La colpa legata
alla masturbazione non è sicuramente l'unico contenuto sessuale alla base
di incertezze e di disturbi psicologi ci,
Esistono anche le fantasie e le paure che, nei giovani, si rifanno a una
sensazione di non essere all'altezza del proprio ruolo sessuale, in altre
parole di non essere in grado di eseguire un atto sessuale di coppia, Il
senso di inferiorità che si accompagna a questa inadeguatezza, su un piano
antropologico, consisterebbe nell'incapacità di avere una famiglia e dei
figli e nella paura di difformarsi dalle
regole culturali, ma nasconde la paura che venga messa in discussione la
propria femminilità o virilità. Senza dubbio si tratta di un sentimento
più presente nei ragazzi che vivono più frequentemente una minaccia alla
loro identità psicosessuale rendendoli più
fragili di fronte a possibili attacchi. Il significato psicologico della
virilità è stato definito "orgoglio del pene", un concetto largamente
descritto da Melanie
Klein, legato a un sentimento di potere.
Questo, soprattutto durante l'adolescenza, aiuta i ragazzi a superare le
ansie attraverso un senso di onnipotenza, li
assiste nel confronto con la realtà esterna e nel promuovere le loro
relazioni.
In questo
modo, il pene diventa un'emanazione dell'Io e il suo principale
rappresentante (Klein). Nelle ragazze viene
più facilmente accettato uno scarso interesse sessuale con l'aiuto della
nostra cultura che lo favorisce considerandole, appunto, "brave ragazze".
Il senso di inadeguatezza rispetto alla propria
possibilità di esse re soggetti o oggetti di attrazione sessuale viene
sempre più accentuato dai continui messaggi dei mezzi di comunicazione.
Uomini e donne irraggiungibili, con connotazioni più o meno velatamente
erotiche, fanno spesso sentire inadeguati molti degli adolescenti
impegnandoli in comportamenti di raggiungimento dell'ideale
proposto. Questi passano attraverso la ricerca di un'immagine corporea
ideale ed evanescente nelle ragazze, ottenuta con diete incongrue e
idiosincrasie alimentari, oppure nelle estenuanti sedute di body
building a cui si sottopongono i ragazzi. Vanno poi fatte
considerazioni diverse per alcuni aspetti cosiddetti
diadici, cioè diversi tra ragazze e
ragazzi. Nelle prime si assiste spesso a un
rifiuto degli aspetti della femminilità che comportano un ruolo sessuale,
per una difficoltà di aderire al ruolo dipendente e passivo: da qui il
conseguente timore di affrontare un impegno sessuale tanto da rendersi
sessualmente poco attraenti. così,
l'atteggiamento culturale dominante contro una sessualità adolescenziale
costituisce un valido alibi psicologico nei confronti del timore di
affrontarla è la paura di perdere la verginità o di un concepimento
vengono utilizzate per rimandare un'esperienza che si teme. Ne deriva il
fastidio per le mestruazioni e per la crescita del seno e l'uso
di abbigliamenti maschili che nascondono i
segni della femminilità.
Un
atteggiamento che è andato a vantaggio delle ragazze con seno piccolo,
attualmente molto meno preoccupate di quanto lo
fossero le loro coetanee della passata generazione.
Ulteriore conferma viene dal dato che, a partire dal menarca,
possono cominciare a presentarsi disturbi psicosomatici, ansiosi,
depressivi o fobici. Alcuni disturbi dell'alimentazione che portano a
modificare la propria immagine corporea hanno
all'origine anche insicurezze del ruolo di genere.
Roberta ha
spesso protestato per i vantaggi di cui gode il fratello più grande.
è più libero di uscire quando vuole, ha le
chiavi di casa, e la sintesi dei suoi privilegi è racchiusa in una breve
frase: "Insomma è maschio". All'inizio della scuola media si presentano i
primi problemi con ansia di separazione; la ragazza non vuole più andare a
scuola, si sente a disagio e in più di un'occasione scoppia a
piangere in classe. Il tentativo più o meno inconsapevole è quello di non
andare a scuola e spesso i genitori lo assecondano per evitarle disturbi e
di andare a prenderla a meta mattina chiamati
dal preside. Roberta è sovrappeso senza essere
bulimica, per questo motivo si veste soltanto
con pantaloni e lunghi maglioni che le coprono i fianchi. Non riesce a
controllare il peso in alcun modo. I suoi motivi per
questa impossibilità riguardano un suo desiderio di non essere
attraente e di non suscitare alcun interesse sessuale da parte dei
ragazzi. La madre di Roberta è una donna ancora molto
giovane, molto attraente e molto magra, ma ha dovuto sacrificare la
sua carriera per seguire il marito. Roberta cerca in tutti i modi di non
somigliarle anche ricorrendo involontaria mente alla depressione e
all'ansia.
Per i
ragazzi i problemi sono ovviamente diversi. Il
più comune è quello di avere un pene piccolo e, pertanto,
di essere inadeguati in un rapporto sessuale.
Nella realtà psicologica, meno evidente, ma più vicina
a una soddisfacente interpretazione, è vero il contrario: la paura
di non essere all'altezza di una prestazione sessuale fa concentrare
l'attenzione sulle dimensioni del pene che diventano un alibi per non
sottoporsi a un eventuale fallimento. Cause "soggettive"
di incapacità o debolezza, come dimensione del
pene, mancanza di erezione, omosessualità, nascondono la resistenza ad
affrontare una situazione temuta, Analoghe paure possono presentarsi in
ragazzi che hanno avuto rapporti sessuali, ma che si preoccupano se non
riescono a avere un rapporto dopo l'altro oppure un rapporto al giorno.
Entrambe le situazioni celano malamente il
timore che venga messa in discussione la loro virilità.
Enrico è
cresciuto in una famiglia agiata. Né il padre né la madre
hanno mai insistito che lui si sforzasse negli
studi o in altre attività. Il padre, che non ha mai avuto un grande
interesse nello studio e nel lavoro, sembra poter essere geloso di un
eventuale successo del figlio e lo scoraggia in molti modi, soprattutto
ripetendogli che non sarà in grado di fare nulla e che se non
fosse per il piccolo patrimonio di famiglia
sarebbe stato costretto a trovare un lavoro fin dall'età di 15 anni. Il
ragazzo cresce con una forte sensazione di libertà e di potere, e compensa
le sue difficoltà scolastiche con una vita di relazione nel gruppo degli
amici piuttosto attiva. Anzi, si vanta degli insuccessi
visto che nessuno gliene fa una colpa. La prima
volta che decide di farsi avanti con una ragazza, all'età di 15 anni,
nella sua inesperienza, decide di esprimere i suoi sentimenti di
fronte a tutti gli amici. La ragazza lo rifiuta platealmente e
sottolinea che con un ragazzo incapace nello
studio come lui non si metterebbe mai, dubitando anche che qualsiasi altra
ragazza provvista di un po' di cervello lo farebbe. Enrico sulle prime la
lascia parlare, risponde con umorismo, ma da quel momento non ne vuole più
sapere di scuola, di amici o di ragazze.
Passano dodici anni prima che decida di
iniziare una terapia, dopo molte insistenze dei genitori. Finalmente
inizia a sbloccarsi, ma quando decide di studiare ritornano i vecchi
commenti del padre che pensa sia tutto tempo
sprecato. Fortunatamente Enrico questa volta decide di
andare a vivere da solo e con difficoltà, ma con successo, va
avanti con buoni risultati.
La combinazione
della crescita di una spinta sessuale, della
scoperta e della ricerca dell'altro, mette anche in evidenza che questo
può essere dello stesso sesso, andando contro alcune regole basilari della
specie che prevedono la procreazione. La sessualità umana è talmente
variabile rispetto a quella delle altre specie, da non dover
necessariamente costituire un fenomeno di grande
sorpresa. La "scoperta" di un orientamento omosessuale avviene proprio in
corrispondenza dell'adolescenza e si accompagna perlopiù a preoccupazione
e vergogna, diventando motivo di depressione. Nel momento in cui i ragazzi
si trovano a dover affrontare un problema riguardante il loro orientamento
sessuale, un argomento difficile sia per individui adulti che per intere
società, non stupisce che si possano trovare nell'impossibilità di trovare
una via d'uscita. Soltanto raramente, anzi eccezionalmente, trovano
famiglie che riescono a prevenire confessioni drammatiche e che cercano di
porsi come interlocutori all'altezza della situazione.
Spesso i
ragazzi si trovano in relazioni affettive impossibili per
ché dirette verso altri ragazzi che non
capiscono la situazione, ma che quando la comprendono non trovano di
meglio che prenderli in giro. Se poi invece la relazione
viene corrisposta non è detto che tutto diventi
semplice. Piuttosto che confessare la loro storia, la vivono in segreto e
pensano a fughe. In rari casi, quando si trovano in un ambiente ostile e
si sentono in colpa, un atteggiamento romantico li porta a pensare che a
quel punto e meglio morire, insieme. Alcuni cosiddetti suicidi
"inspiegabili", si spiegano invece piuttosto facilmente: in due si trova
la forza di portare a termine un progetto che da soli si avrebbe paura di
affrontare. II momento della "presa di coscienza" invece può accompagnarsi
a un'acquisizione da parte dei ragazzi dei
messaggi prevalenti della società tale da indurli a pensare di essere
peccatori e a immaginare una vita impossibile fatta di derisioni e di
fallimenti. Questa percezione, negli anni più recenti, è stata
ulteriormente favorita da un'attenzione scandalistica
dei media per le pratiche più promiscue
dell'omosessualità, seguite alla cosiddetta liberazione sessuale degli
anni Settanta e alla diffusione dell'AIDS degli anni Ottanta. In questa
valutazione l'opinione pubblica non ha voluto accettare che l'AIDS si
propaga attraverso i comportamenti e non le
etichette (Cocchetti, 1992).
Per un
adolescente riuscire a opporsi, spesso con le
sue sole forze, a queste pressioni e un compito insostenibile, mentre e
relativamente più semplice trovare rifugio nella depressione, un sistema
per esprimere un malessere, per fare in modo che gli altri si accorgano
della sofferenza senza doverne spiegare i motivi. In questo modo il
profitto scolastico e le relazioni con gli altri peggiorano confermando
l'incapacità presente e futura di raggiungere degli obiettivi e il
progetto fallimentare che si temeva e che faceva parte degli incubi
dell'adolescente diventa una realtà. Soltanto pochi di loro trovano delle
risorse inaspettate e specifiche in qualche campo, seguono una loro via
sublimativa che porta al superamento del
conflitto e si dedicano allo studio o alle loro passioni con una
motivazione e un investimento globale di sé.
Qualche volta emergono, ma vi riuscirebbero più
spesso se capiti e aiutati.
Paura
di
omosessualità
Se scoprire
di essere omosessuali costituisce un momento di
gran de difficoltà psicologica, si verifica molto più spesso la paura di
esserlo senza che esistano le condizioni per temerlo.
Se necessario, si tratta di un'altra conferma dell'importanza della
vita fantastica su quella reale durante l'adolescenza. La paura
di essere o diventare omosessuali si trova
quasi esclusivamente nei ragazzi per alcune precise ragioni. In loro
l'omosessualità è percepita come una condizione di
incapacità, sulla base di convinzioni del la nostra cultura per le
quali l'omosessualità è strettamente legata all'effeminatezza e, di
conseguenza, a una condizione di inferiorità. Soltanto una spiegazione di
questi fatti può far diminuire la tensione legata alla paura che talvolta
si presenta come un t ero e proprio attacco di
panico omosessuale che mette in crisi, in modo completamente inadeguato,
le convinzioni sulla propria identità sessuale. Nelle ragazze la paura
di omosessualità è molto rara, anzi in alcuni
casi il desiderio di appartenere al sesso maschile è una caratteristica
spiccata che sottolinea il desiderio di condividerne alcuni vantaggi,
quali quello di godere di maggiore libertà all'interno delle famiglie.
Le insicurezze
sull'identità o sul ruolo di genere diventano problemi da trattare
psicologicamente soltanto se accompagnati dal la
difficoltà di accettarle. Non vi è dubbio che un modo di affrontarli sia
dato dalla possibilità di comunicarli alle persone in grado di dare una
qualche risposta. è un primo passo che può
anche non produrre i risultati sperati, ma talvolta una risposta semplice,
anche se non semplicistica, può essere la soluzione di un problema che si
vede enorme. è comunque certo che l'attenzione
verso lo sviluppo psicosessuale è giustificata
per fare in modo che conflitti nati in questo ambito possano allargarsi
verso aree emotive e cognitive apparentemente distanti con ansia,
depressione, comportamenti aggressivi o disturbi dell'alimentazione, ma
può anche essere utile per evitare di vivere una sessualità sentendosi
oppressi o diventando oppressori.
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