Romani - Capitolo 1
Indirizzo
[1]Paolo,
servo di Cristo Gesù, apostolo per vocazione, prescelto per
annunziare il vangelo di Dio, [2]che egli aveva
promesso per mezzo dei suoi profeti nelle sacre Scritture,
[3]riguardo al Figlio suo, nato dalla stirpe di
Davide secondo la carne, [4]costituito Figlio di Dio
con potenza secondo lo Spirito di santificazione mediante la
risurrezione dai morti, Gesù Cristo, nostro Signore. [5]Per
mezzo di lui abbiamo ricevuto la grazia dell'apostolato per
ottenere l'obbedienza alla fede da parte di tutte le genti,
a gloria del suo nome; [6]e tra queste siete anche
voi, chiamati da Gesù Cristo. [7]A quanti sono in
Roma diletti da Dio e santi per vocazione, grazia a voi e
pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo.
Ringraziamento e preghiera
[8]Anzitutto
rendo grazie al mio Dio per mezzo di Gesù Cristo riguardo a
tutti voi, perché la fama della vostra fede si espande in
tutto il mondo. [9]Quel Dio, al quale rendo culto nel
mio spirito annunziando il vangelo del Figlio suo, mi è
testimone che io mi ricordo sempre di voi, [10]chiedendo
sempre nelle mie preghiere che per volontà di Dio mi si apra
una strada per venire fino a voi. [11]Ho infatti un
vivo desiderio di vedervi per comunicarvi qualche dono
spirituale perché ne siate fortificati, [12]o meglio,
per rinfrancarmi con voi e tra voi mediante la fede che
abbiamo in comune, voi e io. [13]Non voglio pertanto
che ignoriate, fratelli, che più volte mi sono proposto di
venire fino a voi - ma finora ne sono stato impedito - per
raccogliere qualche frutto anche tra voi, come tra gli altri
Gentili. [14]Poiché sono in debito verso i Greci come
verso i barbari, verso i dotti come verso gli ignoranti:
[15]sono quindi pronto, per quanto sta in me, a
predicare il vangelo anche a voi di Roma.
LA SALVEZZA MEDIANTE LA FEDE
1. LA GIUSTIFICAZIONE
Enunciazione della tesi
[16]Io
infatti non mi vergogno del vangelo, poiché è potenza di Dio
per la salvezza di chiunque crede, del Giudeo prima e poi
del Greco. [17]E' in esso che si rivela la giustizia
di Dio di fede in fede, come sta scritto: Il giusto vivrà
mediante la fede.
A. I
pagani e i giudei sotto l'ira di Dio
I pagani oggetto dell'ira di Dio
[18]In
realtà l'ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà
e ogni ingiustizia di uomini che soffocano la verità
nell'ingiustizia, [19]poiché ciò che di Dio si può
conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha loro
manifestato. [20]Infatti, dalla creazione del mondo
in poi, le sue perfezioni invisibili possono essere
contemplate con l'intelletto nelle opere da lui compiute,
come la sua eterna potenza e divinità; [21]essi sono
dunque inescusabili, perché, pur conoscendo Dio, non gli
hanno dato gloria né gli hanno reso grazie come a Dio, ma
hanno vaneggiato nei loro ragionamenti e si è ottenebrata la
loro mente ottusa. [22]Mentre si dichiaravano
sapienti, sono diventati stolti [23]e hanno cambiato
la gloria dell'incorruttibile Dio con l'immagine e la figura
dell'uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di
rettili.
[24]Perciò
Dio li ha abbandonati all'impurità secondo i desideri del
loro cuore, sì da disonorare fra di loro i propri corpi,
[25]poiché essi hanno cambiato la verità di Dio con la
menzogna e hanno venerato e adorato la creatura al posto del
creatore, che è benedetto nei secoli. Amen.
[26]Per
questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro
donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro
natura. [27]Egualmente anche gli uomini, lasciando il
rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione
gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini
con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che
s'addiceva al loro traviamento. [28]E poiché hanno
disprezzato la conoscenza di Dio, Dio li ha abbandonati in
balìa d'una intelligenza depravata, sicché commettono ciò
che è indegno, [29]colmi come sono di ogni sorta di
ingiustizia, di malvagità, di cupidigia, di malizia; pieni
d'invidia, di omicidio, di rivalità, di frodi, di malignità;
diffamatori, [30]maldicenti, nemici di Dio,
oltraggiosi, superbi, fanfaroni, ingegnosi nel male, ribelli
ai genitori, [31]insensati, sleali, senza cuore,
senza misericordia. [32]E pur conoscendo il giudizio
di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte,
non solo continuano a farle, ma anche approvano chi le fa.
Romani - Capitolo 2
I Giudei a loro volta oggetto dell'ira
divina
[1]Sei
dunque inescusabile, chiunque tu sia, o uomo che giudichi;
perché mentre giudichi gli altri, condanni te stesso;
infatti, tu che giudichi, fai le medesime cose. [2]Eppure
noi sappiamo che il giudizio di Dio è secondo verità contro
quelli che commettono tali cose. [3]Pensi forse, o
uomo che giudichi quelli che commettono tali azioni e
intanto le fai tu stesso, di sfuggire al giudizio di Dio?
[4]O ti prendi gioco della ricchezza della sua bontà,
della sua tolleranza e della sua pazienza, senza riconoscere
che la bontà di Dio ti spinge alla conversione? [5]Tu,
però, con la tua durezza e il tuo cuore impenitente accumuli
collera su di te per il giorno dell'ira e della rivelazione
del giusto giudizio di Dio, [6]il quale renderà a
ciascuno secondo le sue opere: [7]la vita eterna a
coloro che perseverando nelle opere di bene cercano gloria,
onore e incorruttibilità; [8]sdegno ed ira contro
coloro che per ribellione resistono alla verità e
obbediscono all'ingiustizia. [9]Tribolazione e
angoscia per ogni uomo che opera il male, per il Giudeo
prima e poi per il Greco; [10]gloria invece, onore e
pace per chi opera il bene, per il Giudeo prima e poi per il
Greco, [11]perché presso Dio non c'è parzialità.
Malgrado la legge
[12]Tutti
quelli che hanno peccato senza la legge, periranno anche
senza la legge; quanti invece hanno peccato sotto la legge,
saranno giudicati con la legge. [13]Perché non coloro
che ascoltano la legge sono giusti davanti a Dio, ma quelli
che mettono in pratica la legge saranno giustificati.
[14]Quando i pagani, che non hanno la legge, per natura
agiscono secondo la legge, essi, pur non avendo legge, sono
legge a se stessi; [15]essi dimostrano che quanto la
legge esige è scritto nei loro cuori come risulta dalla
testimonianza della loro coscienza e dai loro stessi
ragionamenti, che ora li accusano ora li difendono. [16]Così
avverrà nel giorno in cui Dio giudicherà i segreti degli
uomini per mezzo di Gesù Cristo, secondo il mio vangelo.
[17]Ora,
se tu ti vanti di portare il nome di Giudeo e ti riposi
sicuro sulla legge, e ti glori di Dio, [18]del quale
conosci la volontà e, istruito come sei dalla legge, sai
discernere ciò che è meglio, [19]e sei convinto di
esser guida dei ciechi, luce di coloro che sono nelle
tenebre, [20]educatore degli ignoranti, maestro dei
semplici, perché possiedi nella legge l'espressione della
sapienza e della verità... [21]ebbene, come mai tu,
che insegni agli altri, non insegni a te stesso? Tu che
predichi di non rubare, rubi? [22]Tu che proibisci
l'adulterio, sei adultero? Tu che detesti gli idoli, ne
derubi i templi? [23]Tu che ti glori della legge,
offendi Dio trasgredendo la legge? [24]Infatti il
nome di Dio è bestemmiato per causa vostra tra i pagani,
come sta scritto.
Malgrado la circoncisione
[25]La
circoncisione è utile, sì, se osservi la legge; ma se
trasgredisci la legge, con la tua circoncisione sei come uno
non circonciso. [26]Se dunque chi non è circonciso
osserva le prescrizioni della legge, la sua non
circoncisione non gli verrà forse contata come
circoncisione? [27]E così, chi non è circonciso
fisicamente, ma osserva la legge, giudicherà te che,
nonostante la lettera della legge e la circoncisione, sei un
trasgressore della legge. [28]Infatti, Giudeo non è
chi appare tale all'esterno, e la circoncisione non è quella
visibile nella carne; [29]ma Giudeo è colui che lo è
interiormente e la circoncisione è quella del cuore, nello
spirito e non nella lettera; la sua gloria non viene dagli
uomini ma da Dio.
Romani - Capitolo 3
Malgrado le promesse di Dio
-[1]Qual
è dunque la superiorità del Giudeo? O quale l'utilità della
circoncisione?
-[2]Grande,
sotto ogni aspetto. Anzitutto perché a loro sono state
affidate le rivelazioni di Dio.
-[3]Che
dunque? Se alcuni non hanno creduto, la loro incredulità può
forse annullare la fedeltà di Dio?
-[4]Impossibile!
Resti invece fermo che Dio è verace e ogni uomo mentitore,
come sta scritto:
Perché tu sia riconosciuto giusto nelle tue parole
e trionfi quando sei giudicato.
-[5]Se
però la nostra ingiustizia mette in risalto la giustizia di
Dio, che diremo? Forse è ingiusto Dio quando riversa su di
noi la sua ira? Parlo alla maniera umana.
-[6]Impossibile!
Altrimenti, come potrà Dio giudicare il mondo?
-[7]Ma
se per la mia menzogna la verità di Dio risplende per sua
gloria, perché dunque sono ancora giudicato come peccatore?
[8]Perché non dovremmo fare il male affinchè venga il
bene, come alcuni - la cui condanna è ben giusta - ci
calunniano, dicendo che noi lo affermiamo?
[9]Che
dunque? Dobbiamo noi ritenerci superiori? Niente affatto!
Abbiamo infatti dimostrato precedentemente che Giudei e
Greci, tutti, sono sotto il dominio del peccato, [10]come
sta scritto:
Non c'è nessun giusto, nemmeno uno,
[11]non c'è sapiente, non c'è chi cerchi Dio!
[12]Tutti hanno traviato e si son pervertiti;
non c'è chi compia il bene, non ce n'è neppure uno.
[13]La loro gola è un sepolcro spalancato,
tramano inganni con la loro lingua,
veleno di serpenti è sotto le loro labbra,
[14]la loro bocca è piena di maledizione e di
amarezza.
[15]I loro piedi corrono a versare il sangue;
[16]strage e rovina è sul loro cammino
[17]e la via della pace non conoscono.
[18]Non c'è timore di Dio davanti ai loro occhi.
[19]Ora,
noi sappiamo che tutto ciò che dice la legge lo dice per
quelli che sono sotto la legge, perché sia chiusa ogni bocca
e tutto il mondo sia riconosciuto colpevole di fronte a Dio.
[20]Infatti in virtù delle opere della legge
nessun uomo sarà giustificato davanti a lui, perché per
mezzo della legge si ha solo la conoscenza del peccato.
B.
La giustizia di Dio e la fede
Rivelazione della giustizia di Dio
[21]Ora
invece, indipendentemente dalla legge, si è manifestata la
giustizia di Dio, testimoniata dalla legge e dai profeti;
[22]giustizia di Dio per mezzo della fede in Gesù
Cristo, per tutti quelli che credono. E non c'è distinzione:
[23]tutti hanno peccato e sono privi della gloria di
Dio, [24]ma sono giustificati gratuitamente per la
sua grazia, in virtù della redenzione realizzata da Cristo
Gesù. [25]Dio lo ha prestabilito a servire come
strumento di espiazione per mezzo della fede, nel suo
sangue, al fine di manifestare la sua giustizia, dopo la
tolleranza usata verso i peccati passati, [26]nel
tempo della divina pazienza. Egli manifesta la sua giustizia
nel tempo presente, per essere giusto e giustificare chi ha
fede in Gesù.
La funzione della fede
[27]Dove
sta dunque il vanto? Esso è stato escluso! Da quale legge?
Da quella delle opere? No, ma dalla legge della fede.
[28]Noi riteniamo infatti che l'uomo è giustificato per
la fede indipendentemente dalle opere della legge. [29]Forse
Dio è Dio soltanto dei Giudei? Non lo è anche dei pagani?
Certo, anche dei pagani! [30]Poiché non c'è che un
solo Dio, il quale giustificherà per la fede i circoncisi, e
per mezzo della fede anche i non circoncisi. [31]Togliamo
dunque ogni valore alla legge mediante la fede?
Nient'affatto, anzi confermiamo la legge.
Romani - Capitolo 4
C.
L'esempio di Abramo
Abramo giustificato dalla fede
[1]Che
diremo dunque di Abramo, nostro antenato secondo la carne?
[2]Se infatti Abramo è stato giustificato per le
opere, certo ha di che gloriarsi, ma non davanti a Dio.
[3]Ora, che cosa dice la Scrittura? Abramo ebbe fede
in Dio e ciò gli fu accreditato come giustizia. [4]A
chi lavora, il salario non viene calcolato come un dono, ma
come debito; [5]a chi invece non lavora, ma crede in
colui che giustifica l'empio, la sua fede gli viene
accreditata come giustizia. [6]Così anche Davide
proclama beato l'uomo a cui Dio accredita la giustizia
indipendentemente dalle opere:
[7]Beati
quelli le cui iniquità sono state perdonate
e i peccati sono stati ricoperti;
[8]beato l'uomo al quale il Signore non mette in
conto
il peccato!
Indipendentemente dalla circoncisione
[9]Orbene,
questa beatitudine riguarda chi è circonciso o anche chi non
è circonciso? Noi diciamo infatti che la fede fu
accreditata ad Abramo come giustizia. [10]Come
dunque gli fu accreditata? Quando era circonciso o quando
non lo era? Non certo dopo la circoncisione, ma prima.
[11]Infatti egli ricevette il segno della
circoncisione quale sigillo della giustizia derivante
dalla fede che aveva gia ottenuta quando non era ancora
circonciso; questo perché fosse padre di tutti i non
circoncisi che credono e perché anche a loro venisse
accreditata la giustizia [12]e fosse padre anche dei
circoncisi, di quelli che non solo hanno la circoncisione,
ma camminano anche sulle orme della fede del nostro padre
Abramo prima della sua circoncisione.
Indipendentemente dalla legge
[13]Non
infatti in virtù della legge fu data ad Abramo o alla sua
discendenza la promessa di diventare erede del mondo, ma in
virtù della giustizia che viene dalla fede; [14]poiché
se diventassero eredi coloro che provengono dalla legge,
sarebbe resa vana la fede e nulla la promessa. [15]La
legge infatti provoca l'ira; al contrario, dove non c'è
legge, non c'è nemmeno trasgressione. [16]Eredi
quindi si diventa per la fede, perché ciò sia per grazia e
così la promessa sia sicura per tutta la discendenza, non
soltanto per quella che deriva dalla legge, ma anche per
quella che deriva dalla fede di Abramo, il quale è padre di
tutti noi. [17]Infatti sta scritto: Ti ho
costituito padre di molti popoli; (è nostro padre)
davanti al Dio nel quale credette, che dà vita ai morti e
chiama all'esistenza le cose che ancora non esistono.
La fede di Abramo e la fede del
cristiano
[18]Egli
ebbe fede sperando contro ogni speranza e così divenne
padre di molti popoli, come gli era stato detto: Così
sarà la tua discendenza. [19]Egli non vacillò
nella fede, pur vedendo gia come morto il proprio corpo -
aveva circa cento anni - e morto il seno di Sara. [20]Per
la promessa di Dio non esitò con incredulità, ma si rafforzò
nella fede e diede gloria a Dio, [21]pienamente
convinto che quanto egli aveva promesso era anche capace di
portarlo a compimento. [22]Ecco perché gli fu
accreditato come giustizia.
[23]E
non soltanto per lui è stato scritto che gli fu accreditato
come giustizia, [24]ma anche per noi, ai quali sarà
egualmente accreditato: a noi che crediamo in colui che ha
risuscitato dai morti Gesù nostro Signore, [25]il
quale è stato messo a morte per i nostri peccati ed è stato
risuscitato per la nostra giustificazione.
Romani - Capitolo 5
2. LA SALVEZZA
La giustificazione pegno della
salvezza
[1]Giustificati
dunque per la fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del
Signore nostro Gesù Cristo; [2]per suo mezzo abbiamo
anche ottenuto, mediante la fede, di accedere a questa
grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo nella speranza
della gloria di Dio. [3]E non soltanto questo: noi ci
vantiamo anche nelle tribolazioni, ben sapendo che la
tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata
[4]e la virtù provata la speranza. [5]La
speranza poi non delude, perché l'amore di Dio è stato
riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che
ci è stato dato.
[6]Infatti,
mentre noi eravamo ancora peccatori, Cristo morì per gli
empi nel tempo stabilito. [7]Ora, a stento si trova
chi sia disposto a morire per un giusto; forse ci può essere
chi ha il coraggio di morire per una persona dabbene. [8]Ma
Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre
eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi. [9]A
maggior ragione ora, giustificati per il suo sangue, saremo
salvati dall'ira per mezzo di lui. [10]Se infatti,
quand'eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per
mezzo della morte del Figlio suo, molto più ora che siamo
riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita. [11]Non
solo, ma ci gloriamo pure in Dio, per mezzo del Signore
nostro Gesù Cristo, dal quale ora abbiamo ottenuto la
riconciliazione.
A.
Liberazione dal peccato, dalla morte e dalla legge
Adamo e Gesù Cristo
[12]Quindi,
come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo
e con il peccato la morte, così anche la morte ha raggiunto
tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato. [13]Fino
alla legge infatti c'era peccato nel mondo e, anche se il
peccato non può essere imputato quando manca la legge,
[14]la morte regnò da Adamo fino a Mosè anche su quelli
che non avevano peccato con una trasgressione simile a
quella di Adamo, il quale è figura di colui che doveva
venire.
[15]Ma
il dono di grazia non è come la caduta: se infatti per la
caduta di uno solo morirono tutti, molto di più la grazia di
Dio e il dono concesso in grazia di un solo uomo, Gesù
Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti gli uomini.
[16]E non è accaduto per il dono di grazia come per
il peccato di uno solo: il giudizio partì da un solo atto
per la condanna, il dono di grazia invece da molte cadute
per la giustificazione. [17]Infatti se per la caduta
di uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo,
molto di più quelli che ricevono l'abbondanza della grazia e
del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo del
solo Gesù Cristo.
[18]Come
dunque per la colpa di uno solo si è riversata su tutti gli
uomini la condanna, così anche per l'opera di giustizia di
uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione
che dà vita. [19]Similmente, come per la
disobbedienza di uno solo tutti sono stati costituiti
peccatori, così anche per l'obbedienza di uno solo tutti
saranno costituiti giusti.
[20]La
legge poi sopraggiunse a dare piena coscienza della caduta,
ma laddove è abbondato il peccato, ha sovrabbondato la
grazia, [21]perché come il peccato aveva regnato con
la morte, così regni anche la grazia con la giustizia per la
vita eterna, per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore.
Romani - Capitolo 6
Il battesimo
[1]Che
diremo dunque? Continuiamo a restare nel peccato perché
abbondi la grazia? [2]E' assurdo! Noi che gia siamo
morti al peccato, come potremo ancora vivere nel peccato?
[3]O non sapete che quanti siamo stati battezzati in
Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? [4]Per
mezzo del battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a lui
nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per
mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo
camminare in una vita nuova. [5]Se infatti siamo
stati completamente uniti a lui con una morte simile alla
sua, lo saremo anche con la sua risurrezione. [6]Sappiamo
bene che il nostro uomo vecchio è stato crocifisso con lui,
perché fosse distrutto il corpo del peccato, e noi non
fossimo più schiavi del peccato. [7]Infatti chi è
morto, è ormai libero dal peccato.
[8]Ma
se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con
lui, [9]sapendo che Cristo risuscitato dai morti non
muore più; la morte non ha più potere su di lui. [10]Per
quanto riguarda la sua morte, egli morì al peccato una volta
per tutte; ora invece per il fatto che egli vive, vive per
Dio. [11]Così anche voi consideratevi morti al
peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù.
A servizio del peccato e a servizio
della giustizia
[12]Non
regni più dunque il peccato nel vostro corpo mortale, sì da
sottomettervi ai suoi desideri; [13]non offrite le
vostre membra come strumenti di ingiustizia al peccato, ma
offrite voi stessi a Dio come vivi tornati dai morti e le
vostre membra come strumenti di giustizia per Dio. [14]Il
peccato infatti non dominerà più su di voi poiché non siete
più sotto la legge, ma sotto la grazia.
Il cristiano è liberato dal peccato
[15]Che
dunque? Dobbiamo commettere peccati perché non siamo più
sotto la legge, ma sotto la grazia? E' assurdo! [16]Non
sapete voi che, se vi mettete a servizio di qualcuno come
schiavi per obbedirgli, siete schiavi di colui al quale
servite: sia del peccato che porta alla morte, sia
dell'obbedienza che conduce alla giustizia? [17]Rendiamo
grazie a Dio, perché voi eravate schiavi del peccato, ma
avete obbedito di cuore a quell'insegnamento che vi è stato
trasmesso [18]e così, liberati dal peccato, siete
diventati servi della giustizia.
[19]Parlo
con esempi umani, a causa della debolezza della vostra
carne. Come avete messo le vostre membra a servizio
dell'impurità e dell'iniquità a pro dell'iniquità, così ora
mettete le vostre membra a servizio della giustizia per la
vostra santificazione.
I frutti del peccato e della giustizia
[20]Quando
infatti eravate sotto la schiavitù del peccato, eravate
liberi nei riguardi della giustizia. [21]Ma quale
frutto raccoglievate allora da cose di cui ora vi
vergognate? Infatti il loro destino è la morte. [22]Ora
invece, liberati dal peccato e fatti servi di Dio, voi
raccogliete il frutto che vi porta alla santificazione e
come destino avete la vita eterna. [23]Perché il
salario del peccato è la morte; ma il dono di Dio è la vita
eterna in Cristo Gesù nostro Signore.
Romani - Capitolo 7
Il cristiano è liberato dalla legge
[1]O
forse ignorate, fratelli - parlo a gente esperta di legge -
che la legge ha potere sull'uomo solo per il tempo in cui
egli vive? [2]La donna sposata, infatti, è legata
dalla legge al marito finché egli vive; ma se il marito
muore, è libera dalla legge che la lega al marito. [3]Essa
sarà dunque chiamata adultera se, mentre vive il marito,
passa a un altro uomo, ma se il marito muore, essa è libera
dalla legge e non è più adultera se passa a un altro uomo.
[4]Alla stessa maniera, fratelli miei, anche voi,
mediante il corpo di Cristo, siete stati messi a morte
quanto alla legge, per appartenere ad un altro, cioè a colui
che fu risuscitato dai morti, affinchè noi portiamo frutti
per Dio. [5]Quando infatti eravamo nella carne, le
passioni peccaminose, stimolate dalla legge, si scatenavano
nelle nostre membra al fine di portare frutti per la morte.
[6]Ora però siamo stati liberati dalla legge, essendo
morti a ciò che ci teneva prigionieri, per servire nel
regime nuovo dello Spirito e non nel regime vecchio della
lettera.
La funzione della legge
[7]Che
diremo dunque? Che la legge è peccato? No certamente! Però
io non ho conosciuto il peccato se non per la legge, né
avrei conosciuto la concupiscenza, se la legge non avesse
detto: Non desiderare. [8]Prendendo pertanto
occasione da questo comandamento, il peccato scatenò in me
ogni sorta di desideri. Senza la legge infatti il peccato è
morto [9]e io un tempo vivevo senza la legge. Ma,
sopraggiunto quel comandamento, il peccato ha preso vita
[10]e io sono morto; la legge, che doveva servire per la
vita, è divenuta per me motivo di morte. [11]Il
peccato infatti, prendendo occasione dal comandamento, mi ha
sedotto e per mezzo di esso mi ha dato la morte. [12]Così
la legge è santa e santo e giusto e buono è il comandamento.
[13]Ciò che è bene è allora diventato morte per me?
No davvero! E' invece il peccato: esso per rivelarsi peccato
mi ha dato la morte servendosi di ciò che è bene, perché il
peccato apparisse oltre misura peccaminoso per mezzo del
comandamento.
La lotta interiore
[14]Sappiamo
infatti che la legge è spirituale, mentre io sono di carne,
venduto come schiavo del peccato. [15]Io non riesco a
capire neppure ciò che faccio: infatti non quello che voglio
io faccio, ma quello che detesto. [16]Ora, se faccio
quello che non voglio, io riconosco che la legge è buona;
[17]quindi non sono più io a farlo, ma il peccato che
abita in me. [18]Io so infatti che in me, cioè nella
mia carne, non abita il bene; c'è in me il desiderio del
bene, ma non la capacità di attuarlo; [19]infatti io
non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio.
[20]Ora, se faccio quello che non voglio, non sono più
io a farlo, ma il peccato che abita in me. [21]Io
trovo dunque in me questa legge: quando voglio fare il bene,
il male è accanto a me. [22]Infatti acconsento nel
mio intimo alla legge di Dio, [23]ma nelle mie membra
vedo un'altra legge, che muove guerra alla legge della mia
mente e mi rende schiavo della legge del peccato che è nelle
mie membra. [24]Sono uno sventurato! Chi mi libererà
da questo corpo votato alla morte? [25]Siano rese
grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore! Io
dunque, con la mente, servo la legge di Dio, con la carne
invece la legge del peccato.
Romani - Capitolo 8
B.
La vita del cristiano nello Spirito
La vita nello Spirito
[1]Non
c'è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in
Cristo Gesù. [2]Poiché la legge dello Spirito che dà
vita in Cristo Gesù ti ha liberato dalla legge del peccato e
della morte. [3]Infatti ciò che era impossibile alla
legge, perché la carne la rendeva impotente, Dio lo ha reso
possibile: mandando il proprio Figlio in una carne simile a
quella del peccato e in vista del peccato, egli ha
condannato il peccato nella carne, [4]perché la
giustizia della legge si adempisse in noi, che non
camminiamo secondo la carne ma secondo lo Spirito.
[5]Quelli
infatti che vivono secondo la carne, pensano alle cose della
carne; quelli invece che vivono secondo lo Spirito, alle
cose dello Spirito. [6]Ma i desideri della carne
portano alla morte, mentre i desideri dello Spirito portano
alla vita e alla pace. [7]Infatti i desideri della
carne sono in rivolta contro Dio, perché non si sottomettono
alla sua legge e neanche lo potrebbero. [8]Quelli che
vivono secondo la carne non possono piacere a Dio.
[9]Voi
però non siete sotto il dominio della carne, ma dello
Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se
qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene.
[10]E se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto a
causa del peccato, ma lo spirito è vita a causa della
giustificazione. [11]E se lo Spirito di colui che ha
risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha
risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri
corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.
[12]Così
dunque fratelli, noi siamo debitori, ma non verso la carne
per vivere secondo la carne; [13]poiché se vivete
secondo la carne, voi morirete; se invece con l'aiuto dello
Spirito voi fate morire le opere del corpo, vivrete.
Figli di Dio grazie allo Spirito
[14]Tutti
quelli infatti che sono guidati dallo Spirito di Dio,
costoro sono figli di Dio. [15]E voi non avete
ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma
avete ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del
quale gridiamo: «Abbà, Padre!». [16]Lo Spirito stesso
attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio. [17]E
se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di
Cristo, se veramente partecipiamo alle sue sofferenze per
partecipare anche alla sua gloria.
Destinati alla gloria
[18]Io
ritengo, infatti, che le sofferenze del momento presente non
sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere
rivelata in noi.
[19]La
creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei
figli di Dio; [20]essa infatti è stata sottomessa
alla caducità - non per suo volere, ma per volere di colui
che l'ha sottomessa - e nutre la speranza [21]di
essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione,
per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio.
[22]Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e
soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; [23]essa
non è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie
dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a
figli, la redenzione del nostro corpo. [24]Poiché
nella speranza noi siamo stati salvati. Ora, ciò che si
spera, se visto, non è più speranza; infatti, ciò che uno
gia vede, come potrebbe ancora sperarlo? [25]Ma se
speriamo quello che non vediamo, lo attendiamo con
perseveranza.
[26]Allo
stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra
debolezza, perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente
domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per
noi, con gemiti inesprimibili; [27]e colui che scruta
i cuori sa quali sono i desideri dello Spirito, poiché egli
intercede per i credenti secondo i disegni di Dio.
Il piano della salvezza
[28]Del
resto, noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che
amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno.
[29]Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto li
ha anche predestinati ad essere conformi all'immagine del
Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti
fratelli; [30]quelli poi che ha predestinati li ha
anche chiamati; quelli che ha chiamati li ha anche
giustificati; quelli che ha giustificati li ha anche
glorificati.
Inno all'amore di Dio
[31]Che
diremo dunque in proposito? Se Dio è per noi, chi sarà
contro di noi? [32]Egli che non ha risparmiato il
proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci
donerà ogni cosa insieme con lui? [33]Chi accuserà
gli eletti di Dio? Dio giustifica. [34]Chi
condannerà? Cristo Gesù, che è morto, anzi, che è
risuscitato, sta alla destra di Dio e intercede per noi?
[35]Chi ci separerà dunque dall'amore di Cristo? Forse
la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la
nudità, il pericolo, la spada? [36]Proprio come sta
scritto:
Per causa tua siamo messi a morte tutto il giorno,
siamo trattati come pecore da macello.
[37]Ma
in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù
di colui che ci ha amati. [38]Io sono infatti
persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né
presente né avvenire, [39]né potenze, né altezza né
profondità, né alcun'altra creatura potrà mai separarci
dall'amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore.
Romani - Capitolo 9
C.
Situazione di Israele
I privilegi di Israele
[1]Dico
la verità in Cristo, non mentisco, e la mia coscienza me ne
dà testimonianza nello Spirito Santo: [2]ho nel cuore
un grande dolore e una sofferenza continua. [3]Vorrei
infatti essere io stesso anàtema, separato da Cristo a
vantaggio dei miei fratelli, miei consanguinei secondo la
carne. [4]Essi sono Israeliti e possiedono l'adozione
a figli, la gloria, le alleanze, la legislazione, il culto,
le promesse, [5]i patriarchi; da essi proviene Cristo
secondo la carne, egli che è sopra ogni cosa, Dio benedetto
nei secoli. Amen.
Dio non è infedele
[6]Tuttavia
la parola di Dio non è venuta meno. Infatti non tutti i
discendenti di Israele sono Israele, [7]né per il
fatto di essere discendenza di Abramo sono tutti suoi figli.
No, ma: in Isacco ti sarà data una discendenza,
[8]cioè: non sono considerati figli di Dio i figli della
carne, ma come discendenza sono considerati solo i figli
della promessa. [9]Queste infatti sono le parole
della promessa: Io verrò in questo tempo e Sara avrà un
figlio. [10]E non è tutto; c'è anche Rebecca che
ebbe figli da un solo uomo, Isacco nostro padre: [11]quando
essi ancora non eran nati e nulla avevano fatto di bene o di
male - perché rimanesse fermo il disegno divino fondato
sull'elezione non in base alle opere, ma alla volontà di
colui che chiama - [12]le fu dichiarato: Il
maggiore sarà sottomesso al minore, [13]come sta
scritto:
Ho amato Giacobbe
e ho odiato Esaù.
Dio non è ingiusto
[14]Che
diremo dunque? C'è forse ingiustizia da parte di Dio? No
certamente! [15]Egli infatti dice a Mosè:
Userò misericordia con chi vorrò,
e avrò pietà di chi vorrò averla.
[16]Quindi
non dipende dalla volontà né dagli sforzi dell'uomo, ma da
Dio che usa misericordia. [17]Dice infatti la
Scrittura al faraone: Ti ho fatto sorgere per manifestare
in te la mia potenza e perché il mio nome sia proclamato in
tutta la terra. [18]Dio quindi usa misericordia
con chi vuole e indurisce chi vuole
[19]Mi
potrai però dire: «Ma allora perché ancora rimprovera? Chi
può infatti resistere al suo volere?». [20]O uomo, tu
chi sei per disputare con Dio? Oserà forse dire il vaso
plasmato a colui che lo plasmò: «Perché mi hai fatto
così?». [21]Forse il vasaio non è padrone
dell'argilla, per fare con la medesima pasta un vaso per uso
nobile e uno per uso volgare? [22]Se pertanto Dio,
volendo manifestare la sua ira e far conoscere la sua
potenza, ha sopportato con grande pazienza vasi di collera,
gia pronti per la perdizione, [23]e questo per far
conoscere la ricchezza della sua gloria verso vasi di
misericordia, da lui predisposti alla gloria, [24]cioè
verso di noi, che egli ha chiamati non solo tra i Giudei ma
anche tra i pagani, che potremmo dire?
Infedeltà e chiamata previste dall'AT
[25]Esattamente
come dice Osea:
Chiamerò mio popolo quello che non era mio popolo
e mia diletta quella che non era la diletta.
[26]E avverrà che nel luogo stesso dove fu detto
loro:
«Voi non siete mio popolo»,
là saranno chiamati figli del Dio vivente.
[27]E
quanto a Israele, Isaia esclama:
Se anche il numero dei figli d'Israele
fosse come la sabbia del mare,
sarà salvato solo il resto;
[28]perché con pienezza e rapidità
il Signore compirà la sua parola sopra la terra.
[29]E
ancora secondo ciò che predisse Isaia:
Se il Signore degli eserciti
non ci avesse lasciato una discendenza,
saremmo divenuti come Sòdoma
e resi simili a Gomorra.
[30]Che
diremo dunque? Che i pagani, che non ricercavano la
giustizia, hanno raggiunto la giustizia: la giustizia però
che deriva dalla fede; [31]mentre Israele, che
ricercava una legge che gli desse la giustizia, non è giunto
alla pratica della legge. [32]E perché mai? Perché
non la ricercava dalla fede, ma come se derivasse dalle
opere. Hanno urtato così contro la pietra d'inciampo,
[33]come sta scritto:
Ecco che io pongo in Sion una pietra di scandalo
e un sasso d'inciampo;
ma chi crede in lui non sarà deluso.
Romani - Capitolo 10
I Giudei hanno misconosciuto la
giustizia di Dio
[1]Fratelli,
il desiderio del mio cuore e la mia preghiera sale a Dio per
la loro salvezza. [2]Rendo infatti loro testimonianza
che hanno zelo per Dio, ma non secondo una retta conoscenza;
[3]poiché, ignorando la giustizia di Dio e cercando
di stabilire la propria, non si sono sottomessi alla
giustizia di Dio. [4]Ora, il termine della legge è
Cristo, perché sia data la giustizia a chiunque crede.
Annunziata da Mosè
[5]Mosè
infatti descrive la giustizia che viene dalla legge così:
L'uomo che la pratica vivrà per essa. [6]Invece
la giustizia che viene dalla fede parla così: Non dire
nel tuo cuore: Chi salirà al cielo? Questo significa
farne discendere Cristo; [7]oppure: Chi discenderà
nell'abisso? Questo significa far risalire Cristo dai
morti. [8]Che dice dunque? Vicino a te è la
parola, sulla tua bocca e nel tuo cuore: cioè la parola
della fede che noi predichiamo. [9]Poiché se
confesserai con la tua bocca che Gesù è il Signore, e
crederai con il tuo cuore che Dio lo ha risuscitato dai
morti, sarai salvo. [10]Con il cuore infatti si crede
per ottenere la giustizia e con la bocca si fa la
professione di fede per avere la salvezza. [11]Dice
infatti la Scrittura: Chiunque crede in lui non sarà
deluso. [12]Poiché non c'è distinzione fra Giudeo
e Greco, dato che lui stesso è il Signore di tutti, ricco
verso tutti quelli che l'invocano. [13]Infatti:
Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato.
Sono senza scusa
[14]Ora,
come potranno invocarlo senza aver prima creduto in lui?
Ecome potranno credere, senza averne sentito parlare? E come
potranno sentirne parlare senza uno che lo annunzi? [15]E
come lo annunzieranno, senza essere prima inviati? Come sta
scritto: Quanto son belli i piedi di coloro che recano un
lieto annunzio di bene!
[16]Ma
non tutti hanno obbedito al vangelo. Lo dice Isaia: Signore,
chi ha creduto alla nostra predicazione? [17]La
fede dipende dunque dalla predicazione e la predicazione a
sua volta si attua per la parola di Cristo. [18]Ora
io dico: Non hanno forse udito? Tutt'altro:
per tutta la terra è corsa la loro voce,
e fino ai confini del mondo le loro parole.
[19]E
dico ancora: Forse Israele non ha compreso? Gia per primo
Mosè dice:
Io vi renderò gelosi di un popolo che non è popolo;
contro una nazione senza intelligenza
susciterò il vostro sdegno.
[20]Isaia
poi arriva fino ad affermare:
Sono stato trovato da quelli che non mi cercavano,
mi sono manifestato a quelli che non si rivolgevano a
me,
[21]mentre
di Israele dice: Tutto il giorno ho steso le mani verso
un popolo disobbediente e ribelle!
Romani - Capitolo 11
Il resto di Israele
[1]Io
domando dunque: Dio avrebbe forse ripudiato il suo popolo?
Impossibile! Anch'io infatti sono Israelita, della
discendenza di Abramo, della tribù di Beniamino. [2]Dio
non ha ripudiato il suo popolo, che egli ha scelto fin
da principio. O non sapete forse ciò che dice la Scrittura,
nel passo in cui Elia ricorre a Dio contro Israele?
[3]Signore,
hanno ucciso i tuoi profeti,
hanno rovesciato i tuoi altari
e io sono rimasto solo e ora vogliono la mia vita.
[4]Cosa
gli risponde però la voce divina?
Mi sono riservato settemila uomini, quelli che non hanno
piegato il ginocchio davanti a Baal.
[5]Così
anche al presente c'è un resto, conforme a un'elezione per
grazia. [6]E se lo è per grazia, non lo è per le
opere; altrimenti la grazia non sarebbe più grazia.
[7]Che
dire dunque? Israele non ha ottenuto quello che cercava; lo
hanno ottenuto invece gli eletti; gli altri sono stati
induriti, [8]come sta scritto:
Dio ha dato loro uno spirito di torpore,
occhi per non vedere e orecchi per non sentire,
fino al giorno d'oggi.
[9]E
Davide dice:
Diventi la lor mensa un laccio,
un tranello
e un inciampo e serva loro di giusto castigo!
[10]Siano oscurati i loro occhi sì da non vedere,
e fà loro curvare la schiena per sempre!
La restaurazione futura
[11]Ora
io domando: Forse inciamparono per cadere per sempre?
Certamente no. Ma a causa della loro caduta la salvezza è
giunta ai pagani, per suscitare la loro gelosia. [12]Se
pertanto la loro caduta è stata ricchezza del mondo e il
loro fallimento ricchezza dei pagani, che cosa non sarà la
loro partecipazione totale!
[13]Pertanto,
ecco che cosa dico a voi, Gentili: come apostolo dei
Gentili, io faccio onore al mio ministero, [14]nella
speranza di suscitare la gelosia di quelli del mio sangue e
di salvarne alcuni. [15]Se infatti il loro rifiuto ha
segnato la riconciliazione del mondo, quale potrà mai essere
la loro riammissione, se non una risurrezione dai morti?
L'oleastro e l'olivo buono
[16]Se
le primizie sono sante, lo sarà anche tutta la pasta; se è
santa la radice, lo saranno anche i rami. [17]Se però
alcuni rami sono stati tagliati e tu, essendo oleastro, sei
stato innestato al loro posto, diventando così partecipe
della radice e della linfa dell'olivo, [18]non menar
tanto vanto contro i rami! Se ti vuoi proprio vantare, sappi
che non sei tu che porti la radice, ma è la radice che porta
te.
[19]Dirai
certamente: Ma i rami sono stati tagliati perché vi fossi
innestato io! [20]Bene; essi però sono stati tagliati
a causa dell'infedeltà, mentre tu resti lì in ragione della
fede. Non montare dunque in superbia, ma temi! [21]Se
infatti Dio non ha risparmiato quelli che erano rami
naturali, tanto meno risparmierà te!
[22]Considera
dunque la bontà e la severità di Dio: severità verso quelli
che sono caduti; bontà di Dio invece verso di te, a
condizione però che tu sia fedele a questa bontà. Altrimenti
anche tu verrai reciso. [23]Quanto a loro, se non
persevereranno nell'infedeltà, saranno anch'essi innestati;
Dio infatti ha la potenza di innestarli di nuovo! [24]Se
tu infatti sei stato reciso dall'oleastro che eri secondo la
tua natura e contro natura sei stato innestato su un olivo
buono, quanto più essi, che sono della medesima natura,
potranno venire di nuovo innestati sul proprio olivo!
La conversione di Israele
[25]Non
voglio infatti che ignoriate, fratelli, questo mistero,
perché non siate presuntuosi: l'indurimento di una parte di
Israele è in atto fino a che saranno entrate tutte le genti.
[26]Allora tutto Israele sarà salvato come sta
scritto:
Da Sion uscirà il liberatore,
egli toglierà le empietà da Giacobbe.
[27]Sarà questa la mia alleanza con loro
quando distruggerò i loro peccati.
[28]Quanto
al vangelo, essi sono nemici, per vostro vantaggio; ma
quanto alla elezione, sono amati, a causa dei padri, [29]perché
i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili! [30]Come
voi un tempo siete stati disobbedienti a Dio e ora avete
ottenuto misericordia per la loro disobbedienza, [31]così
anch'essi ora sono diventati disobbedienti in vista della
misericordia usata verso di voi, perché anch'essi ottengano
misericordia. [32]Dio infatti ha rinchiuso tutti
nella disobbedienza, per usare a tutti misericordia!
Inno alla sapienza misericordiosa
[33]O
profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza
di Dio! Quanto sono imperscrutabili i suoi giudizi e
inaccessibili le sue vie!
[34]Infatti,
chi mai ha potuto conoscere il pensiero
del Signore?
O chi mai è stato suo consigliere?
[35]O chi gli ha dato qualcosa per primo,
sì che abbia a riceverne il contraccambio?
[36]Poiché
da lui, grazie a lui e per lui sono tutte le cose. A lui la
gloria nei secoli. Amen.
Romani - Capitolo 12
PARENESI
Il culto spirituale
[1]Vi
esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, ad
offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e
gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale. [2]Non
conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma
trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter
discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito
e perfetto.
Umiltà e carità nella comunità
[3]Per
la grazia che mi è stata concessa, io dico a ciascuno di
voi: non valutatevi più di quanto è conveniente valutarsi,
ma valutatevi in maniera da avere di voi una giusta
valutazione, ciascuno secondo la misura di fede che Dio gli
ha dato. [4]Poiché, come in un solo corpo abbiamo
molte membra e queste membra non hanno tutte la medesima
funzione, [5]così anche noi, pur essendo molti, siamo
un solo corpo in Cristo e ciascuno per la sua parte siamo
membra gli uni degli altri. [6]Abbiamo pertanto doni
diversi secondo la grazia data a ciascuno di noi. Chi ha il
dono della profezia la eserciti secondo la misura della
fede; [7]chi ha un ministero attenda al ministero;
chi l'insegnamento, all'insegnamento; [8]chi
l'esortazione, all'esortazione. Chi dà, lo faccia con
semplicità; chi presiede, lo faccia con diligenza; chi fa
opere di misericordia, le compia con gioia.
[9]La
carità non abbia finzioni: fuggite il male con orrore,
attaccatevi al bene; [10]amatevi gli uni gli altri
con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda.
[11]Non siate pigri nello zelo; siate invece ferventi
nello spirito, servite il Signore. [12]Siate lieti
nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella
preghiera, [13]solleciti per le necessità dei
fratelli, premurosi nell'ospitalità.
Carità verso tutti, anche verso i
nemici
[14]Benedite
coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite. [15]Rallegratevi
con quelli che sono nella gioia, piangete con quelli che
sono nel pianto. [16]Abbiate i medesimi sentimenti
gli uni verso gli altri; non aspirate a cose troppo alte,
piegatevi invece a quelle umili. Non fatevi un'idea troppo
alta di voi stessi.
[17]Non
rendete a nessuno male per male. Cercate di compiere il
bene davanti a tutti gli uomini. [18]Se
possibile, per quanto questo dipende da voi, vivete in pace
con tutti. [19]Non fatevi giustizia da voi stessi,
carissimi, ma lasciate fare all'ira divina. Sta scritto
infatti: A me la vendetta, sono io che ricambierò,
dice il Signore. [20]Al contrario, se il tuo
nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da
bere: facendo questo, infatti, ammasserai carboni ardenti
sopra il suo capo. [21]Non lasciarti vincere dal
male, ma vinci con il bene il male.
Romani - Capitolo 13
Sottomissione ai poteri civili
[1]Ciascuno
stia sottomesso alle autorità costituite; poiché non c'è
autorità se non da Dio e quelle che esistono sono stabilite
da Dio. [2]Quindi chi si oppone all'autorità, si
oppone all'ordine stabilito da Dio. E quelli che si
oppongono si attireranno addosso la condanna. [3]I
governanti infatti non sono da temere quando si fa il bene,
ma quando si fa il male. Vuoi non aver da temere l'autorità?
Fà il bene e ne avrai lode, [4]poiché essa è al
servizio di Dio per il tuo bene. Ma se fai il male, allora
temi, perché non invano essa porta la spada; è infatti al
servizio di Dio per la giusta condanna di chi opera il male.
[5]Perciò è necessario stare sottomessi, non solo per
timore della punizione, ma anche per ragioni di coscienza.
[6]Per questo dunque dovete pagare i tributi, perché
quelli che sono dediti a questo compito sono funzionari di
Dio. [7]Rendete a ciascuno ciò che gli è dovuto: a
chi il tributo, il tributo; a chi le tasse le tasse; a chi
il timore il timore; a chi il rispetto il rispetto.
La carità, riassunto della legge
[8]Non
abbiate alcun debito con nessuno, se non quello di un amore
vicendevole; perché chi ama il suo simile ha adempiuto la
legge. [9]Infatti il precetto: Non commettere
adulterio, non uccidere, non rubare, non desiderare e
qualsiasi altro comandamento, si riassume in queste parole:
Amerai il prossimo tuo come te stesso. [10]L'amore
non fa nessun male al prossimo: pieno compimento della legge
è l'amore.
Il cristiano è il figlio della luce
[11]Questo
voi farete, consapevoli del momento: è ormai tempo di
svegliarvi dal sonno, perché la nostra salvezza è più vicina
ora di quando diventammo credenti. [12]La notte è
avanzata, il giorno è vicino. Gettiamo via perciò le opere
delle tenebre e indossiamo le armi della luce. [13]Comportiamoci
onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a
gozzoviglie e ubriachezze, non fra impurità e licenze, non
in contese e gelosie. [14]Rivestitevi invece del
Signore Gesù Cristo e non seguite la carne nei suoi
desideri.
Romani - Capitolo 14
Carità verso i deboli
[1]Accogliete
tra voi chi è debole nella fede, senza discuterne le
esitazioni. [2]Uno crede di poter mangiare di tutto,
l'altro invece, che è debole, mangia solo legumi. [3]Colui
che mangia non disprezzi chi non mangia; chi non mangia, non
giudichi male chi mangia, perché Dio lo ha accolto. [4]Chi
sei tu per giudicare un servo che non è tuo? Stia in piedi o
cada, ciò riguarda il suo padrone; ma starà in piedi, perché
il Signore ha il potere di farcelo stare.
[5]C'è
chi distingue giorno da giorno, chi invece li giudica tutti
uguali; ciascuno però cerchi di approfondire le sue
convinzioni personali. [6]Chi si preoccupa del
giorno, se ne preoccupa per il Signore; chi mangia, mangia
per il Signore, dal momento che rende grazie a Dio; anche
chi non mangia, se ne astiene per il Signore e rende grazie
a Dio. [7]Nessuno di noi, infatti, vive per se stesso
e nessuno muore per se stesso, [8]perché se noi
viviamo, viviamo per il Signore, se noi moriamo, moriamo per
il Signore. Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo dunque
del Signore. [9]Per questo infatti Cristo è morto ed
è ritornato alla vita: per essere il Signore dei morti e dei
vivi.
[10]Ma
tu, perché giudichi il tuo fratello? E anche tu, perché
disprezzi il tuo fratello? Tutti infatti ci presenteremo al
tribunale di Dio, [11]poiché sta scritto:
Come è vero che io vivo, dice il Signore,
ogni ginocchio si piegherà davanti a me
e ogni lingua renderà gloria a Dio.
[12]Quindi
ciascuno di noi renderà conto a Dio di se stesso. [13]Cessiamo
dunque di giudicarci gli uni gli altri; pensate invece a non
esser causa di inciampo o di scandalo al fratello.
[14]Io
so, e ne sono persuaso nel Signore Gesù, che nulla è immondo
in se stesso; ma se uno ritiene qualcosa come immondo, per
lui è immondo. [15]Ora se per il tuo cibo il tuo
fratello resta turbato, tu non ti comporti più secondo
carità. Guardati perciò dal rovinare con il tuo cibo uno per
il quale Cristo è morto! [16]Non divenga motivo di
biasimo il bene di cui godete! [17]Il regno di Dio
infatti non è questione di cibo o di bevanda, ma è
giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo: [18]chi
serve il Cristo in queste cose, è bene accetto a Dio e
stimato dagli uomini. [19]Diamoci dunque alle opere
della pace e alla edificazione vicendevole. [20]Non
distruggere l'opera di Dio per una questione di cibo! Tutto
è mondo, d'accordo; ma è male per un uomo mangiare dando
scandalo. [21]Perciò è bene non mangiare carne, né
bere vino, né altra cosa per la quale il tuo fratello possa
scandalizzarsi.
[22]La
fede che possiedi, conservala per te stesso davanti a Dio.
Beato chi non si condanna per ciò che egli approva. [23]Ma
chi è nel dubbio, mangiando si condanna, perché non agisce
per fede; tutto quello, infatti, che non viene dalla fede è
peccato.
Romani - Capitolo 15
[1]Noi
che siamo i forti abbiamo il dovere di sopportare
l'infermità dei deboli, senza compiacere noi stessi. [2]Ciascuno
di noi cerchi di compiacere il prossimo nel bene, per
edificarlo. [3]Cristo infatti non cercò di piacere a
se stesso, ma come sta scritto: gli insulti di coloro che
ti insultano sono caduti sopra di me. [4]Ora,
tutto ciò che è stato scritto prima di noi, è stato scritto
per nostra istruzione, perché in virtù della perseveranza e
della consolazione che ci vengono dalle Scritture teniamo
viva la nostra speranza. [5]E il Dio della
perseveranza e della consolazione vi conceda di avere gli
uni verso gli altri gli stessi sentimenti ad esempio di
Cristo Gesù, [6]perché con un solo animo e una voce
sola rendiate gloria a Dio, Padre del Signore nostro Gesù
Cristo.
[7]Accoglietevi
perciò gli uni gli altri come Cristo accolse voi, per la
gloria di Dio. [8]Dico infatti che Cristo si è fatto
servitore dei circoncisi in favore della veracità di Dio,
per compiere le promesse dei padri; [9]le nazioni
pagane invece glorificano Dio per la sua misericordia, come
sta scritto:
Per questo ti celebrerò tra le nazioni pagane,
e canterò inni al tuo nome.
[10]E
ancora:
Rallegratevi, o nazioni, insieme al suo popolo.
[11]E
di nuovo:
Lodate, nazioni tutte, il Signore;
i popoli tutti lo esaltino.
[12]E
a sua volta Isaia dice:
Spunterà il rampollo di Iesse,
colui che sorgerà a giudicare le nazioni:
in lui le nazioni spereranno.
[13]Il
Dio della speranza vi riempia di ogni gioia e pace nella
fede, perché abbondiate nella speranza per la virtù dello
Spirito Santo.
EPILOGO
Il ministero di Paolo
[14]Fratelli
miei, sono anch'io convinto, per quel che vi riguarda, che
voi pure siete pieni di bontà, colmi di ogni conoscenza e
capaci di correggervi l'un l'altro. [15]Tuttavia vi
ho scritto con un pò di audacia, in qualche parte, come per
ricordarvi quello che gia sapete, a causa della grazia che
mi è stata concessa da parte di Dio [16]di essere un
ministro di Gesù Cristo tra i pagani, esercitando l'ufficio
sacro del vangelo di Dio perché i pagani divengano una
oblazione gradita, santificata dallo Spirito Santo. [17]Questo
è in realtà il mio vanto in Gesù Cristo di fronte a Dio;
[18]non oserei infatti parlare di ciò che Cristo non
avesse operato per mezzo mio per condurre i pagani
all'obbedienza, con parole e opere, [19]con la
potenza di segni e di prodigi, con la potenza dello Spirito.
Così da Gerusalemme e dintorni fino all'Illiria, ho portato
a termine la predicazione del vangelo di Cristo. [20]Ma
mi sono fatto un punto di onore di non annunziare il vangelo
se non dove ancora non era giunto il nome di Cristo, per non
costruire su un fondamento altrui, [21]ma come sta
scritto:
Lo vedranno coloro ai quali non era stato annunziato
e coloro che non ne avevano udito parlare,
comprenderanno.
Progetti di viaggio
[22]Per
questo appunto fui impedito più volte di venire da voi.
[23]Ora però, non trovando più un campo d'azione in
queste regioni e avendo gia da parecchi anni un vivo
desiderio di venire da voi, [24]quando andrò in
Spagna spero, passando, di vedervi, e di esser da voi
aiutato per recarmi in quella regione, dopo avere goduto un
poco della vostra presenza.
[25]Per
il momento vado a Gerusalemme, a rendere un servizio a
quella comunità; [26]la Macedonia e l'Acaia infatti
hanno voluto fare una colletta a favore dei poveri che sono
nella comunità di Gerusalemme. [27]L'hanno voluto
perché sono ad essi debitori: infatti, avendo i pagani
partecipato ai loro beni spirituali, sono in debito di
rendere un servizio sacro nelle loro necessità materiali.
[28]Fatto questo e presentato ufficialmente ad essi
questo frutto, andrò in Spagna passando da voi. [29]E
so che, giungendo presso di voi, verrò con la pienezza della
benedizione di Cristo. [30]Vi esorto perciò,
fratelli, per il Signore nostro Gesù Cristo e l'amore dello
Spirito, a lottare con me nelle preghiere che rivolgete per
me a Dio, [31]perché io sia liberato dagli infedeli
della Giudea e il mio servizio a Gerusalemme torni gradito a
quella comunità, [32]sicché io possa venire da voi
nella gioia, se così vuole Dio, e riposarmi in mezzo a voi.
Il Dio della pace sia con tutti voi. Amen.
Romani - Capitolo 16
Raccomandazioni e saluti
[1]Vi
raccomando Febe, nostra sorella, diaconessa della Chiesa di
Cencre: [2]ricevetela nel Signore, come si conviene
ai credenti, e assistetela in qualunque cosa abbia bisogno;
anch'essa infatti ha protetto molti, e anche me stesso.
[3]Salutate
Prisca e Aquila, miei collaboratori in Cristo Gesù; per
salvarmi la vita essi hanno rischiato la loro testa, [4]e
ad essi non io soltanto sono grato, ma tutte le Chiese dei
Gentili; [5]salutate anche la comunità che si
riunisce nella loro casa.
Salutate il mio caro Epèneto, primizia dell'Asia per Cristo.
[6]Salutate Maria, che ha faticato molto per voi.
[7]Salutate Andronìco e Giunia, miei parenti e compagni
di prigionia; sono degli apostoli insigni che erano in
Cristo gia prima di me. [8]Salutate Ampliato, mio
diletto nel Signore. [9]Salutate Urbano, nostro
collaboratore in Cristo, e il mio caro Stachi. [10]Salutate
Apelle che ha dato buona prova in Cristo. Salutate i
familiari di Aristòbulo. [11]Salutate Erodione, mio
parente. Salutate quelli della casa di Narcìso che sono nel
Signore. [12]Salutate Trifèna e Trifòsa che hanno
lavorato per il Signore. Salutate la carissima Pèrside che
ha lavorato per il Signore. [13]Salutate Rufo, questo
eletto nel Signore, e la madre sua che è anche mia. [14]Salutate
Asìncrito, Flego\'sìnte, Erme, Pàtroba, Erma e i fratelli
che sono con loro. [15]Salutate Filòlogo e Giulia,
Nèreo e sua sorella e Olimpas e tutti i credenti che sono
con loro. [16]Salutatevi gli uni gli altri con il
bacio santo. Vi salutano tutte le chiese di Cristo.
Avvertimento. Primo post-scriptum
[17]Mi
raccomando poi, fratelli, di ben guardarvi da coloro che
provocano divisioni e ostacoli contro la dottrina che avete
appreso: tenetevi lontani da loro. [18]Costoro,
infatti, non servono Cristo nostro Signore, ma il proprio
ventre e con un parlare solenne e lusinghiero ingannano il
cuore dei semplici.
[19]La
fama della vostra obbedienza è giunta dovunque; mentre
quindi mi rallegro di voi, voglio che siate saggi nel bene e
immuni dal male. [20]Il Dio della pace stritolerà ben
presto satana sotto i vostri piedi. La grazia del Signor
nostro Gesù Cristo sia con voi.
Ultimi saluti. Secondo post-scriptum
[21]Vi
saluta Timòteo mio collaboratore, e con lui Lucio, Giasone,
Sosìpatro, miei parenti. [22]Vi saluto nel Signore
anch'io, Terzo, che ho scritto la lettera. [23]Vi
saluta Gaio, che ospita me e tutta la comunità. Vi salutano
Erasto, tesoriere della città, e il fratello Quarto.
Dossologia
[25]A
colui che ha il potere di confermarvi
secondo il vangelo che io annunzio e il messaggio di
Gesù Cristo,
secondo la rivelazione del mistero taciuto per secoli
eterni,
[26]ma rivelato ora e annunziato mediante le
scritture
profetiche,
per ordine dell'eterno Dio, a tutte le genti
perché obbediscano alla fede,
[27]a Dio che solo è sapiente,
per mezzo di Gesù Cristo,
la gloria nei secoli dei secoli. Amen. |