Ciclo-eno-gastro-turistica " CRETA 96 "
·
Aldo MOIOLI
·
Gianni VEZZANI
·
Pierangelo TESORO
·
Giampiero TRUPIA
·
Fabiola CRETTI
Partecipanti (in ordine di eta'):
L'itinerario: appunti di viaggio vissuto
Venerdi 14 giugno
- Tzatzichi ed insalata greca a
cena.
Sabato 15 giugno
- I mulini a vento di Lashiti.
Domenica 16 giugno
- Kato Zakros e gli sterrati
non fatti.
Lunedi 17 giugno
- Che piacere avere il Meltemi
a favore !
Martedi 18 giugno
- Autobus che ci lascia a terra
; Fab e la Gary Fisher: difficile rapporto.
Mercoledi 19 giugno
- Joanna, La Canea, le Gole di
Samaria, ...
Giovedi 20 giugno
- Restiamo in due !
Venerdi 21 giugno
- Loop di sterrati su
Paleokora.
Sabato 22 giugno
- Vrisses: un insolito
pernottamento.
Domenica 23 giugno
- La partenza da Creta e la
notte ad Atene
Lunedi 24 giugno
- Visita all'Acropoli e rientro
in Italia
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Creta e' la maggiore isola greca e quinta nel
Mediterraneo con i suoi oltre 8000 km2.
Il perimetro delle sue coste supera i 1000 km ed e'
un isola prevalentemente montuosa con cime che raggiungono i 2500 metri di
altezza. Diversi sono gli altipiani formatisi tra le cime montane con un
terreno molto fertile, abbondante acqua e ricche coltivazioni.
Numerose sono le caverne, ma altra caratteristica
della geologia dell'isola sono le gole, su cui fra tutte dominano quelle di
Samaria poste a sud-ovest.
Grazie al clima favorevole ed alla fertilita' del
terreno, Creta ha una ricca agricoltura, infatti si producono olive, uva,
agrumi, erbe aromatiche e
farmaceutiche, ortaggi, ...
Il clima e' tra i piu' dolci e salubri, con estati
calde ed inverni dolci, eccetto quello di gennaio 1993 in cui pioggia, vento e
neve furono protagonisti e decretarono il fallimento di una precedente ciclo.
Grande fu la delusione e la depressione che colpí (chi piu', chi meno) i partecipanti, ma altrettanto grande fu il
desiderio di riprovarci e di tornare in questa terra che conobbe splendori di
antiche civilta', nonche' teatro di fantastiche leggende mitologiche.
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Il gruppo non e' stato sempre compatto a causa del
volo di ritorno pianificato su giorni diversi od altri motivi che si vedranno
nell'esposizione, comunque sia i due quinti della spedizione (Gianni e Pie)
hanno percorso in nove giorni oltre 800 km di strade cretesi (asfaltate e non)
affrontando un dislivello totale superiore all'elevazione del Monte Everest
(oltre 9000 metri).
Vi sono stati casi in cui il fondoschiena si e'
posato sul sellino della fedele bicicletta gia' alle sette del mattino ed una
sera in cui alle nove e mezzo si era ancora incollati la'.
L'itinerario era stato studiato e predisposto dai
due gia' citati che si sono avvalsi della fattiva collaborazione
dell'ex-ciclista Alfredo Novati e della precedente sfortunata esperienza.
Ecco di seguito il dettaglio della ciclo con qualche
cifra:
1^ giornata
Monza - Linate (26 km) /
Volo Milano Linate - Iraklon
/ Iraklion – Amnisos (6 km)
2^ giornata
Amnisos - Altopiano Lasithi
- Agios Nikolaos 100
km / dislivello 1400 m
3^ giornata
Agios Nikolaos - Sitia -
Ziros – Makrigialos
128 km / dislivello 1300 m
4^ giornata
Makrigialos - Ierapetra -
Arvi – Keratokampos 82
km / dislivello 600 m / sterrato 40%
5^ giornata
Katokampos - Tsoutsoro -
Agii Deka - Agia Galini 95
km / dislivello 1000 m / sterrato 20%
6^ giornata
Taxi Agia Galini - La Canea /
bici La Canea - Laki - Omalos -
Rifugio Kallergi 56 km / dislivello 1900 m / sterrato <10%
7^ giornata
Rifugio Kallergi - Rodovani
- Paleokora 72 km / dislivello 500 m / sterrato < 50%
8^ giornata
Traghetto Paleokora - Elafonisi
Elafonisi - Amigdalokefali -
Elos - Paleokora 65 km / dislivello
800 m / sterrato > 50%
9^ giornata
Traghetto Paleokora - Chora Sfakion
Chora Sfakion - Vrisses 45 km / dislivello 900 m
10^ giornata
Vrises - Rethimno - Perama -
Iraklion 123 km / dislivello 700 m
Volo Iraklion - Atene
11^ giornata
Volo Atene -
Milano Linate / bici Milano Linate -
Monza 26 km
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Tante sono le taverne lungo le strade ed in una
terra dal clima cosí mite il vino e' certamente ad un buon livello. Due sono
pero' le cose degne di essere menzionate: il Retsina e la grappa.
RETSINA : vino resinoso tipico greco che va bevuto
assai freddo---> bisogna assaporarlo, facendo particolare attenzione al
retrogusto che viene lasciato.
RAECKY :
grappa; spesso ci e' stata offerta dai ristoratori; particolare curioso
ed insolito sull'altopiano di Lasithi, ove ci e'stata data insieme alle
noccioline come aperitivo ! ...
BIRA : birra; molto buona la AMSTEL, che si trova
ovunque a buon prezzo.
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Ampiamente onorata questa componente, sia per la
fame che contraddistingue queste occasioni, sia per la varieta' delle offerte
fornita dalla cucina cretese.
Una particolarita' greca ampiamente utilizzata e' il
fatto che in qualunque punto di ristoro si puo' mangiare a qualunque ora.
Alcuni piatti sono stati particolarmente apprezzati e di seguito si elencano
alcune specialita' assaporate.
STUFFED VINE LEAVES (DOLMATES) : riso avvolto in
foglie di vite ---> delizioso.
STUFFED TOMATOES : pomodori col ripieno di riso;
esiste un piatto misto di queste specialita' che prevede anche i peperoni
ripieni ---> da provare.
SOUVLAKI : spiedino di carne di maiale o di altro animale
---> per gli amanti della carne.
MOUSAKA : piatto forte della cucina greca; si
presenta alla vista come le lasagne, ma non vi e' pasta, bensí carne tritata e melanzane (piu' vicino alla
nostra parmigiana) ---> sostanzioso.
MAKARONIA : e' l'equivalente dei nostri spaghetti
---> non assaggiati.
TZATZIKI: yogurt, cetriolo, aneto, aglio sono gli
ingredienti squisitamente amalgamati insieme per questo tipico starter greco
---> e' un "must".
GREEK SALAD : cetrioli, pomodori, cipolla a fette,
olive e pezzetto di feta in cima a tutto ---> eccezionale per chi consuma
molto.
TARAMOSALATA : uova di pesce servite in una salsa
come starter ---> ottimo piatto.
FETA : formaggio tipico greco di capra --->
bisogna assaggiarlo
GHIRO' : fette di carne di maiale infilzate in un
grosso spiedo posto in verticale a rosolare, viene tagliata direttamente dallo
spiedone e servita, quindi, a straccetti ---> squisito.
OKRA : hanno lo stesso aspetto di piccoli peperoni
di colore verdolino col gusto simile alle zucchine ---> gradevolissimi.
YOGURT e MIELE : ideale per colazione o per rifarsi
della fatica ---> questi due alimenti sono molto buoni in Grecia, infatti,
presi separatamente sono ottimi, messi insieme diventano eccezionali.
MAGIC : sono i mitici "Magnum"
dell'Algida; DELTA ed ELBA sono le due concorrenti locali della casa italiana
---> irresistibile.
GREEK COFFEE : il grano di caffe' viene polverizzato
e l'acqua bollente viene versata nella tazzina in cui si e' gia' messo il
caffe' con lo zucchero ---> buono, attenzione pero' al deposito.
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Anche se la componente ciclo e' stata decisamente
predominante, non si sono trascurati altri mezzi di spostamento, utilizzati in
loco, per meglio girare l'isola: traghetti, autobus, taxi hanno ospitato uomini
e mezzi meccanici che hanno avuto cosí modo di scoprire angoli difficilmente
accessibili.
Le testimonianze storiche del tipo il "Palazzo
di Cnosso", oppure il "Museo di Iraklion" erano gia' state
oggetto di visita nella precedente esperienza cretese, per cui in questo giro
si e' cercato di mescolare rapide visite a citta' in cui e' tutt'ora forte la
testimonianza veneziana dell'antica Candia, con trekking nelle Gole di Samaria.
Si e' voluto assaporare esempi della mitica civilta' minoica, con rossi
tramonti come quello ammirato dal Rifugio Kallergi del Club Alpino Ellenico
posto di fronte al Monte Ida ove nacque Zeus. Si e' voluto dormire in posti
semplici caratterizzati dalla vista sul mare, oppure da quello che si e' trovato
sul momento. In rispetto alla gia' menzionata particolarita' tipica greca, si
e' mangiato a qualunque ora privilegiando l'aspetto godurioso anche se a volte
un po' spartano: di fronte alla spiaggia ad un passo dal mare, oppure in un
posto pittoresco ed attraente.
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Not Existent. To be better defined next
"ciclo".
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Facciamo una rapida carellata dei protagonisti:
Aldo MOIOLI : e' il decano del gruppo, ma e'
anche denominato AldoG (Aldo il giovane) per il suo entusiasmo, il suo
ottimismo, la sua irruenza, la sua
voglia di fare; non si e' mai tolto il "Camel Back" neanche per farsi
la doccia (dicono i maligni) ed e' stato sempre prodigo di consigli in
occasione delle foto (da regista) che lui o qualcun altro usava fare di tanto
in tanto - aperti a ventaglio ... in fila indiana ... un metro di distanza ...
cinque lunghezze uno dall'altro ... - queste ed altre immanchevoli indicazioni
venivano sempre eseguite dagli altri; quando pero' faceva particolarmente caldo
si levava dal gruppo la parola FACALDO (che si scrive fuck-Aldo). Un solo neo
per il Moiols: l'indegna gazzarra messa su'
nel rifugio alpino con Gianni, il suo ex-FDS (Fratello
Di Sangue), per squallide scommesse legate a quotazioni di rullini diapo.
Gianni VEZZANI : e' l'anima del gruppo,
perfettamente integrato in terra greca (piu' volte scambiato dagli stessi Greci
per il vero Zorbas); perde la testa per la splendida Joanna sul molo di La
Canea, ma la ritrova sulla spiaggia di Paleokora alla vista dell'inquietante
Costume Bianco, per poi riperderla su un altro molo (quello di Sougia), quando
compare Angelo Biondo a cavallo di un Kawasaki,
di cui pero' si era gia' innamorato Pie che ha il diritto di prelazione ed
allora si ricorda di Eva, la bella
ballerina di danza classica conosciuta ad Agia Galini, ma appena incontra ...
Pierangelo TESORO : e' il cronista del
gruppo, sempre pronto ad annotare ogni avvenimento saliente della giornata o a
cogliere spunti dal comportamento dei singoli; ha raccolto l'eredita'
spirituale di un altro "grande" (Alfredo Novati) diventando
l'agiografo del Vezz ed ora medita di mettersi al servizio dell'inossidabile
Moiols; profondamente depresso nella precedente spedizione naufragata tra neve,
pioggia e vento, ora incredibilmente eccitato e gasato per questa nuova
fortunata esperienza cretese.
Giampiero TRUPIA : e' il figo del gruppo; ha
pedalato indossando con estrema "nonscialance" variopinte camicie,
mentre gli altri avevano si e no qualche maglietta (Pie a tratti sfoggiava la
maglia rosa del record di Colle Brianza tutt'ora imbattuto); molto motivato non
ha pero' partecipato a tutto il giro; e' riuscito solo in parte a mediare le
esigenze della ciclo con i desideri della Fab, lo si e' visto in chiara
difficolta' e molto preoccupato (per la bicicletta) quando la povera Fabiola,
dopo aver pedalato l' intera giornata, crolla in cima al valico che porta giu'
al mare di Agia Galini ed in preda alla rabbia sbatte a terra la sua "Gary
Fisher" ammortizzata.
Fabiola CRETTI : e' l'anima gentile del
gruppo; gli avevan detto vieni a vedere le spiaggie di Creta ed invece la
facevano pedalare per dieci/dodici ore al giorno, gli avevan detto vieni a
riposarti a Creta e invece la facevano svegliare alle sette del mattino, gli
dicevano tieni il tuo passo ed intanto loro facevano i loro stupidi scatti e
controscatti ... un tardo pomeriggio, giunta spossata in cima all'ennesimo
passo, buttando a terra l'incolpevole "Gary Fisher", grido': - Basta
con i fidanzati sportivi ! -
Le biciclette : meritavano una menzione e le
ho messe tra i protagonisti perche' lo sono realmente state; escluso un paio di
forature, occorse all'incolpevole mezzo meccanico di Pie (al fine di fare delle
foto d'effetto, l'incauto biker si era avventurato in mezzo ad irti rovi),
nessun inconveniente e' accaduto ! Grande e' il merito delle fide MTB le quali
sono state troppo spesso trascurate dai loro padroni, il solo Moiols ha avuto
il pensiero di oliare la catena al termine di una tappa particolarmente
polverosa.
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UNA FACCIA UNA RAZZA : spesso ci siamo sentiti
ripetere questa frase da uomini o donne, anziani o giovani; gli italiani sono sicuramente
ben visti in Grecia, per cui e' opportuno salutare in italiano per evitare di
essere scambiati per tedeschi molto meno presi in simpatia; appena capivano la
nostra provenienza, allargavano un sorriso diventando molto socievoli e
disponibili. Non abbiamo avuto grossi problemi a utilizzare le lire che avevamo
per pagare il conto del ristorante o della stanza (col giusto cambio). Mai ci
e' stato rifiutato di riempirci la borraccia di acqua e spesso ci e' stata data
acqua fresca di frigorifero, qualche volta la loro ospitalita' e' giunta ad
offrirci frutta fresca e gustosa ...
AIRONE : doveva esserci pure lui, Umberto Isman,
fotografo professionista collaboratore di riviste specializzate come
"Bell'Italia", "Bell'Europa", "Alp",
"Airone"; fu elevato al rango di fotografo ufficiale delle
ciclo-eno-gastro-turistiche del 'gruppo cegt' da poco meno di un anno fa, da
quando cioe', a luglio del 95, documento' la prima ciclo-eno-gastro-alpinistica
del 'gruppo cega' (ad ottobre la vedremo sul secondo numero speciale di
"Airone itinerari" con commento a quattro mani Isman-Tesoro); dicevo
doveva esserci pure lui, ma la redazione di Airone voleva che il servizio su
Creta fosse realizzato nel mese di aprile-maggio e non a giugno, ritenuto un
mese troppo estivo con vegetazione piu' bruciata dal sole, meno rigogliosa e
poco adatta per le immagini fotografiche, il buon Isman percio' non ha fatto
parte della spedizione.
VENTO : e' una costante, spira in continuazione da
nord-est; quando e' a favore e' una vera goduria, non solo rinfresca, ma pedala
addirittura con noi; un vero disastro quando e' contro ! Complessivamente molto
gradevole per stemperare la calura.
MOSCHE, TAFANI, INSETTI VARI : non ci sono; in
quest'isola non abbiamo per nulla sofferto la presenza di questi
fastidiosissimi insetti; forse per il vento, forse per l'assenza di pascoli,
sta di fatto che non ne abbiamo trovato; altra nota positiva.
CARTINA : di grande utilita' ed in certi casi
fondamentale, l'acquisto di una buona cartina dettagliata con indicate anche le
curve di livello; detto acquisto in terra cretese si e' dimostrato decisivo per
la pianificazione a tavolino di alcune tappe rivelatesi poi azzeccate.
PORTACARTINE: accessorio acquistato da Pie prima
della partenza di grande utilita'; opportunamente assicurato alla parte
anteriore del manubrio, questo gadget e' consigliato per questo genere di
uscite.
CARTA VISA : non e' molto diffusa, se non negli
esercizi piu' costosi; la lira italiana non e' disprezzata e non e' poi cosi'
difficile trovare chi cambia al giusto prezzo.
ALLOGGI : abbiamo per lo piu' privilegiato
sistemazioni economiche, il trattamento, escluso qualche caso eccezionale
(Atene) e' stato buono.
PIN : acronimo che contraddistingue il codice di
prelievo per la carta di credito o bancomat, identificativo utile, per non dire
fondamentale, quando in vacanza all'estero si rimane senza contante; ricordarsi
sempre alla partenza di portarlo con se', oppure assicurarsi che la propria
memoria non vi tradisca all'occorrenza (precisazione ad uso e consumo del Vezz
che si e' visto negare l'autorizzazione al prelievo da un odioso dispenser, che
ha invece elargito dracme a profusione al piu' attento Pierangelo).
SACCHETTI LINEE AEREE : Gianni e Pie hanno
cominciato con l'Olimpyc Airways la raccolta dei sacchetti da vomito delle
linee aeree; chiunque intendesse contribuire e' pregato di raccoglierne un paio
(uno per ciascuno per non fare distinzioni) e consegnarli ai due collezionisti;
sono decisamente preferiti i sacchetti non usati.
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Praticamente nessun problema incontrato per la
lingua: qualcuno capisce l'italiano, i
giovani sono spesso a conoscenza della lingua inglese, mentre con gli anziani
si sono superate le difficolta' senza danni usando qualche vocabolo essenziale
che si e' qui di seguito riportato (per bere, mangiare, dormire, oltre ad
ottenere qualche informazione sulla strada, questo estratto puo' essere
sufficiente).
PODILATO = bicicletta, il plurale e' PODILATA con
l'accento sulla "i".
TABEPNA = taverna; attenzione all'alfabeto greco !
infatti "B" e' la nostra "V", mantre "P"
corrisponde alla "R".
ISIGIA = alla salute (e' uno dei tre modi che hanno
in Grecia per brindare).
EVIVA = alla salute (e' il secondo modo, il terzo
non lo ricordo ...).
PSOMI = pane; dopo un'intera giornata passata a
pestare sui pedali e' fondamentale conoscere questa parola.
NERO' = acqua; CRIO NERO e' l'acqua fresca; parole
molto usate per riempire le nostre borracce, spesso a secco.
CAFENEON = tipica caffetteria con sempre qualche
tavolino all'aperto posto all'ombra di qualche albero; e' per lo piu'
frequentata dagli anziani che passano il loro tempo a discorrere.
KALO' = buono
DROMO = strada; KALO DROMO = strada buona, non
strerrata.
PANO = alto; suffisso spesso usato nelle citta' (se
l'avessimo saputo a Cipro, avremmo immaginato che PANO LEFKARA non poteva
trovarsi dopo una "leggera salita" ...)
KATO = basso; altro suffisso comune nei nomi
geografici.
AGIOS-AGIA = santo-santa; tante sono le citta'
intitolate ai santi.
PALEO = vecchio.
PARAKALO' = ha molti significati; si usa per
rispondere a chi ringrazia, oppure chiedere permesso, o per attirare
l'attenzione di qualcuno ...
EFKARISTO = grazie.
TALASSA = mare.
LOGARIASMO = conto; abbiamo pero' quasi sempre
chiesto il conto usando parole simili fino a coniare il suo sinonimo per
eccellenza che corrisponde a LOGARITMO, ci hanno ugualmente capito ...
KALIMERA-KALISPERA-KALINIKTA =
buongiorno-buonasera-buonanotte.
AERODROMIO = aeroporto; mai usato questo termine, ma
mi deliziava menzionarlo ...
ADIO = arrivederci; anche se sembra strano e' cosí
...
'NDAXI = va bene; usato tutte le volte che si vuole
chiudere un discorso ...
DOMATIO = indica un luogo ove riposare, quindi
individua una stanza, una camera, oppure un'appartamento.
CRI-CRI = capra di Creta; sono molto numerose le
capre a Creta, ma i Cri-Cri no! Malgrado tutti i nostri sforzi ed arrampicate,
non ne abbiamo viste affatto, pero' Gianni ha l'adesivo ed io una maglietta che
le ritrae ...
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Monza
- Linate (26 km) / Volo Milano Linate - Iraklon /
Iraklion - Amnisos (6 km)
Gianni e Pie si trovano ad Agrate da Aristide il
parrucchiere del Merons e di Scarra' (Pie doveva assolutamente farsi il taglio
tattico prima di partire); secondo il programma prestabilito, alle nove del
mattino i nostri sono gia' in sella alle loro biciclette, perfettamente equipaggiati,
sulla strada che li condurra' a Linate, mentre i restanti tre giungono
accompagnati da Lorenzo in Tempra (piu' di tre bici la Tempra non puo' portare,
si sa non e' la mitica Duna ...)
Le operazioni di fasciatura delle bici durano piu'
del previsto ed inoltre al check-in l'addetta dell'Olimpyc Airways fa qualche
storia per il carico delle nostre biciclette.
Il volo e' economico (560 mila lire), ma anche il
servizio e' paragonabile al prezzo ...
Nessun episodio di rilievo durante il trasferimento
a Creta; vi giungiamo in orario e anche le biciclette hanno viaggiato con noi,
contrariamente alle parole della tipa di Linate.
Il set-up del mezzo meccanico e dell'attrezzatura
che ci accompagnera' per tutto il periodo di permanenza nell'isola e' molto
accurato, ed accanto a noi un altro gruppo di ciclisti tedeschi sta facendo la
stessa cosa (le attrezzature erano leggermente migliori, ma noi compensavamo
col Vezz e il Moiols, vere colonne).
Dopo aver lasciato le borse con gli indumenti per il
cambio completo nell'ufficio "deposito bagagli" dell'aeroporto,
iniziamo a pedalare in terra greca con le prime ombre della sera gia'
abbondantemente calate: Moiols e Pierangelo si pongono ai due estremi del gruppo
essendo gli unici ad aver montato i faretti.
Usciamo da Iraklion direzione Agios Nikolaos in
cerca di una sistemazione per la notte; dopo qualche tentativo andato buco
troviamo posto lungo la strada in una localita' balneare di nome Amnisos.
L'Italia del pallone piange per la sconfitta contro
i cechi, mentre noi partecipiamo all'immane dolore gustando il primo tzatziki e
la prima insalata greca della ciclo.
Tutti a nanna nei comodi letti (tranne uno), infatti
Gianni aiuta Pie a smontare la porta per usarla come asse da mettere sopra la
sua branda aggiunta che aveva la rete un po' sfondata.
Amnisos
- Altopiano Lasithi - Agios Nikolaos 100 km
/ dislivello 1400 m
Avevamo concordato col gestore la colazione alle
7.30 la quale avviene in perfetto orario.
La giornata e' un po' nuvolosa, ma cio' non ci
preoccupa affatto. La nostra meta e' l'altopiano di Lasithi (famoso per la
bianca miriade mulini a vento sparsi nella piana).
Superiamo il`passo che permette l'accesso
all'altopiano dopo aver fotografato degli enormi mulini in pietra (alcuni ormai
rovine) posti di guardia all'ingresso.
La zona che attraversiamo non e' particolarmente
ricca dei famosi mulini, lo e', invece, di caratteristici paesini con
negozietti colmi di prodotti locali e lavori di stoffe e merletti.
Visitiamo un monastero molto ricco con tanti ex-voto
esposti all'interno.
Sono quasi le due del pomeriggio e`ci fermiamo ad
Agios Konstantinos per mettere in pancia qualcosa di commestibile.
Molta umidita', poco sole e giornata
complessivamente buona, soprattutto perche' ad Agios Nikolaos ci accoglie il
sole ed una invitante lunga spiaggia di sabbia ove facciamo il bagno in
un'acqua assai fresca e rilassante.
Prendiamo le camere in un alberghetto davanti al
mare di cui leggo il relativo bigliettino:
SGOUROS Hotel - Kitroplatia - Agios Nikolaos - tel. 0841/28931. Ci
rinfreschiamo e togliamo il sudore sotto una gratificante doccia e ceniamo
all'aperto in mezzo alla strada in una simpatica taverna di nome
"Itanos".
Chiudiamo la giornata andando a prendere il caffe'
nello stesso pub posto sopra lo splendido porticciolo in cui tre anni e mezzo
fa ci eravamo riparati durante l'ennesiama pioggia torrenziale (solo a
ricordare quella sfortunata spedizione rischio di entrare in depressione...)
Davvero eccezionale la vista sull'animata baietta
col porticciolo rischiarato da innumerevoli luci colorate, davvero insistente
il Moiols nel voler fare le foto (ma c'e' da dire che le serate diapo hanno sempre,
dopo, dato ragione a lui).
Agios
Nikolaos - Sitia - Ziros - Makrigialos 128 km / dislivello 1300 m
Quando usciamo in strada per iniziare la nostra
giornata di bici, il paese e' ancora assonnato: e' ancora troppo presto per
comprare le cartine con le curve di livello viste la sera precedente dal Trups,
ma incautamente non acquistate.
La strada che porta a Sitia corre per un po' lungo
la costa per poi elevarsi fino a circa 500 metri e mantenersi in quota
costeggiata da una lunga fila di coloratissimi oleandri. Molti sono i punti
panoramici con l'isola di Psira poco lontano in bella evidenza e tante sono le
spiaggette sottostanti, davvero invitanti, raggiungibili grazie a lunghi
sterrati (peccato le salite da dover fare dopo ...)
Giunti a Sitia notiamo subito la passeggiata del
porticciolo molto carino rispetto ad un abitato decisamente non bello; mangiamo
all'aperto a qualche metro dal mare da "Zorbas" che scopriamo dopo di
averlo gia' scelto nella sfortunata spedizione di tre anni fa.
Il programma originale prevedeva la mitica
"Valle dei Morti" con tappa a Kato Zakros, ma Trups e Fab
preferiscono puntare direttamente a Sud per andare a fare il bagno nel Mar
Libico. Non avendo a disposizione una cartina piu' dettagliata e messi
sull'avviso dai locali che parlano di sterrati impervi, decidiamo di modificare
il percorso.
Dopo una quindicina di chilometri si formano due
gruppi: da un lato Giampi e Fabiola che andranno a Makrigialos, dall'altro
Aldo, Gianni e Pie vogliono percorrere una strada panoramica secondaria che
conduce ad un paesino di nome Ziros. Da lí l'indomani mattina presto, i tre
imboccherebbero un sentiero che li condurrebbe al mare e quindi a ricongiun-
gersi coi due lavativi grazie ad un appuntamento volante fissato alle 11.00.
Durante la salita in mezzo a vigneti, uliveti,
frutteti incontriamo solo un paio di automobili, ma lo spettacolo e' massimo quando ci troviamo sull'altopiano e
vediamo fantastici sterrati che si dipartono a 360 gradi ! Peccato non aver
seguito il programma originario ...
A Chandras facciamo una sosta in un
"cafeneon" discorrendo con gli avventori lí presenti.
Sono ormai quasi le sette di sera e a pochi
chilometri da Ziros, nel pianoro soffia un Meltemi molto forte e l'effetto vela
ci sta portando senza alcuna fatica a destinazione.
Molto suggestivo il paesaggio pressocche' deserto di
persone e ricco di sterrati (vediamo pure quello per Kato Zakros); siamo molto
gasati e gia' pregustiamo la cena in una delle taverne che si affacciano sulla
strada del paese molto caratteristico che ci ha subito conquistato ... peccato
pero' che non esiste un posto per dormire in tutto il paese ! Ci dicono che
troveremo alloggio a Sitia o a Makrigialos posti a circa 25 km di distanza !
Stentiamo a credere e riproviamo con altre persone, ma la risposta e' sempre la
stessa: non c'e' da dormire.
Torniamo non senza fatica a Chandras (il forte vento
era contro ora) dove avevamo preso il caffe', ma anche qui non esiste nulla.
Senza ulteriori indugi decidiamo di puntare su Makrigialos dove dovrebbero
esserci anche Fab e Trups.
Vediamo degli attraenti sterrati, ma essendo
prossima la sera preferiamo fare la via piu'diretta e sicura, peccato non
poterli imboccare !
All'imbrunire dopo quasi 130 km giungiamo a
destinazione: Makrigialos e' molto turisticizzato, l'esatto opposto di dove
eravamo prima, belle spiaggie e qualche grande albergo gia' pieno per la notte.
Dopo qualche tentativo a vuoto troviamo una camera per passare la notte.
Ceniamo in un ristorante sulla spiaggia di sabbia ed andiamo a nanna.
Anche questa sera niente Bouzuchi !
Makrigialos
- Ierapetra - Arvi - Keratokampos
km 82 / dislivello 600 m / sterrato 40%
Breve ricerca di buon mattino per rintracciare i due
piccioncini, ma si parte solo dopo le undici poiche' i due lavativi non erano
preparati a vederci cosí presto.
Ci aspetta una tappa costiera senza grosse
difficolta' di cui oltre un terzo su sterrato.
Nulla degno di nota fino a Ierapetra ove compriamo
la serie di cartine viste da Trups ad Agios Nikolaos e segnalatecele da un
cicloturista olandese incontrato sull'altipiano di Lasithi (importantissime per
capire i dislivelli e pianificare meglio le restanti tappe). Acquisto una
camiciola di cotone a maniche lunghe per ripararmi meglio dal sole implacabile,
malgrado l'uso sistematico di creme protettive.
A Mirtos facciamo il bagno e poi ci sediamo ai
tavoli di un ristorantino posto lungo la passeggiata, davanti al mare
ombreggiato a dovere dalle canne. Esageriamo nel cibo anche questa volta:
tzatziki, greek salad, patatine fritte, qualche pesce avanzato nei tavoli
vicini e tanto, tanto pane, oltre al vino ed acqua; il prezzo e', al solito,
molto contenuto: l'equivalente di circa 10.000 lire a testa.
Appena lasciato il paese imbocchiamo il primo
sterrato della ciclo. Fa molto caldo ed il sole picchia forte. Ognuno usa un
foulard per passarselo sotto il berretto e ripararsi le orecchie ed il collo
dagli impietosi raggi di sole, emulando i soldati della legione straniera.
Per nostra fortuna ci accompagna costantemente il
Meltemi che per lo piu' e' a nostro favore, il quale anche se non ci allevia
dal caldo, ci toglie almeno un po' di fatica.
Nel tratto finale tra Arvi e Keratokampos non
imbrocchiamo il sentiero corretto; qualche acrobazia per riprendere il giusto
percorso che corre sopra noi poco distante, infatti dobbiamo attraversare il
letto di un torrente asciutto e solo dopo qualche altra difficolta' riusciamo a
giungere alla meta finale sul fare della sera.
Troviamo un posto assai carino davanti al mare ove
pernottare a 9000 dracme (circa 63.000 lire tutti e cinque). A causa del forte
vento non aiuteremo l'albergatore a buttare le reti, poiche' dice che e' meglio
non uscire in barca questa notte.
Tutti a fare una mega doccia tranne Aldo che e'
l'unico a pensare prima al cavallo e dopo a se stesso: pulisce ed ingrassa la
catena coperta dalla sabbia.
Questa sera il menu' e' a base di pesce pescato, il
giorno prima (oggi i pescatori non sono usciti per niente).
Katokampos
- Tsoutsoro - Pirgos - Agii Deka - Agia Galini 95 km / dislivello 1000 m / sterrato < 20%
Alle sette il ristorante della sera precedente e'
ancora chiuso, malgrado ci fossimo messi d'accordo; allora andiamo a fare
colazione a circa trecento metri di distanza con le fedeli bici gia' cariche e
pronte per affrontare una nuova giornata di lavoro.
Lasciamo il paese verso le 8.20 ed imbocchiamo
subito lo sterrato che costeggia il mare e porta a Tsoutsouro. Ivi giunti
prendiamo una lunga salita che sale per oltre 500 metri, sempre su sterrato,
col vento a sfavore; bel panorama, ma l'ascesa e' davvero dura.
Al termine di una salita c'e' sempre una discesa, e
questo caso non fa eccezione: scendiamo nel pianoro sottostante su strada
asfaltata cercando di dare soccorso ad una pecora accasciata sul bordo della
strada con una zampa rotta (forse era stata investita da un'auto ...);
Giampiero che aveva particolarmente preso a cuore la cosa cerca di spiegare la
cosa a qualche abitante del paesino sottostante, ma senza risultato.
Il programma originario prevedeva la via dei
monasteri, la quale si sviluppa seguendo un percorso sicuramente affascinante,
ma un po' nervoso in salita: vediamo la Fab piuttosto affaticata e preferiamo
restare bassi nel pianoro.
Il sole e' tremendamente caldo e non c'e' nemmeno la
solita brezza a rinfrescarci. Sono circa quaranta i chilometri che contiamo di
fare in questo pianoro per nulla entusiasmante; l'idea e' di formare il treno
per ridurre lo sforzo individuale, ma la tecnica non e' delle migliori e troppi
cambi sono miseramente falliti (una nota di demerito per il CSB-iker GianTrups
che, coi suoi frequenti errori, contribuisce al naufragio dell'idea).
Decidiamo di fare sosta ad Agii Deka, ove dopo una
rapida eplorazione, individuamo il posto di ristoro che piu' di ogni altro ci
ispira ed attacchiamo il piatto dell'immancabile tzatziki verso le due del
pomeriggio.
E' troppo caldo, la strada non e' per nulla
eccezionale e poi c'é da superare un passo prima di essere ad Agia Galini: ci
informiamo ed apprendiamo dell'esistenza di un servizio di linea che porta alla
nostra meta della giornata. Non ci sono dubbi, e' l'autobus la soluzione che ci
permettera' anche di fare una bella nuotata nel mare libico prima della
meritata cena !
C'e' quasi un'ora di tempo ed allora Aldo ne
approfitta per visitare delle vicine rovine micenee, in realta' l'attesa dura
quasi due ore. Un grosso sospiro di sollievo esce nel vedere il nostro autobus,
ma l'operatore, con fare scortese, dice che non c'e' posto per cinque
biciclette nel bagagliaio e fa un cenno all'autista che parte prima che
qualcuno di noi abbozzi un minimo gesto: il risultato e' che restiamo a terra
con un palmo di naso sventolando i nostri biglietti e gridando le nostre
ragioni ed altro che non sto qui a riportare ...
Ci facciamo restituire il prezzo del biglietto e
rimontiamo sulle bici. Copriamo altri 30 km prima di arrivare in cima al passo;
malgrado il forte vento contrario scatti e controscatti a tre (Gianni, Trups e
Pie) per vincere il gpm. Sosta all'aperto sui tavolini di un bar proprio sul
passo, col Moiols leggermente discaccato; il tempo di gustarsi l'immancabile
Magnum versione ellenica od un frappe' e dare un'occhiata alla vallata
sottostante, che arriva la Fab molto provata. L'episodio della "Gary
Fisher" gia' descritto nelle note precedenti e' avvenuto proprio in questa
occasione al termine di una giornata molto faticosa e stressante.
La Fabiola si riprende e scendiamo ad Agia Galini,
un paesino turistico adagiato sul mare.
Prendiamo il solito paio di camere con vista sul
mare (spiaggia e porticciolo sottostanti) e ampia veranda in una pensioncina
molto carina di nome STELIOS MAMALAKIS (tel. 0832-91383) al prezzo di 6000
dracme ciascuna (circa 40000 lire). Salutare e rigenerante doccia e cena
all'aperto a base, questa volta, di uno squisito "ghiro".
Si discute sull'idea di Trups e Fab di lasciare la
ciclo per privilegiare le spiaggie ed i bagni.
Facciamo un giretto del paese molto illuminato e
disposto su piu' livelli con bella visione dal porticciolo; guardiamo qualche
vetrina e ci informiamo sull'eventualita' di noleggiare un taxi per farci
portare fino a La Canea, dal momento che avremmo avuto per tutto l'indomani il
vento contro.
Taxi Agia Galini - La Canea /
bici La Canea - Laki - Omalos -
Rifugio Kallergi 56 km / dislivello
1900 m / sterrato <10%
E' il giorno in cui il gruppo si divide: da un lato
Fab e Giampi a fare i ciclo-turisti votati al relax, dall'altro Gianni, Aldo e
Pie con ambiziosi programmi di scalate, sterrati, nuotate, mangiate, visite e
chi piu' ne ha, piu' ne metta ...
Il padrone dell'alberghetto, ci serve un'abbondante
colazione concordata la sera precedente durante la contrattazione delle camere
da Pierangelo, spesso delegato a questi compiti per le sue origini genovesi.
Nicolas (questo e' il suo nome) resta con noi
nel terrazzino a scambiare quattro chiacchiere; sono le 7.30 e chiediamo
a lui se riesce a trovarci un taxi per realizzare la nostra idea. Ce lo trova
al prezzo di 19000 dracme (circa 135000 lire); tre persone, tre bici con una
distanza di circa 140 km da percorrere: direi che e' un buon prezzo !
Mangiamo con calma la nostra colazione discorrendo
con Nicolas e con la sua ragazza, Eva, ballerina di danza classica sorriso
aperto e viso molto dolce.
Arriva il taxi, un bel Mercedes con aria
condizionata: riusciamo ad infilare nel bagagliaio i telai delle tre biciclette
e sistemiamo nella parte centrale del sedile posteriore le ruote e gli zaini.
Salutiamo Giampi, la Fab, Nicolas ed Eva e partiamo per La Canea.
Moiols fa subito amicizia con l'autista che ha
trascorso trent'anni in Germania e dopo un'inizio in cui l'esuberanza tra i due
era alla pari, col passare del tempo l'anziano ed arzillo taxista, che
indossava un busto per lenire i suoi problemi alla schiena, prende in mano il
filo della discussione ed inonda di parole il povero Aldo che soccombe e si
consola con un meritato e saluberrimo pisolino (Gianni era gia' andato da un
pezzo ed in quanto a me vi lascio immaginare ...)
Giunti a La Canea rimontiamo le bici, sistemiamo i
bagagli e siamo pronti per questa tappa che si rivelera' essere una delle
migliori.
Andiamo subito a visitare il porticciolo veneziano
estremamenta suggestivo con una lunga teoria di negozietti di souvenir, bar,
ristoranti ... Davvero eccezionale la pensione MELTEMI situata all'imbocco del
porto affianco al museo navale posto all'interno della fortezza veneziana in
una cornice assai suggestiva, per non dire romanica: con appena 6000 dracme
(circa 40000 lire) offre graziosissime camere doppie. Il numero telefonico e':
0821-92802; lo annoto per ogni evenienza, non si puo' mai dire ...
Godiamo il paesaggio ed una parentesi di relax messi
seduti a sorseggiarci un frappe' in uno dei tanti tavolini poco distanti dal
molo.
Uniamo il sacro ed il profano ammirando ora il faro
veneziano ed ora la splendida greca seduta poco distante su una panchina di
fronte al mare. Joanna, gambe lunghe e ben tornite, corpo slanciato, capelli lisci
castani, indossava un vestitino per nulla appariscente ed era gia' passata un
paio di volte avanti ed indietro prima di andarsi a sedere in attesa di venir
abbordata da Gianni (con la scusa della foto memorabile).
Lasciamo La Canea tra i sospiri (alla fine eravamo
tutti innamorati, ma Gianni avrebbe "quasi" voluto sposarla) per
coprire la strada che ci portera' all'imbocco delle gole di Samaria: le gole
piu' spettacolari di tutta Creta .
La strada si snoda attraverso una valle molto verde
ricca di agrumeti a perdita d'occhio: molto gustose le arance colte dagli
alberi e mangiate lungo il percorso. Altrettanto buoni ed invitanti i gelsi
trovati lungo la dura salita all'altopiano: ogni tanto ai lati della strada
alcuni alberi molto frondosi erano carichi di questi frutti simili alle more e
dolci che noi raccoglievamo e mangiavamo senza nemmeno scomodarci di scendere
dalle bici.
A circa 500 metri di altitudine facciamo sosta a
Laxi per la solita greek salad e tzatziki.
Al termine, breve sonnellino dei tre eroi, buttati
in terra o riversi sul tavolo, all'esterno del ristorantino al fresco e poi
ripresa della lunga salita sotto un torrido sole, ma allietati da una leggera
brezza sempre presente che non fa sentire piu' di quel tanto la fatica.
Dopo lo scollinamento facciamo una spettacolare
discesa verso il sottostante altopiano completamente circondato da alte
montagne tra cui anche quella ove nacque il re di tutti gli dei: il grande
Zeus. Superiamo il paese di Omalos con qualche alberghetto e proseguiamo lungo
il solo nastro di asfalto visibile: intorno a noi solo una piana erbosa con
qualche albero, tantissime pecore e capre e sullo sfondo le alte cime delle
montagne.
Quando giungiamo all'imbocco delle gole di Samaria,
vediamo partire il sentiero caratterizzato dagli scalini ricavati nella roccia;
con 6/8 ore di trekking si scende da 1100 metri di altitudine al mare; il posto
e' chiamato Xiloskalo che in greco significa "scala di legno" dall'intelaiatura in legno costruita dai
vecchi abitanti per collegare il fondo
della gola all'altopiano e non restare completamente isolati.
A picco sulla gola c'e' un ristorante, che pero' non fa servizio di pernottamento:
bisogna tornare ad Omalos oppure salire di altri 600 metri fino al rifugio.
Malgrado l'ora (erano le sette di sera) e la strada gia' percorsa (circa 50 km
con oltre 1300 metri di dislivello)
nessuno dei tre vuol tornare ad Omalos ed allora si decide di fare
l'ultimo sforzo.
Salita lunghissima, salita durissima, salita interminabilissima,
salita bellissima ...!
Circa un'ora e mezza di sterrato con forte e
regolare pendenza prima di giungere in vista del rifugio; sulla dirittura di
arrivo scatto a due (Aldo e Pie) talmente rapido da non consentire al Vezz di
documentare con foto il sorpasso all'ultimo metro di Pie sul Moiols. Fantastico
panorama e massima eccitazione, che da' un colpo di spugna alla fatica, per il luogo incantevole; le montagne sono
rese rosso fuoco dal tramonto che ci permette di fare le ultime fotografie:
abbiamo di fronte a noi la montagna ove nacque Zeus !
Il rifugista e' un po' arrabbiato per il fatto che
non lo abbiamo avvisato, ci da' quindi da mangiare cio' che ha potuto fare in
quattro-e-quattr'otto: omelette ed insalata greca in razione abbondante.
Eccezionale grappa ellenica per chiudere la cena offerta dal gestore , un giovane ragazzo tirolese.
La debole luce di una lampada a petrolio che ha
rischiarato tutta la durata della cena, e' testimone di una indegna
gazzarra tra Aldo e Gianni sordi ai ripetuti
richiami alla calma di Pie; l'alterco tra i due ex-FDS (Fratelli-Di-Sangue) e'
stato causato non da una donna, bensi' dal prezzo di un rullino per diapositive
e relativa scommessa.
Gli unici altri due ospiti del rifugio sono distanti
da noi e non si accorgono della disputa.
Rifugio
Kallergi - Rodovani - Prodromi - Paleokora 72
km / dislivello 500 m / sterrato < 50%
Sveglia al solito di buon'ora e messa a punto del
programma aggressivo gia' discusso a tavola la sera precedente: nel corso della
giornata Aldo ci lascera' per ricongiungersi con Trups e Fab nell'aeroporto di
Iraklion e da li' partire per l'Italia.
Attratti dagli sterrati evidenziati sulle cartine
acquistate a Ierapetra, decidiamo di modificare l'itinerario rimandando di un
paio di giorni il trekking nelle Gole di Samaria per andare ad esplorare la
parte ovest dell'isola.
La giornata e' stupenda anche oggi ed il sole gia'
scalda un pochino malgrado l'ora mattutina.
Usiamo la tessera del CAI per usufruire dello sconto
nel pagamento del rifugio piuttosto caro (20000 dracme in tre = 50000 lire a
testa). Comunque sia, il posto merita
ugualmente:
Club Alpino Ellenico - Rifugio Kallergi tel. 0821-74560 (meglio chiamare per
assaporare qualche specialita' gastronomica).
Giungono due mature signore bolognesi che puntano i
due matusa del gruppo ciclo, ma Aldo dal cuore di pietra, sfrutta il suo
indiscusso fascino per farsi scattare qualche foto ricordo prima di mettersi lo
zaino in spalla e fuggire !
La discesa dal rifugio e' oltremodo spettacolare e
diversi sono gli stop di un singolo che ritrae i due rimanenti impegnati a
scendere con sfondi davvero mozzafiato.
Giunti nella piana di Omalos imbocchiamo il sentiero
che ci condurra' al bivio Canea/Sougia dove ci separiamo da Aldo, non prima di
fare la classica foto costruita per l'occasione.
Rimasti in due proseguiamo la strada fino a giungere
all'altezza di Prodromi, ove imbocchiamo un sentiero indicato sulla cartina
1/80000 prevalentemente in discesa. Facciamo circa 20 km di buon sterrato
continuando a perdere quota e, paese
dopo paese, decidiamo di puntare direttamente sul mare a Paleokora, ove
arriviamo verso le 14.30.
Mare azzurro, sottile striscia di spiaggia sassosa
con qualche bagnante, alberi frondosi e alcuni tavolini di un ristorantino
posti al riparo della calura: questo e' il quadro che si pone davanti a noi
all'imbocco del paese. Non perdiamo tempo: poggiamo le bici tra albero e
tavolino, ordiniamo tzatzichi, insalata greca e due birre, indossiamo il
costume e ci buttiamo in acqua a
rinfrescarci fino al momento in cui vediamo giungere le nostre portate in
tavola; tempo qualche secondo e siamo gia' seduti a mangiare refrigerati e
soddisfatti ---> grande ed eccezionale cosa !
Riposino dopo il solito Magnum bianco che li' si
chiama Magic, con Gianni che litiga con l'addetto alle sedie a sdraio e,
piuttosto che dargli soddisfazione, si distende al sole sui sassi (io mi
allungo a terra restando all'ombra degli alberi).
Apparizione improvvisa di una splendida fanciulla in
un generoso bikini bianco, generata dalle acque: non stavo sognando, era vera e
mano mano che riprendo conoscenza, mi accorgo che l'aveva vista e puntata,
manco a dirlo, pure Gianni !
Soddisfatti quasi tutti i bisogni primari (eravamo
entrambi molto tentati a riaprire con le donne ...), dovevamo risolvere il
problema di trovare un posto dove dormire coi seguenti vincoli: prezzo basso,
vista mare, pagamento VISA. Dopo qualche tentativo troviamo Gianni, un indigeno
che aveva studiato per qualche anno medicina in Italia, ma poi ha pensato bene
di aprire un ristorante nel suo paese natale; spuntiamo un buon prezzo per le
camera davanti al mare (5000 dracme) e per la cena, con la possibilita' di
pagare in lire al giusto cambio.
Molliamo tutto in camera e a bici scariche seguiamo
un sentiero poco distante dal mare, un po' di climbing e poi spiaggia di sassi
e nuovamente bagno in piena solitudine sul far del tramonto.
Cena a base di dentice e verdure cotte; ottimo il
piatto di okra (v. il piccolo vocabolario).
Passeggiata in paese che scopriamo essere molto vivo
e frequentato da turisti; tavolini ovunque lungo le strade ed una curiosita'
che contraddistingue Paleokora: il paese sorge su una penisola molto stretta ed
e' chiuso tra spiaggie da una parte e spiaggie dalla parte opposta, tra le due
coste si percorre meno di un km attraversando il centro del paese !
Proseguo anche stasera la mia ricerca per acquistare
la maglia col Minotauro, purtroppo pero', senza successo.
Traghetto Paleokora - Elafonisi
Elafonisi
- Moni Chrisoskalitisas - Amigdalokefali - Elos - Paleokora
65 km / dislivello 800 m / sterrato > 50%
Il programma di oggi prevede l'imbarco delle bici su
traghetto per l'isolotto di Elafonisi,
bagno e poi sterrati nella parte ovest dell'isola.
Colazione in uno dei tanti "cafeneon" del
paese a base di yogurt e miele, oliamo e revisioniamo le bici ed alle 10.00 in
punto salpiamo per Elafonisi in una splendida giornata di sole molto caldo.
L'isolotto in realta' non e' separato dalla
terraferma, bensi' la spiaggia di sabbia semplicemente degrada un metro circa
di profondita' nel mare per poi risalire all'altezza dell'isolotto. Malgrado l'acqua assai invitante, non
facciamo il bagno a vantaggio di uno spuntino consumato all'ombra di un chiosco
in spiaggia.
Iniziamo a pedalare nel momento peggiore: sono le
13.30 ed il sole picchia forte !
Dopo circa 7 km sostiamo nel monastero di
Chrisoskalitisas arroccato su un grosso roccione a strapiombo sul mare.
Godiamo dell'ospitalita' del monaco ortodosso a cui
avevamo chiesto spiegazioni a riguardo di un dipinto in chiesa, che ci offre un
bicchierino di grappa e riprendiamo a pedalare con l'idea di seguire il
sentiero lungo la costa per oltre 20 km e poi salire per andare a prendere una
strada panoramica che si sviluppa in costa a circa 800 metri di altezza.
Facciamo un po' di fatica a seguire il tracciato previsto per via della non
corrispodenza tra cartina e realta' e sbagliamo svariate volte finche' ci
troviamo a salire lungo un sentiero che via via si inerpica sempre piu' facendo
una serie infinita di tornanti sotto un sole orrendamente forte. Finalmente riconosciamo
una deviazione indicata sulla cartina e la imbocchiamo, ma per nostra sfortuna
dopo poco il sentiero si restringe per poi diventare addirittura impraticabile.
Troviamo un'abitazione e la signora ci rifornisce d'acqua consigliandoci di
tornare indietro, ma non seguiamo le sue raccomandazioni e proseguiamo con le
bici in spalla. La fatica diventa davvero tremenda: la bici pesa tantissimo, il
sole e la calura e' insopportabile, la sete e la fatica diventa eccessiva ...
Ci troviamo in un abitato e chiediamo a dei
simpatici anziani dove si trova la "dromo" pedalabile: ci offrono
acqua e frutta, facciamo un paio di foto e ormai rinfrancati dopo qualche
minuto siamo finalmente su una "kalo dromo" . Abbiamo finalmente
trovato la strada panoramica che ci permettera' di chiudere l'anello su
Paleokora !
Il panorama e' mozzafiato e vediamo pure le rampe
tremende che avevamo fatto per salire; ora la strada e' prevalentemente
asfaltata e solo a tratti sterrata. Verso le quattro sostiamo per rifocillarci
(tzatzichi, olive, melone e gelato) e per fare un breve riposino in un punto
molto tranquillo immerso nel verde.
Si riparte e continuamo a seguire la vallata
rimanendo in quota fino ad imboccare una gola che ci permette di percorrere
oltre venti km di sterrato (tanto) ed asfalto (poco) in discesa molto
entusiasmante.
Arriviamo a Paleokora all'imbrunire ed io copro
l'ultimo km con la bici al passo per una foratura rimediata per mia fortuna
proprio al termine della giornata.
Cena ancora dal Gianni (ristoratore), gelato in
paese e subito a nanna poiche' eravamo davvero un po' cotti.
Traghetto Paleokora - Chora Sfakion
Chora
Sfakion - Vrisses 45
km / dislivello 900 m
Sveglia di buon'ora per riparare la camera d'aria.
Alle sette del mattino il sole e' gia' caldo ed i buchi, provocati dalle spine
ove mi ero infilato per fare una foto, sono ben tre.
Alle 08.30 salpa il traghetto per Agia Rumeli per
cui facciamo i bagagli, salutiamo Gianni ed andiamo a fare colazione nel bar di
fronte all'imbarco, con la cameriera romagnola ormai da anni in terra greca.
Scopro che anche la ruota anteriore e' a terra
(bella fregatura le spine!) e devo dedicare le mie attenzioni a lei ignorando
l'avvenente bruna vicino al nostro tavolo dagli occhi intriganti.
Riparo la camera d'aria sul traghetto prima della
sosta a Sougia dove vedo lei, il mio biondo amore a cavallo di una Kawasaki
350: Angelo Biondo, Splendida Vikinga, non riusciro' a dare un nome a questa
walkiria con la quale scambiero' solo qualche parola, nessun nome e' abbastanza
bello per lei ...
Arriviamo ad Agia Rumeli da cui partiremo per il
trekking nelle Gole di Samaria.
Lasciamo gli zaini con tutta la roba che non serve
in uno dei tanti ristorantini del paese, facciamo il pieno di liquidi e
risaliamo il sentiero qualche km fino all'ingresso del parco ove lasciamo le
bici, paghiamo 1200 dracme al ranger e cominciamo la risalita a piedi. Dopo un
paio di km giungiamo nel punto piu' stretto delle gole: cinque-sei metri di
larghezza e pareti a strapiombo sul sottostante torrente alte qualche centinaio
di metri.
In un susseguirsi di ponti di legno, tratti
sconnessi e punti soggetti a caduta di pietre smosse, forse, dalle capre locali
che si chiamano cri-cri, giungiamo al villaggio di Samaria ormai abbandonato
dai locali ed in fase di ricostruzione per i turisti che lo affollano
quotidiana- mente. Restiamo giusto il tempo per dissetarci, osservare meglio
qualche turista di sesso femminile, cogliere qualche gelso bianco (piu' dolce
di quello blu' incontrato lungo la strada per Omalos ...) e torniamo indietro
verso le fide bici in attesa all'ingresso del parco.
Giunti in paese ci rinfreschiamo subito con un
mega-bagno nel mar libico, per poi andare a fare uno spuntino in un
ristorantino non cosi' poi tanto carino (insalata greca, frappe', birra per
4200 dracme: quasi 15000 lire a testa). Il boss locale, peso superiore ai 100 kg,
pretende la commissione per il cambio ed allora paghiamo con le poche dracme
che ci rimangono.
Siamo realmente agli sgoccioli con la moneta locale,
infatti, pagato il traghetto per Chora Sfakion, non ho praticamente piu' una
dracma; Gianni mi presta qualcosa a coprire la spesa per l'acquisto della
maglietta con l'effige del cri-cri ---> finite le dracme !
Alle 17.00 parte il traghetto per Sfakia, li' giunti
indossiamo la tenuta da biker ed affrontiamo la lunga salita che tre anni fa
avevamo fatto al contrario in auto e la ricordavamo per l'eccezionale
spettacolarita': ci aspettano oltre 20 km di salita.
Sono le 18.30 quando iniziamo a pedalare; lungo
l'ascesa ci supera un auto con all'interno una mora che ci sprona ad alta voce
(era Costume Bianco ?!?). Quasi in cima si aprono delle gole e poco prima della
discesa percorriamo un ampio e verde altopiano.
Lungo la strada facciamo rifornimento d'acqua mentre
le prime ombre della sera iniziano a calare; il sole e' ormai da tempo
tramontato, infatti solo all'imbrunire scolliniamo ed abbiamo sotto di noi
nuovamente il mare (ma questa volta siamo a nord) con ancora taaanta strada da
fare per giungervi.
Il tempo scorre ed ormai e' quasi del tutto buio
quando verso le nove di sera siamo nel paese di nome Vrisses; esiste pure un
albergo in questa metropoli ma non ha la VISA ed il cambio che il proprietario
ci fa per le nostre lire lo riteniamo ingiusto ed inoltre ci e' pure
antipatico, per cui chiediamo in giro se esistono alternative per trascorrere
la notte.
Il benzinaio ci cambia un po' di lire usando il
cambio ufficiale ed inoltre ci da' qualche dritta, finche' una ucraina,
contattata telefonicamente, ci conduce in una costruzione isolata persa nei
campi che sara' il nostro alloggio per quella notte.
Paghiamo la donna, e' tardi, un po' di stanchezza ed
in piu' siamo in aperta campagna lontani dal paese: decidiamo di chiuderci in
casa con l'intento di fare la doccia ed andare a nanna saltando la cena.
Qualche minuto e qualcuno bussa alla porta: un attimo di disorientamento,
subito superato, e apriamo al benzinaio il quale, per errore, ci aveva dato il
cambio di 200.000 lire, con noi che gli avevamo dato solo 20.000 lire. Chiarito
l'equivoco ci facciamo finalmente la meritatissima doccia prima che il sonno
metta fine a questa giornata cosi' ricca di avvenimenti e con un pizzico di
avventura e brivido finale.
Vrises
- Rethimno - Perama - Iraklion 123 km / dislivello 700
m
Volo Iraklion - Atene
Oggi lascieremo l'isola per fare tappa ad Atene: il
volo e' alle 20.40, ma ci conviene essere la' a tempo debito per sbrigare tutte
le incombenze prima dell'imbarco (ritiro del bagaglio, impacchettamento delle
bici, cambio indumenti, check-in ...) ne consegue che la sveglia e', per
l'ennesima volta, molto presto: le 06.00 del mattino.
Cogliamo dal "nostro " giardino qualche
arancia molto gustosa ed alle sette in punto lasciamo Vrisses. Dopo poco piu'
di una trentina di km coperti tutti d'un fiato giungiamo nel porto di Rethimno
con l'intento di fare la meritata colazione.
Non troviamo un esercizio che ci accetta la carta di
credito per cui lasciamo il porto alle nostre spalle e solo sul lungomare
riusciamo nel nostro intento: abbondante colazione all'ombra ed apprendiamo la
notizia della morte di Papandreu.
Tre sono i percorsi per arrivare ad Iraklion: il
primo, adiacente la costa, e' una specie di autostrada, il secondo, denominato
"old nat road" e' la vecchia strada congiungente le due citta' ed
infine il terzo, meno battuto, sale per diventare una lunga via panoramica.
Decidiamo per la seconda alternativa la quale, pur
essendo meno panoramica della terza, dovrebbe risultare meno dura; non
prendiamo nemmeno in considerazione la prima.
Dopo aver fatto rifornimento di acqua fresca
partiamo da Rethimno verso le 10.00.
Pedaliamo di buona lena sotto un sole molto cocente
che ci costringe a fare frequenti soste per riempire le borracce o per prendere
qualche dissetante frappe' a base di Nescafe', acqua e zucchero. La strada si
conferma essere molto bella e poco battuta dalle automobili.
Degna di menzione e' la sosta per assaporare le pere
colte direttamente dall'albero prospiciente il nastro di asfalto: probabilmente
eravamo assai affamati poiche' ne mangiamo uno sproposito ed inoltre facciamo
pure la scorta infilandole in ogni piccolo spazio ancora disponibile.
Il colpo d'occhio su Iraklion avviene da un'altura
che la sovrasta; via via che ci avviciniamo allontaniamo da noi l'idea del
bagno rinfrescante poiche' la periferia della citta' non e' affatto
accattivante. Sono circa le tre del pomeriggio, avremmo bevuto qualcosa come
4-5 litri di sola acqua, decidiamo di mangiare qualcosa prima di andare in
aeroporto.
Ultima insalata greca e tzatzichi nel centro della
citta', qualche foto al porticciolo e poi destinazione aeroporto ove
impacchettiamo le bici che ritireremo direttamente a Linate e decolliamo per
Atene senza ritardi. Li' giunti prendiamo l'autobus per il centro ove vi
arriviamo in 45 minuti: siamo nella famosa Plaka, il centro turistico nonche'
mercato di Atene.
Girando nelle vie molto animate, cerchiamo sia una
pensioncina a basso prezzo che accetti la Visa, sia una buona e bella
trattoria: troviamo la cattedrale ove si sta vegliando la salma di Papandreu,
innumerevoli negozi di souvenir, un dispenser per prelevare denaro contante
tramite carta di credito. Gianni che ha sempre con se' tesserino Bancomat
internazionale e carta Visa non ricorda pero' i codici di prelievo, mentre Pie
che non porta mai con se' il Bancomat per paura di perderlo, conosce
l'identificativo della sua carta di credito e ritira contante per entrambi.
A questo punto i giochi sono fatti: prendiamo
l'Hotel KIMON, nella Plaka, per il pernottamento (sconsigliato !) ove lasciamo
gli zainetti e saliamo le scalinate che portano all'Acropoli per mangiare
all'aperto di una caratteristica trattoria molto affollata.
Sono ormai le due di notte quando decidiamo di
andare a rendere omaggio a Papandreu: dopo una ventina di minuti di coda
(Gianni viene brevemente intervistato dalla TV di stato solo il tempo di
accorgersi che non e' greco) entriamo nella maestosa cattedrale che ospita la
salma del grande statista greco.
Sono ormai le tre di notte e le strade sono ancora
molto frequentate con ristoranti e negozi ancora aperti, ma noi andiamo a
dormire.
Volo Atene - Milano Linate /
bici Milano Linate - Monza 26 km
La sveglia e' alle 06.15: devo farmi la doccia
poiche' sono crollato mentre stavo attendendo finisse Gianni di lavarsi. Alle
sette in punto siamo gia' fuori diretti all'Acropoli.
Siamo tra i primi a varcare i cancelli e lo
spettacolo cui assistiamo mi da' due diverse sensazioni: da un lato la bellezza
ed il piacere di assistere a capolavori e costruzioni vecchie di millenni,
dall'altro la consapevolezza ed il dispiacere di tutto cio' che e' andato perso
o distrutto in nome e per colpa del progresso. Stupendo il Partenone, unica la
vista dal belvedere dei ruderi e della citta' sottostante.
Spendiamo gli ultimi spiccioli in qualche rapido
acquisto nei negozietti della Plaka che nel frattempo stavano riaprendo e, alle
10.40 prendiamo l'autobus ove finiamo di scrivere le cartoline che imbucheremo
appena giunti in aeroporto dopo aver disegnato su tutte la bicicletta
stilizzata simbolo di questo giro.
Check-in e partenza per l'Italia alle 12.30.
Il volo praticamente dura solo il tempo del pranzo
(eravamo entrambi affamatissimi, assetatissimi e in debito di sonno) in quanto
siamo rimasti svegli solo la mezz'oretta per mangiare.
Arrivati a Linate spacchettiamo le bici, carichiamo
tutti i bagagli, compresa la decina di bottiglie di Retsina comperate al
duty-free di Atene, e torniamo a casa chiudendo con questi ultimi km una
"cegt" che si e' rivelata positiva sotto tutti gli aspetti.
Alla
prossima ... Pierangelo