Capitoli
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Maccabei 1 - Capitolo
1
I.
PREAMBOLO
Alessandro e i Diadochi
[1]Queste
cose avvennero dopo che Alessandro il Macedone, figlio di
Filippo, uscito dalla regione dei Kittim sconfisse Dario, re
dei Persiani e dei Medi, e regnò al suo posto, cominciando
dalla Grecia. [2]Intraprese molte guerre, si
impadronì di fortezze e uccise i re della terra; [3]arrivò
sino ai confini della terra e raccolse le spoglie di molti
popoli. La terra si ridusse al silenzio davanti a lui; il
suo cuore si esaltò e si gonfiò di orgoglio. [4]Radunò
forze ingenti e conquistò regioni, popoli e principi, che
divennero suoi tributari. [5]Dopo questo cadde
ammalato e comprese che stava per morire. [6]Allora
chiamò i suoi luogotenenti più importanti, che erano
cresciuti con lui fin dalla giovinezza e mentre era ancora
vivo divise tra di loro il suo impero. [7]Regnò
dunque Alessandro dodici anni e morì. [8]I suoi
subalterni assunsero il potere, ognuno nella sua regione;
[9]dopo la sua morte tutti cinsero il diadema e dopo di
loro i loro figli per molti anni e si moltiplicarono i mali
sulla terra.
Antioco
Epifane e la penetrazione dell'ellenismo in Israele
[10]Uscì
da quelli una radice perversa, Antioco Epìfane, figlio del
re Antioco che era stato ostaggio a Roma, e assunse il regno
nell'anno centotrentasette del dominio dei Greci. [11]In
quei giorni sorsero da Israele figli empi che persuasero
molti dicendo: «Andiamo e facciamo lega con le nazioni che
ci stanno attorno, perché da quando ci siamo separati da
loro, ci sono capitati molti mali». [12]Parve ottimo
ai loro occhi questo ragionamento; [13]alcuni del
popolo presero l'iniziativa e andarono dal re, che diede
loro facoltà di introdurre le istituzioni dei pagani.
[14]Essi costruirono una palestra in Gerusalemme secondo
le usanze dei pagani [15]e cancellarono i segni della
circoncisione e si allontanarono dalla santa alleanza; si
unirono alle nazioni pagane e si vendettero per fare il
male.
Prima
campagna egiziana e saccheggio del tempio
[16]Quando
il regno fu consolidato in mano di Antioco, egli volle
conquistare l'Egitto per dominare due regni: [17]entrò
nell'Egitto con un esercito imponente, con carri ed
elefanti, con la cavalleria e una grande flotta [18]e
venne a battaglia con Tolomeo re di Egitto. Tolomeo fu
travolto davanti a lui e dovette fuggire e molti caddero
colpiti a morte. [19]Espugnarono le fortezze
dell'Egitto e Antioco saccheggiò il paese di Egitto.
[20]Ritornò
quindi Antioco dopo aver sconfitto l'Egitto nell'anno
centoquarantatrè, si diresse contro Israele e mosse contro
Gerusalemme con forze ingenti. [21]Entrò con
arroganza nel santuario e ne asportò l'altare d'oro e il
candelabro dei lumi con tutti i suoi arredi [22]e la
tavola dell'offerta e i vasi per le libazioni, le coppe e
gli incensieri d'oro, il velo, le corone e i fregi d'oro
della facciata del tempio e lo sguarnì tutto; [23]si
impadronì dell'argento e dell'oro e d'ogni oggetto pregiato
e asportò i tesori nascosti che riuscì a trovare; [24]quindi,
raccolta ogni cosa, fece ritorno nella sua regione. Fece
anche molte stragi e parlò con grande arroganza.
[25]Allora
vi fu lutto grande per gli Israeliti
in ogni loro regione.
[26]Gemettero i capi e gli anziani,
le vergini e i giovani persero vigore
e la bellezza delle donne svanì.
[27]Ogni sposo levò il suo lamento
e la sposa nel talamo fu in lutto.
[28]Tremò la terra per i suoi abitanti
e tutta la casa di Giacobbe si
vestì di vergogna.
Intervento del sovrintendente e fortificazioni della città
di Davide
[29]Due
anni dopo, il re mandò alle città di Giuda un sovrintendente
ai tributi. Egli venne in Gerusalemme con ingenti forze
[30]e rivolse loro con perfidia parole di pace ed essi
gli prestarono fede. Ma all'improvviso piombò sulla città,
le inflisse colpi crudeli e mise a morte molta gente in
Israele. [31]Mise a sacco la città, la diede alle
fiamme e distrusse le sue abitazioni e le mura intorno.
[32]Trassero in schiavitù le donne e i bambini e si
impossessarono dei greggi. [33]Poi costruirono
attorno alla città di Davide un muro grande e massiccio, con
torri solidissime, e questa divenne per loro una fortezza.
[34]Vi stabilirono una razza empia, uomini
scellerati, che si fortificarono dentro, [35]vi
collocarono armi e vettovaglie e, radunato il bottino di
Gerusalemme, lo depositarono colà e divennero come una
grande trappola; [36]questo fu un'insidia per il
santuario e un avversario maligno per Israele in ogni
momento
[37]Versarono
sangue innocente intorno al santuario
e profanarono il luogo santo.
[38]Fuggirono gli abitanti di Gerusalemme a causa
loro
e la città divenne abitazione di stranieri;
divenne straniera alla sua gente
e i suoi figli l'abbandonarono.
[39]Il suo santuario fu desolato come il deserto,
le sue feste si mutarono in lutto,
i suoi sabati in vergogna
il suo onore in disprezzo.
[40]Quanta era stata la sua gloria
altrettanto fu il suo disonore
e il suo splendore si cambiò in lutto.
Diffusione dei culti pagani
[41]Poi
il re prescrisse con decreto a tutto il suo regno, che tutti
formassero un sol popolo [42]e ciascuno abbandonasse
le proprie leggi. Tutti i popoli consentirono a fare secondo
gli ordini del re. [43]Anche molti Israeliti
accettarono di servirlo e sacrificarono agli idoli e
profanarono il sabato. [44]Il re spedì ancora decreti
per mezzo di messaggeri a Gerusalemme e alle città di Giuda,
ordinando di seguire usanze straniere al loro paese, [45]di
far cessare nel tempio gli olocausti, i sacrifici e le
libazioni, di profanare i sabati e le feste [46]e di
contaminare il santuario e i fedeli, [47]di innalzare
altari, templi ed edicole e sacrificare carni suine e
animali immondi, [48]di lasciare che i propri figli,
non circoncisi, si contaminassero con ogni impurità e
profanazione, [49]così da dimenticare la legge e
mutare ogni istituzione, [50]pena la morte a chiunque
non avesse agito secondo gli ordini del re. [51]Secondo
questi ordini scrisse a tutto il regno, stabilì ispettori su
tutto il popolo e intimò alle città di Giuda di sacrificare
città per città. [52]Anche molti del popolo si
unirono a loro, tutti i traditori della legge, e commisero
il male nella regione [53]e ridussero Israele a
nascondersi in ogni possibile rifugio.
[54]Nell'anno
centoquarantacinque, il quindici di Casleu il re innalzò
sull'altare un idolo. Anche nelle città vicine di Giuda
eressero altari [55]e bruciarono incenso sulle porte
delle case e nelle piazze. [56]Stracciavano i libri
della legge che riuscivano a trovare e li gettavano nel
fuoco. [57]Se qualcuno veniva trovato in possesso di
una copia del libro dell'alleanza o ardiva obbedire alla
legge, la sentenza del re lo condannava a morte. [58]Con
prepotenza trattavano gli Israeliti che venivano scoperti
ogni mese nella città [59]e specialmente al
venticinque del mese, quando sacrificavano sull'ara che era
sopra l'altare dei sacrifici. [60]Mettevano a morte,
secondo gli ordini, le donne che avevano fatto circoncidere
i loro figli, [61]con i bambini appesi al collo e con
i familiari e quelli che li avevano circoncisi. [62]Tuttavia
molti in Israele si fecero forza e animo a vicenda per non
mangiare cibi immondi [63]e preferirono morire pur di
non contaminarsi con quei cibi e non disonorare la santa
alleanza; così appunto morirono. [64]Sopra Israele fu
così scatenata un'ira veramente grande.
Maccabei 1 - Capitolo
2
II.
MATTATIA SCATENA LA GUERRA SANTA
Mattatia
e i suoi figli
[1]In
quei giorni Mattatia figlio di Giovanni, figlio di Simone,
sacerdote della stirpe di Ioarìb, partì da Gerusalemme e
venne a stabilirsi a Modin. [2]Egli aveva cinque
figli: Giovanni chiamato anche Gaddi, [3]Simeone
chiamato Tassi, [4]Giuda chiamato Maccabeo, [5]Eleàzaro
chiamato Auaran, Giònata chiamato Affus. [6]Viste le
empietà che si commettevano in Giuda e Gerusalemme, [7]disse:
«Ohimè! perché mai sono nato per vedere lo strazio del mio
popolo e lo strazio della città santa e debbo sedere qui
mentre essa è in balìa dei nemici e il santuario in mano
agli stranieri?
[8]Il
suo tempio è diventato come un uomo ignobile,
[9]gli ornamenti della sua gloria sono stati portati
via come preda,
sono stati sgozzati i suoi bambini nelle piazze
e i giovinetti dalla spada nemica.
[10]Qual popolo non ha invaso il suo regno
e non si è impadronito delle sue spoglie?
[11]Ogni ornamento le è stato strappato,
da padrona è diventata schiava.
[12]Ecco, le nostre cose sante,
la nostra bellezza, la nostra gloria
sono state devastate,
le hanno profanate i pagani.
[13]Perché vivere ancora?».
[14]Mattatia
e i suoi figli si stracciarono le vesti, si vestirono di
sacco e si misero in grande lutto.
La prova
del sacrificio a Modin
[15]Ora
vennero nella città di Modin i messaggeri del re, incaricati
di costringere all'apostasia e a far sacrificare. [16]Molti
Israeliti andarono da loro; invece Mattatia e i suoi figli
si raccolsero in disparte. [17]I messaggeri del re si
rivolsero a Mattatia e gli dissero: «Tu sei uomo autorevole
e stimato e grande in questa città e sei sostenuto da figli
e fratelli; [18]su, fatti avanti per primo e adempi
il comando del re, come hanno fatto tutti i popoli e gli
uomini di Giuda e quelli rimasti in Gerusalemme; così
passerai tu e i tuoi figli nel numero degli amici del re e
tu e i tuoi figli avrete in premio oro e argento e doni in
quantità». [19]Ma Mattatia rispose a gran voce:
«Anche se tutti i popoli nei domini del re lo ascolteranno e
ognuno si staccherà dal culto dei suoi padri e vorranno
tutti aderire alle sue richieste, [20]io, i miei
figli e i miei fratelli cammineremo nell'alleanza dei nostri
padri; [21]ci guardi il Signore dall'abbandonare la
legge e le tradizioni; [22]non ascolteremo gli ordini
del re per deviare dalla nostra religione a destra o a
sinistra». [23]Terminate queste parole, si avvicinò
un Giudeo alla vista di tutti per sacrificare sull'altare in
Modin secondo il decreto del re. [24]Ciò vedendo
Mattatia arse di zelo; fremettero le sue viscere ed egli
ribollì di giusto sdegno. Fattosi avanti di corsa, lo uccise
sull'altare; [25]uccise nel medesimo tempo il
messaggero del re, che costringeva a sacrificare, e
distrusse l'altare. [26]Egli agiva per zelo verso la
legge come aveva fatto Pincas con Zambri figlio di Salom.
[27]La voce di Mattatia tuonò nella città: «Chiunque ha
zelo per la legge e vuol difendere l'alleanza mi segua!».
[28]Fuggì con i suoi figli tra i monti, abbandonando in
città quanto avevano.
La prova
del sabato nel deserto
[29]Allora
molti che ricercavano la giustizia e il diritto scesero per
dimorare nel deserto [30]con i loro figli, le loro
mogli e i greggi, perché si erano addensati i mali sopra di
essi. [31]Fu riferito agli uomini del re e alle
milizie che stavano in Gerusalemme, nella città di Davide,
che si erano raccolti laggiù in luoghi nascosti del deserto
uomini che avevano stracciato l'editto del re. [32]Molti
corsero ad inseguirli, li raggiunsero, si accamparono di
fronte a loro e si prepararono a dar battaglia in giorno di
sabato. [33]Dicevano loro: «Basta ormai; uscite,
obbedite ai comandi del re e avrete salva la vita». [34]Ma
quelli risposero: «Non usciremo, né seguiremo gli ordini del
re, profanando il giorno del sabato». [35]Quelli si
precipitarono all'assalto contro di loro. [36]Ma essi
non risposero, né lanciarono pietra, né ostruirono i
nascondigli, [37]protestando: «Moriamo tutti nella
nostra innocenza. Testimoniano per noi il cielo e la terra
che ci fate morire ingiustamente». [38]Così quelli
mossero contro di loro a battaglia di sabato: essi morirono
con le mogli e i figli e i loro greggi, in numero di circa
mille persone.
Attività
di Mattatia e del suo partito
[39]Quando
Mattatia e i suoi amici lo seppero, ne fecero gran pianto.
[40]Poi dissero tra di loro: «Se faremo tutti come
hanno fatto i nostri fratelli e non combatteremo contro i
pagani per la nostra vita e per le nostre leggi, ci faranno
sparire in breve dalla terra». [41]Presero in quel
giorno questa decisione: «Noi combatteremo contro chiunque
venga a darci battaglia in giorno di sabato e non moriremo
tutti come sono morti i nostri fratelli nei nascondigli».
[42]In
quel tempo si unì con loro un gruppo degli Asidei, i forti
d'Israele, e quanti volevano mettersi a disposizione della
legge; [43]inoltre quanti fuggivano davanti alle
sventure si univano a loro e divenivano loro rinforzo.
[44]Così organizzarono un contingente di forze e
percossero con ira i peccatori e gli uomini empi con furore;
gli scampati fuggirono tra i pagani per salvarsi. [45]Mattatia
poi e i suoi amici andarono in giro a demolire gli altari
[46]e fecero circoncidere a forza tutti i bambini non
circoncisi che trovarono nel territorio d'Israele; [47]non
diedero tregua agli orgogliosi e l'impresa ebbe buona
riuscita nelle loro mani; [48]difesero la legge dalla
prepotenza dei popoli e dei re e non la diedero vinta ai
peccatori.
Testamento e morte di Mattatia
[49]Intanto
si avvicinava per Mattatia l'ora della morte ed egli disse
ai figli: «Ora domina la superbia e l'ingiustizia, è il
tempo della distruzione e dell'ira rabbiosa. [50]Ora,
figli, mostrate zelo per la legge e date la vostra vita per
l'alleanza dei nostri padri. [51]Ricordate le gesta
compiute dai nostri padri ai loro tempi e ne trarrete gloria
insigne e nome eterno. [52]Abramo non fu trovato
forse fedele nella tentazione e non gli fu ciò accreditato a
giustizia? [53]Giuseppe nell'ora dell'oppressione
osservò il precetto e divenne signore dell'Egitto. [54]Pincas
nostro padre per lo zelo dimostrato conseguì l'alleanza del
sacerdozio perenne. [55]Giosuè, obbedendo alla divina
parola, divenne giudice in Israele. [56]Caleb,
testimoniando nell'adunanza, ebbe in sorte parte del nostro
paese. [57]Davide per la sua pietà ottenne il trono
del regno per sempre. [58]Elia, poiché aveva
dimostrato zelo ardente per la legge, fu assunto in cielo.
[59]Anania, Azaria e Misaele per la loro fede furono
salvati dalla fiamma. [60]Daniele nella sua innocenza
fu sottratto alle fauci dei leoni. [61]Così, di
seguito, considerate di generazione in generazione che
quanti hanno fiducia in lui non soccombono. [62]Non
abbiate paura delle parole dell'empio, perché la sua gloria
andrà a finire ai rifiuti e ai vermi; [63]oggi è
esaltato, domani non si trova più, perché ritorna alla sua
polvere e i suoi calcoli falliscono. [64]Figli, siate
valorosi e forti nella legge, perché in questa sarete
glorificati. [65]Ecco qui vostro fratello Simone, che
io so uomo saggio: ascoltatelo sempre, egli sarà vostro
padre. [66]Giuda Maccabeo, forte guerriero dalla sua
gioventù, sarà capo del vostro esercito e condurrà la
battaglia contro i pagani. [67]Voi, dunque, radunate
intorno a voi quanti praticano la legge e vendicate il
vostro popolo; [68]rendete il meritato castigo ai
pagani e applicatevi all'ordinamento della legge». [69]Poi
li benedisse e si riunì ai suoi padri. [70]Morì
nell'anno centoquarantasei e fu sepolto nella tomba dei suoi
padri in Modin; tutto Israele fece grande pianto su di lui.
Maccabei 1 - Capitolo
3
III.
GIUDA MACCABEO CAPO DEI GIUDEI (166-160 a.C.)
Elogio di
Giuda Maccabeo
[1]Al
suo posto sorse il figlio di lui Giuda, chiamato Maccabeo;
[2]lo aiutavano tutti i fratelli e quanti si erano
legati al padre e conducevano la battaglia d'Israele con
entusiasmo.
[3]Egli
accrebbe la gloria del suo popolo,
rivestì la corazza come gigante,
cinse l'armatura di guerra
e impegnò battaglia
difendendo il campo con la spada.
[4]Nelle sue gesta fu simile a leone,
come leoncello ruggente sulla preda.
[5]Inseguì gli empi braccandoli;
i perturbatori del popolo distrusse con il fuoco.
[6]Gli empi sbigottirono per paura di lui
e tutti i malfattori furono confusi
e si avviò la salvezza per mano di lui.
[7]Inflisse amarezze a molti re,
rallegrò con le sue gesta Giacobbe;
sempre la sua memoria sarà benedetta.
[8]Egli passò per le città di Giuda
e vi disperse gli empi
e distolse l'ira da Israele.
[9]Divenne celebre fino all'estremità della terra
perché radunò coloro che erano sperduti.
Primi
successi di Giuda
[10]Apollonio
radunò dei pagani e un forte esercito dalla Samaria per
combattere Israele. [11]Giuda lo seppe e avanzò
contro di lui, lo sconfisse e lo uccise; molti caddero
colpiti a morte e i superstiti fuggirono. [12]Così si
impadronirono delle loro spoglie e Giuda si riservò la spada
di Apollonio e l'adoperò in guerra per tutto il tempo della
sua vita. [13]Quando Seron, comandante delle forze di
Siria, seppe che Giuda aveva radunato un contingente e c'era
con lui uno stuolo di fedeli e uomini preparati alla guerra,
[14]disse: «Mi farò un nome e mi coprirò di gloria
nel regno combattendo Giuda e i suoi uomini che hanno
disprezzato gli ordini del re». [15]Fece i
preparativi e si unì a lui un forte gruppo di empi per
aiutarlo a vendicarsi degli Israeliti. [16]Si spinse
fino alla salita di Bet-Coròn e Giuda gli andò incontro con
piccola schiera. [17]Ma come videro lo schieramento
avanzare contro di loro, dissero a Giuda: «Come faremo noi
così pochi ad attaccar battaglia contro una moltitudine così
forte? Oltre tutto, siamo rimasti oggi senza mangiare».
[18]Giuda rispose: «Non è impossibile che molti cadano
in mano a pochi e non c'è differenza per il Cielo tra il
salvare per mezzo di molti e il salvare per mezzo di pochi;
[19]perché la vittoria in guerra non dipende dalla
moltitudine delle forze, ma è dal Cielo che viene l'aiuto.
[20]Costoro vengono contro di noi pieni d'insolenza e
di empietà per eliminare noi, le nostre mogli e i nostri
figli e saccheggiarci; [21]noi combattiamo per la
nostra vita e le nostre leggi. [22]Sarà lui a
stritolarli davanti a noi. Voi dunque non temeteli». [23]Quando
ebbe finito di parlare, piombò su di loro all'improvviso e
Seron con il suo schieramento fu sgominato davanti a lui;
[24]lo inseguirono nella discesa di Bet-Coròn fino alla
pianura. Di essi caddero circa ottocento uomini, gli altri
fuggirono nella regione dei Filistei. [25]Così
cominciò a diffondersi il timore di Giuda e dei suoi
fratelli e le genti intorno furon prese da terrore. [26]La
fama di lui giunse fino al re e delle sue imprese militari
parlavano le genti.
Preparativi di Antioco contro la Persia e la Giudea.
Reggenza di Lisia
[27]Quando
il re Antioco seppe queste cose, si adirò furiosamente e
diede ordine di radunare tutte le forze militari del suo
regno: un esercito grande e potente. [28]Aprì
l'erario e diede alle truppe il soldo per un anno, ordinando
loro di star pronti per ogni evenienza. [29]Ma si
accorse che non bastavano le riserve del suo tesoro e che le
entrate del paese erano poche a causa delle rivolte e delle
rovine che aveva provocato nella regione per estirpare le
tradizioni che erano in vigore dai tempi antichi; [30]temette
di non poter disporre, come altre volte in passato, delle
risorse per le spese e i doni, che faceva con mano prodiga,
superando i re precedenti. [31]Allora si sentì
grandemente angustiato e prese la decisione di invadere la
Persia, per riscuotere i tributi di quelle province e
ammassare molto denaro. [32]Lasciò Lisia, uomo
illustre e di stirpe regia, alla direzione degli affari del
re dall'Eufrate fino ai confini dell'Egitto [33]e con
l'incarico di curare l'educazione del figlio Antioco fino al
suo ritorno. [34]A lui affidò metà dell'esercito e
gli elefanti e gli diede istruzioni per tutte le cose che
voleva fossero eseguite; riguardo agli abitanti della Giudea
e di Gerusalemme, [35]gli ordinò di mandare contro di
loro milizie per distruggere ed eliminare le forze d'Israele
e quanto restava in Gerusalemme e cancellare il loro ricordo
dalla regione; [36]di trasferire degli stranieri su
tutti i loro monti e di distribuire le loro terre. [37]Il
re poi prese l'altra metà dell'esercito e partì da
Antiochia, la capitale del suo regno, nell'anno
centoquarantasette; passò l'Eufrate e percorse le regioni
settentrionali.
Gorgia e
Nicanore conducono in Giudea l'esercito di Siria
[38]Allora
Lisia scelse Tolomeo, figlio di Dorìmene, Nicànore e Gorgia,
uomini potenti tra gli amici del re [39]e spedì ai
loro ordini quarantamila uomini e settemila cavalli nel
paese di Giuda per devastarlo secondo il comando del re.
[40]Questi partirono con tutte le truppe e andarono ad
accamparsi vicino ad Emmaus nella pianura. [41]I
mercanti della regione ne ebbero notizia e si rifornirono
molto di oro e di argento e di catene e vennero presso
l'accampamento per acquistare come schiavi gli Israeliti. A
quelle truppe si aggiunsero forze della Siria e di paesi
stranieri. [42]Giuda e i suoi fratelli videro che i
mali si erano aggravati e che l'esercito era accampato nel
loro territorio e vennero a conoscenza che il re aveva
ordinato di attuare la distruzione totale del loro popolo.
[43]Allora si dissero l'un l'altro: «Facciamo
risorgere il popolo dalla sua rovina e combattiamo per il
nostro popolo e per i nostri luoghi santi». [44]Si
radunò l'assemblea per prepararsi alla battaglia e per
pregare e chiedere pietà e misericordia.
[45]Gerusalemme
era disabitata come un deserto,
nessuno dei suoi figli vi entrava o ne usciva,
il santuario era calpestato,
gli stranieri erano nella fortezza dell'Acra,
soggiorno dei pagani.
La gioia era sparita da Giacobbe,
erano scomparsi il flauto e la cetra.
Riunione
dei Giudei a Masfa
[46]Si
radunarono dunque e vennero in Masfa di fronte a
Gerusalemme, perché nei tempi antichi Masfa era stato luogo
di preghiera in Israele. [47]In quel giorno
digiunarono e si vestirono di sacco, si sparsero la cenere
sul capo e si stracciarono le vesti. [48]Aprirono il
libro della legge per scoprirvi quanto i pagani cercavano di
sapere dagli idoli dei loro dei. [49]Portarono le
vesti sacerdotali, le primizie e le decime e fecero venire
avanti i Nazirei, che avevano compiuto i giorni del loro
voto, [50]e alzarono la voce al cielo gridando: «Che
faremo di costoro e dove li condurremo, [51]mentre il
tuo santuario è conculcato e profanato e i tuoi sacerdoti
sono in lutto e desolazione? [52]Ecco i pagani si
sono alleati contro di noi per distruggerci; tu sai quello
che vanno macchinando contro di noi. [53]Come potremo
resistere di fronte a loro, se tu non ci aiuterai?». [54]Diedero
fiato alle trombe e gridarono a gran voce. [55]Dopo
questo, Giuda stabilì i condottieri del popolo, i comandanti
di mille, di cento, di cinquanta e di dieci uomini. [56]Disse
a coloro che costruivano case o che stavano per prendere
moglie, a quelli che piantavano la vigna o che erano
paurosi, di tornare a casa loro, secondo la legge. [57]Poi
levò il campo e si disposero a mezzogiorno di Emmaus.
[58]Giuda ordinò: «Cingetevi e siate forti e state
preparati per l'alba di domani a dar battaglia a questi
stranieri che si sono alleati per distruggere noi e il
nostro santuario. [59]Del resto è meglio per noi
morire in battaglia che vedere poi la rovina della nostra
gente e del santuario. [60]Il Cielo farà succedere
gli avvenimenti secondo quanto è stabilito lassù».
Maccabei 1 - Capitolo
4
La
battaglia di Emmaus
[1]Gorgia
prese allora cinquemila uomini e mille cavalli scelti e si
levò il campo di notte [2]per sorprendere il campo
dei Giudei e annientarli all'improvviso; gli uomini
dell'Acra gli facevano da guida. [3]Ma Giuda lo venne
a sapere e mosse anche lui con i suoi valorosi per assalire
le forze del re che sostavano in Emmaus, [4]mentre i
soldati erano ancora dispersi fuori del campo. [5]Gorgia
giunse al campo di Giuda di notte e non vi trovò nessuno; li
andava cercando sui monti dicendo: «Costoro ci sfuggono».
[6]Fattosi giorno, Giuda apparve nella pianura con
tremila uomini; non avevano però né corazze né spade come
avrebbero voluto. [7]Videro l'accampamento dei pagani
difeso e fortificato e la cavalleria disposta intorno e
tutti esperti nella guerra. [8]Ma Giuda disse ai suoi
uomini: «Non temete il loro numero, né abbiate paura dei
loro assalti; [9]ricordate come i nostri padri furono
salvati nel Mare Rosso, quando il faraone li inseguiva con
l'esercito. [10]Alziamo la nostra voce al Cielo,
perché ci usi benevolenza e si ricordi dell'alleanza con i
nostri padri e voglia sconfiggere questo schieramento
davanti a noi oggi; [11]si accorgeranno tutti i
popoli che c'è uno che riscatta e salva Israele». [12]Gli
stranieri alzarono gli occhi e videro che quelli venivano
loro incontro; [13]così uscirono dagli accampamenti
per dar battaglia. Gli uomini di Giuda diedero fiato alle
trombe [14]e attaccarono. I pagani furono sconfitti e
fuggirono verso la pianura, [15]ma quelli che erano
più indietro caddero tutti uccisi di spada. Li inseguirono
fino a Ghezer e fino alle pianure dell'Idumea e di Asdod e
di Iamnia; ne furono uccisi circa tremila. [16]Quando
Giuda e i suoi armati tornarono dal loro inseguimento,
[17]egli disse alla sua gente: «Non siate avidi delle
spoglie, perché ci attende ancora la battaglia. Gorgia e il
suo esercito è sul monte vicino a noi; [18]ora voi
state pronti ad opporvi ai nemici e a combatterli; in
seguito farete tranquillamente bottino». [19]Aveva
appena finito di parlare, quando apparve un reparto che
spiava dal monte. [20]Avevano visto infatti che i
loro erano stati sconfitti e gli altri incendiavano il
campo: il fumo che si scorgeva segnalava l'accaduto. [21]Ed
essi a quello spettacolo si sgomentarono grandemente;
vedendo inoltre giù nella pianura lo schieramento di Giuda
pronto all'attacco, [22]fuggirono tutti nel
territorio dei Filistei. [23]Allora Giuda ritornò a
depredare il campo e raccolsero oro e argento in quantità e
stoffe tinte di porpora viola e porpora marina e grandi
ricchezze. [24]Di ritorno cantavano e innalzavano
benedizioni al cielo «perché egli è buono e la sua grazia
dura sempre». [25]Fu quello un giorno di grande
liberazione in Israele.
[26]Quanti
degli stranieri erano scampati, presentandosi a Lisia, gli
narrarono tutto quello che era accaduto. [27]Egli
sentendo ciò, fu preso da turbamento e scoraggiamento,
perché le cose in Israele non erano andate come egli voleva
e l'esito non era stato secondo gli ordini del re.
Prima
campagna di Lisia
[28]Perciò
l'anno dopo mise insieme sessantamila uomini scelti e
cinquemila cavalli per combattere contro di loro. [29]Vennero
nell'Idumea e si accamparono in Bet-Zur. Giuda mosse contro
di essi con diecimila uomini. [30]Quando vide
l'imponente accampamento, innalzò questa preghiera:
«Benedetto sei tu, o salvatore d'Israele, tu che hai
fiaccato l'impeto del potente per mezzo del tuo servo Davide
e hai fatto cadere l'esercito degli stranieri nelle mani di
Giònata, figlio di Saul e del suo scudiero; [31]fà
cadere ancora nello stesso modo questo esercito nelle mani
di Israele tuo popolo e fà ricadere l'obbrobrio sul loro
esercito e sulla loro cavalleria; [32]infondi in loro
timore e spezza l'audacia della loro forza, siano travolti
nella loro rovina. [33]Abbattili con la spada dei
tuoi devoti; ti lodino con canti tutti coloro che
riconoscono il tuo nome». [34]Poi sferrarono
l'attacco da una parte e dall'altra e caddero davanti ai
Giudei circa cinquemila uomini del campo di Lisia. [35]Vedendo
Lisia lo scompiglio delle sue file, mentre alle schiere di
Giuda cresceva il coraggio ed erano pronti a vivere o a
morire gloriosamente, se ne tornò in Antiochia dove assoldò
mercenari in maggior numero per venire di nuovo in Giudea.
Purificazione e dedicazione del tempio
[36]Giuda
intanto e i suoi fratelli dissero: «Ecco sono stati
sconfitti i nostri nemici: andiamo a purificare il santuario
e a riconsacrarlo». [37]Così si radunò tutto
l'esercito e salirono al monte Sion. [38]Trovarono il
santuario desolato, l'altare profanato, le porte arse e
cresciute le erbe nei cortili come in un luogo selvatico o
montuoso, e gli appartamenti sacri in rovina. [39]Allora
si stracciarono le vesti, fecero grande pianto, si
cosparsero di cenere, [40]si prostrarono con la
faccia a terra, fecero dare i segnali con le trombe e
alzarono grida al Cielo. [41]Giuda ordinò ai suoi
uomini di tenere impegnati quelli dell'Acra, finché non
avesse purificato il santuario. [42]Poi scelse
sacerdoti incensurati, osservanti della legge, [43]i
quali purificarono il santuario e portarono le pietre
profanate in luogo immondo. [44]Tennero consiglio per
decidere che cosa fare circa l'altare degli olocausti, che
era stato profanato. [45]Vennero nella felice
determinazione di demolirlo, perché non fosse loro di
vergogna, essendo stato profanato dai pagani. Demolirono
dunque l'altare [46]e riposero le pietre sul monte
del tempio in luogo conveniente finché fosse comparso un
profeta a decidere di esse. [47]Poi presero pietre
grezze secondo la legge ed edificarono un altare nuovo come
quello di prima; [48]restaurarono il santuario e
consacrarono l'interno del tempio e i cortili; [49]rifecero
gli arredi sacri e collocarono il candelabro e l'altare
degli incensi e la tavola nel tempio. [50]Poi
bruciarono incenso sull'altare e accesero sul candelabro le
lampade che splendettero nel tempio. [51]Posero
ancora i pani sulla tavola e stesero le cortine. Così
portarono a termine le opere intraprese. [52]Si
radunarono il mattino del venticinque del nono mese, cioè il
mese di Casleu, nell'anno centoquarantotto, [53]e
offrirono il sacrificio secondo la legge sull'altare degli
olocausti che avevano rinnovato. [54]Nella stessa
stagione e nello stesso giorno in cui l'avevano profanato i
pagani, fu riconsacrato fra canti e suoni di cetre e arpe e
cembali. [55]Tutto il popolo si prostrò con la faccia
a terra e adorarono e benedissero il Cielo che era stato
loro propizio. [56]Celebrarono la dedicazione
dell'altare per otto giorni e offrirono olocausti con gioia
e sacrificarono vittime di ringraziamento e di lode. [57]Poi
ornarono la facciata del tempio con corone d'oro e piccoli
scudi. Rifecero i portoni e le camere e vi misero le porte.
[58]Vi fu gioia molto grande in mezzo al popolo,
perché era stata cancellata la vergogna dei pagani. [59]Poi
Giuda e i suoi fratelli e tutta l'assemblea d'Israele
stabilirono che si celebrassero i giorni della dedicazione
dell'altare nella loro ricorrenza, ogni anno, per otto
giorni, cominciando dal venticinque del mese di Casleu, con
gioia e letizia. [60]Edificarono in quel tempo
intorno al monte Sion mura alte e torri solide, perché i
pagani non tornassero a calpestarlo come avevano fatto la
prima volta. [61]Vi stabilì un contingente per
presidiarlo e fortificò il presidio di Bet-Zur perché il
popolo avesse una difesa contro l'Idumea.
Maccabei 1 - Capitolo
5
Spedizione contro gli Idumei e gli Ammoniti
[1]I
popoli vicini, quando sentirono che era stato ricostruito
l'altare e rinnovato il santuario come prima, fremettero di
rabbia [2]e decisero di eliminare quelli della stirpe
di Giacobbe che si trovavano in mezzo a loro e cominciarono
a uccidere e sopprimere gente in mezzo al popolo. [3]Allora
Giuda mosse guerra ai figli di Esaù nell'Idumea e nella
Acrabattene, perché assediavano Israele; inflisse loro un
grave colpo e li umiliò e si impadronì delle loro spoglie.
[4]Si ricordò poi della perfidia dei figli di Bean,
che erano stati di laccio e inciampo per il popolo tendendo
insidie nelle vie. [5]Pressati da lui si rinchiusero
nelle torri ed egli si accampò contro di loro, li votò allo
sterminio e diede fuoco alle torri di quella città con
quanti vi stavano. [6]Poi passò contro gli Ammoniti e
vi trovò un forte contingente e un popolo numeroso al
comando di Timòteo. [7]Organizzò contro di loro molte
azioni di guerra e furono sconfitti e annientati. [8]Conquistò
anche Iazer e i suoi sobborghi e ritornò in Giudea.
Preliminari delle campagne in Galilea e in Galaad
[9]Si
allearono allora i pagani di Gàlaad contro gli Israeliti che
erano nel loro territorio per eliminarli, ma questi
fuggirono a Dàtema, nella fortezza, [10]e scrissero
questa lettera a Giuda e ai suoi fratelli: «Sono riuniti
contro di noi i popoli vicini per eliminarci [11]e si
preparano a venire a espugnare la fortezza ove siamo
rifugiati; Timòteo è a capo del loro esercito. [12]Su,
vieni a liberarci dalle mani di costoro, perché si è
precipitata su di noi una moltitudine: [13]tutti i
nostri fratelli che erano nel territorio di Tobia sono stati
messi a morte, sono state condotte in schiavitù le loro
mogli con i figli e gli averi e sono periti circa un
migliaio di uomini».
[14]Stavano
ancora leggendo la lettera ed ecco presentarsi altri
messaggeri dalla Galilea con le vesti stracciate portando
notizie simili. [15]Dicevano che si erano uniti
contro di loro gli abitanti di Tolemàide, Tiro e Sidòne e
tutta la parte pagana della Galilea per distruggerli.
[16]Quando Giuda e il popolo ebbero udito queste cose,
si raccolse una grande assemblea per decidere che cosa fare
per i loro fratelli posti nella tribolazione e attaccati dai
pagani. [17]Giuda disse a Simone suo fratello:
«Scegliti degli uomini e corri a liberare i tuoi fratelli
della Galilea; io e mio fratello Giònata andremo nella
regione di Gàlaad». [18]Lasciò Giuseppe figlio di
Zaccaria e Azaria capo del popolo, con il resto delle forze
a presidiare la Giudea, [19]dando loro questa
consegna: «Governate questo popolo, ma non attaccate
battaglia contro i pagani fino al nostro ritorno». [20]Furono
assegnati a Simone tremila uomini per la spedizione in
Galilea, a Giuda ottomila uomini per la regione di Gàlaad.
Spedizioni in Galilea e in Galaad
[21]Simone
si recò in Galilea e sferrò molti attacchi contro i pagani e
questi rimasero sconfitti davanti a lui; [22]egli li
inseguì fino alle porte di Tolemàide. Caddero dei pagani
circa tremila uomini e Simone portò via le loro spoglie.
[23]Prese poi gli Israeliti che erano in Galilea e in
Arbatta con le donne e i figli e tutti i loro averi e li
condusse in Giudea con grande gioia. [24]Da parte
loro Giuda Maccabeo e il fratello Giònata passarono il
Giordano e camminarono per tre giorni nel deserto. [25]S'imbatterono
nei Nabatei, che vennero loro incontro pacificamente e
narrarono tutte le vicende dei loro fratelli nella regione
di Gàlaad, [26]e che molti di loro erano assediati in
Bozra e Bozor, in Alema, in Casfo, in Maked e Karnàin; e che
tutte queste città erano fortificate e grandi. [27]Ve
n'erano pure rinchiusi nelle altre città di Gàlaad e -
dicevano - per il giorno dopo era stabilito di dar l'assalto
alle fortezze, espugnarle e di eliminare tutti costoro in un
sol giorno. [28]Allora Giuda con il suo esercito
tornò indietro subito per la via del deserto verso Bozra;
prese la città e passò ogni maschio a fil di spada,
s'impadronì di tutte le loro spoglie e incendiò la città.
[29]Nella notte partì di là e marciarono fino alla
fortezza. [30]Verso il mattino alzarono gli occhi ed
ecco gran folla che non si poteva contare issava scale e
macchine per espugnare la fortezza e gia attaccava gli
assediati. [31]Giuda, vedendo che la battaglia era
gia incominciata e che le grida della città arrivavano al
cielo per il suono delle trombe e le urla altissime, [32]disse
ai suoi soldati: «Combattete oggi per i vostri fratelli».
[33]Irruppero in tre schiere alle loro spalle, diedero
fiato alle trombe e innalzarono grida e invocazioni. [34]Nell'esercito
di Timòteo si sparse la notizia che c'era il Maccabeo e
fuggirono davanti a lui; egli inflisse loro una grave
sconfitta e ne rimasero uccisi in quel giorno circa
ottomila. [35]Poi piegò su Alim, l'assalì e la prese;
ne uccise tutti i maschi, la saccheggiò e le appiccò il
fuoco. [36]Tolse il campo di là e conquistò Casfo,
Maked e Bozor e le altre città di Gàlaad. [37]Dopo
questi fatti Timòteo raccolse un altro esercito e si accampò
di fronte a Rafon al di là del torrente. [38]Giuda
mandò a esplorare il campo e gli riferirono: «Sono radunati
con lui tutti gli stranieri che ci circondano: sono un
esercito imponente. [39]Anche gli Arabi sono
assoldati come suoi ausiliari; sono accampati al di là del
torrente e sono pronti a venire a battaglia con te». Giuda
andò incontro a loro. [40]Timòteo disse ai comandanti
del suo esercito, mentre Giuda e il suo esercito si
avvicinavano al torrente: «Se passerà per primo contro di
noi, non potremo resistergli, perché sarà molto potente
contro di noi. [41]Se invece si mostrerà titubante e
porrà il campo al di là del fiume, andremo noi contro di lui
e avremo la meglio». [42]Quando Giuda si avvicinò al
corso d'acqua, dispose gli scribi del popolo lungo il
torrente con questi ordini: «Non permettete che alcuno si
fermi, ma vengano tutti a combattere». [43]Passò per
primo contro i nemici e tutto il popolo dietro di lui. I
pagani furono travolti davanti a lui, gettarono le armi e
fuggirono nel tempio di Karnàin. [44]Conquistarono la
città e appiccarono il fuoco al tempio con quanti c'erano
dentro. Così Karnàin fu vinta e non potè resistere oltre di
fronte a Giuda. [45]Giuda radunò tutti gli Israeliti
che erano nella regione di Gàlaad dal più piccolo al più
grande con le donne e i figli e gli averi, carovana
sterminata, per andare nella Giudea. [46]Arrivar
La
disfatta di Iammia
[55]Nel
tempo in cui Giuda e Giònata erano rimasti in Gàlaad e
Simone loro fratello in Galilea di fronte a Tolemàide,
[56]Giuseppe figlio di Zaccaria e Azaria, comandanti
dell'esercito, vennero a sapere delle imprese gloriose e
delle battaglie che avevano compiute [57]e dissero:
«Facciamoci onore anche noi e usciamo a combattere contro i
pagani che ci circondano». [58]Diedero ordine ai
soldati che erano con loro e si diressero a Iamnia. [59]Ma
Gorgia uscì dalla città con i suoi uomini incontro a loro
per attaccarli. [60]Giuseppe e Azaria furono vinti e
inseguiti fin nel territorio della Giudea e in quel giorno
caddero circa duemila uomini del popolo di Israele. [61]Toccò
questa grave sconfitta al popolo, perché non avevano
ascoltato Giuda e i suoi fratelli, pensando di compiere
gesta eroiche: [62]ma essi non erano della stirpe di
quei valorosi, per le cui mani era stata compiuta la
salvezza in Israele.
Successo
in Idumea e in Filistea
[63]Il
prode Giuda e i suoi fratelli crebbero in grande fama presso
tutto Israele e presso tutti i popoli ai quali giungeva
notizia del loro nome; [64]si adunavano attorno a
loro acclamandoli.
[65]Giuda
con i suoi fratelli uscì ancora per combattere contro i
figli di Esaù nella regione meridionale e colpì Ebron e le
sue dipendenze, distrusse le sue fortezze e diede fuoco
tutt'intorno alle sue torri. [66]Poi levò il campo
per andare nel paese dei Filistei e attraversò Maresa.
[67]In quel giorno caddero in battaglia sacerdoti, i
quali, smaniosi di eroismi, erano usciti a combattere
inconsideratamente. [68]Giuda piegò su Asdod, terra
dei Filistei: distrusse i loro altari, bruciò le statue dei
loro dei, mise a sacco la loro città e fece ritorno in
Giudea.
Maccabei 1 - Capitolo
6
Fine di
Antioco Epifane
[1]Il
re Antioco intanto percorreva le regioni settentrionali e
seppe che c'era in Persia la città di Elimàide, famosa per
ricchezza e argento e oro; [2]che vi era un tempio
ricchissimo, dove si trovavano armature d'oro, corazze e
armi, lasciate là da Alessandro figlio di Filippo, il re
macedone, che aveva regnato per primo sui Greci. [3]Allora
vi si recò e cercava di impadronirsi della città e di
depredarla, ma non vi riuscì, perché il suo piano fu
risaputo dagli abitanti della città, [4]che si
opposero a lui con le armi; egli fu messo in fuga e dovette
partire di là con grande tristezza e tornare in Babilonia.
[5]Poi venne un messaggero in Persia ad annunciargli
che erano state sconfitte le truppe inviate contro Giuda,
[6]che Lisia si era mosso con un esercito tra i più
agguerriti ma era rimasto sconfitto davanti a loro e che
quelli si erano rinforzati con armi e truppe e bottino
ingente, riportato dagli accampamenti che avevano distrutti;
[7]che inoltre avevano demolito l'idolo da lui
innalzato sull'altare in Gerusalemme, che avevano circondato
con mura alte come prima il santuario e anche Bet-Zur, che
era una sua città. [8]Il re, sentendo queste novità,
rimase sbigottito e scosso terribilmente; si mise a letto e
cadde ammalato per la tristezza, perché non era avvenuto
secondo i suoi desideri. [9]Rimase così molti giorni,
perché si rinnovava in lui una forte depressione e credeva
di morire. [10]Allora chiamò tutti i suoi amici e
disse loro: «Se ne va il sonno dai miei occhi e ho l'animo
oppresso dai dispiaceri; [11]ho pensato: in quale
tribolazione sono giunto, in quale terribile agitazione sono
caduto io che ero sì fortunato e benvoluto sul mio trono!
[12]Ora mi ricordo dei mali che ho fatto in Gerusalemme,
portando via tutti gli arredi d'oro e d'argento che vi erano
e mandando a sopprimere gli abitanti di Giuda senza ragione.
[13]Riconosco che a causa di tali cose mi colpiscono
questi mali: ed ecco muoio nella più nera tristezza in paese
straniero».
Avvento
al trono di Antioco V
[14]Poi
chiamò Filippo, uno dei suoi amici, lo costituì reggente su
tutto il suo regno [15]e gli diede il diadema e la
veste regia e l'anello con l'incarico di guidare Antioco suo
figlio e di educarlo al regno. [16]Il re Antioco morì
in quel luogo nel centoquarantanove. [17]Lisia fu
informato che il re era morto e dispose che regnasse Antioco
figlio di lui, che egli aveva educato fin da piccolo, e lo
chiamò Eupàtore.
L'assedio
dell'Arca di Gerusalemme da parte di Giuda Maccabeo
[18]Ora
coloro che risiedevano nell'Acra impedivano il passaggio
degli Israeliti intorno al tempio e cercavano di molestarli
continuamente e di sostenere gli stranieri. [19]Giuda
si propose di eliminarli e radunò in assemblea tutto il
popolo per stringerli d'assedio. [20]Si organizzarono
dunque e posero l'assedio attorno all'Acra nell'anno
centocinquanta e Giuda fece costruire terrapieni e macchine.
[21]Ma alcuni di loro sfuggirono all'assedio e si
unirono ad essi alcuni rinnegati d'Israele [22]e
andarono dal re e gli dissero: «Fino a quando non farai
giustizia e vendetta dei nostri fratelli? [23]Noi
siamo stati lieti di servire tuo padre e di comportarci
secondo i suoi comandi e di obbedire ai suoi editti. [24]A
causa di questo i figli del nostro popolo hanno posto
assedio alla fortezza e si sono estraniati da noi; inoltre
uccidono quanti di noi capitano nelle loro mani e si
dividono i nostri averi. [25]E non soltanto contro di
noi allungano le mani, ma anche su tutto il tuo territorio.
[26]Ed ecco, ora hanno posto il campo contro l'Acra
in Gerusalemme per espugnarla e hanno fortificato il
santuario e Bet-Zur. [27]Se tu non sarai sollecito
nel prevenirli, faranno peggio e non li potrai più
arrestare».
Spedizione di Antioco V e di Lisia. Battaglia di
Bet-Zaccaria.
[28]Il
re si adirò, quando ebbe sentito ciò, e radunò tutti i suoi
amici, comandanti dell'esercito e della cavalleria. [29]Anche
dagli altri regni e dalle isole del mare gli giunsero truppe
mercenarie. [30]Gli effettivi del suo esercito
assommavano a centomila fanti, ventimila cavalli e trentadue
elefanti addestrati alla guerra. [31]Passarono per
l'Idumea e posero il campo contro Bet-Zur; attaccarono per
molti giorni e allestirono macchine; ma quelli uscivano, le
incendiavano e contrattaccavano con valore. [32]Giuda
allora levò il campo dall'Acra e lo trasferì a Bet-Zaccaria
di fronte al campo del re. [33]Ma il re si mosse alle
prime luci del mattino e trasferì lo schieramento con impeto
lungo la strada di Bet-Zaccaria; le truppe si disposero a
battaglia e suonarono le trombe. [34]Posero innanzi
agli elefanti succo d'uva e di more per stimolarli al
combattimento. [35]Distribuirono le bestie tra le
falangi e affiancarono a ciascun elefante mille uomini
protetti da corazze a maglia e da elmi di bronzo in testa e
cinquecento cavalieri scelti disposti in ordine intorno a
ciascuna bestia: [36]questi in ogni caso si tenevano
ai lati della bestia e, quando si muoveva, si spostavano
insieme senza allontanarsi da essa. [37]Sopra ogni
elefante vi erano solide torrette di legno, protette dagli
attacchi, legate con cinghie, e su ogni torretta stavano
quattro soldati, che di là bersagliavano, e un conducente
indiano. [38]Il resto della cavalleria si dispose di
qua e di là sui due fianchi dello schieramento, per
terrorizzare i nemici e proteggere le falangi. [39]Quando
il sole brillava sugli scudi d'oro e di bronzo, ne
risplendevano per quei riflessi i monti e brillavano come
fiaccole ardenti. [40]Un distaccamento delle truppe
del re si dispose sulle cime dei monti, un altro nella
pianura e avanzavano sicuri e ordinati. [41]Tremavano
quanti sentivano il frastuono di quella moltitudine e la
marcia di tanta gente e il cozzo delle armi: era veramente
un esercito immenso e forte. [42]Giuda con le sue
truppe si avvicinò per attaccare lo schieramento e caddero
nel campo del re seicento uomini. [43]Eleàzaro,
chiamato Auaran, vide uno degli elefanti, protetto di
corazze regie, sopravanzare tutte le altre bestie e pensò
che sopra ci fosse il re; [44]volle allora
sacrificarsi per la salvezza del suo popolo e procurarsi
nome eterno. [45]Corse dunque là con coraggio
attraverso la falange e colpiva a morte a destra e a
sinistra, mentre i nemici si dividevano davanti a lui,
ritirandosi sui due lati. [46]Egli s'introdusse sotto
l'elefante, lo infilò con la spada e lo uccise; quello cadde
sopra di lui ed Eleàzaro morì.
[47]Ma
vedendo la potenza delle forze del re e l'impeto delle
milizie, i Giudei si ritirarono.
Presa di
Bet-Zur e assedio del monte Sion da parte dei Siri
[48]Allora
i reparti dell'esercito del re salirono per attaccarli a
Gerusalemme e il re si accampò contro la Giudea e il monte
Sion. [49]Fece pace con quelli che erano in Bet-Zur,
i quali uscirono dalla città, non avendo più vettovaglie per
sostenere l'assedio: la terra infatti era nel riposo
dell'anno sabbatico. [50]Il re s'impadronì di Bet-Zur
e vi pose un presidio a guardia. [51]Intanto si
accampò contro il santuario per molto tempo e allestì
terrapieni e macchine, lanciafiamme e baliste, scorpioni per
lanciar frecce e fionde. [52]Anche i difensori
opposero macchine alle loro macchine e i combattimenti
durarono molti giorni. [53]Ma non c'erano più viveri
nei depositi poiché era in corso l'anno sabbatico e coloro
che erano arrivati in Giudea per sfuggire ai pagani avevano
consumato il resto delle provviste. [54]Furono allora
lasciati pochi uomini nel santuario, perché li aveva
sorpresi la fame, e gli altri si dispersero ciascuno al suo
paese.
Il re
accorda ai Giudei la libertà religiosa
[55]Lisia
poi venne a sapere che Filippo, designato dal re Antioco,
ancora in vita, per educare Antioco suo figlio e prepararlo
al regno, [56]era tornato dalla Persia e dalla Media;
c'era con lui l'esercito partito con il re ed egli cercava
di prendere in mano il governo. [57]Allora mostrò
fretta e accennò di voler partire e disse al re e ai
comandanti dell'esercito e ai soldati: «Noi ci esauriamo di
giorno in giorno: il cibo è scarso e il luogo che assediamo
è ben munito, mentre gli affari del regno ci premono.
[58]Ora dunque offriamo la destra a questi uomini e
facciamo pace con loro e con tutto il loro popolo [59]e
permettiamo loro di seguire le loro tradizioni come prima;
proprio per queste tradizioni che noi abbiamo cercato di
distruggere, essi si sono irritati e hanno provocato tutto
questo». [60]La proposta piacque al re e a tutti i
capi e mandò a negoziare la pace con loro ed essi
accettarono. [61]Il re e i capi giurarono davanti a
loro ed essi a tali patti uscirono dalla fortezza. [62]Ma
quando il re fece l'ingresso sul monte Sion e vide le
fortificazioni del luogo, violò il giuramento che aveva
fatto e impose la distruzione delle mura all'intorno.
[63]Poi partì in fretta e fece ritorno ad Antiochia; vi
trovò Filippo padrone della città, gli fece guerra e
s'impadronì della città con la forza.
Maccabei 1 - Capitolo
7
Demetrio
I diventa re. Invia Bacchide e Alcimo in Giudea
[1]Nell'anno
centocinquantuno Demetrio, figlio di Selèuco, evase da Roma
e sbarcò con pochi uomini in una città della costa e là si
proclamò re. [2]Quando rientrò nella reggia dei suoi
padri, l'esercito catturò Antioco e Lisia per
consegnarglieli. [3]Informato della cosa, disse: «Non
mostratemi la loro faccia». [4]Perciò i soldati li
uccisero e Demetrio sedette sul trono del suo regno.
[5]Allora
andarono da lui tutti gli uomini perfidi ed empi d'Israele,
guidati da Alcimo che aspirava al sommo sacerdozio. [6]Essi
accusarono il popolo davanti al re dicendo: «Giuda con i
suoi fratelli ha sterminato tutti i tuoi amici e ci ha
strappato dal nostro paese. [7]Ora manda un uomo
fidato, che venga e prenda visione della rovina generale da
quello procurata a noi e ai domini del re e provveda a
punire quella famiglia e tutti i suoi sostenitori». [8]Il
re designò Bàcchide, uno degli amici del re, preposto alla
regione dell'Oltrefiume, potente nel regno e fedele al re,
[9]e lo inviò con l'empio Alcimo; attribuì a questi
il sommo sacerdozio e gli diede ordine di far vendetta
contro gli Israeliti. [10]Così partirono e giunsero
in Giudea con forze numerose. Bàcchide mandò messaggeri a
Giuda e ai suoi fratelli per portare con inganno parole di
pace. [11]Ma essi non credettero alle sue parole:
avevano infatti saputo che era giunto con un forte esercito.
[12]Si radunò tuttavia presso Alcimo e Bàcchide un
gruppo di scribi per chiedere il riconoscimento dei diritti.
[13]Gli Asidei furono i primi tra gli Israeliti a
chieder loro la pace. [14]Dicevano infatti: «Un uomo
della stirpe di Aronne è venuto con i soldati, non ci farà
certo del male». [15]Egli usò con loro parole di pace
e giurò loro: «Non faremo alcun male né a voi né ai vostri
amici». [16]E quelli credettero. Ma egli prese
sessanta di loro e li uccise in un sol giorno, proprio
secondo la parola che sta scritta:
[17]«Le
carni dei tuoi santi e il loro sangue
hanno sparso intorno a Gerusalemme
e nessuno li seppelliva».
[18]Allora
la paura e il terrore si sparsero per tutto il popolo,
perché tutti dicevano: «Non c'è in loro verità né giustizia,
perché hanno trasgredito l'alleanza e il giuramento
prestato». [19]Bàcchide levò il campo da Gerusalemme
e si accampò in Bet-Zait; mandò ad arrestare molti degli
uomini che erano passati dalla sua parte e alcuni del popolo
e li fece uccidere e gettare nel pozzo grande. [20]Affidò
il paese ad Alcimo e gli lasciò soldati che lo sostenessero;
quindi Bàcchide fece ritorno dal re. [21]Alcimo
rivendicava con le armi il sommo sacerdozio; [22]tutti
i perturbatori del popolo si unirono a lui, si impadronirono
della Giudea e procurarono grandi sventure a Israele.
[23]Giuda vide tutti i mali che facevano Alcimo e i suoi
fautori agli Israeliti peggio dei pagani, [24]uscì
allora nelle regioni intorno alla Giudea, fece vendetta
degli uomini che avevano disertato e impedì loro di far
scorrerie nella regione.
Nicanore
in Giudea. Combattimento di Cafarsalama
[25]Quando
Alcimo vide che Giuda e i suoi si erano rinforzati e che non
avrebbe potuto resister loro, ritornò presso il re e mosse
contro di loro accuse di misfatti.
[26]Allora
il re mandò Nicànore, uno dei suoi capi più illustri, che
aveva odio e inimicizia per Israele e gli ordinò di
sterminare il popolo. [27]Nicànore venne in
Gerusalemme con truppe ingenti e mandò messaggeri a Giuda e
ai suoi fratelli con inganno a far queste proposte di pace:
[28]«Non ci sia battaglia tra me e voi. Verrò con
pochi uomini per incontrarmi pacificamente». [29]Venne
da Giuda e si salutarono a vicenda con segni di pace: ma i
nemici stavano pronti per metter le mani su Giuda. [30]Giuda
fu informato che quello era venuto da lui con inganno, ed
ebbe timore di lui e non volle più vedere la sua faccia.
[31]Nicànore si accorse che il suo piano era stato
scoperto e uscì all'attacco contro Giuda verso Cafarsalama.
[32]Caddero dalla parte di Nicànore circa cinquecento
uomini; gli altri ripararono nella città di Davide.
Minacce
contro il tempio
[33]Dopo
questi fatti Nicànore salì al monte Sion e gli vennero
incontro dal santuario alcuni sacerdoti e anziani del popolo
per salutarlo con espressioni di pace e mostrargli
l'olocausto offerto per il re. [34]Ma egli li
schernì, li derise, anzi li contaminò e parlò con arroganza;
[35]giurò incollerito: «Se non sarà consegnato subito
Giuda e il suo esercito nelle mie mani, vi assicuro che
quando tornerò a guerra finita, darò alle fiamme questo
tempio»; e se ne andò tutto furioso. [36]I sacerdoti
rientrarono e stando davanti all'altare e al tempio dissero
tra il pianto: [37]«Tu hai scelto questo tempio
perché su di esso fosse invocato il tuo nome e fosse casa di
orazione e di supplica per il tuo popolo. [38]Fà
vendetta di questo uomo e delle sue schiere; siano trafitti
di spada. Ricòrdati delle loro bestemmie: non lasciarli
sopravvivere».
Il giorno
di Nicanore ad Adasa
[39]Nicànore
uscì da Gerusalemme, si accampò a Bet-Coròn e gli andò
incontro l'esercito della Siria. [40]Giuda pose il
campo in Adasa con tremila uomini e pregò: [41]«Quando
gli ufficiali del re assiro dissero bestemmie, venne il tuo
angelo e ne abbattè centottantacinquemila: [42]abbatti
allo stesso modo questo esercito davanti a noi oggi;
sappiano tutti gli altri che egli ha parlato empiamente
contro il tuo santuario e tu giudicalo secondo le sue
empietà». [43]Si scontrarono gli eserciti in
combattimento il tredici del mese di Adar e fu sconfitto
l'esercito di Nicànore, anzi egli cadde in battaglia per
primo. [44]Quando i suoi soldati videro che Nicànore
era caduto, gettarono le armi e fuggirono. [45]Li
inseguirono per una giornata di cammino da Adasa fino a
Ghezer e suonavano le trombe dietro a loro per dare
l'allarme. [46]Uscirono allora uomini da tutti i
villaggi della Giudea all'intorno e li accerchiarono; essi
si voltavano gli uni contro gli altri e caddero tutti di
spada: non ne rimase neppure uno. [47]I Giudei
presero le spoglie e il bottino, mozzarono la testa di
Nicànore e la destra, che aveva steso con superbia, e le
portarono e le esposero in Gerusalemme. [48]Il popolo
fece gran festa e passò quel giorno come giornata di gioia
straordinaria. [49]Stabilirono di celebrare ogni anno
questo giorno il tredici di Adar. [50]Così la Giudea
ebbe quiete per un pò di tempo.
Maccabei 1 - Capitolo
8
Elogio
dei Romani
[1]Giuda
venne a conoscere la fama dei Romani: che essi erano molto
potenti e favorivano tutti quelli che simpatizzavano per
loro e accordavano amicizia a quanti si rivolgevano a loro e
che erano forti e potenti. [2]Gli furono narrate le
loro guerre e le loro imprese gloriose compiute tra i Galli:
come li avessero vinti e sottoposti al tributo. [3]Aveva
saputo quanto avevano compiuto nella Spagna per impadronirsi
delle miniere di oro e di argento che vi sono; [4]e
come avevano sottomesso tutta la regione con la loro
saggezza e costanza, benché il paese fosse assai lontano da
loro, e avevano vinto i re che erano venuti contro di loro
dall'estremità della terra: li avevano sconfitti e avevano
inflitto loro gravi colpi e gli altri re pagavano loro il
tributo ogni anno. [5]Avevano poi sconfitto in guerra
e sottomesso Filippo e Perseo re dei Chittim e quanti si
erano sollevati contro di loro. [6]Venne a sapere che
Antioco, il grande re dell'Asia, era sceso in guerra contro
di loro con centoventi elefanti e cavalleria e carri e
un'esercito immenso e fu sconfitto da loro, [7]che lo
presero vivo e gli imposero di pagare, lui e i suoi
successori, un tributo ingente, di consegnare ostaggi e
cedere territori: [8]la regione dell'India, la Media,
la Lidia, tra le migliori loro province, e che, dopo averle
tolte a lui, le avevano date al re Eumene. [9]Gli fu
riferito inoltre come i Greci avevano deciso di affrontarli
e distruggerli, [10]ma la cosa fu da loro risaputa e
mandarono contro di quelli un solo generale; vennero a
battaglia con loro e ne caddero uccisi molti; i Romani
condussero in schiavitù le loro mogli e i loro figli e
saccheggiarono i loro beni, conquistarono il paese e
abbatterono le loro fortezze e li resero soggetti fino ad
oggi. [11]Gli altri regni e le isole e quanti per
avventura si erano opposti a loro, li distrussero e
soggiogarono; con i loro amici invece e con quanti si
appoggiavano ad essi avevano mantenuto amicizia. [12]Avevano
assoggettato i re vicini e quelli lontani e quanti sentivano
il loro nome ne avevano timore. [13]Quelli che essi
vogliono aiutare e far regnare, regnano; quelli che essi
vogliono, li depongono, tanto si sono innalzati in potenza.
[14]Con tutti questi successi nessuno di loro si è
imposto il diadema e non vestono la porpora per fregiarsene.
[15]Essi hanno costituito un consiglio e ogni giorno
trecentoventi consiglieri discutono pienamente riguardo al
popolo perché tutto vada bene. [16]Affidano il
comando e il governo di tutti i loro domìni a uno di loro
per un anno e tutti obbediscono a quel solo e non c'è in
loro invidia né gelosia.
Alleanza
dei Giudei con i Romani
[17]Giuda
pertanto scelse Eupòlemo, figlio di Giovanni, figlio di
Accos, e Giasone, figlio di Eleàzaro, e li inviò a Roma a
stringere amicizia e alleanza [18]per liberarsi dal
giogo, perché vedevano che il regno dei Greci riduceva
Israele in schiavitù. [19]Andarono fino a Roma con
viaggio lunghissimo, entrarono nel senato e incominciarono a
dire: [20]«Giuda, chiamato anche Maccabeo, e i suoi
fratelli e il popolo dei Giudei ci hanno inviati a voi, per
concludere con voi alleanza e amicizia e per essere iscritti
tra i vostri alleati e amici». [21]Piacque loro la
proposta. [22]Questa è la copia della lettera che
trascrissero su tavolette di bronzo e inviarono a
Gerusalemme, perché vi rimanesse come documento di amicizia
e alleanza per i Giudei.
[23]«Salute
ai Romani e al popolo dei Giudei per mare e per terra
sempre; lungi da loro la spada nemica. [24]Se verrà
mossa guerra prima contro Roma o contro uno qualsiasi dei
suoi alleati in tutto il suo dominio, [25]il popolo
dei Giudei combatterà al loro fianco con piena lealtà come
suggerirà loro l'occasione; [26]ai nemici non
forniranno né procureranno granaglie, armi, denaro, navi,
secondo la decisione di Roma, ma manterranno i loro impegni
senza compenso. [27]Allo stesso modo se capiterà
prima una guerra al popolo dei Giudei, combatteranno con
loro i Romani con tutto l'animo, come permetteranno loro le
circostanze; [28]ai nemici non forniranno granaglie,
armi, denaro, navi, secondo la decisione di Roma;
osserveranno questi impegni senza frode. [29]Secondo
queste formule i Romani hanno stabilito un'alleanza con il
popolo dei Giudei. [30]Se dopo queste decisioni
vorranno gli uni o gli altri aggiungere o togliere qualche
cosa, lo faranno di comune accordo e quello che avranno
aggiunto o tolto sarà obbligatorio. [31]Riguardo poi
ai mali che il re Demetrio compie ai loro danni, gli abbiamo
scritto: Perché aggravi il giogo sui Giudei nostri amici e
alleati? [32]Se dunque si appelleranno contro di te,
difenderemo i loro diritti e ti faremo guerra per mare e per
terra».
Maccabei 1 - Capitolo
9
Il
combattimento di Berea (Beerzet) e la morte di Giuda
Maccabeo
[1]Demetrio
seppe che era morto Nicànore ed era stato distrutto il suo
esercito in combattimento e decise di mandare di nuovo
Bàcchide e Alcimo in Giudea e l'ala destra dell'esercito con
loro. [2]Seguirono la via di Gàlgala e si accamparono
sopra Mesalot in Arbèla; la occuparono prima e vi fecero
morire molti uomini. [3]Nel primo mese dell'anno
centocinquantadue posero il campo contro Gerusalemme. [4]Poi
lo tolsero e si portarono a Berea con ventimila uomini e
duemila cavalli. [5]Giuda era accampato in Elasa con
tremila uomini scelti. [6]Quando videro la massa di
un esercito così numeroso, ne rimasero sgomentati e molti si
dileguarono dal campo e non rimasero che ottocento uomini.
[7]Giuda vide che il suo esercito si disgregava
mentre la battaglia incalzava; si sentì venire meno il
cuore, perché non aveva possibilità di radunare i suoi,
[8]e tutto affranto disse ai superstiti: «Alziamoci e
andiamo contro i nostri avversari, se mai possiamo
debellarli». [9]Ma lo dissuadevano dicendo: «Non
riusciremo ora se non a mettere in salvo noi stessi, ma
torneremo poi con i nostri fratelli e combatteremo; da soli
siamo troppo pochi». [10]Giuda disse: «Non sia mai
che facciamo una cosa simile, fuggire da loro; se è giunta
la nostra ora, moriamo da eroi per i nostri fratelli e non
lasciamo ombra alla nostra gloria». [11]L'esercito
nemico uscì dal campo schierandosi contro i Giudei: la
cavalleria si divise in due ali e i frombolieri e gli
arcieri precedevano lo schieramento; i più validi erano in
prima fila e Bàcchide stava all'ala destra. [12]La
falange si mosse avanzando ai due lati e al suono delle
trombe; anche dalla parte di Giuda si diede fiato alle
trombe. [13]La terra fu scossa dal fragore degli
eserciti; si scatenò la battaglia che durò dal mattino fino
a sera. [14]Giuda notò che Bàcchide e la parte più
forte dell'esercito era a destra: allora si unirono a lui
tutti i più coraggiosi [15]e fu travolta l'ala destra
dal loro urto ed egli l'inseguì fino al monte di Asdòd.
[16]Ma quelli dell'ala sinistra, vedendo che era stata
sconfitta l'ala destra, si volsero sugli stessi passi di
Giuda e dei suoi uomini assalendoli alle spalle. [17]Così
si accese la battaglia e caddero feriti a morte molti da una
parte e dall'altra; [18]cadde anche Giuda e gli altri
fuggirono.
Funerali
di Giuda Maccabeo
[19]Giònata
e Simone raccolsero Giuda loro fratello e lo seppellirono
nel sepolcro dei suoi padri in Modin. [20]Tutto
Israele lo pianse: furono in gran lutto e fecero lamenti per
molti giorni, esclamando: [21]Come è caduto l'eroe
che salvava Israele?». [22]Il resto delle imprese di
Giuda e delle sue battaglie, degli eroismi di cui diede
prova e dei suoi titoli di gloria non è stato scritto,
perché troppo grande era il loro numero.
IV.
GIONATA CAPO DEI GIUDEI E SOMMO SACERDOTE
(160-143
a.C.)
Trionfo
del partito greco. Gionata capo della resistenza
[23]Dopo
la morte di Giuda riapparvero i rinnegati in tutto il
territorio d'Israele e risorsero tutti gli operatori di
iniquità. [24]In quei giorni sopravvenne una
terribile carestia e la terra stessa congiurò in loro
favore. [25]Bàcchide scelse gli uomini più empi e li
fece padroni della regione. [26]Quelli si diedero a
ricercare e braccare gli amici di Giuda e li condussero da
Bàcchide, che si vendicava di loro e li scherniva. [27]Ci
fu grande tribolazione in Israele, come non si verificava da
quando fra loro erano scomparsi i profeti. [28]Allora
tutti gli amici di Giuda si radunarono e dissero a Giònata:
[29]«Da quando è morto tuo fratello Giuda, non c'è
uomo simile a lui per condurre l'azione contro i nemici e
Bàcchide e gli avversari della nostra nazione. [30]Ora
noi ti eleggiamo oggi nostro capo e condottiero nelle nostre
battaglie». [31]Giònata assunse il comando in quella
occasione e prese il posto di Giuda suo fratello.
Gionata
nel deserto di Tekoa. Episodi cruenti intorno a Madaba
[32]Appena
Bàcchide ne ebbe notizia, cercò di ucciderlo. [33]Furono
informati anche Giònata e Simone suo fratello e tutti i loro
seguaci, ed essi fuggirono nel deserto di Tekòa e si
accamparono presso la cisterna di Asfar. [34]Bàcchide
lo seppe in giorno di sabato e si portò con tutto il suo
esercito al di là del Giordano. [35]Giònata inviò suo
fratello, capo della turba, a chiedere ai Nabatei suoi amici
di custodire presso di sé i loro equipaggiamenti che erano
abbondanti. [36]Ma i figli di Iambri che abitavano in
Màdaba fecero una razzia e catturarono Giovanni, con tutte
le cose che aveva, e portarono via tutto. [37]Dopo
questo fatto riferirono a Giònata e a Simone suo fratello:
«I figli di Iambri hanno una grande festa di nozze e
conducono a Nàdabat la sposa, figlia di uno dei grandi
magnati di Canaan, con corteo solenne». [38]Si
ricordarono allora del sangue del loro fratello Giovanni,
perciò si mossero e si appostarono in un antro del monte.
[39]Ed ecco alzando gli occhi videro un corteo numeroso
e festante e lo sposo con gli amici e fratelli, che avanzava
incontro al corteo, con tamburi e strumenti musicali e
grande apparato. [40]Balzando dal loro appostamento
li trucidarono; molti caddero colpiti a morte mentre gli
altri ripararono sul monte ed essi presero le loro spoglie.
[41]Le nozze furono mutate in lutto e i suoni delle
loro musiche in lamento. [42]Così vendicarono il
sangue del loro fratello e ritornarono nelle paludi del
Giordano.
Il
passaggio del Giordano
[43]Bàcchide
ne ebbe notizia e venne in giorno di sabato fin sulle sponde
del Giordano con numeroso esercito. [44]Giònata disse
ai suoi: «Alziamoci e combattiamo per la nostra vita, perché
oggi non è come gli altri giorni. [45]Ecco abbiamo i
nemici di fronte a noi e alle spalle, dall'uno e dall'altro
lato l'acqua del Giordano o la palude o la boscaglia, non
c'è possibilità di sfuggire. [46]Alzate ora le vostre
grida al Cielo, perché possiate scampare dalla mano dei
vostri nemici». [47]E si attaccò battaglia. Giònata
stese la mano per colpire Bàcchide, ma questi lo scansò e si
tirò indietro. [48]Allora Giònata e i suoi uomini si
gettarono nel Giordano e raggiunsero a nuoto l'altra sponda;
gli altri non passarono il Giordano per inseguirli. [49]Dalla
parte di Bàcchide caddero in quella giornata circa duemila
uomini.
Fortificazioni di Bacchide. Morte di Alcimo
[50]Bàcchide
tornò in Gerusalemme ed edificò fortezze in tutta la Giudea:
le fortezze di Gerico, Emmaus, Bet-Coròn, Betel, Tamnata,
Piraton e Tefon con mura alte, porte e sbarre e [51]vi
pose un presidio per molestare Israele. [52]Fortificò
anche la città di Bet-Zur e Ghezer e l'Acra e vi stabilì
milizie e vettovaglie. [53]Prese come ostaggi i figli
dei capi della regione e li pose come prigionieri nell'Acra
a Gerusalemme.
[54]Nell'anno
centocinquantatrè, nel secondo mese, Alcimo ordinò di
demolire il muro del cortile interno del santuario; così
demoliva l'opera dei profeti. Si incominciò dunque a
demolire. [55]Ma in quel tempo Alcimo ebbe un colpo e
fu interrotta la sua opera. La sua bocca rimase impedita e
paralizzata e non poteva più parlare né dare disposizioni
per la sua casa. [56]Alcimo morì in quel tempo con
grande spasimo. [57]Bàcchide, vedendo che Alcimo era
morto, se ne tornò presso il re e la Giudea rimase
tranquilla per due anni.
L'assedio
di Bet-Basi
[58]Tutti
gli empi tennero questo consiglio: «Ecco Giònata e i suoi
vivono tranquilli e sicuri. Noi dunque faremo venire
Bàcchide e li catturerà tutti in una sola notte». [59]Andarono
e tennero consiglio da lui. [60]Egli si mosse per
venire con un esercito numeroso e mandò di nascosto lettere
a tutti i suoi fautori nella Giudea, perché s'impadronissero
di Giònata e dei suoi. Ma non riuscirono, perché era stata
svelata la loro trama. [61]Anzi questi presero una
cinquantina di uomini, tra i promotori di tale iniquità nel
paese e li misero a morte. [62]Poi Giònata e Simone
con i loro uomini si recarono fuori del paese a Bet-Basi nel
deserto e ricostruirono le sue rovine e la fortificarono.
[63]Lo seppe Bàcchide e radunò la sua gente e avvisò
quelli della Giudea. [64]Andò ad accamparsi presso
Bet-Basi e la attaccò per molti giorni allestendo anche
macchine. [65]Giònata lasciò Simone suo fratello
nella città e uscì nella regione, percorrendola con un
drappello di armati. [66]Battè Odomèra con i suoi
fratelli e i figli di Fasiron nel loro attendamento.
Cominciarono così a battersi e aumentarono di forze. [67]Simone
a sua volta e i suoi fecero una sortita dalla città e
incendiarono le macchine. [68]Poi attaccarono
Bàcchide, che fu sconfitto, e lo gettarono in grande
disappunto, perché il suo piano e la sua impresa erano
andati a vuoto. [69]Si rivolse con rabbia contro quei
rinnegati che l'avevano consigliato di venire nel paese.
[70]Giònata lo seppe e gli mandò messaggeri per
concludere la pace con lui e scambiare i prigionieri.
[71]Quegli accettò e fece secondo le sue proposte e gli
giurò che non gli avrebbe recato alcun male per il resto dei
suoi giorni; [72]poi gli restituì i prigionieri che
prima aveva catturati nella Giudea e, messosi sulla via del
ritorno, se ne andò nel suo paese e non volle più tornare
nel loro territorio. [73]Così si riposò la spada in
Israele. Giònata risiedeva in Micmas e incominciò a
governare il popolo e a far scomparire gli empi da Israele.
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Maccabei 1 - Capitolo
10
Competizione di Alessandro Balas.
Giònata
nominato sommo sacerdote
[1]Nell'anno
centosessanta Alessandro Epìfane, figlio di Antioco,
s'imbarcò e occupò Tolemàide; vi fu riconosciuto re e
cominciò a regnare. [2]Quando lo seppe, il re
Demetrio radunò un esercito molto grande e gli mosse contro
per fargli guerra. [3]Demetrio mandò anche lettere a
Giònata con espressioni di amicizia per esaltarlo. [4]Diceva
infatti: «Preveniamo costoro con la proposta di far pace con
noi, prima che Giònata concluda un'alleanza con Alessandro
contro tutti noi. [5]Si ricorderà certo di tutti i
mali che abbiamo causati a lui, ai suoi fratelli e al suo
popolo». [6]Gli concesse facoltà di raccogliere
milizie, di preparare armi e considerarsi suo alleato e gli
fece restituire gli ostaggi che erano nell'Acra. [7]Giònata
venne in Gerusalemme e lesse le lettere davanti a tutto il
popolo e a quelli dell'Acra. [8]Questi ebbero grande
timore quando sentirono che il re gli aveva concesso facoltà
di arruolare milizie. [9]Quelli dell'Acra
restituirono gli ostaggi ed egli li rese ai loro genitori.
[10]Giònata pose la residenza in Gerusalemme e
incominciò a ricostruire e rinnovare la città. [11]Ordinò
ai costruttori di edificare le mura e la cinta muraria del
monte Sion con pietre quadrate per fortificazione, e così
fecero. [12]Gli stranieri che stavano nelle fortezze
edificate da Bàcchide fuggirono; [13]ognuno abbandonò
la sua posizione e tornò alla sua terra; [14]solo in
Bet-Zur erano rimasti alcuni traditori della legge e dei
comandamenti; fu quello il loro rifugio.
[15]Il
re Alessandro seppe dell'ambasciata che Demetrio aveva
mandato a Giònata; gli narrarono anche le battaglie e gli
atti di valore che egli e i suoi fratelli avevano compiuto e
le fatiche sopportate [16]e disse: «Troveremo un
altro come lui? Facciamocelo amico e alleato». [17]Scrisse
e spedì a lui questa lettera:
[18]«Il
re Alessandro al fratello Giònata salute. [19]Abbiamo
sentito dire di te che sei uomo forte e potente e disposto
ad essere nostro amico. [20]Noi dunque ti nominiamo
oggi sommo sacerdote del tuo popolo e amico del re - gli
aveva inviato anche la porpora e la corona d'oro - perché tu
favorisca la nostra causa e mantenga amicizia con noi».
[21]Giònata indossò le vesti sacre nel settimo mese
dell'anno centosessanta nella festa delle Capanne e arruolò
soldati e fece preparare molte armi.
Lettera
di Demetrio I a Gionata
[22]Demetrio
venne a sapere queste cose e si rattristò e disse: [23]«Perché
abbiamo lasciato che Alessandro ci prevenisse
nell'accaparrarsi l'amicizia dei Giudei a suo sostegno?
[24]Scriverò anch'io parole d'invito e proposte di onori
e di doni, perché passino dalla nostra parte». [25]Scrisse
loro in questi termini: «Il re Demetrio al popolo dei Giudei
salute. [26]Avete osservato le nostre alleanze e
siete rimasti nella nostra amicizia e non siete passati ai
nostri nemici: l'abbiamo saputo e ne siamo felici. [27]Continuate
dunque a mantenerci la vostra fedeltà e ricambieremo con
favori quello che farete per noi. [28]Vi concederemo
ampie immunità e vi invieremo doni. [29]Fin da ora
dispenso voi ed esonero tutti i Giudei dal tributo e dalla
tassa del sale e dalle corone. [30]Rinuncio anche da
oggi in poi a riscuotere dalla Giudea e dai tre distretti
che le sono annessi, dalla Samaria e dalla Galilea, la terza
parte del grano e la metà dei frutti degli alberi che mi
spetta, da oggi per sempre. [31]Gerusalemme sia santa
ed esente con il suo distretto e così siano sacre le decime
e i tributi. [32]Rinuncio anche al potere sull'Acra
in Gerusalemme e la concedo al sommo sacerdote perché vi
stabilisca uomini da lui scelti a presidiarla. [33]Rimetto
in libertà senza compenso anche ogni persona giudea, fatta
prigioniera fuori del paese di Giuda in tutti i miei domìni;
tutti siano esonerati dai tributi, anche da quelli del
bestiame. [34]Tutte le feste e i sabati e i noviluni
e il triduo prima e il triduo dopo la festa siano tutti
giorni di esenzione e di immunità per tutti i Giudei che
sono nel mio regno; [35]nessuno avrà il potere di
intentare causa contro di loro o di disturbarli per alcun
motivo. [36]Si potranno arruolare nell'esercito del
re fino a tremila Giudei e sarà dato loro il soldo, come
spetta a tutte le forze del re. [37]Saranno posti di
stanza alcuni di loro nelle più grandi fortezze del re,
alcuni di loro saranno anche preposti agli affari di fiducia
del regno; i loro superiori e i comandamenti saranno scelti
tra di loro e potranno regolarsi secondo le loro leggi, come
ha prescritto il re anche per la Giudea. [38]I tre
distretti assegnati alla Giudea, detraendoli dalla regione
della Samaria, saranno riconosciuti dalla Giudea e
considerati come sottoposti a uno solo e non dipendenti da
altra autorità che non sia quella del sommo sacerdote.
[39]Assegno Tolemàide e le sue dipendenze come dono al
tempio di Gerusalemme per le spese necessarie al santuario.
[40]Io personalmente assegno ogni anno quindicimila
sicli d'argento prelevati dai diritti del re sulle località
più convenienti. [41]Gli ulteriori contributi che non
sono stati versati dagli incaricati come negli anni
precedenti, d'ora in poi saranno corrisposti per le oprere
del tempio. [42]Oltre a ciò i cinquemila sicli che
venivano prelevati dall'ammontare delle entrate annuali del
tempio sono anche condonati perché appartengono ai sacerdoti
che vi prestano servizio. [43]Chiunque si rifugerà
nel tempio di Gerusalemme e nella sua zona con debiti da
rendere al re o per qualunque motivo, sarà dichiarato libero
con quanto gli appartiene nel mio regno. [44]Per le
costruzioni e i restauri nel tempio le spese saranno
sostenute dalla cassa del re. [45]Anche per la
costruzione delle mura e delle fortificazioni intorno a
Gerusalemme le spese saranno sostenute dall'erario del re e
così la costruzione di mura nella Giudea».
Gionata
respinge le offerte di Demetrio. Morte del re
[46]Quando
Giònata e il popolo intesero simili espressioni, non vi
prestarono fede e non le accettarono, ricordando le grandi
iniquità da lui compiute contro Israele e quanto li avesse
fatti soffrire. [47]Ma preferirono Alessandro, perché
questi era stato il primo ad avviare trattative di pace, e
gli furono sempre alleati.
[48]Il
re Alessandro raccolse grandi forze e uscì in campo contro
Demetrio. [49]I due re attaccarono battaglia e
l'esercito di Demetrio fu messo in fuga; Alessandro lo
inseguì ed ebbe la meglio sulle sue truppe; [50]la
battaglia infuriò fino al tramonto del sole e Demetrio cadde
ucciso in quel giorno.
Matrimonio di Alessandro con Cleopatra.
Gionata
stratega e governatore
[51]Alessandro
mandò allora ambasciatori al re Tolomeo con questo
messaggio: [52]«Poiché sono rientrato nel mio regno e
mi sono seduto sul trono dei miei padri, ho ripreso il
comando e ho sconfitto Demetrio - egli si era impadronito
del mio territorio [53]ma io gli ho mosso guerra ed
egli e il suo esercito furono sconfitti dal nostro e ci
siamo seduti sul trono del suo regno - [54]concludiamo
tra di noi amicizia; tu concedimi in sposa tua figlia, io
sarò tuo genero e offrirò a te e a lei doni degni di te».
[55]Tolomeo
rispose: «Felice il giorno in cui sei tornato nella terra
dei tuoi padri e ti sei seduto sul trono del loro regno.
[56]Io farò quanto hai proposto nella lettera, ma tu
vienimi incontro fino a Tolemàide, perché ci vediamo a
vicenda, e io diventerò tuo suocero, come hai chiesto».
[57]Tolomeo
partì dall'Egitto con la figlia Cleopatra e si recò a
Tolemàide nell'anno centosessantadue. [58]Gli andò
incontro il re Alessandro: Tolomeo gli diede sua figlia
Cleopatra e celebrò le nozze con lei in Tolemàide secondo lo
stile dei re con grande sfarzo.
[59]Il
re Alessandro scrisse a Giònata di venirgli incontro.
[60]Egli andò con grande parata a Tolemàide e s'incontrò
con i due re; offrì loro e ai loro amici oro e argento e
molti doni e si guadagnò il loro favore. [61]Si
accordarono però contro di lui uomini pestiferi d'Israele,
traditori della legge, per deporre contro di lui, ma il re
non prestò loro ascolto. [62]Il re invece diede
ordine di far deporre a Giònata le sue vesti e di rivestirlo
della porpora e l'ordine fu eseguito. [63]Il re lo
fece sedere accanto a sé e disse ai suoi ufficiali:
«Attraversate con lui la città e proclamate che nessuno
porti accuse contro di lui per qualunque motivo e nessuno
gli rechi molestia in alcun modo». [64]Ora, quando i
suoi accusatori videro gli onori che riceveva, come
proclamava il banditore, e che era stato rivestito di
porpora, si dileguarono tutti. [65]Il re gli conferì
onori e lo ascrisse tra i suoi primi amici e lo costituì
stratega e governatore della provincia. [66]Così
Giònata tornò a Gerusalemme in pace e gioia.
Demetrio
II. Apollonio governatore di Celesiria, battuto da Gionata
[67]Nell'anno
centosessantacinque Demetrio, figlio di Demetrio, venne da
Creta nella terra dei suoi padri. [68]Il re
Alessandro, quando lo seppe, ne fu assai preoccupato e tornò
in Antiochia. [69]Demetrio affidò il governo della
Celesiria ad Apollonio e questi raccolse un grande esercito,
si accampò presso Iamnia e inviò al sommo sacerdote Giònata
questo messaggio:
[70]«Soltanto
tu ti sei alzato contro di noi e io sono diventato oggetto
di derisione e di scherno a causa tua. Perché ti fai forte
contro di noi stando sui monti? [71]Ora, se sei tanto
sicuro delle tue forze, scendi contro di noi nella pianura e
qui misuriamoci, perché con me c'è la forza delle città.
[72]Infòrmati e sappi chi sono io e chi sono gli altri
miei alleati. Questi ti diranno: Non potrete tener saldo il
piede davanti a noi, perché gia due volte sono stati da noi
sconfitti i tuoi padri nella loro terra. [73]Così ora
non potrai resistere alla cavalleria e a un esercito come il
nostro in pianura, ove non c'è roccia né scoglio né luogo in
cui rifugiarsi». [74]Quando Giònata intese le parole
di Apollonio, ne ebbe l'animo irritato; scelse diecimila
uomini e uscì da Gerusalemme. Suo fratello Simone gli venne
incontro per aiutarlo. [75]Si accampò presso Giaffa,
ma gli abitanti avevano chiuso la città, perché a Giaffa vi
era un presidio di Apollonio. Le diedero l'assalto; [76]i
cittadini spaventati aprirono e Giònata fu padrone di
Giaffa. [77]Apollonio lo seppe e mise in campo
tremila cavalli e molte truppe e si mosse verso Asdòd, come
se intendesse fare quel percorso, ma subito si spinse nella
pianura, poiché aveva una cavalleria numerosa sulla quale
contava. [78]Giònata lo inseguì alle spalle in
direzione di Asdòd e gli eserciti attaccarono battaglia.
[79]Apollonio aveva lasciato un migliaio di cavalieri
nascosti dietro di loro; [80]Giònata però si era
accorto che c'era un appostamento dietro di lui. Quelli
circondarono il suo schieramento e lanciarono frecce contro
le truppe da mattina fino a sera. [81]Ma le truppe
tennero fermo come aveva ordinato Giònata, mentre i cavalli
di quelli si stancarono. [82]Allora Simone fece
uscire le sue riserve e attaccò la falange e poiché la
cavalleria ormai era esausta, quelli furono travolti e si
diedero alla fuga; [83]i cavalieri si dispersero
nella pianura e gli altri si rifugiarono in Asdòd ed
entrarono in Bret-Dagon, il tempio del loro idolo, in cerca
di scampo. [84]Giònata allora incendiò Asdòd e le
città all'intorno, prese le loro spoglie e diede alle fiamme
anche il tempio di Dagon e quanti vi si erano rifugiati.
[85]Gli uccisi di spada e i morti tra le fiamme
assommarono a circa ottomila uomini. [86]Poi Giònata
tolse il campo di là e si accampò di fronte ad Ascalòna e i
cittadini gli vennero incontro con grandi onori. [87]Così
Giònata tornò in Gerusalemme con i suoi uomini carichi di
bottino. [88]Il re Alessandro, udendo queste notizie,
aumentò gli onori a Giònata; [89]gli inviò la fibbia
d'oro che si usa inviare ai parenti del re e gli diede in
possesso Ekròn e tutto il suo territorio.
Maccabei 1 - Capitolo
11
Tolomeo
VI sostiene Demetrio II e muore con Alessandro Balas
[1]Il
re d'Egitto raccolse forze numerose come la sabbia che è
lungo il lido del mare e molte navi e cercava di
impadronirsi con inganno del regno di Alessandro per
annetterlo al proprio regno. [2]Venne in Siria con
dimostrazioni pacifiche e tutte le città gli aprivano le
porte e gli andavano incontro, perché era ordine del re
Alessandro di andargli incontro, essendo suo suocero. [3]Ma
quando Tolomeo entrava nelle città, stabiliva in ognuna di
esse le sue truppe di guarnigione. [4]Quando giunse
ad Asdòd, gli mostrarono il tempio di Dagon bruciato e i
villaggi intorno distrutti, i cadaveri buttati qua e là e
quelli carbonizzati dagli incendi nella guerra: li avevano
appunto accumulati lungo il percorso del re. [5]Raccontarono
al re quanto aveva fatto Giònata, per metterlo in cattiva
luce, ma il re tacque. [6]Giònata andò incontro al re
in Giaffa con grande apparato e si salutarono a vicenda e
passarono la notte colà. [7]Giònata accompagnò poi il
re fino al fiume chiamato Elèutero e fece ritorno in
Gerusalemme. [8]Il re Tolomeo si impadronì di tutte
le città della costa fino a Selèucia marittima e covava
piani iniqui riguardo ad Alessandro. [9]Mandò
un'ambasciata a dire al re Demetrio: «Su, concludiamo
un'alleanza fra noi: io ti darò mia figlia, che Alessandro
ha in moglie, e la possibilità di rientrare nel regno di tuo
padre. [10]Mi sono pentito di avergli dato mia
figlia, perché ha cercato di uccidermi». [11]Lo
calunniò perché egli aspirava al suo regno; [12]quindi,
toltagli la figlia, la diede a Demetrio e cambiò
atteggiamento verso Alessandro e divenne così manifesta la
loro inimicizia. [13]Tolomeo entrò in Antiochia e
cinse la corona dell'Asia; si pose in capo due corone,
quella dell'Egitto e quella dell'Asia. [14]Alessandro
in quel frattempo era in Cilicia, perché si erano sollevati
gli abitanti di quelle province. [15]Appena seppe la
cosa, Alessandro venne contro di lui per combatterlo.
Tolomeo condusse l'esercito contro di lui e gli andò
incontro con forze ingenti e lo sconfisse. [16]Alessandro
fuggì in Arabia per trovarvi scampo e il re Tolomeo trionfò.
[17]L'arabo Zabdiel tagliò la testa ad Alessandro e
la mandò a Tolomeo. [18]Ma anche il re Tolomeo morì
tre giorni dopo e quelli che egli aveva lasciato nelle
fortezze furono sopraffatti da altri che si trovavano sulle
fortezze stesse. [19]Così Demetrio divenne re
nell'anno centosessantasette.
Primi
rapporti tra Demetrio e Gionata
[20]In
quei giorni Giònata radunò gli uomini della Giudea per
espugnare l'Acra in Gerusalemme e allestì molte macchine
contro di essa. [21]Allora alcuni nemici del popolo,
uomini iniqui, corsero dal re ad annunciare che Giònata
assediava l'Acra. [22]Sentendo la cosa, quegli si
adirò; quando ne ebbe conferma, si mise subito in viaggio,
venne a Tolemàide e scrisse a Giònata di sospendere
l'assedio e di andargli incontro a Tolemàide al più presto
per un colloquio. [23]Quando Giònata ricevette il
messaggio, ordinò di continuare l'assedio e, scelti alcuni
anziani e sacerdoti, decise di esporre se stesso al
pericolo; [24]prese con sé argento e oro, vesti e
molti altri doni e si recò dal re a Tolemàide e trovò favore
presso di lui. [25]C'erano però alcuni traditori del
suo popolo a deporre contro di lui, [26]ma il re lo
trattò come lo avevano trattato i suoi predecessori e lo
esaltò davanti a tutti i suoi amici, [27]lo confermò
nella dignità di sommo sacerdote e in tutti gli onori che
aveva prima e stabilì che fosse annoverato tra i primi suoi
amici. [28]Giònata ottenne che il re dichiarasse la
Giudea esente dai tributi insieme alle tre toparchie e alla
Samaria e gli promise trecento talenti. [29]Il re
acconsentì e scrisse a Giònata, a proposito di tutto questo,
lettere del seguente tenore:
Nuova
carta in favore dei Giudei
[30]«Il
re Demetrio al fratello Giònata e al popolo dei Giudei
salute. [31]Rimettiamo anche a voi copia della
lettera che abbiamo scritta a Làstene nostro parente intorno
a voi, perché ne prendiate conoscenza. [32]Re
Demetrio a Làstene suo padre salute. [33]Abbiamo
deciso di beneficare il popolo dei Giudici nostri amici e
rispettosi dei nostri diritti, per la loro benevolenza nei
nostri riguardi. [34]Abbiamo assegnato a loro il
territorio della Giudea; i tre distretti di Afèrema, Lidda e
Ramatàim restano trasferiti dalla Samaria alla Giudea con le
loro dipendenze in favore di quanti offrono sacrifici in
Gerusalemme, in compenso dei diritti che il re prelevava in
passato ogni anno da loro sui frutti della terra e degli
alberi. [35]Da qui innanzi tutte le altre nostre
competenze delle decime e delle tasse a noi dovute e le
saline e le corone a noi spettanti, tutto condoniamo loro.
[36]Nessuna di queste disposizioni sarà mai revocata
da oggi. [37]Sia dunque vostra cura preparare una
copia della presente e rimetterla a Giònata perché sia
esposta sul monte santo in luogo visibile».
Demetrio
II soccorso dalle truppe di Gionata ad Antiochia
[38]Il
re Demetrio, vedendo che il paese era in pace sotto di lui e
nessuno gli faceva resistenza, congedò le truppe perché
ognuno tornasse a casa sua, eccetto le forze straniere che
aveva assoldate dalle isole dei pagani. Allora gli si
inimicarono tutte le milizie dei suoi padri. [39]Trifone,
che prima stava con Alessandro, vide che tutte le milizie
mormoravano contro Demetrio e andò presso l'arabo Imalcue
che allevava il piccolo Antioco figlio di Alessandro.
[40]Egli insistette che glielo cedesse per farlo regnare
al posto di suo padre e gli riferì quanto aveva detto
Demetrio e l'ostilità che avevano per lui i soldati, e
rimase là molti giorni. [41]Giònata intanto mandò a
chiedere al re che richiamasse gli occupanti dell'Acra in
Gerusalemme e quelli delle altre fortezze, perché erano
sempre in lotta con Israele. [42]Demetrio fece
rispondere a Giònata: «Non solo questo farò per te e per il
tuo popolo ma colmerò te e il tuo popolo di onori appena ne
avrò l'opportunità. [43]Ora però farai bene a
inviarmi uomini che combattano con me, perché si sono
ritirate le mie truppe». [44]Giònata gli inviò ad
Antiochia tremila degli uomini più forti; essi si recarono
presso il re, e il re si rallegrò della loro venuta. [45]I
cittadini della capitale si radunarono al centro della città
in numero di circa centoventimila uomini e volevano
eliminare il re. [46]Il re si rifugiò nel palazzo, ma
i cittadini occuparono le vie della città e incominciarono i
combattimenti. [47]Il re chiamò in aiuto i Giudei, i
quali accorsero tutti a lui; poi si sparsero per la città e
ne uccisero in quel giorno circa centomila; [48]quindi
incendiarono la città, fecero in quel giorno gran bottino e
salvarono il re. [49]I cittadini videro che i Giudei
si erano impadroniti della città a loro piacere e si persero
d'animo e gridarono verso il re con voce supplichevole:
[50]«Stendi a noi la destra e desistano i Giudei dal
combattere noi e la città». [51]Gettarono le armi e
fecero la pace. I Giudei crebbero in fama presso il re e
presso quanti erano nel suo regno e fecero ritorno in
Gerusalemme portando grande bottino. [52]Demetrio
rimase sul trono del suo regno e il paese fu in pace sotto
di lui. [53]Ma rinnegò quanto aveva detto, cambiò
rapporti con Giònata e non corrispose alla benevolenza che
questi gli aveva dimostrata e lo fece soffrire molto.
Gionata
contro Demetrio II. Simone riprende Bet-Zur. Il fatto Casor
[54]Dopo
questi fatti, Trifone ritornò con Antioco ancora
adolescente, il quale cominciò a regnare e cinse la corona.
[55]Si raccolsero presso di lui tutte le milizie che
Demetrio aveva licenziate e mossero guerra contro di lui ed
egli fuggì e rimase sconfitto. [56]Trifone catturò
gli elefanti e si impadronì di Antiochia. [57]Allora
il giovinetto Antioco scrisse a Giònata: «Ti confermo il
sommo sacerdozio, ti faccio capo dei quattro distretti e ti
concedo di essere tra gli amici del re». [58]Gli
inviò vasi d'oro e un servizio da tavola con la facoltà di
bere in quei vasi, di vestire la porpora e portare la fibbia
d'oro. [59]Nominò anche Simone suo fratello
comandante dalla Scala di Tiro fino ai confini dell'Egitto.
[60]Giònata si diede a percorrere la provincia
dell'Oltrefiume e le varie città e accorse a lui, come
alleato, tutto l'esercito della Siria. Andò ad Ascalòna e i
cittadini gli uscirono incontro a rendergli omaggio. [61]Di
là passò a Gaza, ma gli abitanti di Gaza gli chiusero le
porte; egli la cinse d'assedio e incendiò i sobborghi e li
mise a sacco. [62]Allora quelli di Gaza supplicarono
Giònata, il quale diede loro la destra, prelevando i figli
dei loro capi come ostaggi e inviandoli a Gerusalemme; poi
percorse la regione fino a Damasco. [63]Giònata venne
a sapere che i capi di Demetrio si trovavano presso Cades in
Galilea con un numeroso esercito e con l'intenzione di
distorglielo dall'impresa. [64]Egli si mosse contro
di loro, lasciando il fratello Simone nel paese. [65]Simone
si accampò contro Bet-Zur e l'assalì per molti giorni
assediandola. [66]Allora supplicarono che desse loro
la destra ed egli la diede, ma li fece sloggiare di là,
occupò la città e vi pose una guarnigione. [67]Giònata
a sua volta e il suo esercito si erano accampati presso il
lago di Gennesaret e raggiunsero di buon mattino la pianura
di Casòr. [68]Ed ecco l'esercito degli stranieri
avanzare contro di lui nella pianura, dopo aver disposto
appostamenti contro di lui sui monti. Essi avanzavano di
fronte [69]quando gli appostati sbucarono dalle loro
posizioni e attaccarono battaglia. [70]Tutti gli
uomini di Giònata fuggirono, nessuno di loro rimase se non
Mattatia figlio di Assalonne e Giuda figlio di Calfi,
comandanti di contingenti dell'esercito. [71]Allora
Giònata si stracciò le vesti, si cosparse il capo di polvere
e si prostrò a pregare. [72]Poi ritornò a combattere
contro di loro, li sconfisse e li costrinse alla fuga.
[73]I suoi che erano fuggiti, quando videro ciò,
ritornarono a lui e con lui si diedero all'inseguimento fino
a Cades dov'era il loro accampamento e là anch'essi si
accamparono. [74]Gli stranieri caduti in quel giorno
furono circa tremila. Giònata tornò poi in Gerusalemme.
Maccabei 1 - Capitolo
12
Relazioni
di Gionata con Roma e Sparta
[1]Giònata,
vedendo che le circostanze gli erano propizie, scelse uomini
adatti e li inviò a Roma per ristabilire e rinnovare
l'amicizia con quel popolo. [2]Anche presso gli
Spartani e in altre località inviò lettere sullo stesso
argomento. [3]Partirono dunque per Roma e là
entrarono nel consiglio e dissero: «Giònata sommo sacerdote
e il popolo dei Giudei ci hanno inviati a rinnovare la
comune amicizia e l'alleanza come la prima volta». [4]E
i Romani diedero loro lettere di raccomandazione per le
autorità dei vari luoghi, perché favorissero il loro ritorno
pacifico in Giudea.
[5]Questa
è invece la copia della lettera che Giònata scrisse agli
Spartani:
[6]«Giònata
sommo sacerdote e il consiglio degli anziani del popolo e i
sacerdoti e tutto il resto del popolo giudaico, agli
Spartani loro fratelli salute. [7]Gia in passato era
stata spedita una lettera ad Onia sommo sacerdote da parte
di Areo, che regnava fra di voi, con l'attestazione che
siete nostri fratelli, come risulta dalla copia annessa.
[8]Onia aveva accolto con onore l'inviato e aveva
accettato la lettera nella quale vi erano le dichiarazioni
di alleanza e di amicizia. [9]Noi dunque, pur non
avendone bisogno, avendo a conforto le scritture sacre che
sono nelle nostre mani, [10]ci siamo indotti a questa
missione per rinnovare la fraternità e l'amicizia con voi in
modo da non diventare per voi degli estranei; molti anni
infatti sono passati da quando mandaste messaggeri a noi.
[11]Noi dunque fedelmente in tutte le feste e negli
altri giorni prescritti ci ricordiamo di voi nei sacrifici
che offriamo e nelle nostre invocazioni, com'è doveroso e
conveniente ricordarsi dei fratelli. [12]Ci
rallegriamo della vostra gloria. [13]Noi invece siamo
stati circondati da tante oppressioni e molte guerre: ci
hanno combattuti i re dei paesi vicini, [14]ma non
abbiamo voluto disturbare né voi né gli altri nostri alleati
e amici in queste lotte: [15]abbiamo infatti dal
cielo un valido aiuto per il quale noi siamo stati liberati
dai nostri nemici ed essi sono stati umiliati. [16]Ora
abbiamo designato Numenio figlio di Antioco e Antìpatro
figlio di Giasone e li abbiamo inviati presso i Romani a
rinnovare la precedente amicizia e alleanza con loro.
[17]Abbiamo quindi dato loro disposizioni di passare
anche da voi, per salutarvi e consegnarvi la nostra lettera,
riguardante la ripresa dei nostri rapporti e la nostra
fraternità. [18]Voi dunque farete cosa ottima
comunicandoci una risposta su queste cose».
[19]Segue
ora copia della lettera che essi avevano inviato ad Onia:
[20]«Areo,
re degli Spartani, a Onia sommo sacerdote salute. [21]Si
è trovato in una scrittura, riguardante gli Spartani e i
Giudei, che essi sono fratelli e che discendono dalla stirpe
di Abramo. [22]Ora, dal momento che siamo venuti a
conoscenza di questa cosa, ci farete cosa gradita
scrivendoci sui vostri sentimenti di amicizia. [23]Noi
intanto vi rispondiamo: I vostri armenti e i vostri averi ci
appartengono e i nostri appartengono a voi. Abbiamo quindi
disposto perché vi sia riferito in questo senso».
Gionata
in Celesiria, Simone in Filistea
[24]Giònata
ebbe notizia che i generali di Demetrio erano ritornati con
forze più numerose di prima per ritentare la guerra contro
di lui. [25]Egli si mosse da Gerusalemme e andò loro
incontro nella regione di Amat, perché non volle dar loro il
tempo di entrare nel suo paese. [26]Mandò nel loro
campo delle spie, le quali tornarono annunciando che essi
stavano disponendosi per dar loro l'assalto di notte.
[27]Quando fu il tramonto, Giònata comandò ai suoi di
vegliare tutta la notte e di stare con le armi pronte per la
battaglia e dispose sentinelle intorno al campo. [28]Ma
anche gli avversari seppero che Giònata e i suoi uomini
stavano pronti per la battaglia e furon presi da timore ed
esitazione d'animo e allora accesero fuochi nel loro campo.
[29]Giònata e i suoi uomini non si accorsero di nulla
fino al mattino, perché continuavano a vedere il bagliore
dei fuochi. [30]Allora si diede a inseguire le loro
tracce, ma non potè raggiungerli, perché avevano passato il
fiume Elèutero. [31]Giònata piegò sugli Arabi
chiamati Zabadei, li assalì e si impadronì delle loro
spoglie. [32]Poi ripartì e andò a Damasco e si diede
a percorrere tutto il paese. [33]Anche Simone fece
una spedizione, marciando fino ad Ascalòna e ai vicini posti
di guarnigione, poi piegò su Giaffa e se ne impadronì;
[34]aveva sentito infatti che avevano intenzione di
consegnare la fortezza ai partigiani di Demetrio; perciò vi
pose una guarnigione per presidiarla.
Lavori a
Gerusalemme
[35]Quando
Giònata fu di ritorno, radunò in assemblea gli anziani del
popolo e deliberò con loro di costruire fortezze in Giudea,
[36]di sopraelevare le mura di Gerusalemme e di
alzare una grande barriera tra la città e l'Acra per
separare questa dalla città affinchè fosse isolata, così che
non potessero più né comperare né vendere. [37]Si
organizzarono dunque per ricostruire la città e poiché era
rovinato parte del muro sul torrente dal lato orientale,
Giònata allestì il cosiddetto Kafenata. [38]Simone a
sua volta ricostruì Adida nella Sefela fortificandola e
applicandovi porte e sbarre.
Gionata
cade nelle mani dei suoi nemici
[39]Intanto
Trifone cercava di diventare re dell'Asia, cingere la corona
e stendere la mano contro il re Antioco, [40]ma
sospettava che Giònata glielo impedisse e, nel caso, gli
muovesse guerra. Perciò cercava di averlo nelle mani e di
eliminarlo; si mosse dunque e venne a Beisan. [41]Giònata
gli uscì incontro con quarantamila uomini scelti e
inquadrati e venne a Beisan. [42]Trifone, vedendo che
era venuto con numeroso esercito, si guardò bene dal
mettergli le mani addosso. [43]Anzi lo ricevette con
molti onori, lo presentò a tutti i suoi amici, gli offrì
doni e ordinò ai suoi amici e alle sue truppe di obbedirgli
come a lui stesso. [44]Disse a Giònata: «Perché mai
hai disturbato tutta questa gente, non essendoci guerra tra
di noi? [45]Su, dovresti rimandarli alle loro case;
tu scegli per te pochi uomini che ti accompagnino e vieni
con me a Tolemàide e io la consegnerò a te insieme con le
altre fortezze e il resto dell'esercito e tutti i
funzionari, poi tornerò indietro e partirò: sono venuto
appunto per questo». [46]Giònata, fidatosi di lui,
fece quanto aveva detto e rimandò le truppe che tornarono
nella Giudea. [47]Fece rimanere tremila uomini, di
cui duemila lasciò in Galilea e gli altri mille andarono con
lui. [48]Ma quando Giònata fu entrato in Tolemàide, i
cittadini chiusero le porte e si impadronirono di lui e
passarono a fil di spada quanti erano entrati con lui.
[49]Trifone mandò poi fanti e cavalli in Galilea e nella
grande pianura per liquidare tutti gli uomini di Giònata.
[50]Ma essi avevano sentito dire che Giònata era stato
catturato e che era finita per lui e per quelli che erano
con lui e, incoraggiatisi l'un l'altro, si presentarono
inquadrati, pronti alla battaglia. [51]Gli
inseguitori li videro decisi a difendere la loro vita e se
ne tornarono. [52]Così tutti giunsero senza molestie
in Giudea; fecero lutto per Giònata e per quelli della sua
scorta e furono presi da grande timore. Tutto Israele si
immerse in un lutto profondo. [53]Tutti i popoli
intorno a loro cercarono subito di sterminarli, dicendo
appunto: «Non hanno più né capo né sostegno: scendiamo ora
in guerra contro di loro e cancelleremo anche il loro
ricordo dagli uomini».
Maccabei 1 - Capitolo
13
V. SIMONE
SOMMO SACERDOTE ED ETNARCA DEI GIUDEI (143-134 a.C)
Simone
prende il comando
[1]Simone
seppe che Trifone stava radunando un numeroso esercito per
venire in Giudea a schiacciarla; [2]vide che il
popolo era tremante e impaurito, andò a Gerusalemme e radunò
il popolo; [3]li confortò e disse loro: «Voi sapete
bene quanto io e i miei fratelli e la casa di mio padre
abbiamo fatto per le leggi e per il santuario e le guerre e
le difficoltà che abbiamo sostenute. [4]Per questa
causa sono morti i miei fratelli, tutti per la causa di
Israele, e sono restato io solo. [5]Ebbene, mai
risparmierò la vita di fronte a qualunque tribolazione:
perché io non sono più importante dei miei fratelli. [6]Anzi
io difenderò il mio popolo e il santuario e le vostre mogli
e i figli vostri, poiché si sono radunati tutti i pagani per
sterminarci, spinti dall'odio». [7]Lo spirito del
popolo si infiammò all'udire queste parole; [8]perciò
risposero gridando a gran voce: «Tu sei il nostro
condottiero al posto di Giuda e di Giònata tuo fratello;
[9]combatti la nostra guerra e quanto ci comanderai noi
faremo». [10]Egli allora radunò tutti gli uomini atti
alle armi e accelerò il completamento delle mura di
Gerusalemme e le fortificò tutt'attorno. [11]Poi
inviò Giònata figlio di Assalonne con un forte esercito a
Giaffa; egli ne scacciò gli occupanti e rimase là sul posto.
Simone
respinge Trifone dalla Giudea
[12]Intanto
Trifone si mosse da Tolemàide con ingenti forze per venire
in Giudea e aveva con sé Giònata come prigioniero. [13]Simone
a sua volta si accampò in Adida di fronte alla pianura.
[14]Trifone venne a sapere che Simone era succeduto a
Giònata suo fratello e che si accingeva a muovergli guerra,
perciò mandò messaggeri a proporgli: [15]«Giònata tuo
fratello lo tratteniamo a causa del denaro che doveva
all'erario del re per gli affari che amministrava. [16]Ora,
mandaci cento talenti d'argento e due dei suoi figli in
ostaggio, perché una volta liberato non si allontani per
ribellarsi a noi. Con questo lo rimetteremo in libertà».
[17]Simone si rese conto che gli parlavano con inganno,
ma mandò ugualmente a prendere l'argento e i figli, per non
attirarsi forte inimicizia da parte del popolo, [18]che
poteva commentare: «E' perito perché non gli hai mandato
l'argento né i figli». [19]Perciò gli mandò i cento
talenti e i figli; ma quegli non mantenne la parola e non
liberò Giònata. [20]Fatto questo, Trifone si mosse
per entrare nel paese e devastarlo, girando per la via che
conduce ad Adòra. Ma Simone con le sue truppe ne seguiva le
mosse puntando su tutti i luoghi dove quegli si dirigeva.
[21]Quelli dell'Acra intanto inviarono messaggeri a
Trifone sollecitandolo a venire da loro attraverso il
deserto e a inviare loro vettovaglie. [22]Trifone
allestì tutta la sua cavalleria per andare, ma in quella
notte cadde neve abbondantissima, e così a causa della neve
non potè andare. Perciò si mosse e andò in Gàlaad. [23]Quando
fu vicino a Bascama, uccise Giònata e lo seppellì sul posto.
[24]Poi tornò e partì per la sua regione.
Gionata
sepolto nel Mausoleo di Modin costruito da Simone
[25]Simone
mandò a prendere le ossa di Giònata suo fratello e lo
seppellì in Modin, città dei suoi padri. [26]Tutto
Israele lo pianse con un grande lamento e fece lutto su di
lui per molti giorni. [27]Simone sopraelevò il
sepolcro del padre e dei fratelli e lo pose bene in vista
con pietre levigate, dietro e davanti. [28]Poi
dispose sette piramidi, l'una di fronte all'altra, per il
padre, per la madre e per i quattro fratelli. [29]Le
completò con una struttura architettonica, ponendovi attorno
grandi colonne; pose sulle colonne trofei di armi a perenne
memoria e presso i trofei navi scolpite che si potessero
osservare da quanti erano in navigazione sul mare. [30]Tale
è il mausoleo che eresse in Modin e che esiste ancora.
Favori di
Demetrio II a Simone
[31]Trifone
agiva con perfidia verso Antioco, il re ancora giovinetto,
finché lo uccise [32]e si fece re al suo posto, si
mise in capo la corona dell'Asia e procurò grandi rovine al
paese. [33]Simone intanto completò le fortezze della
Giudea, le cinse di torri elevate e di mura solide con
portoni e sbarre e rifornì le fortezze di viveri. [34]Poi
Simone scelse uomini adatti e li inviò al re Demetrio per
ottenere esoneri al paese; perché tutti gli atti di Trifone
erano state rapine.
[35]Il
re Demetrio lo assicurò in questo senso, poi gli rispose per
iscritto inviandogli la seguente lettera:
[36]«Il
re Demetrio a Simone sommo sacerdote e amico del re, agli
anziani e al popolo dei Giudei salute. [37]Abbiamo
ricevuto la corona d'oro e la palma che ci avete inviata e
siamo pronti a concludere con voi una pace solenne e a
scrivere ai sovrintendenti agli affari di concedervi le
esenzioni; [38]quanto stabilimmo con voi resta
stabilito e le fortezze che avete costruite restino di
vostra proprietà. [39]Vi condoniamo le mancanze e le
colpe fino ad oggi e la corona che ci dovete; se altro si
riscuoteva in Gerusalemme, non sia più riscosso. [40]Se
alcuni di voi sono atti ad essere iscritti al seguito della
nostra persona, siano iscritti e regni la pace tra di noi».
[41]Nell'anno
centosettanta fu tolto il giogo dei pagani da Israele
[42]e il popolo cominciò a scrivere negli atti pubblici
e nei contratti: «Anno primo di Simone il grande, sommo
sacerdote, stratega e capo dei Giudei».
Presa di
Ghezer da parte di Simone
[43]In
quel tempo Simone pose il campo contro Ghezer, la circondò
di accampamenti, fece allestire una torre mobile, la spinse
contro la città e abbattè una torre impadronendosene.
[44]I soldati della torre mobile si lanciarono nella
città e si produsse in città un grande trambusto. [45]I
cittadini salirono sulle mura insieme con le mogli e i
bambini, con le vesti stracciate, e supplicarono a gran voce
per indurre Simone a dar loro la destra [46]e
dissero: «Non trattarci secondo le nostre iniquità, ma
secondo la tua clemenza». [47]Simone venne a patti
con loro e non combattè oltre contro di loro; ma li scacciò
dalla città, purificò le case nelle quali c'erano idoli, e
così entrò in città con canti di lode e di ringraziamento.
[48]Egli eliminò da essa ogni contaminazione e vi
stabilì uomini che fossero osservanti della legge; poi la
fortificò e costruì in essa la propria dimora.
Conquista
dell'Acra di Gerusalemme da parte di Simone
[49]Ora
quelli dell'Acra in Gerusalemme, messi nell'impossibilità di
uscire e venire nel paese a comprare e vendere, erano
terribilmente affamati e buon numero di essi moriva di fame.
[50]Allora fecero giungere il loro grido a Simone,
perché desse loro la destra, e Simone la diede; così li
sloggiò di là e purificò l'Acra da tutte le contaminazioni.
[51]Fecero ingresso in quel luogo il ventitrè del
secondo mese dell'anno centosettantuno, con canti di lode e
con palme, con suoni di cetre, cembali e arpe e con inni e
canti, perché era stato eliminato un grande nemico da
Israele. [52]Simone stabilì di celebrare ogni anno
questo giorno di festa. Intanto completò la fortificazione
del monte del tempio lungo l'Acra; qui abitò con i suoi.
[53]Vedendo poi che suo figlio Giovanni era ormai uomo,
Simone lo fece capo di tutte le milizie e questi pose la sua
residenza in Ghezer.
Maccabei 1 - Capitolo
14
Elogio di
Simone
[1]Nell'anno
centosettantadue il re Demetrio radunò le sue milizie e
partì per la Media per raccogliere rinforzi e combattere
Trifone. [2]Ma Arsace, re della Persia e della Media,
appena seppe che Demetrio era entrato nel suo territorio,
mandò uno dei suoi generali per catturarlo vivo. [3]Costui
venne, battè l'esercito di Demetrio, lo catturò e lo
condusse ad Arsace e questi lo mise in carcere.
[4]Ebbe
pace la terra di Giuda per tutta la vita di
Simone;
egli cercò il bene della sua gente
e ad essi fu gradito il suo potere
e la sua gloria per tutti i suoi giorni.
[5]In aggiunta a tutte le sue glorie
egli prese Giaffa per farne un porto
e aprì un accesso alle isole del mare.
[6]Ampliò i confini del suo popolo
e riconquistò la regione.
[7]Raccolse una turba di prigionieri
e s'impadronì di Ghezer, di Bet-Zur e dell'Acra;
[8]spazzò via da essa le immondezze,
e nessuno gli si oppose.
In pace si diedero a coltivare la loro terra;
il suolo dava i suoi prodotti
e gli alberi della campagna i loro frutti.
[9]I vecchi sedevano nelle piazze,
tutti s'interessavano al bene
i giovani indossavano splendide vesti
e armature di guerra.
[10]Alle città fornì vettovaglie,
e le munì con mezzi di difesa;
così divenne celebre il suo nome
e la sua gloria fino all'estremità della terra.
[11]Fece regnare sul paese la pace
e Israele gioì di grande letizia.
[12]Ognuno sedeva sotto la sua vite
e sotto il suo fico
e nessuno incuteva loro timore.
[13]Scomparve dal paese chi li avversava
e i re andarono in rovina in quei giorni.
[14]Confortò tutti i derelitti nel suo popolo;
ricercò la legge ed eliminò ogni iniquo e maligno.
[15]Diede splendore al tempio
e lo rifornì di tutti gli arredi.
Rinnovo
dell'alleanza con Sparta e Roma
[16]Si
sparse fino a Roma e a Sparta la notizia che era morto
Giònata e se ne rattristarono molto. [17]Tuttavia,
quando seppero che Simone suo fratello era divenuto sommo
sacerdote al suo posto e continuava a mantenere il potere
sulla regione e sulle città, [18]scrissero a lui su
tavolette di bronzo per rinnovare con lui l'amicizia e
l'alleanza che avevano concluso con Giuda e Giònata suoi
fratelli. [19]I messaggi furono letti davanti
all'adunanza in Gerusalemme. [20]Questa è la copia
della lettera che inviarono gli Spartani:
«Le autorità e la cittadinanza
degli Spartani a Simone sommo sacerdote, agli anziani, ai
sacerdoti e al resto del popolo giudaico, loro fratelli,
salute. [21]I messaggeri inviati al nostro popolo ci
hanno riferito intorno alla vostra gloria e al vostro onore
e noi ci siamo rallegrati per il loro arrivo. [22]Abbiamo
registrato le loro dichiarazioni negli atti pubblici, in
questi termini: Numenio, figlio di Antioco, e Antìpatro,
figlio di Giasone, messaggeri dei Giudei, sono giunti presso
di noi per rinnovare l'amicizia con noi. [23]E'
piaciuto al popolo di ricevere questi uomini con ogni onore
e di inserire il testo del loro discorso nei registri a
disposizione del pubblico, perché il popolo degli Spartani
ne mantenga il ricordo».
[24]Successivamente
Simone mandò a Roma Numenio con un grande scudo d'oro, del
peso di mille mine, per concludere l'alleanza con loro.
Decreto
onorifico in favore di Simone
[25]Quando
il popolo seppe queste cose, disse: «Quale contraccambio
daremo a Simone e ai suoi figli? [26]Egli infatti e i
suoi fratelli e la casa di suo padre sono stati saldi e
hanno scacciato da sé con le armi i nemici d'Israele e hanno
assicurato la libertà». Poi fecero un'iscrizione su tavole
di bronzo, che furono poste su colonne sul monte Sion.
[27]Questo è il testo dell'iscrizione:
«Il diciotto di Elul dell'anno
centosettantadue, che è il terzo anno di Simone sommo
sacerdote, in Asaramel, [28]nella grande assemblea
dei sacerdoti e del popolo, dei capi della nazione e degli
anziani della regione ci è stato reso noto: [29]Poiché
più volte erano sorte guerre nel paese, Simone, figlio di
Mattatia, sacerdote della stirpe di Ioarìb, e i suoi
fratelli si gettarono nella mischia e si opposero agli
avversari del loro popolo, perché restassero incolumi il
santuario e la legge, e arrecarono gloria grande al loro
popolo. [30]Giònata riunì la sua nazione e ne divenne
il sommo sacerdote, poi andò a raggiungere i suoi antenati.
[31]I loro nemici vollero invadere il loro paese e
stendere la mano contro il santuario. [32]Simone
allora si oppose e si battè per il suo popolo e spese molto
del suo per dotare di armi le milizie della sua nazione e
assegnare loro un salario. [33]Inoltre fortificò le
città della Giudea e Bet-Zur nel territorio della Giudea,
dove prima c'era la roccaforte dei nemici, e vi pose un
presidio di soldati giudei. [34]Fortificò Giaffa,
situata sul mare, e Ghezer presso i confini di Asdòd, nelle
quali prima risiedevano i nemici, e vi impiantò i Giudei e
provvide in esse quanto era necessario al loro
sostentamento. [35]Il popolo ammirò la fede di Simone
e la gloria che egli si proponeva di procurare al suo
popolo; lo costituirono loro capo e sommo sacerdote per
queste sue imprese e per la giustizia e la fede che egli
aveva conservate al suo popolo e perché aveva cercato con
ogni mezzo di elevare la sua gente. [36]Nei suoi
giorni si riuscì felicemente per mezzo suo a scacciare dal
loro paese i pagani e quelli che erano nella città di Davide
e in Gerusalemme, che si erano edificati l'Acra e ne
uscivano profanando i dintorni del santuario e recando
offesa grande alla sua purità. [37]Egli vi insediò
soldati giudei, la fortificò per la purità della regione e
della città ed elevò le mura di Gerusalemme. [38]Il
re Demetrio quindi gli confermò il sommo sacerdozio; [39]lo
ascrisse tra i suoi amici e gli conferì grandi onori.
[40]Seppe infatti che i Giudei erano considerati amici,
alleati e fratelli da parte dei Romani, e che questi erano
andati incontro ai messaggeri di Simone con segni di onore;
[41]che i Giudei e i sacerdoti avevano approvato che
Simone fosse sempre loro condottiero e sommo sacerdote
finché sorgesse un profeta fedele, [42]che fosse loro
comandante militare e avesse cura del santuario e fossero
nominati da lui i sovrintendenti ai loro lavori, al paese,
agli armamenti e alle fortezze; [43]che, prendendosi
cura del santuario, fosse da tutti obbedito; che scrivessero
nel suo nome tutti i contratti del paese e vestisse di
porpora e ornamenti d'oro; [44]né doveva essere
lecito a nessuno del popolo né dei sacerdoti respingere
alcuno di questi diritti o disobbedire ai suoi ordini o
convocare riunioni senza suo consenso e vestire di porpora e
ornarsi della fibbia aurea; [45]chiunque agisse
contro questi decreti o ne respingesse alcuno, fosse
ritenuto colpevole. [46]Piacque a tutto il popolo
sancire che Simone si comportasse secondo questi decreti.
[47]Simone da parte sua accettò e gradì di esercitare il
sommo sacerdozio, di essere anche stratega ed etnarca dei
Giudei e dei sacerdoti e capo di tutti». [48]Disposero
che questa iscrizione fosse riportata su tavole di bronzo da
collocarsi nel recinto del santuario in luogo visibile
[49]e che se ne depositasse copia nel tesoro, perché
fosse a disposizione di Simone e dei suoi figli.
Maccabei 1 - Capitolo
15
Lettere
di Antioco VII e assedio di Dora
[1]Antioco,
figlio del re Demetrio, inviò lettere dalle isole del mare,
a Simone sommo sacerdote ed etnarca dei Giudei e a tutto il
popolo, [2]il cui contenuto era del seguente tenore:
«Il re Antioco a Simone sommo sacerdote ed etnarca e al
popolo dei Giudei salute. [3]Poiché alcuni uomini
pestiferi si sono impadroniti del regno dei nostri padri,
voglio rivendicare i miei diritti sul regno, per
ricostruirlo com'era prima; ho reclutato un esercito ingente
di mercenari e allestito navi da guerra. [4]E' mia
volontà sbarcare nella regione, per punire coloro che hanno
rovinato il nostro paese e desolato molte città nel mio
regno. [5]Ora ti confermo tutte le esenzioni che ti
hanno concesse i re miei predecessori, e tutti gli altri
esoneri dai doni. [6]Ti concedo di batter moneta
propria con corso legale al tuo paese; [7]Gerusalemme
e il suo santuario siano liberi; tutti gli armamenti che hai
preparato e le fortezze che hai costruite e occupi, restino
in tuo possesso. [8]Quanto devi al re e i debiti che
potrai avere verso il re in avvenire da ora e sempre ti sono
rimessi. [9]Quando poi avremo preso possesso del
nostro regno, onoreremo te, il tuo popolo e il tempio con
grandi onori, così da render chiara la vostra gloria in
tutta la terra».
[10]Nell'anno
centosettantaquattro Antioco entrò nella terra dei suoi
padri e si schierarono con lui tutte le milizie, così che
pochi rimasero con Trifone. [11]Antioco si diede ad
inseguirlo e quegli dovette fuggire e venne fino a Dora
situata sul mare, [12]perché vedeva che i mali si
addensavano su di lui, mentre le truppe lo abbandonavano.
[13]Antioco pose il campo contro Dora, avendo con sé
centoventimila armati e ottomila cavalli. [14]Egli
circondò la città mentre le navi attaccarono dal mare; fece
così pressione contro la città dalla terra e dal mare, non
lasciando più entrare né uscire nessuno.
Ritorno
dell'ambasciatore da Roma in Giudea
e
promulgazione dell'alleanza con i Romani
[15]Intanto
arrivarono da Roma Numenio e i suo compagni, portando
lettere per i re dei vari paesi. Esse dicevano:
[16]«Lucio
console dei Romani al re Tolomeo salute. [17]Gli
anziani dei Giudei sono giunti a noi come amici nostri e
alleati, a rinnovare l'antica amicizia e alleanza, inviati
da Simone sommo sacerdote e dal popolo dei Giudei. [18]Essi
hanno portato uno scudo d'oro di mille mine. [19]E'
piaciuto a noi di scrivere ai re dei vari paesi, perché non
procurino loro del male, né facciano guerra alle loro città
o alla loro regione, né prestino alleanza a chi entri in
guerra con loro. [20]Ci è parso bene accettare da
essi lo scudo. [21]Se pertanto uomini pestiferi sono
fuggiti dalla loro regione presso di voi, consegnateli a
Simone, perché ne faccia giustizia secondo la loro legge».
[22]Uguali
espressioni scrissero al re Demetrio, ad Attalo, ad Ariarate
e Arsace [23]e a tutti i paesi: a Sampsame, agli
Spartani, a Delo, a Mindo, a Sicione, alla Caria, a Samo,
alla Pamfilia, alla Lidia, ad Alicarnasso, a Rodi, a
Faselide, a Coo, a Side, ad Arado, a Gortina, a Cnido, a
Cipro e a Cirene. [24]Copia di queste lettere avevano
trascritto per Simone sommo sacerdote.
Antioco
VII assediando Dora diventa ostile a Simone
e lo fa
rimproverare
[25]Antioco
dunque teneva il campo contro Dora da due giorni, lanciando
continuamente contro di essa le schiere e costruendo
macchine; aveva precluso a Trifone ogni possibilità di
uscire ed entrare. [26]Simone gli inviò duemila
uomini scelti per combattere al suo fianco e insieme
argento, oro e molti equipaggiamenti. [27]Ma Antioco
non volle accettare niente, anzi ritirò quanto aveva prima
concesso a Simone e si inimicò con lui. [28]Poi gli
inviò Atenobio, uno dei suoi amici, a trattare con lui in
questi termini: «Voi occupate Giaffa, Ghezer e l'Acra in
Gerusalemme, tutte città del mio regno. [29]Avete
devastato il loro territorio e avete causato rovina grande
nel paese e vi siete impadroniti di molte località nel mio
regno. [30]Ora, consegnate le città che avete
occupate, insieme con i tributi delle località di cui vi
siete impadroniti fuori del territorio della Giudea, [31]oppure
date in sostituzione cinquecento talenti d'argento e, in
compenso dei danni arrecati e dei tributi delle città, altri
cinquecento talenti; altrimenti verremo e vi muoveremo
guerra». [32]Atenobio, l'amico del re, si recò in
Gerusalemme e vide la gloria di Simone, il vasellame con
lavori in oro e argento e il suo grande fasto, e ne rimase
meravigliato; poi gli riferì le parole del re. [33]Simone
gli rispose: «Non abbiamo occupato terra straniera né ci
siamo impossessati di beni altrui ma dell'eredità dei nostri
padri, che fu posseduta dai nostri nemici senza alcun
diritto nel tempo passato. [34]Noi, avendone avuta
l'opportunità, abbiamo ricuperato l'eredità dei nostri
padri. [35]Quanto a Giaffa e a Ghezer, che tu
reclami, esse causarono rovina grande nel nostro paese: per
esse daremo cento talenti». [36]Atenobio non gli
rispose parola, ma tornò indispettito presso il re, al quale
riferì quelle parole e la gloria di Simone e quanto aveva
visto. Il re si adirò furiosamente.
Cendebeo,
governatore della zona litoranea, molesta la Giudea
[37]Trifone
intanto, salito su una nave, fuggì a Ortosia. [38]Il
re allora nominò Cendebèo primo stratega della zona
litoranea e mise al suo comando forze di fanteria e
cavalleria. [39]Poi gli ordinò di accamparsi in vista
della Giudea e gli ordinò di ricostruire Cedron, rinforzando
le porte, e di iniziare la guerra contro il popolo. Il re
intanto coninuò la caccia a Trifone. [40]Cendebèo si
recò a Iamnia e cominciò a molestare il popolo, a invadere
la Giudea, a far prigionieri tra il popolo e metterli a
morte. [41]Egli ricostruì Cedron e vi dispose la
cavalleria e la truppa perché potessero uscire e battere le
strade della Giudea, come gli aveva ordinato il re.
Maccabei 1 - Capitolo
16
Vittoria
dei figli di Simone su Cendebeo
[1]Allora
Giovanni salì da Ghezer e riferì a Simone suo padre quanto
faceva Cendebèo. [2]Simone chiamò i suoi due figli
maggiori Giuda e Giovanni e disse loro: «Io e i miei
fratelli e la casa di mio padre abbiamo combattuto le
battaglie d'Israele dalla gioventù fino ad oggi e riuscì
nelle nostre mani l'impresa di salvare Israele
ripetutamente; [3]ora io sono vecchio e voi, per
misericordia del Cielo, siete nell'età buona; prendete il
posto mio e di mio fratello e fatevi avanti a combattere per
il vostro popolo; l'aiuto del Cielo sia con voi». [4]Giovanni
arruolò nella regione ventimila uomini esperti nelle armi e
cavalieri; partirono contro Cendebèo e passarono la notte in
Modin. [5]Alzatisi il mattino, proseguirono per la
pianura ed ecco venire incontro a loro un esercito ingente,
fanti e cavalleria; ma un torrente li separava. [6]Giovanni
con la sua gente pose il campo di fronte. Vedendo che il
grosso esitava ad attraversare il torrente, passò per primo.
Lo videro i suoi uomini e passarono dopo di lui. [7]Egli
divise la moltitudine e pose i cavalieri in mezzo ai fanti,
perché la cavalleria degli avversari era molto numerosa.
[8]Poi diedero fiato alle trombe: Cendebèo e il suo
schieramento furono respinti; molti della loro parte caddero
colpiti a morte e i superstiti si rifugiarono nella
fortezza. [9]Fu ferito allora anche Giuda, fratello
di Giovanni. Giovanni invece li inseguì, finché giunse a
Cedron che Cendebèo aveva ricostruito. [10]I nemici
fuggirono nelle torri esistenti nelle campagne di Asdòd, ma
egli vi appiccò il fuoco. Restarono sul campo circa duemila
nemici. Poi Giovanni ritornò in Giudea senza molestie.
Morte
tragica di Simone a Dok. Gli succede il figlio Giovanni
[11]Tolomeo,
figlio di Abùbo, era stato costituito stratega della pianura
di Gerico. Egli possedeva molto argento e oro, [12]poiché
era il genero del sommo sacerdote. [13]Il suo cuore
si inorgoglì e si propose di impadronirsi del paese e covava
perfidi disegni contro Simone e i suoi figli per eliminarli.
[14]Simone era in visita alle città della regione e
si interessava delle loro necessità. Venne allora in Gerico
insieme con Mattatia e Giuda suoi figli, nell'anno
centosettantasette, nell'undicesimo mese, cioè il mese di
Sabat. [15]Il figlio di Abùbo, che covava il
tradimento, li ricevette nella cittadella, chiamata Dok, che
egli aveva costruita, e servì loro un gran banchetto,
nascondendo ivi degli armati. [16]Quando Simone e i
figli furono inebriati, Tolomeo e i suoi uomini si alzarono,
impugnarono le armi, si scagliarono contro Simone nella sala
del banchetto e trucidarono lui, i due figli e alcuni suoi
servi. [17]Egli commise un'enorme perfidia e rese
male per bene. [18]Tolomeo scrisse di questa cosa e
spedì al re, perché gli inviasse milizie in aiuto e gli
desse in consegna la loro regione e le città. [19]Inviò
altri uomini a Ghezer per eliminare Giovanni e spedì lettere
ai suoi comandanti, che venissero da lui, perché doveva loro
argento e oro e doni; [20]altri uomini inviò ad
occupare Gerusalemme e il monte del tempio. [21]Ma
qualcuno corse avanti e informò Giovanni che suo padre e i
suoi fratelli erano periti, aggiungendo: «Ha inviato uomini
per uccidere anche te». [22]Udendo ciò, Giovanni
rimase profondamente costernato; poi catturò gli uomini
inviati per sopprimerlo e li mise a morte. Aveva infatti
saputo che cercavano di ucciderlo.
[23]Le
altre azioni di Giovanni, le sue battaglie e gli atti di
valore da lui compiuti, la ricostruzione delle mura da lui
eseguita e le sue imprese, ecco stanno scritte negli annali
del suo sommo sacerdozio, da quando divenne sommo sacerdote
dopo la morte di suo padre. |
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