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La fiamma va alimentata !

In un 2013 all’insegna  dell’austerità, della crisi, della corruzione e  della criminalità, mi viene sottoposto un concorso;  quest’ultimo, da come si evince dal bando, richiede la stesura di un testo dove l’alunno immagini un percorso di vita, accompagnato da un compagno ideale. Una richiesta originale, che solletica la nostra curiosità e che ci ha condotto ad un analisi profonda della società , che ci appare corrotta e squallida e così abbiamo incominciato a pensare  : quali valori possono invertire questa tendenza negativa?  

Il nostro  percorso presso l’istituto tecnico commerciale  inizia l’11 settembre del 2008 quando,io e gabriele, nella classe ci siamo subito notati . il nostro legame, con il tempo, si è rafforzato dando vita ad un bel rapporto d’amicizia. Pensando ad un compagno ideale , ho pensato subito a Gabriele, poiché è un ragazzo appariscente, con dei valori sociali, non a caso è un giovane molto popolare nella nostra città.

In una società come quella attuale sempre più dilaniata dall’odio, dal sospetto, dalla diffidenza e dalla violenza reciproca è necessario ripristinare la giustizia, l’onestà, la non violenza, la responsabilità e la gratitudine valori predicati, idealizzati, ma quasi mai attuati, o comunque mai sentiti visceralmente propri, a parte rari casi. Il più grande   e forse l’unico uomo che è stato in grado di rispettare tutti i valori sopra detti è Gesù, nato 2013  anni fa ed ancora vivo tra noi. Nelle sue parabole ci insegna, consiglia, istruisce sulla vita sociale e morale, indirizzandoci verso la via della giustizia e del rispetto reciproco. Questo nel nostro millennio non avviene più, come si evince dagli articoli del “Corriere della Sera” e del “L’Osservatore Romano”  presi in considerazione.

Questi articoli narrano fatti di cronaca come il razzismo negli stadi o la mancata giustizia verso le donne nei paesi mediorientali che minano e danno un cattivo esempio alla nostra generazione e a quella futura . Nell’articolo, “Vaccinavano contro la polio Uccise 5 donne pachistane”, tratto dal “Corriere della Sera” vi è un esempio lampante della violenza commessa sulle donne, e su tutta la popolazione alla quale non è stato permesso effettuare la vaccinazione contro la poliomelite. Il Pakistan è uno dei tre Paesi al mondo dove la poliomelite resta malattia endemica, è una grave ingiustizia, mancanza di responsabilità, non permettere alla popolazione di potersi vaccinare e proteggersi da una malattia tanto insidiosa. Cinque donne,invece,hanno perso la vita per far valere i propri diritti umani e questo mi sconvolge poiché nel ventunesimo secolo si dovrebbe poter vivere in pace e poter in pace far valere i propri diritti ma questo non avviene e sotto diverse forme di razzismo si rende l’esistenza di alcune persone più drammatica dell’esistenza di altre. Come scritto nell’articolo “Le donne non osino opporsi al divieto. Anzi, soprattutto se giovani e nubili, stiano a casa”  è stata strappata via la vita a queste donne come esempio e monito per le altre. Dunque la donna già di per sé discriminata è ulteriormente presa di mira se giovane e nubile. Ma il caso ora citato non è l’unico di cronaca riguardante il razzismo e l’ingiustizia, la cronaca quotidiana ne è piena.

Fortunatamente, nel nostro viaggio virtuale nella società, io e Gabriele non abbiamo incontrato solo situazioni negative; i quotidiani ci permettono di incontrare persone che portano avanti le proprie idee senza usare violenza. Magistrale l’iniziativa intrapresa dalla Chiesa cattolica a Santa Cruz  dove è stata organizzata una processione per manifestare contro l’aborto; per quanto ognuno possa avere la propria opinione a riguardo è stato interessante notare che nel mondo c’è ancora qualcuno che esprime il proprio pensiero pacificamente, poiché praticando la non-violenza si può fare tutto.

Come detto da Benedetto XVI nel Settembre del 2012: “Bisogna, allora, insegnare agli uomini ad amarsi e a educarsi alla pace, e a vivere con benevolenza, più che con semplice tolleranza. Incoraggiamento fondamentale è quello di dire no alla vendetta, di riconoscere i propri torti, di accettare le scuse senza cercare e infine perdonare.”

Questo viaggio virtuale ci ha permesso di riflettere su ciò che desideriamo e su come dobbiamo agire per la realizzazione di un mondo migliore.

Abbiamo imparato che il primo passo è la condivisione degli intenti a partire dal nucleo familiare. La famiglia oggi è una realtà spesso difficile da vivere perché accompagnata da solitudine, da rapporti difficili e spesso conflittuali.

Occorre ripensare in termini nuovi ad un progetto di famiglia, finalizzato a ricostruire un umanesimo familiare aperto all’amore autentico, al superamento di ogni difficoltà, nella concordia, nel culto per la vita. Solo così si potrà sperare di far crescere le nuove generazioni con uno spirito rinnovato e già di per sé abituato al rispetto dei valori. Solo così si potrà un giorno parlare non più di ripristino dei valori perché insiti nell’animo, interiorizzati e messi in pratica nella quotidianità.