Quanto spesso ci si
imbatte in persone che vorrebbero procedere oltre
l'intelletto, ma che non hanno un intelletto cui passare
oltre?
C. Humphreys
La gente prima nega una
cosa; poi la minimizza; infine decide che la si sapeva
già da molto tempo.
A. von Humboldt
(citato da G. de Santillana)
Non si può risolvere un problema con lo stesso modo di pensare che ha
creato il problema...
A. Einstein
...nelle scienze non c'è quasi nessuna
questione sulla quale uomini d'ingegno non abbiano spesso dissentito tra
loro. Ma ogni volta che i pareri di due persone sulla stessa cosa sono
contrari, è certo che almeno uno dei due si inganna, e appare chiaro
che nessuno dei due ne ha scienza: se infatti l'argomento di uno fosse
certo ed evidente, egli lo potrebbe esporre all'altro in modo tale da
convincere alla fine anche l'intelletto di costui.
Cartesio, Regulae ad directionem ingenii
Più uno è un nessuno, più è
geloso della sua identità.
Altan
Se tutti gli uomini, meno uno, avessero
la stessa opinione, non avrebbero più diritto di far tacere quell'unico
individuo di quanto ne avrebbe lui di far tacere, avendone il potere,
l'umanità.
J. S. Mill, Saggio sulla libertà
- La principale causa degli errori
proviene dai pregiudizi dell'infanzia.
- La seconda causa degli errori è che
non sappiamo dimenticarci dei pregiudizi.
Cartesio, I principi della filosofia, 71,72
- ... anche se non sono dimostrate,
occorre tenere in considerazione le parole e le opinioni delle
persone d'esperienza e dei vecchi o dei saggi, non meno delle
dimostrazioni. Essi infatti dall'esperienza hanno occhi che
permettono loro di vedere correttamente.
Aristotele. Etica nicomachea VI, 12
Ora, c'è una facoltà alla quale si dà
il nome di abilità; questa è tale da esser capace di fare tutte le
cose che tendono al fine proposto e di raggiungerlo. Se dunque il fine
è buono, essa è lodevole, ma se è perverso non è che furbizia.
Perciò diciamo che sono abili tanto i saggi che i furbi.
Aristotele. Etica nicomachea VI, 13
Il filosofo e sociologo tedesco Hans
Albert ha proposto quello che può essere considerato come un teorema
fondamentale dell'epistemologia, chiamandolo "trilemma di
Munchhausen". si può enunciare così: "si dia una teoria
qualunque; essa si fonderà sempre su certe proposizioni prime, in altre
parole su dei principi". Ora, di tre cose l'una: o si rinuncia a
discutere questi principi e li si tratta come indimostrabili; o si cerca
di dimostrare questi principi appoggiandosi su altri principi che si
cercherà di dimostrare a partire da altri principi e così via
all'infinito, cosa che è impossibile; bisognerà dunque fermarsi a un
certo punto, ma allora si ricadrà nel primo caso; oppure si tenta, in
maniera circolare, di dimostrare i suddetti principi a partire dalle
loro conseguenze. Insomma, chiunque voglia raggiungere la certezza è
nella posizione del barone di Munchhausen, il quale, secondo la
leggenda, cercava di sollevarsi dallo stagno dove era caduto tirandosi
su per i capelli.
Il "trilemma di Munchhausen", raccontato da Raymond
Boudon
"Signore... , ci lasceranno vincere
questa volta?"
Rambo
...la Saviezza insondabile per cui noi
esistiamo è degna di venerazione per ciò che ci ha precluso non meno
che per quanto ci ha concesso.
Kant, Critica della Ragion Pratica
...l'idea pericolosa di Darwin intacca la
trama delle nostre convinzioni di base molto più profondamente di quanto
i suoi sofisticati apologeti abbiano mai ammesso, persino a se stessi.
D. Dennett, L'idea pericolosa di Darwin