STAMPAitaliana
Novembre 2001/n.325
ED BURNS by Walter Chin
Appena ultimate le riprese
di “Ash Wednesday”, ha iniziato a girare “Life or something like it”, a
Seattle con Angelina Jolie. Il primo è uno dei piccoli film indipendenti
che Burns ama creare, produrre, dirigere; l’altro una grossa produzione
per la Columbia Pictures, in cui recita “soltanto”, e che uscirà
il prossimo anno. Edward J. Burns Jr., anche conosciuto come Edward Burns
o Ed Burns, è indubbiamente uno dei talenti più poliedrici
nel mondo del cinema americano di oggi. Come il suo idolo, Woody Allen,
è newyorkese, cresciuto a Valley Stream, Long Island; proviene però
da una famiglia cattolica irlandese di poliziotti, cosa che rende le sue
creazioni più inclini al pathos che alla comicità. Deluso
dallo sport (sognava una borsa di studio per giocare a pallacanestro alla
St. John’s University), si mise a studiare cinema e produzione cinematografica.
Suo padre, dato che il giovane non pareva intenzionato a seguire la tradizione
familiare in difesa della legge, decise di aiutarlo a produrre un film.
Così, a ventisei anni, Ed Burns finì con lo scrivere, produrre,
dirigere e interpretare “The Brothers McMullen”, che vinse il Gran Premio
della Giuria al Festival del Cinema di Sundance nel 1995. “Non avrei mai
pensato che il film sarebbe finito nei cinema”, dichiara. “Era stato concepito
solo come un esperimento, con l’intento di farlo vedere a qualche agente.
In quei giorni lavoravo part-time come “tuttofare” per il programma televisivo
“Entertainment Tonight” e, quando fu intervistato Robert Redford, mi feci
coraggio e lo abbordai: gli dissi che avevo girato un film e che sarei
stato molto lusingato di un suo parere. Così il film fu accettato
a Sundance”. Per quel film aveva speso solo 25 mila dollari, utilizzando
come attori i suoi migliori amici, la casa dei suoi genitori a Long Island
come set, e i pranzi cucinati dalla madre come “catering”. Eppure
“The Brothers McMullen” con un incasso di oltre 10 milioni di dollari solo
negli Stati Uniti, fu il più grosso successo di botteghino di tutto
il 1995. “Ma cosa per me ancora più sorprendente”, racconta Burns,
“cominciarono ad arrivarmi offerte in cui mi si chiedeva di recitare in
altri film. Io non avevo mai pensato di diventare attore. Il mio sogno
è sempre stato solo quello di scrivere storie sulla gente e sui
posti che conosco e che amo, per mantenere un certo controllo creativo
sulla produzione, ho deciso fin dall’inizio che dovevo cercare di ridurre
al minimo i costi dei miei film, produrli e dirigerli da solo. Anche “Ash
Wednesday”, il mio quinto film come sceneggiatore, produttore, regista
e attore, ha un budget di soli 2 milioni e mezzo di dollari, ed è
stato ultimato in venti giorni di lavorazione”. Non è facile però
mantenere un completo controllo sui propri film e lui lo ha scoperto in
fretta. Dopo “McMullen” realizzò “She’s the One”, una commedia brillante
con Jennifer Aniston e Cameron Diaz, che consolidò il suo successo
e la sua presenza nel pantheon cinematografico americano. Ma il suo terzo
film, “No Looking Back”, passò quasi inosservato e trovare fondi
per il successivo “Sidewalks of New York” diventò difficile. Così,
per autofinanziarsi, decise di accettare qualche ruolo solo come attore.
Le sue scelte sono state memorabili: la prima, una parte in “Salvate il
soldato Ryan” di Steven Spielberg, e un’interpretazione a fianco di Robert
De Niro in “15 Minuti”. “Lavorare con Spielberg è stata un’esperienza
davvero incredibile. Ma fin dal primo giorno mi sono imposto di tenere
la bocca chiusa, di guardarmi intorno e imparare il più possibile,
pensando solo a recitare bene. E devo dire che, trattenendomi dallo spostare
la macchina da presa dove l’avrei messa io e dal fare commenti sul copione,
sono riuscito ad imparare molto e a migliorarmi anche come attore. Certo
lavorare con professionisti come Tom Hanks e Robert De Niro aiuta; è
come nel basket, quando si ha a che fare con giocatori più bravi,
il livello si alza per tutti. Il primo giorno sul set di “15 Minuti” con
De Niro ero terririzzato, nervoso, eccitato, non sapevo cosa aspettarmi
da lui, ma dopo qualche ora non era altro che un normale giorno di lavoro.
De Niro non ha mai fatto commenti o dato suggerimenti sulla mia performance,
ma solo guardarlo lavorare mi ha ispirato a provare cose nuove, nuovi approcci”.
Dopo aver guadagnato abbastanza per finanziare un altro paio di film, Burns
si è lanciato nella produzione di “Sidewalks of New York”, che lui
stesso definisce “il miglior film che ho realizzato”. Nel cast figurano,
oltre a Eddie, la sua ex-fidanzata Heather Graham, Stanley Tucci, Brittany
Murphy, Dennis Farina e Rosario Dawson. La storia è uno spaccato
di vita ripreso da sei differenti punti di vista, con sei protagonisti
diversi, ognuno visto nel proprio background etnico e socioeconomico, ma
tutti legati da relazioni sessuali. “I miei film non sono ‘action movies’,
esplorano i rapporti umani: ho sempre preferito i film sul genere di quelli
di Woody Allen o di Spike Lee... All’università ti insegnano a scrivere
solo su ciò che conosci, per questo le mie storie sono sempre pervase
di quell’atmosfera cattolico-irlandese che esiste in certe famiglie e in
certe zone di New York. Sono queste che mi interessa raccontare: storie
motivate dai personaggi, che sono poi i personaggi che conosco bene e che
amo. “Ash Wednesday”, una vicenda sulle gesta di gangs irlandesi, è
forse il primo lavoro in cui tratto qualcosa che non ho vissuto in prima
persona”. “Sidewalks of New York”, che doveva avere la sua première
la settimana dopo la tragedia dell’11 settembre, uscirà invece negli
Usa il 22 novembre. “Il film”, spiega Burns, “è una commedia brillante
ambientata a New York: dopo quello che è successo sembrava un momento
poco appropriato per un argomento leggero. Alcuni film maker, dopo quei
tragici eventi, hanno deciso di modificare i lavori che in qualche modo
mostravano le Torri gemelle; anche il nostro ha delle sequenze in cui si
vede il World Trade Center, e quindi abbiamo discusso se lasciare le immagini,
toglierle digitalmente o addirittura rigirare le scene in questione. Alla
fine è stato deciso di lasciarlo così com’è. Anche
perché il film parla di alcuni “newyorkers”, e non credo che i veri
abitanti di New York vogliano completamente dimenticare com’era la città
prima dell’11 settembre. Penso che il mio film rimarrà comunque
una piccola testimonianza. D’altronde tutti noi che lavoriamo nell’industria
del cinema in questo tragico periodo abbiamo dovuto rapidamente rivedere
le nostre priorità. Così, di comune accordo con lo studio
di produzione, abbiamo deciso di lasciare quelle immagini in memoria di
tutti coloro che quel giorno hanno perso la vita. Io stesso mi trovavo
praticamente alla base delle Torri quella mattina, ho visto coi miei occhi
quello che è successo, e ho provato tutto l’orrore di quei minuti.
Abito a otto isolati dal World Trade center: mi sono precipitato a casa
per chiamare mio fratello e Christy, e così dalla finestra che di
solito incorniciava una fantastica veduta delle Torri, ho potuto assistere
al crollo”. Burns, che è sposato con Christy Turlington, vive infatti
con lei a Manhattan, in un loft a Tribeca, già appartenuto a John
F. Kennedy Jr. Da sempre legato alla sua città, è rimasto
particolarmente scosso dai tragici eventi dell’11 settempre. E il suo pensiero
corre alle Twin Towers. “Vorrei vederle risorgere”, confida. “Facevano
parte dello scenario urbano che mi circondava: da ragazzino le potevo vedere
fin da Long Island, dal parco dove giocavo, o anche dal pontile dove andavo
a pescare... Ma credo anche che sia più importante costruire al
loro posto un monumento a ricordo delle vittime”
Manuela Cerri Goren |
Alcune foto di Walter Chin
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