Questi principi sono
frutto di un'elaborazione personale e, come tali, sono
del tutto opinabili (hanno avuto origine da una di quelle
frustranti occasioni in cui - per motivi burocratici -
l'autore si è trovato a dover compilare una delle tante
"programmazioni"...). In senso più lato rientrano
tuttavia nell'ambito dell'annosa questione circa il
futuro del Liceo classico. Al di là dell'occasionalità
della loro stesura, chi scrive ritiene che costituiscano
una sintesi abbastanza organica, utile a guidare
l'attività educativa e a stimolare il dibattito sulle
prospettive culturali che si aprono alla scuola classica.
-La scuola
classica nel quadro del sistema distruzione.
La scuola classica non si pone lobiettivo di una
professionalizzazione immediata degli allievi, bensì
quello di assicurare loro la formazione necessaria alla
prosecuzione degli studi universitari. Per questo la
scuola classica deve fornire agli allievi anzitutto una
formazione di base generale e una formazione specifica di
indirizzo, capaci entrambe di permettere laccesso a
una ampia gamma di facoltà universitarie. Accanto a
questo obiettivo, funzionale nel quadro
dellordinamento dellistruzione pubblica, è
doveroso porre come non meno importante la formazione del
cittadino, secondo il dettame costituzionale. La
formazione civica non è un obiettivo che possa essere
realizzato allinterno di una singola disciplina
specifica (peraltro negletta nel nostro ordinamento):
deve invece essere perseguito nellambito di tutte
le discipline e di tutte le attività proposte agli
allievi e costituire quindi lispirazione profonda
di tutti gli interventi educativi.
-Il problema della
frantumazione dei saperi e linterdisciplinarietà.
La scuola classica non può che considerare con
preoccupazione la sempre più accentuata frantumazione
dei saperi che si sta realizzando nelle società
contemporanee; se la specializzazione trova un suo
fondamento nella sempre maggior complessità della
ricerca scientifica e della stessa organizzazione
sociale, è altrettanto vero che essa comporta una
perdita di autonomia e di capacità di controllo dei
processi sempre più complessi che si affermano
nellambito della divisione del lavoro; comporta
anche a livello soggettivo una sempre maggior
spersonalizzazione e un disorientamento esistenziale.
Nella formazione degli allievi, accanto alla capacità di
acquisire i singoli segmenti del sapere, occorrerà
sempre più provvedere alla capacità di contestualizzare, di collegare e coordinare e trasferire
quanto appreso. Lunica strategia educativa
possibile consiste nellassumere, non solo come
bella parola, il quadro di riferimento
dellinterdisciplinarietà.
Linterdisciplinarietà è stata recentemente
rilanciata nello stesso ambito operativo delle scienze
contemporanee, ma essa affonda sicuramente le sue radici
nella concezione unitaria della cultura riferita ai
bisogni e ai valori delluomo, tipica della
tradizione umanistica e classica.
-Insegnare le
abilità. La crescita esponenziale dei contenuti
della conoscenza, la loro rapidissima obsolescenza e la
prevedibile sempre maggior diffusione delle macchine per
lelaborazione dellinformazione rendono oggi
disperata limpresa di "insegnare tutto" o
anche solo di "insegnare lessenziale".
Ciò che oggi può essere considerato come essenziale non
lo sarà più fra pochi anni, o fra pochi mesi. Nel
futuro immediato la quantità di informazione accumulata
e immediatamente disponibile (si pensi a Internet) sarà
enorme e al di là della capacità di dominio di
chiunque. Occorre allora insegnare agli allievi a
lavorare intellettualmente in una situazione di
sovrabbondanza di informazione, a dominare la massa delle
informazioni, ad elaborare linformazione piuttosto
che a tentare di memorizzarla. In campo educativo ciò
induce ad affiancare, accanto allapprendimento dei
contenuti, quello delle abilità di ricerca e di
elaborazione.
-Centralità del
metodo critico. Il metodo che deve guidare
lacquisizione delle conoscenze e delle abilità non
puo che fondarsi sulla razionalità critica. Ciò
vale sia in riferimento al sapere classico sia a quello
contemporaneo. Lacquisizione del sapere classico
non può essere realizzata attraverso metodi meramente
esercitativi o trasmissivi, o comunque passivizzanti;
solo un'intensa e complessiva partecipazione personale,
sul piano affettivo e cognitivo, può garantire i
risultati di maturazione desiderati; il "problem
solving" è la strategia cognitiva più aderente
allo spirito della scuola classica e - per inciso - la
strategia più promettente per formare una mente adatta a
dominare le trasformazioni culturali e sociali che
avverranno nei prossimi decenni. Il rapporto con il
passato permette alla scuola classica di familiarizzare
gli allievi con le sorgenti stesse del metodo critico e
di prospettarne lapplicazione ai problemi del
presente.
-La
socializzazione al lavoro intellettuale. La
scuola classica si rivolge oggi ad allievi provenienti
indifferentemente da tutti i gruppi sociali e da tutte le
culture: oggi più che mai essa deve quindi assumere
lobiettivo di socializzare i giovani all'arte del
lavoro intellettuale inteso nel senso più ampio,
fornendo loro tutte le strumentazioni di base, vecchie e
nuove, ma fornendo loro soprattutto i metodi e
lhabitus mentale necessari. Questo configura la
nostra scuola come un ambiente ove sia resa possibile una
pratica effettiva del lavoro intellettuale, una palestra
di spiriti liberi ove i giovani vengano avviati alla
formulazione intellettuale di problemi autentici e alla
ricerca delle strategie e delle soluzioni per risolverli,
nel rispetto pluralistico di tutti i punti di vista.
-Leducazione
classica e umanistica oggi. Leducazione
classica e, più in generale, umanistica oggi non deve
essere concepita, se mai lo è stata, come una
celebrazione o, peggio, come un rimpianto del passato. La
cultura umanistica (seppure talvolta misconosciuta)
rappresenta una risorsa sempre più importante per la
nostra società, ma può svolgere il proprio ruolo solo
se è capace di coinvolgersi, di rivolgersi al mondo
contemporaneo a contatto con i problemi, i dibattiti, le
realizzazioni della cultura contemporanea. In altri
termini la cultura umanistica, proprio perché non ha
reciso il rapporto con il passato, ma rappresenta
lapproccio conoscitivo piu ampio, organico e
criticamente meditato in rapporto ad esso, è in grado di
dare un valido contributo alla soluzione dei problemi del
presente.
-La crisi dello
storicismo. La scuola classica porta su di sé
una ormai greve impronta storicistica legata alle vicende
della sua istituzione. A una concezione storicistica
daltri tempi, ormai superata e contestata da quasi
un secolo di sviluppo di altre visioni del mondo, occorre
contrapporre una concezione più attuale delle discipline
umane, capace di connettere la dimensione storica o
genetica, che comunque va valorizzata e conservata, con
lelemento strutturale o sincronico cui attiene gran
parte del patrimonio elaborato dalle scienze umane in
questo secolo. Favorendo intenzionalmente la capacità di
connettere storia e struttura la formazione classica si
presenta come la formazione più completa, capace di
abbracciare la genesi e lo sviluppo della cultura
dellOccidente e di usare questa conoscenza per
comprendere appieno le caratteristiche strutturali delle
società contemporanee e le loro prospettive di
mutamento.
-Dallo storicismo
al linguaggio. Il concetto forse più originale
attorno al quale gravita la cultura umanistica (e non
solo) del nostro secolo è quello di linguaggio. Gli
sviluppi della linguistica e della semiologia, la
riflessione epistemologica intorno alle scienze e alle
discipline logico - matematiche, lo sviluppo del settore
della informazione e dei media, lo sviluppo delle
macchine per lelaborazione dellinformazione,
i progressi nel campo della critica artistica e
letteraria, importanti scuole filosofiche (dalla
psicoanalisi, alla filosofia analitica, all'ermeneutica),
per tacere delle trasformazioni in campo economico,
giuridico, antropologico e biologico: in tutti questi
settori la nozione in senso ampio di linguaggio ha
assunto un valore unificante, descrittivo ed esplicativo,
ed è diventata il paradigma capace di orientare la
ricerca e di sistematizzare i risultati. È a partire da
questa nuova centralità del linguaggio che la scuola
classica può trarre spunto per ritrovare la propria
identità culturale e elaborare la propria proposta
formativa.
-Le scienze
delluomo. Un aspetto centrale della
cultura del 900 è rappresentato dallo sviluppo
notevolissimo delle scienze delluomo: per la scuola
classica ciò implica oggi un ampliamento del proprio
centro di gravità verso le nuove discipline
scientifiche. Semiotica, linguistica, sociologia,
antropologia, economia, diritto, psicologia, etologia,
ecc... sono campi del sapere che affascinano i giovani e
che dovrebbero trovare sempre maggior spazio,
eventualmente attraverso una ristrutturazione delle
discipline dinsegnamento, ma soprattutto attraverso
una revisione dei programmi di ciascuna disciplina (non
esiste disciplina insegnata nella nostra scuola che non
possa giovarsi delle recenti realizzazioni nel campo
delle scienze delluomo).
-Carattere globale
della formazione. Proprio per la sua
impostazione umanistica, la scuola classica mira alla
formazione globale ed equilibrata della personalità
degli allievi; mira ad una loro compiuta socializzazione
al lavoro intellettuale favorendo la loro capacità di
essere non solo consapevoli consumatori di cultura, ma
anche produttori; attenta alle motivazioni, favorisce la
dimensione relazionale e sociale. Anche le discipline dal
carattere più strettamente tecnico, quando insegnate
nella scuola classica, nei loro programmi tengono conto
di questa impronta globale della formazione.
-Laboratorio
pluralistico di valori. Contro la
massificazione, la perdita di orientamento e di identità
che caratterizzano ampi settori della società
contemporanea (con preoccupanti conseguenze presso il
pubblico giovanile), la scuola classica, grazie allo
spessore storico della formazione impartita, al metodo
critico razionale e al suo pluralismo implicito,
allattenzione alla dimensione motivazionale e
relazionale, favorisce negli allievi la conoscenza dei
valori prodotti nel corso della storia dalla civiltà
umana, e lo sviluppo la capacità di elaborazione e
discussione intorno ai valori stessi, permettendo così
di acquisire la capacità di scelta e fornendo gli
strumenti per lo sviluppo autonomo della propria
identità.
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- PER CITARE QUESTA
PAGINA
- Rinaldi, G. (2000).
La prospettiva culturale della scuola classica.
Reperito in data (gg-mm-aa) sul World Wide Web in:http://space.tin.it/io/girinald/scu_cla.htm