Tutti conoscono i luoghi medievali e non di Palermo in superficie, ma sono molte di meno le persone che sanno cosa si cela sotto i nostri piedi: un’altra città parallela non accessibile a tutti, per questo poco conosciuta ma altrettanto bella e interessante.
Camere dello scirocco, Qanat, catacombe,rifugi antiaerei, cisterne e fiumi sotterranei: questo è quello che si puo’ incontrare esplorando il sottosuolo palermitano.
In questa pagina approfondiremo la più medievale di queste opere: i Qanat.
A causa del clima arido e della mancanza di sorgenti, si è dovuto cercare un metodo alternativo per soddisfare il bisogno idrico della città: per risolvere questo problema venne in soccorso una tecnica arabo-persiana, cioè la costruzione dei Qanat.
I Qanat, costruiti dagli arabi con tecniche proprie dei persiani, sono delle strette gallerie sotterranee scavate dai muqanni, “maestri d’acqua”, con delle semplici zappette, anche perché le pareti erano costituite da calcarenite, una roccia molto friabile e facile da lavorare; questi cunicoli intercettavano la falda acquifera e tramite la gravità e una leggera pendenza trasportavano l’acqua in superficie.
I qanat visitabili a Palermo sono solo tre: gesuitico basso ( o della Vignicella), gesuitico alto e dell’Uscibene.
Il più bello e interessante, oltre che facile da percorrere è il gesuitico basso; scoperto per caso nel 1979 durante gli scavi per la costruzione di un edificio nella zona dell’ex ospedale psichiatrico, ha una larghezza media di 80 cm ed una altezza variabile da un minimo di 1,50 m a diversi metri; l’acqua ha una temperatura di circa 10° e a valle raggiunge 1,50 m di altezza, abbassandosi ed avvicinandosi alla fine a monte.