Storia e filosofia

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CODICE DEONTOLOGICO DELL'INSEGNANTE DI STORIA

L'introduzione del Novecento nei programmi di insegnamento pone con maggior forza tutti i problemi connessi al ruolo dell'insegnante di storia nei confronti degli allievi. In particolare il fatto che vengano affrontate problematiche connesse con l'attualità, con le scelte e i sistemi di valori, pone il problema della obiettività dell'insegnamento e del pluralismo dell'offerta educativa della scuola pubblica.

Nonostante pareri difformi in proposito, oggi la comunità degli storici ritiene che lo studio del Novecento sia possibile; esso impone tuttavia una maggior vigilanza deontologica, onde assicurare la pluralità dei punti di vista, evitare condizionamenti e stravolgimenti. Per questo motivo si è ritenuto opportuno elaborare un codice deontologico dell'insegnante di storia capace di focalizzare i requisiti comportamentali fondamentali della professione.

Non facendo capo ad alcun ordine professionale ed essendo semplicemente espressione di un gruppo di insegnanti, il codice che viene presentato non possiede ovviamente alcun carattere coercitivo; si ritiene tuttavia che possieda una sua specifica forza morale poiché le prescrizioni si basano sulla situazione attuale del dibattito nell'ambito del metodo storiografico e nell'ambito delle scienze dell'educazione.

Il codice deontologico può costituire un utile vademecum per una autoverifica del proprio comportamento di insegnante. D'altro canto, nell'ambito del "contratto formativo" l'insegnante può comunicare agli allievi i principi cui ispirerà il proprio lavoro; gli allievi potranno così disporre di un punto di riferimento e di un criterio certo e condiviso per valutare l'operato dell'insegnante. Più in generale il codice può costituire una occasione per un ulteriore dibattito tra gli insegnanti di storia intorno ai problemi coinvolti nell'esercizio della loro professione, anche al fine di un aggiornamento del codice stesso.

 

  • La storiografia è una scienza dell'uomo che tende all'obiettività, pur nella convinzione che questa non potrà mai essere raggiunta: gli allievi dovranno essere guidati a maturare una considerazione seppure critica della storiografia in quanto scienza
  • La storiografia non ha nulla a che vedere con le filosofie della storia. Occorre evitare accuratamente di suggerire implicite filosofie della storia. Rendere consapevoli gli allievi delle differenze tra storiografia e filosofie della storia
  • La storiografia in quanto disciplina scientifica possiede un proprio linguaggio specializzato che va accuratamente distinto dal linguaggio di senso comune: compatibilmente con l'età degli allievi, l'insegnante di storia deve promuovere la consapevolezza dell'esistenza di un linguaggio storiografico e il suo apprendimento da parte degli allievi
  • Nel suo insegnamento, l'insegnante di storia dovrebbe mostrare non solo il risultato della ricerca storica (aspetto contenutistico), ma anche come la conoscenza storiografica è costruita (aspetto metodologico): ciò allo scopo di permettere la formazione critica
  • Se la storiografia deve essere considerata una disciplina scientifica, allora occorrerà porre massima cura nel distinguere i fatti dalle interpretazioni e nel distinguere le interpretazioni comprovate dalle interpretazioni non comprovate; il tutto dovrebbe ancora essere distinto dalle valutazioni (giudizi di valore)
  • La storia è sempre controversa, tuttavia (di volta in volta) alcuni argomenti vengono giudicati più controversi di altri; esistono anche argomenti sgraditi o rimossi dalla coscienza collettiva. È bene che l'insegnante, in relazione all'età degli allievi, affronti anche gli argomenti controversi educando gli allievi ad andare oltre ai preconcetti del momento; l'insegnante dovrebbe altresì evitare di tacere elementi importanti o determinanti per interpretare o valutare i fatti storici
  • La ricostruzione storiografica può ingenerare l'illusione (spesso fomentata dalle ricostruzioni manualistiche) di ottenere una ricostruzione completa ed esaustiva del passato: in realtà la quantità dei fatti che non sappiamo è sempre enormemente superiore a quella dei fatti che sappiamo. Occorre dichiarare apertamente quanto "non sappiamo", e cosa potremmo chiarire con ulteriori ricerche (insistere cioè sui limiti della conoscenza storica e sul suo carattere cumulativo e incrementale)
  • Di fronte all'affermazione di società sempre più complesse e alla esigenza di riconoscere e praticare il pluralismo dei punti di vista, occorre che l'insegnante usi costantemente un linguaggio non valorialmente connotato ["nero" e non "negro"; "imprenditore" e non "padrone"; "sterminio degli ebrei" e non "olocausto"... ]
  • L'insegnamento della storia nella scuola è stato spesso piegato a esigenze propagandistiche o nazionalistiche; più in generale nell'insegnamento scolastico della storia è talora rimasto un pregiudizio nazionalistico ed eurocentrico che oggi non ha più alcuna giustificazione: nella prospettiva di una società planetaria la storia deve abbracciare un punto di vista universale e quindi indispensabilmente relativistico
  • Il lavoro storiografico non è mai definitivo, in ogni momento possono essere compresenti varie interpretazioni degli stessi fatti. La compresenza di più interpretazioni è condizione normale della storiografia per cui occorre presentare, quando possibile, le diverse interpretazioni dei fenomeni storici che hanno cittadinanza nella storiografia.
  • In caso di interpretazioni storiografiche controverse l'insegnante può dichiarare il proprio punto di vista (specificando che si tratta di una valutazione e non di un fatto)
  • Il primo risultato che l'insegnante di storia dovrebbe ottenere consiste nella motivazione degli allievi alla conoscenza storica. Evitare quindi i comportamenti che possano pregiudicare la motivazione degli allievi
  • Presentare la storiografia in tutta la sua ricchezza contenutistica ("storia totale") e metodologica; ciò significa anche che la formazione storica dell'allievo deve concernere i contenuti (i risultati della ricerca storiografica) ma anche le abilità connesse al lavoro storiografico
  • Evitare di suggerire l'enciclopedismo storiografico (il nozionismo): la conoscenza storica è interpretativa e non nozionistica
  • Poiché l'insegnante di storia è sempre insegnante di altre materie, si sottolinea l'esigenza che alla storia venga data la dovuta rilevanza e che, ove possibile, venga posta in relazione interdisciplinare con le altre discipline
  • Non confondere la storia con l'educazione civica: mentre la storiografia è tendenzialmente avalutativa, l'educazione civica può essere educazione ai valori condivisi dalla comunità educante. I due ruoli di insegnante di storia e di insegnante di educazione civica vanno dunque accuratamente distinti (anche se le conoscenze storiche possono costituire una base importante per l'educazione civica)
  • L'insegnante deve mostrare coerenza deontologica: occorre cioè mostrare coerenza nell'applicazione del codice deontologico in ogni momento e in ogni occasione; una scarsa coerenza non può che ingenerare confusione negli allievi e screditare la professione
  • L'insegnante di storia, nelle proprie scelte professionali, dovrebbe rifiutare qualunque tipo di condizionamento (da qualsiasi parte provenga) al fine di tutelare la libertà di espressione e il pluralismo; gli unici limiti sono quelli definiti dalla disciplina e dall'etica professionale

Nota. Il codice è stato elaborato nell'ambito di un gruppo di lavoro del Corso n. 97210 "Formazione dei tutors per l'insegnamento della storia contemporanea nelle scuole", organizzato nell'ambito del PPA del Provveditorato agli Studi di Alessandria (primavera 1998). Hanno partecipato al lavoro del gruppo: Michele Maranzana, Giuseppe Rinaldi, Giovanni Castagnello, Rosmina Raiteri, Dionigi Roggero

 

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