù le cose non vanno affatto bene. I miei due ragazzi perdono colpi. Si sono fatti disarcionare entrambi dalla sella del potere dei loro rispettivi territori, e chissà mai se riusciranno a riguadagnarla nelle prossime tornate elettorali.
E i giorni passano…
E intanto gli itsinumoc rialzano sempre di più la testa, qui su questo piccolo mondo extracomunitario così come nell’universo.
Per ciò che concerne Ovlis, io lo sapevo: il ragazzo non era ancora pronto per scendere direttamente in campo. Anzi, forse un po’ di opposizione gli farà bene. Potrà farsi le ossa e imparerà a guardarsi dalle subdole manovre a cui sempre, ovunque e comunque gli itsixarm ricorrono per arrivare al potere.
Nel suo caso, stavolta s’è trattato d’un complotto ordito in combutta tra i rappresentanti territoriali degli itsinumoc e uno strano partito con idee separatiste che faceva parte dell’alleanza di governo. In pratica, i deputati separatisti hanno spostato i voti sull’opposizione rendendola maggioranza e, con l’avvallo del capo dello Stato, Ovlis è stato fregato.
Adesso governano loro, insieme gli uni con gli altri. Sai che alleanza… Da una parte c’è un gruppo di partiti che, richiamandosi a ideologie etsixram, aspirano a unificare, a centralizzare e mettere quanto più possibile in comunione le cose. Dall’altra c’è un piccolo partito che vuole addirittura dividere lo Stivale, e questo proprio mentre la Nazione s’affanna per essere ammessa a far parte, a pieno titolo, di un organismo d’unione sopranazionale: sul modello della Comunità Confederata Universale, però in scala locale.
Sono curioso di vedere cosa salterà fuori…
Tutto sommato, potrebbe anche essere meglio così, visto che il mio ragazzo era partito con un po’ troppa irruenza, tentando d’imporre subito una pesantissima riforma. Troppo presto, figliolo. Cose del genere vanno fatte per gradi, lo insegnano anche all’Accademia. Prima si fa passare il principio in maniera soft; poi, gradualmente, si tira la corda stringendo il cappio; e in ultimo, quando si dà lo strappo finale, l’impiccato muore senza neanche accorgersene e tutto appare perfettamente legittimo.
Come fece la Federazione quando istituì l’I.C.A., per esempio. All’inizio tutti a protestare contro l’odiosa Imposta Cosmica sulle Astronavi residenziali, tutti a dire che l’abitazione è un diritto e non si può tassare: uno dei capi degli itsinumoc – tal Ottehcco – arrivò addirittura a suggerire di non pagarla… Il Governo federale, attraverso il Network, con calma spiegò allora che si trattava in fondo di una cifra irrisoria, calcolata in millesimi e per di più sulla base di un valore convenzionale molto, molto inferiore a quello reale delle astronavi stesse; così, lentamente, la nuova imposta passò. In seguito, un po’ alla volta i coefficienti di calcolo vennero innalzati, i valori convenzionali di riferimento continuamente aggiornati e oggi possedere un’astronave di proprietà è come averla a noleggio, visto e considerato che tra le spese di manutenzione, l’I.C.A. eccetera è quasi come pagare un affitto. E ciò nonostante gli itsinumoc, i loro lacchè sindacali e tutti quelli che all’inizio, per pochi spiccioli, si strappavano le vesti e s’indignavano per la grave ingiustizia perpetrata, adesso vanno in Tv e gridano allo scandalo perché ci sono persone che, pur avendo trasformato, rammodernato e migliorato la propria astronave residenziale, continuano a pagare sugli stessi multipli di chi ancora possiede i modelli vecchi e senza optional.
Pagano poco i primi, insomma, non troppo i secondi. E lo dice chi, solo qualche tempo indietro, sosteneva che non avrebbe dovuto pagare nulla nessuno…
E questo grazie a cosa? Grazie al fatto che i governanti federali di allora riuscirono a far passare il principio, soltanto per questo e non per altro.
Conta il principio; il giusto o l’ingiusto sono soltanto concetti aleatori, nella realtà non esistono. Ciò che oggi appare inammissibile, intollerabile e ingiusto, domani può diventare l’emblema stesso della perfezione e della giustizia: basta rappresentare adeguatamente un principio, trovare il modo per farlo passare e il resto vien da sé. Questo è il segreto che devono imparare i miei ragazzi.
Comunque, che per Ovlis sorgessero problemi di gestione era abbastanza prevedibile, diario, vista la sua inesperienza nonché le imprevedibili complicazioni in cui è rimasto invischiato a seguito del golpe togato. Ciò che davvero mi meraviglia, mi delude, è il comportamento del sergente Egroeg. Lui è più esperto, addestrato… potrebbe e dovrebbe scendere in campo di persona, ormai, anziché affidarsi a un nuovo prestanome come dice di voler fare. Inoltre farebbe bene a organizzare qualcosa per danneggiare l’immagine dell’attuale presidente in carica, in vista della imminente tornata elettorale. Che so, uno scandalo a sfondo sessuale sarebbe perfetto, per esempio, giacché su questo pianeta praticano ancora tutti il sesso reale e pare anzi che il soggetto in questione abbia un debole per le donne.
E’ necessario darsi da fare, insomma! Non pensare solo a divertirsi.
Bisogna proprio che dia una bella strigliata ai miei ragazzi.

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XIII

Niente, stavolta mi sono fregato da solo, mia cara Acinorev.
Dopo l’ultima tornata elettorale, sono ancora all’opposizione e, soltanto adesso, mi accorgo d’aver inutilmente buttato al vento un altro giorno cosmico.
Se lo venisse a sapere il capitano sarebbe un guaio… se scoprisse che ho fatto volutamente vincere gli itsinumoc, intendo.
Eppure la tentazione era forte; troppo forte, sai, per resistere. Pensa che in questa Nazione, come del resto in tutta la parte occidentale della Terra, mai nessun partito atsixram era andato al governo, mai gli itsinumoc avevano amministrato il Paese. Certo, c’era stata la parentesi estorta al mio mandato, ma s’era trattato di un semplice appoggio esterno dato a un Governo tecnico, peraltro condizionato dai voti dei separatisti da una parte e con l’esclusione degli atsixarm veri e propri (che qui si sono scissi dal partito originario) dall’altra.
Sicché, quando ho sentito che nella coalizione opposta avevano stretto un accordo tra tutti i partiti d’ispirazione atsixarm, vale a dire gli ex itsinumoc, i post itsinumoc, i rifondati itsinumoc eccetera, m’è venuta la voglia di vederli all’opera.
Farli vincere è stato semplice: mi è bastato rifiutare l’alleanza con il partito di quel bizzarro politico con la voce roca e, pur avendo preso più voti noi che gli altri, grazie a un cervellotico sistema di scorpori, collegi uninominali e astruserie varie la maggioranza è andata a loro. Così mi sono tolto anche la soddisfazione di rendere pan per focaccia ai separatisti, il cui leader questa volta mirava a fare “l’ago della bilancia” ma è rimasto fregato.
Ero emozionato anch’io, sai, nel momento in cui s’insediato il primo Governo atsixarm della storia di questo Paese. Lo sentivo anche un po’ mio e ne ero orgoglioso. Ho pensato che, forse, a quel punto lo scopo era stato raggiunto e non avrei più avuto bisogno di proseguire col mio piano. Se un’amministrazione di matrice atsixarm avesse funzionato in occidente, nulla su questo pianeta sarebbe stato più come prima. Per un Muro abbattuto, tanti altri ne sarebbero stati costruiti e non, come prima, barriere fisiche per tenere separati i popoli, bensì argini morali e metafisici per lasciar fuori le ingiustizie, le menzogne e, soprattutto, le finzioni catodiche che annichiliscono la capacità umana di vivere realmente. Un germoglio sarebbe fuoriuscito dallo Stivale per propagarsi in tutta la Terra e poi, quando questa sarebbe stata ammessa nella Confederazione, avrebbe diffuso le sue spore in tutto l’universo. L’impero del Network sarebbe finalmente caduto e ogni essere umano dell’universo avrebbe potuto finalmente riappropriasi della vita, della vera vita.
Tutto ciò mi passava in quel momento per la testa, amore mio, ero eccitato come non mai e avrei voluto che Xarm il barbuto mi vedesse. Ma, ahimè, ho dovuto ben presto ricredermi…
All’inizio, il primo Governo che avevano messo in campo non era neanche male, a dire il vero. Nulla di trascendentale, beninteso; tuttavia una buona compagine, guidata da un professore con una faccia da bonaccione ma in realtà molto determinato, che con qualche sacrificio e senza mai andare in Tv era riuscita a portare il Paese in un organismo monetario sopranazionale: il primo passo verso un’unione di livello superiore, quindi verso l’uguaglianza da una parte e di avvicinamento alla Confederazione Universale dall’altro.
A un certo punto, sul più bello, ‘sto Governo lo fanno cadere, e a farlo è proprio la corrente degli itsixarm duri e puri, peraltro sulla base di una richiesta che più atsixarm di così non si può. Ecco, in quel momento non ho desiderato affatto che Xarm il barbuto mi vedesse: il mio sguardo lo avrebbe offeso…
Ad ogni modo, questi fanno un altro Governo e alla guida mettono un ex-post-itsinumoc alquanto spocchioso e antipatico. La differenza si nota subito: dalle stelle alle stalle. E’ una questione di competenza, prima ancora che di volontà.
Ti faccio un esempio, uno solo ma esplicativo.
Devi sapere che qui sulla Terra, per muoversi e viaggiare, usano dei catorci semoventi su quattro ruote, che per funzionare hanno bisogno di un carburante estratto dal sottosuolo e poi raffinato. Il carburante costa parecchio e il prezzo, che non è fisso ma oscilla in base a diversi parametri e alle contrattazioni di mercato, talvolta tende a crescere in maniera spropositata. Basta una piccola tensione nei paesi produttori e il prezzo schizza in alto. Spesso cresce anche per speculazioni di Borsa, ma questo è un altro discorso. Resta il fatto che le tasche dei cittadini ne risentono, soprattutto quelli che usano il catorcio per recarsi al lavoro.
Bene, con il primo governo, in occasione di un’improvvisa impennata dei prezzi, il professore chiama l’amministratore delegato della principale azienda nazionale di carburanti e, forte del fatto che questa è a maggioranza pubblica, come principale azionista gl’impone una politica di concorrenza sui prezzi: mantieni lo stesso un po’ di guadagno, ma riduci i margini e cerca di compensare aumentando i volumi di vendita. Ora, essendo l’azienda in questione leader di mercato nello Stivale, muovendosi in quella direzione obbliga anche i concorrenti a fare altrettanto. Si crea una spinta verso il basso che tende a compensare quella verso alto dei mercati, così le tasche dei cittadini vengono un po’ salvaguardate. Non è molto, ma è già qualcosa…
Stessa situazione con il Governo successivo: tensioni sui mercati, speculazioni e prezzi alle stelle. Il post-itsnumoc che fa? Chiamerà l’amministratore delegato dell’azienda e lo obbligherà a far concorrenza, dirai tu. E invece no! Colpo di genio: ordina di far pubblicare su tutti i giornali, privati, ogni giorno l’elenco dei prezzi praticati dalle diverse compagnie. Così imparano… Il cittadino saprà subito qual è la più conveniente e si regolerà di conseguenza…
Certo, il cittadino medesimo prima di far carburante dovrà passare all’edicola per compare il giornale, e pagarlo… ma che fa? Per la concorrenza questo e altro!
E magari, se la compagnia più conveniente non è esattamente sul suo tragitto, dovrà allungare di qualche chilometro, tanto che a conti fatti invece di risparmiare ci avrà perfino rimesso qualcosa; ma che fa? Per la concorrenza questo e altro!
E ci sarebbe poi da dire che le inserzioni sui giornali vengono pagate sempre dallo stesso cittadino, cioè con le sue tasse; ma che fa? Per la concorrenza questo e altro.
Ovviamente, in onore alla concorrenza e impressionata dalla mossa del Governo in carica, nel frattempo la compagnia nazionale appariva puntualmente in cima alla classifica dei prezzi più alti; del resto, cosa non si farebbe per favorire la concorrenza…
Comunque, cade anche questo Governo: stavolta è lo stesso premier post-itsinumoc a dimettersi. A sostituirlo arriva un altro professore, uno poco post ma in compenso molto ex di ogni cosa, tra cui la passata appartenenza al partito di quel mio vecchio amico riparato all’estero, al quale ‘sto professore, nel momento della disgrazia, aveva voltato con grande “professoralità” le spalle.
‘Cosa c’entra questo qua con gli istinumoc?’ mi chiedo subito io. Poi, ripensando alla buona esperienza del primo cattedratico, mi rincuoro: l’avranno messo su perché anche lui competente, quindi adesso rimedierà agli errori dello spocchioso precedente e le cose riprenderanno a marciare nel senso giusto, nel senso cioè che porta verso gli interessi della popolazione. Invece, macché! Una delusione, amore mio, una vera delusione. Si è rivelato il peggiore di tutti.
Anche in questo caso, ti faccio un esempio solo ma esplicativo.
Devi sapere che quaggiù non hanno, come da noi, un sistema di accumulo crediti figurati gestito in via telematica dalla centrale creditizia unificata della Comunità Confederale; loro usano ancora la moneta fisica e la depositano in apposti istituti, che qui chiamano banche, i quali la custodisco e la gestiscono per conto dei clienti. In buona sostanza, il sistema è più o meno simile: rubano qui come da noi, con l’unica differenza che, siccome il loro meccanismo è antiquato, qualche traccia dei furti rimane e, a volerla cercare… si trova.
Bene, succede che un’associazione di consumatori trova alcune tracce e riesce a dimostrare una colossale truffa che già da anni i banchieri portavano avanti ai danni dei cittadini. Un sistema semplice semplice: sui soldi che i clienti davano in affidamento alle banche, queste accreditavano gl’interessi attivi una volta all’anno; sui soldi che le banche davano ai clienti, gl’interessi passivi venivano conteggiati ogni tre mesi.
‘Ottimo – penso io – finalmente, con un Governo d’itsinumoc, in questo Paese le cose possono venire a galla. Adesso il professore gliela farà vedere lui, a ‘sti ladroni di banchieri, giacché si tratta di materia in cui è competente. Farà senz’altro una Legge per aiutare i cittadini a recuperare il maltolto’ concludo tra me e me.
E infatti è intervenuto subito, sai? Come avevo previsto, ha fatto al volo una bella Legge ad hoc; peccato solo che l’abbia fatta per rendere legale il furto e salvare le banche dalle cause di risarcimento... Non basta. Ha fatto in modo che la Legge avesse valore retroattivo: un colpo di spugna e via, tutto cancellato.
‘Ora scoppierà lo scandalo. I media si butteranno a pesce sulla notizia e la gente si ribellerà, scenderà in strada e spaccherà tutto’ immagino io.
Niente, sui media non si muove foglia (tranne qualche piccolo trafiletto nelle ultime pagine dei quotidiani e sporadiche notizie dette di sfuggita, con noncuranza, nei Tg), di conseguenza la maggior parte della popolazione neppure viene a sapere cosa stia succedendo né può rendersi conto della gravità del fatto. Ho pensato allora di mobilitare i miei, di media; tanto sono all’opposizione, un attacco al Governo in carica ci sta. Non puoi neppure immaginare… appena si viene a sapere la mia intenzione, vengo subissato da messaggi, telefonate, insulti, minacce e chi più ne ha più ne metta. Io non cedo, naturalmente. Non cedo fintantoché non vengo contattato da un emissario di quell’associazione “coperta” di cui ti parlavo nei primi messaggi, quella denominata con una lettera e un numero e che mi aveva aiutato nella scalata alle Tv nonché a sistemare la parte finanziaria e azionaria del mio gruppo.

“Dottore – mi fa questo, con un accento che là per là mi ricorda gli abitanti del pianeta di Asoc Artson – questa campagna mediatica non s’ha da fare!”

“E perché mai? – chiedo io – Non è forse un’ottima occasione per colpire al cuore i miei, nostri… avversari politici?”

“Suvvia, dottore, non faccia l’ingenuo… Lo sa meglio di me che queste cose non si fanno. Le battaglie politiche vanno bene finché si scherza e si resta nel consentito, vale a dire alle schermaglie di facciata. Ma le banche non si toccano, lei lo sa bene. Guardi, io parlo anche nei suoi interessi, oltre che a nome dei comuni amici che a suo tempo l’aiutarono ad arrivare dove è arrivato e sanno tutto di lei… Dia retta a me, chi glielo fa fare? Lei ha già i togati alle calcagna…”

Ho dovuto riconoscere che aveva ragione, mia cara. Effettivamente, i togati avevano iniziato già da tempo a spulciare nei miei affari… e se tutto ciò che sapevano i “comuni amici” fosse saltato fuori sarebbe stato controproducente: dello scandalo bancario non avrebbe parlato più nessuno, e per me sarebbe diventato più complicato farmi rieleggere.
Perché, ancora non te l’ho detto (ma forse tu, leggendo, l’avrai già intuito): ho deciso di tornare al Governo e riprendere il mio piano là da dove l’avevo lasciato. Oggi come non mai, sono convinto che l’unica strada percorribile sia quella della reazione di un rigetto provocato.
Otterrò il prossimo mandato e farò salire la melma fino all’inverosimile, la farò tracimare, sommergerà ogni cosa e poi, quando finalmente il rigetto scatterà, nulla sarà più come prima.
Lo farò! Quant’è vero il cosmo, domani lo farò.
Tuo come non mai, Oivlis.

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XIV

Diario di bordo del Capitano Krik. Data astrale 7820.2.
Più di un altro intero, lungo giorno è passato, nondimeno lo sciopero persiste. Mi riferiscono che nella riunione di stamane il Network s’era spinto fino a proporre una partecipazione settimanale nel programma pomeridiano della nostra amata de Ipplif; eppure, incredibilmente!, i rappresentanti sindacali hanno respinto l’offerta e, rilanciando, ora chiedono o una presenza quotidiana nel programma pomeridiano, oppure la partecipazione come minimo bisettimanale nel grande show trasmesso in prima serata.
Pazzi! Sono dei pazzi...
Secondo l’ammiraglio, comunque, le posizioni si stanno pian piano avvicinando e ritiene che entro oggi, massimo domani si possa raggiungere un accordo: il tavolo delle trattative prosegue a oltranza: la federazione ha bisogno di concludere: pare che i trasporti siano ormai al collasso.
Non so, la situazione sarà anche grave, non lo metto in dubbio, però io sulla de Ipplif non avrei ceduto. Neppure sul programma pomeridiano, figuriamoci poi su quello serale…
Sono cose importanti, queste, troppo importanti per concederle agl’itsinumoc universali. In quei salotti è depositata l’essenza stessa della nostra democrazia, di lì passano i nostri inalienabili diritti ludici e l’interattivo spettacolo della libertà. E poi non vorrei che, con la presenza degli itsixarm nel programma, i viaggi della nostra navicella su Treviri diventassero una regola. Non mi piace quel pianeta. Senza contare che l’unica volta che ci siamo stati, al rientro dalla missione i miei due ragazzi mi sono sembrati assai strani… specialmente Ovlis. Dev’esserci un’aria che corrompe, in quella atmosfera, un aria atsinumoc.
I miei ragazzi, già. Bisogna dire che, dopo un breve periodo di sbandamento, hanno ripreso entrambi a darmi grandi soddisfazioni. Il sergente Egroeg, dopo aver perso anche la seconda tornata elettorale con il nuovo prestanome che s’era scelto, ha seguito il mio consiglio ed è sceso in campo personalmente.
Oltre tutto, per essere ancora più sicuro di vincere, come avevo suggerito ha preventivamente fatto scoppiare uno scandalo a sfondo sessuale in cui è rimasto coinvolto l’ex presidente. Ha reclutato una stagista e l’ha convinta a fare un po’ di tirocinio sotto il tavolo presidenziale. Così, colti in fallo, il danno d’immagine per il partito al potere è stato notevole. Dopodiché, il resto è venuto da solo; anche se, a dire il vero, i voti sono stati pressoché equivalenti ed Egroeg ce l’ha fatta per un pelo. In effetti, il pompino clandestino s’è rivelato assolutamente determinate, analizzando i risicati numeri della vittoria elettorale…
Tutto bene, comunque. Da manuale. Come insegnano all’Accademia della Flotta, in questi pianeti extracomunitari sono spesso gl’intrighi sessuali a determinare il corso della storia.
Ovlis, poi, non ha avuto neppure bisogno di ricorre a stagiste di bocca buona per farsi rieleggere. Numeri da trionfo, nel suo caso.
E stavolta lo vedo determinato, il ragazzo, dubito che si farà fregare di nuovo; sebbene, a dirla tutta, nel corso della campagna elettorale si sia lasciato andare un po’ troppo con le promesse. Tanto che a un certo punto avevo cominciato a preoccuparmi che potesse verificarsi un nuovo caso come quello del tenente ‘Useg di Hterazan, visto che s’era messo a promettere di tutto e di più: perfino un “nuovo miracolo italiano...” Invece, devo dire che appena eletto è rientrato subito nei ranghi e s’è messo sotto a far bene.
E bravi i miei ragazzi!
Chissà, diario, forse la promozione è di nuovo a portata di mano.

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XV

Acinorev, oibbirc!
Vuoi forse farmi scoprire? Vuoi che mi degradino, che mi caccino con disonore dalla Flotta? Ma allora dillo che vuoi rovinarmi, porca galassia!
E sì che prima di partire m’ero raccomandato, questa volta ancor più delle altre, di non far sesso reale in mia assenza. Non sono geloso, lo sai; però quando sono in missione è pericoloso, oibbric! Te l’ho già spiegato e rispiegato un sacco di volte che, in tutto l’universo, noi siamo l’unica specie a cui spuntano le corna quando uno dei due coniugi s’accoppia fisicamente con un’altra persona. A dire il vero, anche qui sulla Terra sostengono che chi viene tradito “porta le corna”: ma il loro è soltanto un modo di dire (probabilmente inserito nel linguaggio indigeno da uno dei nostri in qualche precedente missione), non gli escono davvero come succede a noi di Erocra.
Eppure, al rientro dal viaggio sul pianeta d’Ilopan, ti avevo comprato apposta l’ultimo modello di masterizzatore olografico, ricordi? Avresti potuto usare quello e concretizzare tutti gli ologrammi che volevi, per divertirti. Quell’attore che ti piace tanto, per esempio, come si chiama…? Quel tal Occor Iderffis, o come diavolo si scrive… be’, scegliendo dalla collezione personale che tieni vicino al letto, potevi metter su uno dei suoi film registrati, materializzarne l’immagine e poi… hai voglia a soddisfarti.
E invece no! Tutte le volte la stessa storia. Da quando ti ho portata a vedere quel vecchio film con Norahs Enots non ti si tiene più. Spesso e volentieri ti salta su il capriccio d’imitarla, così ti sfili le mutandine, t’infili nella navicella di servizio e cominci a correre come una matta finché una pattuglia spaziale non ti ferma per eccesso di velocità e ti porta in centrale. Una volta lì, mentre l’agente di turno stila il rapporto di fermo, tu apri le cosce e fai vedere la panoramica… così al posto di passare la notte in camera di sicurezza te la passi in camera da letto con l’agente medesimo. E a me spuntano le corna, porca stratosfera!
E per fortuna me ne sono accorto in tempo, quando non ero ancora in mezzo alla gente. Stavo uscendo per andare a ricevere un capo di Stato, venuto con la sua gentil consorte a farmi visita nella residenza di vacanza, e nel varcare la soglia ho intravisto la mia immagine riflessa nella porta a vetri. Giacché non è la prima volta… ho realizzato al volo cos’era accaduto e mi sono precipitato in bagno. Le corna s’allungavano a vista d’occhio (ci devi aver dato dentro parecchio, eh?). Quando finalmente hanno smesso di crescere, in fretta e furia le ho segate, poi ho messo su una bandana e mi sono precipitato all’appuntamento. Sono arrivato con un po’ di ritardo, ma fin lì niente di male. Il problema è che con ‘sta bandana in testa non sono passato affatto inosservato. C’erano alcuni fotografi, cosicché sono andato a finire su tutti i giornali. Alla conclusione della storia, per giustificare in qualche maniera lo strano look ho dovuto sottopormi a un trapianto di capelli (te lo avevo detto, vero?, che al barzellettiere in cui mi sono immedesimato erano caduti). Anche messa così, però, la cosa ha fatto scalpore.
I mass media si sono buttati a pesce sulla notizia (sulle Leggi truffa, tipo la salvabanche eccetera, nessuno ha visto niente; sulla bandana, un putiferio…), dipingendomi come una persona poco seria, come un narciso, un politico da operetta e via dicendo.
In fin dei conti, a me tutta ‘sta pubblicità negativa avrebbe potuto anche farmi piacere, fare il mio gioco. Solo che in questo singolare Paese più fai cose strane, più le spari grosse, più ti comporti da buffone e più, agli occhi gente, diventi simpatico. Gli itsinumoc e l’opposizione in generale ancora non l’hanno capito e continuano a martellare su questo tasto, ma ti garantisco che nello Stivale funziona proprio così. Strano, ma vero.
Comunque a rendermi antipatico ci penso io, non preoccuparti. Anzi, già ho cominciato alla grande. Da quando sono in carica, ne ho combinate di tutti i colori: Leggi ad personam (come dicono qui) e salvassicurazioni; condoni di ogni genere; Leggi fatte apposta per favorire persone del mio entourage; stravolgimenti costituzionali effettuati con una semplice maggioranza parlamentare; ho fatto di tutto e di più… Ho permesso che i costi delle utenze domestiche, dei carburanti, delle autostrade, delle assicurazioni e chi più ne ha più ne metta crescessero fino all’insostenibile senza muovere un dito; poi sono andato in Tv a sostenere di aver abbassato le tasse. Ho permesso che la popolazione s’impoverisse al punto da non arrivare più alla fine del mese; e in Tv ho dichiarato di aver portato il benessere alla Nazione. Ho promesso tanto, non ho fatto nulla, e in Tv ho affermato di aver mantenuto tutto. Ho reso evidente come non mai la differenza che c’è tra la realtà rappresentata dai mass media e quella oggettiva, quella con cui bisogna confrontarsi nella vita quotidiana. La capiranno, in questo modo anche la gente, tutta la gente si renderà conto della differenza e capirà…
La melma è ormai all’orlo, e davvero mi meraviglio che ancora non sia uscita. Ma avverrà! Oh, se avverrà… Da qui alla fine del mio mandato, tutto sarà sommerso. Dammi tempo (nel senso di non farmi più scherzetti con le corna, intendo, ché se no mi scoprono e addio) e vedrai. Nulla sarà più come prima, quando avrò terminato la mia missione. Vedrai…
Ancora tuo – nonostante il trapianto a cui, mio malgrado, mi sono dovuto sottoporre – Oivlis.

P.S. Dimenticavo di dirti che, durante l’ultima riunione dei sette grandi del pianeta (come pomposamente si autodefiniscono), io e il sergente Egroeg ci siamo appartati e abbiamo parlato a lungo… Non ci crederai, ma la prolungata permanenza sulla Terra ha fatto aprire gli occhi anche a lui: ora è uno dei nostri!

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XVI

Diario di bordo del Capitano Krik. Data astrale 7820.6.
Il pianeta Terra è ormai un puntino sul quadrante di bordo, presto uscirà dal campo di rilevazione e sparirà. Il viaggio di rientro procede bene, i tecnici di pronto intervento sono stati velocissimi. Quando l’ammiraglio mi ha comunicato che era stato finalmente raggiunto l’accordo, non ho fatto in tempo a chiudere il ricevitore e loro erano già lì con gli attrezzi in mano. Hanno riparato il guasto alla perfezione.
E vorrei anche vedere, poi, con tutto quello che nel corso delle trattative sono riusciti a strappare al Network: addirittura, oltre alla gestione di un’intera rete, anche la presenza fissa, quotidiana di alcuni loro rappresentanti nel talk show di Onurb Apsev e, in aggiunta, la possibilità di accesso bisettimanale al programma pomeridiano della grande de Ipplif.
Perlomeno abbiamo salvato la trasmissione serale di quest’ultima; quello è uno show troppo, troppo importante per darlo in pasto agl’itsinumoc.
Comunque sia, finalmente si rientra alla base, diario. Non vedevo l’ora…
I miei ragazzi, invece, si erano appassionati così tanto alla missione sostitutiva che quasi non volevano rientrare. Mi hanno chiesto perfino di rimandare la partenza. Avrebbero voluto un altro paio di giorni cosmici di tempo per concludere il lavoro; però io non li ho concessi. Erano giunti entrambi ai vertici del potere dei rispettivi territori di pertinenza, è vero, ma non mi è affatto piaciuto il modo in cui, negli ultimi tempi, stavano gestendo il loro mandato di governo: un comportamento talmente assurdo che non esiterei a definire volutamente autolesionistico, se soltanto non conoscessi fin troppo bene i miei ragazzi per sospettare una cosa del genere… Mah, d’altro canto sono giovani: si saranno fatti prendere un po’ troppo la mano dall’entusiasmo.
Ovlis, in particolare, ultimamente s’era davvero scatenato, producendosi in un escalation di provvedimenti e dichiarazioni che a definirli surreali si pecca per eccesso di ottimismo. Chissà, magari aveva già intuito che la missione fosse prossima al termine e, in previsione dell’imminente partenza, ha voluto agevolare il rientro in sé del ragazzo in cui s’era immedesimato.
Non ha tutti i torti, se è così: in fondo, se l’immedesimato del sergente Egroeg, ritornando in sé, si troverà comunque in una famiglia tradizionalmente esperta di cose della politica, nel suo caso si tratta pur sempre di un ex barzellettiere che si risveglierà nel ruolo di presidente del consiglio… Ecco, così come gli ha preparato il terreno Oivlis, a quel punto il soggetto potrà riprendere esattamente da dove aveva lasciato. Ricomincerà a raccontare barzellette, come faceva un tempo sulla navi da crociera, e nessuno si accorgerà della differenza…
Tutto sommato, potrebbe anche essere considerata una mossa geniale. Vedremo cosa ne penserà l’ammiraglio, quando consegnerò il mio rapporto e, insieme, la richiesta ufficiale per una promozione.





Epilogo

Col fine di valutare la sussistenza di meriti acquisiti sul campo e atti a concedere o meno la promozione al capitano Krik, il comando centrale della Comunità Confederata Universale ordinò un prolungato periodo di osservazione del pianeta Terra.
Dopodiché, a distanza di un anno cosmico da quella missione (più o meno 1825 anni terrestri), sulla base dei rapporti pervenuti il capitano fu degradato e mandato sotto processo per alto tradimento.
Contrariamente alle usanze confederali consolidate, in linea generale tendenti a sfruttare la spettacolarità mediatica di qualsiasi evento, il procedimento giudiziario si svolse a porte chiuse e la sentenza fu consegnata per iscritto al solo imputato. Soprattutto, le relazioni tecniche provenienti dalla Terra, quelle stesse su cui era stato imbastito il processo, furono dichiarate segreto militare e rese inaccessibili. A partire da quel momento, poiché ogni segreto ha mille potenziali verità, la curiosità della popolazione universale – a cui la figura dell’ex capitano Krik era ben nota in quanto collaboratore e messaggero della de Ipplif – fu morbosamente attratta da quel misterioso evento e la fantasia della gente cominciò a galoppare. Incontrollate e incontrollabili voci cosmiche cominciarono a sussurrare di un piccolo pianeta extracomunitario dove tutto era stato sovvertito.
Il passaparola narrava di una rivolta che era nata in un piccolo territorio a forma di stivale per poi propagarsi in tutto il pianeta. Si diceva infine che il pianeta, nel frattempo evoluto tecnologicamente, avesse già presentato domanda d’ammissione e s’apprestava a fare il suo ingresso nella Comunità Confederale.
In mezzo a tutto questo vociferare non si come, non si sa esattamente quando e non si sa bene perché, qualcuno iniziò a far circolare un documento, sostenendo che fosse un originale storico proveniente direttamente dalla Terra e rispecchiasse grosso modo i rapporti secretati nel processo all’ex capitano Krik (anzi, secondo alcune malelingue furono proprio i suoi ex due ragazzi a diffondere quel documento).
Si trattava di una breve relazione, un sunto di dieci pagine appena, scritta in una delle tante lingue terrestri e leggibile soltanto mediante il traduttore universale. La prima facciata riferiva di gente che in una città chiamata Roma, in occasione di non ben precisate elezioni politiche svolte all’inizio del XXI secolo, aveva spento le Tv, si era riversata in strada, aveva fatto il suo ingresso nel Parlamento e s’era riappropriata sia del potere che della vita reale.
Nella pagina seguente parlava poi di banche che venivano obbligate a remunerare gl’interessi attivi tre volte al giorno e a detrarre quelli passivi una volta all’anno; di assicurazioni che per farsi concorrenza arrivavano addirittura a pagare i clienti purché si assicurassero con loro; di compagnie petrolifere tenute a reinvestire il 99% dei ricavi in ricerche sull’energia solare e di gestori di solarium che, per compensazione, dovevano effettuare ricerche di nuovi giacimenti di petrolio nelle periferie cittadine: tanto che nel giro di qualche decennio tutta la gente poté viaggiare col sole e abbronzarsi con il petrolio; illustrava infine nuovi meccanismi di mandati politici, attribuiti con la coscrizione di leva obbligatoria dopo i quaranta anni e a cui tutti cercavano di sottrarsi attraverso vari espedienti.
Le pagine seguenti descrivevano invece l’allargarsi di questi fenomeni alle altre parti del pianeta e la successiva ascesa del potere comunista – nel senso di comuni rappresentanti degl’interessi della popolazione – in ogni Stato della Terra. Parlavano della vittoriosa, risolutiva battaglia condotta contro la fame nel Terzo Mondo, dove i comunisti si facevano mangiare dai bambini in modo da sconfiggere sia la fame che i luoghi comuni… Ragguagliavano sulla guerra alle malattie d’ogni genere, vinta con l’ausilio sia della scienza medica sia della politica, visto che i pochi virus resistenti ai nuovi ritrovati biochimici preferivano suicidarsi piuttosto di aver a che fare con i comunisti...
Le ultime pagine, poi, delineavano il formarsi del primo governo unificato, com’unionista, comunista e comunitario del pianeta. E il tutto terminava con un breve resoconto dei primi viaggi umani oltre la galassia e la conseguente scoperta di vita aliena evoluta.
Quanto di vero ci sia stato in quel documento ufficioso, nessuno mai è stato in grado di dirlo con certezza. Resta il fatto che, a confermare almeno in parte quell’inseguirsi di voci, dopo circa un mese cosmico da quegli eventi la Terra fece in effetti il suo ingresso nella Comunità Confederata Universale.
Fu un ingresso prima osteggiato e poi trionfale, il suo. In precedenza osteggiato dal Network, che fece di tutto per bloccarne l’ammissione nella Comunità Confederata ma dovette arrendersi alle superiori Leggi della Costituzione Universale, in base alle quali nessun pianeta in grado di accedere alla dimensione spazio-temporale superiore può essere respinto. E trionfale perché, preceduto com’era stato dalla sua fama di “pianeta diverso”, suscitò grandi entusiasmi e aspettative nelle fasce disagiate delle popolazioni confederali, che con l’aiuto dei nuovi arrivati speravano di sovvertire gli equilibri di potere.
Le loro speranze non andarono deluse, anzi trovarono ben presto conferma…
Ottenuti, come di diritto, i seggi di rappresentanza parlamentare che gli spettavano in base al coefficiente di densità demografica rispetto a ogni byte video-trasmesso, i governanti della Terra schierarono tutti i loro uomini con l’opposizione degli itsixarm, a cui i nuovi numeri attribuivano ora, per la prima volta nella storia dell’universo!, una solida maggioranza.
Il Governo al momento in carica fu presto sfiduciato; quindi, come da regolamento, il capo dell’opposizione ricevette l’incarico di formarne uno nuovo.


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…L’amministrazione guidata da Xarm il barbuto è in carica da cinque anni cosmici, ormai, e tantissime cose in questo periodo sono cambiate.
Tutto ciò che era prima esiste ancora, nessuno ha distrutto nulla; però ogni cosa ha ora un senso diverso: capovolto, si potrebbe dire.
Il Network trasmette tuttora a pieno ritmo, per esempio, ma soltanto programmi a sfondo decondizionante e con fini rieducativi: che aiutino, cioè, le persone a superare i radicati condizionamenti mediatici precedenti e le ri-educhino a vivere nella realtà. La trasmissione più seguita è proprio quella condotta dal maggiore Krik, che, dopo essere stato liberato dalla colonia penale del pianeta vulcaniano – dove era stato condannato a estrarre lava accesa dai vulcani spenti – dopo essere stato riabilitato, reintegrato nel ruolo e promosso al grado superiore, ha chiesto e ottenuto la pensione anticipata e si è dato allo spettacolo. A titolo di risarcimento morale per l’ingiusta condanna subita, gli fu concesso di condurre un nuovo programma dal titolo Esperienze di viaggi interstellari; eppure nessuno, nessuno mai nell’universo si sarebbe aspettato un successo simile… Un successo di ascolti che talvolta lo ha portato a superare i vecchi picchi d’ascolto di Onurb Apsev e Airam de Ipplif.
Invece di questi ultimi non se ne sa più nulla, dopo il loro spontaneo ritiro dalle scene; anche se le solite voci mormorano che il primo faccia ora il portinaio presso una sontuosa astro-villa del pianeta Erocra, mentre la seconda si sia fatta suora e quindi ritirata in un monastero di Aznom.
Anche la Flotta Interstellare gode di ottima salute. Adesso è comandata dal neo-ammiraglio Egroeg, il quale accoglie i cadetti sfornati a getto continuo dall’Accademia del suo amico Oivlis e li addestra a esportare la nuova democrazia atsixram in ogni anglo dell’universo: fino a giungere là dove nessun atsinumoc è mai giunto prima.
Oivlis di Erocra, in effetti, dopo esser stato insignito del nobel per la Filosofia Politica Applicata, è diventato prima docente e poi rettore magnifico dell’Accademia medesima, dove ancora, quando ne ha voglia… si diletta a tenere lezioni sulla sua teoria di Reazione provocata di rigetto.
L’unica rimasta uguale a se stessa è la dolce Acinorev, che per nulla impressionata dall’importante carica ora ricoperta dal marito di tanto in tanto continua a sfilarsi le mutandine e superare i limiti di velocità…

Fine.