sette giorni in bici sui monti e nel
mare della Sicilia ospitati,
coccolati e deliziati da mogli, mamme, amiche…
(30 agosto – 6 settembre 2005)
Etna – Il mare di lava all’arrivo dell’osservatorio
di Pizzi Deneri (quota 2850 m)
Spezzoni di
Peloritani e frammenti d’Etna
La “Settimana
Intensa Siciliana in breve”
Parte 1 – Il
Mistero dei Peloritani
Parte 4 -
L’Invito alla Grigliata in casa Merons a Furnari
La “Lettera al Touring Club Italiano”
La “Nota
Ufficiale della Nona Edizione della Zero-Tremila”
La “Settimana Intensa Siciliana day-by-day”
Torniamo in Sicilia, a distanza di appena qualche mese, per portare a
termine un discorso di bici iniziato a fine maggio.
Un bel progetto lanciato dal Vezz, prevedeva una classica
ciclo-eno-gastro-turistica percorrendo in mtb la dorsale dei Peloritani e dei
Nebrodi: un percorso molto panoramico, assai selvaggio e poco battuto.
Una per nulla affidabile cartina 1:200.000 del Touring Club Italiano, mostrava
una bella strada che da Messina saliva a Antennamare e restava in quota lungo
tutti i monti Peloritani, ma le nostre informazioni e i nostri scout locali la
davano inesistente per un tratto significativo.
In quell’occasione, decidemmo di non fare
“pioneering”, per cui, giunti in treno a Messina, percorremmo un sicuro tratto
in asfalto della costa orientale e salimmo in quota sui monti Peloritani solo
all’altezza di Mandanici, per poi fare il superbo itinerario lungo la dorsale,
come programmato.
Qualche mese dopo, i primi di settembre, un gruppo catanese organizzava la
0-3000, ovvero, l’ascesa con la bici in due giorni dal mare d’acqua salata al
mare di lava sull’Etna. Per quanto sbagliata potesse essere la cartina, il
nostro istinto ci diceva che un passaggio doveva esserci: nasce così per alcuni
la sfida nella sfida, per non lasciare incompiuto quel progetto iniziale …
Intensa la componente “ciclo”, si e’ infatti, pedalato parecchio superando
anche parecchio dislivello. Di qualità la parte sui Peloritani e sull’Etna, di
puro trasferimento la parte restante.
Per nulla secondario l’aspetto “eno-gastro”, che ha avuto notevoli acuti
con prodotti locali, soprattutto in alcune particolari circostanze (agriturismo
Nasita e Bar Turrisi).
La parte “turistica” è stata senza alcun dubbio degna delle aspettative, per
l’attraversamento di paesi e borghi di
prestigio con grande valore architettonico.
Eccezionale la parte “bif Tony” !
E’ universalmente risaputo (v. precedenti relazioni)
che si contraddistinguono in questo modo tutte le gratuità che si ottengono a tutti
i livelli. In questo caso specifico, si è andati ben oltre la bottiglia di
limoncello lasciata dal gestore del ristorante sul tavolo, o il bis concesso
senza richiesta; in questo caso, si è trattato di piacevoli alloggiamenti e
superbe cene in casa Meroni, casa Smith e casa Rivera.
In tutti i casi, il trattamento riservato agli stanchi e affamati biker e’
stato ad altissimo livello, ma su tutti, è stato Giovanni Rivera che ha saputo
dare quel pizzico in più nella sua ospitalità, sapendo interpretare al meglio i
desideri più reconditi dei suoi ospiti, riuscendo a offrire quella qualità
latente non richiesta e non aspettata, ma assai apprezzata.
Una qualità fresca, giovane e allegra che non è facile reperire stando in
sella ad una bici !
(in rigoroso ordine di
ordine di apparizione)
Pie biker 1 / gemello 2 / economo
/ simil-scrittore
Sicura colonna del gruppo cegt. Ricopre tutt’ora diverse funzioni in campi
diversi fra loro: di tanto in tanto si diletta nei reportage, ma di tutte, la
più apprezzata e’ quella di cassiere/economo.
Gianni Vezz biker 2
/ pathfinder
Aveva curato l’organizzazione della dorsale sicula
di maggio, ma in quell’occasione decise di non forzare la sorte. Prima di
lasciare i monti Peloritani, sentenziò: torneremo e troveremo il passaggio !
Rappresenta l’anima del team. E’ capace di stare giorni e giorni senza
mangiare, oppure, giorni e giorni senza dormire. E’ lui che ha spronato i
singoli quando i chicchi di grandine picchiavano con fragore sui caschetti o
sulle mani serrate a spingere le bici sul sentiero franato ! E’ lui che ha
fiutato la giusta direzione quando la
nebbia aveva avvolto tutto e del sentiero c’erano solo deboli tracce !
E’ sempre lui che ha saputo cogliere al volo una significativa inquadratura di
una delle tante donne che abbiamo incontrato nel nostro peregrinare …
Umberto R. driver 1
Milano
Da ormai diversi anni non partecipa piu’ alle ciclo. Era l’attendente del
Presidente del gruppo cegt: gli portava lo zaino nei tratti piu’ duri e, forse,
era anche disposto nel bisogno, a donare i suoi organi.
Giovanni R. driver 1 Catania / padrone casa 1 / biker 3
Ha partecipato ad altre esperienze riguardanti differenti discipline
sportive, ma è una “new entry” per cio’ che riguarda le classiche cegt. Di base
lavorativa a Catania, ha messo a disposizione casa sua per alcuni giorni a
Gianni e Pie, giunti dal nord.
Fabrizio scout-biker
Isolano, esperto dei Peloritani e figlio del padrone dell’agriturismo di
Mandanici utilizzato una notte. E’ stato determinante per la messa a punto
della parte logistica e ha più volte indirizzato il gruppo sul giusto percorso
lungo i Peloritani.
Giusy C. moglie scout-biker / bikeressa
Presenza gentile sui Peloritani che nulla ha a che fare coi rozzi biker che
l’hanno avuta affianco, avanti o dietro. Ottimo passo in salita, troppa
indecisione in discesa, ma la ragazza ha grinta e stoffa !
Alan S. biker 4 / padrone di
casa 2
E’ passato alla storia del gruppo cegt come il meccanico.
Dopo una prolungata assenza, da un paio d’anni è tornato prepotentemente
alla ribalta delle ciclo, grazie ai permessi concessi dalla moglie Cristina.
Anche in questa occasione, ha messo a disposizione dei biker, casa sua a
Catania.
Anna Agriturismo Nasita -
direttrice lavori (mamma scout-biker)
Pippo “ “ -
lavora la campagna (papà scout-biker)
Agatella “
“
- resp. relazioni esterne (giovanissima
sorella)
Luca “ “ -
apre e chiude l’acqua (fratello scout-biker)
Ecco la famiglia al completo di Fabrizio conosciuta nell’agriturismo di
loro proprietà.
A prima vista, potrebbe sembrare che fosse Anna a condurre l’attività,
oppure che il complesso e’ portato avanti dal sapiente lavoro di Pippo, ma in realtà
tutto ruota attorno alla giovanissima Agatella, eccezionale catalizzatore.
Cristina S. ex-biker / vicepresidente Gruppo MTB/
padrona di casa 2 / driver2 CT
E’ la graziosissima moglie di Alan, nonché responsabilissima mamma di due giovani
virgulti.
Impegnata nel gruppo catanese MontaInBike, ha partecipato
all’organizzazione dell’ormai classica 0-3000 e ha guidato l’auto ammiraglia di
supporto ai biker durante la dura salita sull’Etna.
Non solo ha messo a disposizione dei biker un’intero piano di casa sua, ma
li ha sfamati e li ha accompagnati all’aeroporto !
MariaAzzurra amica di Giovanni 1 / “tanghera” 1 / avvocato 1
Sebbene il suo arrivo all’agriturismo per la cena fosse stato annunciato da
Giovanni, è stata una piacevolissima sorpresa per tutti. Viso dolce e
sorridente, generosa scollatura, capelli lunghi e neri: dopo un’intera giornata
persi sui monti Peloritani alla ricerca del passaggio, bello sarebbe stato
perdersi tra le sue braccia !
Merons gemello 1 / soccorritore / padrone
di casa 3 / driver 3 Catania
Altra figura storica del gruppo, non tanto per meriti sportivi, quanto per
quelli culinari e di supporto logistico: protagonista assoluto a Novara di
Sicilia, nel soccorso notturno dei ciclisti scoppiati e moribondi della
precedente ciclo. La sua casa estiva a Furnari è sulla costa a nord e distante
piu’ di un centinaio di chilometri, ma non si poteva non fare un salto in bici
per andare a trovarlo !
Mariangela moglie gemello 1 / padrona di casa 3
Questa volta in Sicilia c’era pure lei, Mariangela, a fare compagnia al suo
maritino brianzolo che tanto bene si è trovato sull’isola, al punto di
acquistare una casetta vicino al mare.
le meduse
Isola Bella, fantastica cornice sotto Taormina, rappresenta un’attrattiva
unica nel suo genere. Lo spettacolo che si gode è davvero eccezionale. Peccato
che ogni tanto ci sono le meduse a rompere le scatole ai bagnanti ! (n.d.r.: e
peccato che me la sia beccata proprio io !)
Lorenzo B. presenza
al brindisi (bar Turrisi di Castelmola ME)
Da giovane promessa, ha fatto diverse ciclo nel passato e certamente
avrebbe partecipato anche a questa, se le cose fossero andate diversamente.
Il suo bicchiere di ottimo vino di mandorla e’ stato a farci compagnia
tutta la serata, poi, e’ rimasto sul balcone di Castelmola a scrutare il mare
nero e a vederci risalire sulle biciclette per scendere verso le sottostanti
luci di Taormina.
Giulio C. biker 5
Ormai è una realtà del gruppo. Da qualche anno non perde una ciclo e
recentemente ha anche coinvolto la sua ragazza Jo: per quanto lui sia un bravo
ragazzo, e’ lei la più apprezzata dal team cegt.
Non ha contribuito a svelare “Il Mistero dei Peloritani” poiché ha
raggiunto Gianni e Pie solo a cose fatte, ma e’ arrivato in terra sicula giusto
in tempo per poterne godere uno dei suoi frutti (Laura, la fresca amica di
Giovanni)
Laura V. amica di Giovanni 2 / “tanghera” 2 /
avvocato 2
Altra amica annunciata di Giovanni, non incontrata in precedenti occasioni.
Per riuscire a vederla, abbiamo dovuto pedalare fino alla spiaggia di Brucoli e
ritorno (121 km): doveva essere un giorno di riposo per preparare i muscoli
all’ascesa all’Etna, ma ne e’ valsa decisamente la pena. Tanti sono stati gli
argomenti toccati nel corso della conversazione sugli scogli, ma il tempo,
tiranno, non ha permesso alcun approfondimento.
Auretta F. scout
locale 1
Ivan R. marito scout locale 1
Nicola S. scout
locale 2
Teresa moglie scout locale 2
Hanno avuto una parte degna di rilievo nella traversata di maggio: sono
stati, infatti, di ottimo supporto (n.d.r.: qualcuno nutre ancora forti dubbi
sul supporto fornito da Nicola nel corso di quella dorsale sicula, ma depongono
a suo favore i dolci di pasta di mandorla offerti e la sua buona fede). Li
abbiamo ritrovati in questa occasione e abbiamo apprezzato i dolcetti che ci
hanno portato al rifugio Brunek.
Giampaolo S. presidente Gruppo MontaInBike
Luciano C. vice-presidente Gruppo MontaInBike
Organizzatori della 0-3000. se Giampaolo e’ l’indiscussa mente, Luciano e’
certamente il braccio: col fisico che si ritrova, e’ davvero un arto assai
affidabile …
David e Sara figli di Cristina e Alan padroni casa 2
Entrambi teen-ager,
entrambi con le loro idee non sempre in linea con quelle dei loro genitori. Dei
due, è senz’altro Sara la più intransigente (n.d.r.: tutta sua madre ?!?)
Paride G. biker
6
Mai stato prima in Sicilia, approfitta della 0-3000 per conoscere questa
superba isola e realizzare di voler tornare. Non è stato fortunato col volo
low-cost, incredibilmente in ritardo, ma l’Etna lo ripaga consentendogli
eccezionali foto in quota con e senza la grandine !
Linda e Sebi miss 0-3000 / virtuoso della bici
Due dei tanti partecipanti alla 0-3000. Lei ha spiccato per la sua
bellezza, lui per i virtuosismi ed equilibrismi in bicicletta.
4 amiche di Giovanni da Singapore
Altre amiche di Giovanni, viste la sera prima della salita all’Etna; questa
volta non erano del posto, ma provenienti addirittura da Singapore.
Renato Lucians driver 2 Milano
Presidente perennemente dimissionario del gruppo cegt: dimissioni mai
accettate a causa del sistematico veto posto da uno dei più rappresentativi
membri dei probiviri del gruppo. Tuttologo e opinionista di razza, rappresenta
una figura inossidabile e punto certo di riferimento. Non è dato sapere se e
quando tornerà in sella a una bici, di certo, la sua presenza c’e’ stata anche in
questa occasione: ci e’ venuto a prendere all’aeroporto !
Roberto Gas assente non giustificato x “conference call”
coi cinesi
Ex-biker appartenente al primo gruppo cegt, ora dirigente dell’ST.
Non è venuto a prenderci all’aeroporto, non è venuto a cenare
all’agriturismo e non si è nemmeno visto a Catania: sempre in conference call
coi clienti cinesi ?!?
Il 28 maggio eravamo partiti in 12 dalla stazione di Messina con le nostre
bici, per iniziare la nostra dorsale dei Peloritani. Malgrado la decisione di
restare conservativi e non correre rischi, quella prima tappa del giro fu
devastante per molti: quasi 100 km con quasi 2000 metri di dislivello, contro
una previsione che era la metà !!! (n.d.r.: della serie, anche il Vezz
“cappella”)
Merons col padrone del bed & breakfast
contattato per il pernottamento, in quell’occasione, fanno risparmiare gli
ultimi chilometri in salita ai più provati: l’arrivo a Novara di Sicilia avverrà
un quarto d’ora prima delle undici di sera !
Era d’obbligo tornare sul posto, era doveroso fare quel tratto mancante del
percorso, era necessario svelare il “Mistero dei Peloritani” che pesava
sull’onore del gruppo ...
Mercoledi 31 agosto partiamo in sei dal Santuario di Dinnamare (Giusy,
Fabrizio, Giovanni, Alan, Gianni, Pie) con l’intenzione di restare sulla
dorsale e meta l’agriturismo Nasita a Mandanici. Abbiamo nei nostri zaini il
necessario per la giornata: acqua, cibo, indumenti per la pioggia e per il
freddo (siamo in quota, in montagna: è bene non farsi cogliere impreparati).
Alla domanda: “C’e’ il passaggio ?” In
tre rispondono: “Tracce”. I restanti sono per il no. Ma alla domanda:
“Riusciremo a passare ?” Ben cinque rispondono fiduciosi e solo uno resta
indeciso.
Giampaolo, l’organizzatore della 0-3000, aveva più volte mostrato
scetticismo sull’esistenza di un passaggio praticabile. Ma il morale della
truppa è alto.
Effettivamente, dopo una ventina di km di sentiero
pedalabile assai panoramico e dopo cio’ che resta della “Casa degli Alpini”, le
frane la fanno da padrone: si deve spingere per quasi un paio d’ore lungo un
sentiero poco evidente.
I Peloritani sono gelosi del proprio segreto: nel tratto più impegnativo
prima del passo, pioggia, qualche chicco di grandine, nebbia, tanti altri
sentieri o tracce si susseguono di continuo, mettendo a dura prova i singoli Ma d’un tratto la nebbia si dirada proprio
quando i primi sono in prossimità di un colletto: si avvedono di un sentiero
che scende nella direzione corretta. Quando il gruppo compatto prende la sua
decisione, la nebbia avvolge tutto nuovamente, ma non la bussola che conferma
la direzione scelta ! Abbandoniamo il sentiero che prosegue in costa, per
prendere questo nuovo che ci fa scendere in un’altra valle.
Finalmente, abbiamo superato il passo e dai 1200 metri perdiamo quota per
giungere nuovamente sulla dorsale. Arriva anche qualche timido raggio di sole:
i Peloritani non hanno più alcun segreto da celare !
Il giorno dopo, giovedi, Gianni e Pie restano soli: dopo una densa e
variegata giornata di bici, pioggia, sole e mare, i due rientrano in tarda nottata
a casa di Giovanni ad Aci Castello.
E’ venerdi mattina quando
Giulio arriva in aereo a Catania. Brunch col Merons in uno stabilimento
balneare poco distante dall’ST e accordi per andarlo a trovare dall’altra parte
dell’isola lunedì, dopo l’ascesa sull’Etna.
Andiamo in bici fino a Brucoli per fare mare e spiaggia. Granatine doppie
sul balconcino fronte mare, prima di congiungerci con Giovanni e Laura sulla
spiaggia di scogli.
I discorsi e la piacevole compagnia di Laura si prolungano più del dovuto:
si fa tardi e niente treno per Catania. Si torna in bici coi frontalini: e’
sopraggiunto anche il buio della sera.
Malgrado tutto, arriviamo in centro a Catania in perfetto orario. Rapido
cambio degli indumenti sudati e cena alla Collegiata: siamo un gruppone!
Dormiamo a Catania, ospiti di Cristina e Alan.
Paride, in arrivo da Bologna, doveva raggiungerci a cena, ma il suo aereo
accumula un ritardo esagerato: arriva a casa Smith verso le due di notte ! Noi
eravamo magicamente assorti nei 35 gradi della camera, in compagnia di zanzare sicule
assai insistenti.
Prima di iniziare la salita la mattina del sabato, poco distante da
Calatabiano, pucciamo le gomme delle nostre bici nel mar Ionio.
A Castiglione sosta pranzo a “La Dispensa dell’Etna” – vini d.o.c. con prodotti
tipici dell’Etna e della valle Alcantara. Pedaliamo con l’acqua ai polpacci
nelle gallerie del vecchio percorso ferroviario e nel fitto bosco che conduce
al Rifugio Brunek (1410 m), ove ci rifocilliamo e riposiamo.
L’indomani, domenica, ci aspetta la seconda parte della 0-3000, che vede il
salitone al Piano Provenzana: il rifugio che ci aveva ospitato 3 anni fa
durante una bella escursione sull’Etna, e’ ora sotto ben 10 metri di lava !
Grazie alla sottile pioggia che è caduta, le condizioni del terreno sono
ideali: il cielo è coperto, ma c’e’ una buona visibilità: saliamo verso il
pennacchio di fumo grigio e compatto.
Per dieci lunghissimi chilometri procediamo lungo la strada aperta sulla
lava dalle ruspe: la salita infernale passa affianco agli scheletri bianchi
degli alberi, costeggia i crateri delle ultime bocche eruttive e sfiora le
fumarole ancora attive.
Quando arrivo all’Osservatorio le condizioni meteo sono prossime per
volgere al peggio: indossiamo un giubbotto e scattiamo qualche foto veloce,
prima di intraprendere la discesa.
Nel giro di pochi minuti cambia lo scenario: sparisce la vetta col
pennacchio per fare posto a pioggia e grandine. L’Etna si conferma una montagna
difficile. Siamo a 2800 metri circa, fa freddo e i chicchi sono grossi, ma poco
più giù ci sono le fumarole. Sotto lo sguardo divertito dei turisti riparati
all’interno del grosso camion con sei ruote motrici, mi riscaldo mani e corpo
stendendomi sulla lava calda e nera: in una manciata di secondi, provo una
sensazione piacevolmente strana. I chicchi di grandine continuano a rimbalzare
sul caschetto e sul terreno, mentre io continuo a rotolarmi sulla pietra
lavica, respirando quel fumo che viene su dritto dal ventre della madre Terra.
Non so dire se tutti i partiti dal mare la mattina del giorno prima sono
giunti in cima all’osservatorio, di certo, eravamo nuovamente tutti riuniti a
Sciaramanica verso le due del pomeriggio, ognuno a raccontare la sua esperienza
col piu’ alto vulcano d’Europa
All’interno del ristorante, l’allegro vociare dei partecipanti e il fragore
delle stoviglie sui piatti, all’esterno, il sole tornato a salutarci, stava
asciugando i nostri panni bagnati di sudore e di pioggia.
Non è bello rifiutare un invito del Merons: il mio “gemello”, si sa, è
suscettibile.
Furnari, poco distante da Tindari, lo è solo un po’ di più da Catania, ma
per chi è appena salito sulla Montagna della Sicilia non è un problema fare
qualche chilometro in bici !
Lunedì mattina Paride lascia la Sicilia, Gianni, Giulio e Pie lasciano casa
Smith per andare a casa Merons.
Per attraversare i Peloritani dalla Portella Mandrazzi e arrivare in tempo
per cena, ci conviene prendere il treno fino a Taormina: da qui, ci aspettano 85
km per 1300 m di dislivello in bici.
I Peloritani, ancora una volta, ci ricordano che non scherzano: alla
portella ci aspetta un grosso temporale con grandine (ancora!). Ma prima del
nubifragio avevamo trovato un riparo sicuro e asciutto.
La discesa su Furnari col sole, il bagno a Tindari coi ricci, la grigliata
in casa Merons col vino, precedono il degno e meritato riposo.
Risvegliarsi la mattina del martedì è più dolce se ci sono le brioche
calde, portate da un Merons premuroso !
Dalla colazione di Furnari allo spuntino a base di pane cotto sulla pietra
con olio peperoncino e origano di Montalbano, sono solo qualche ora di
pedalata. I Nebrodi non sono come i Peloritani: superiamo la portella Zilla
senza pioggia, malgrado il tempo coperto e minaccioso.
Abbiamo l’aereo in tarda serata e per arrivare a Catania in tempo dobbiamo
prendere un mezzo. Pullman ? No, treno da Calatabiano. Ma è gia’ passato: allora,
treno da Taormina!
Doccia rapida a casa Smith e Cristina ci accompagna all’aeroporto per il
volo di rientro: tutto secondo programma.
A notte inoltrata a Bergamo, c’e’ Renato a prenderci all’aeroporto per
portarci alle nostre auto lasciate nel parcheggio dell’ST.
Al termine di una intensa settimana, resta la soddisfazione di aver
centrato gli obiettivi e di aver rivisto un sacco di amici vecchi e nuovi !
From: pierangelo tesoro [mailto:pierangelo.tesoro@st.com]
Sent:
To: 'cartografia@touringclub.it'
Subject: errore in Collana Grandi Carte TCI -
Sicilia foglio 14
Spett.le
Touring Club Italiano - Corso Italia 10 - 20122 MILANO
All'attenzione del Direttore Responsabile della
Collana Grandi Carte Guido VENTURINI
Siamo un gruppo di
ciclo escursionisti, che da oltre 15 anni ama viaggiare in giro per il mondo in
sella alla bicicletta. Non disdegniamo, ovviamente, la nostra penisola e, di
tanto in tanto, realizziamo percorsi in zone poco battute dal turismo
tradizionale.
Lo scorso maggio,
abbiamo dato corpo ad un nostro progetto relativo alla "Grande Dorsale
Siciliana" in mtb. Ovvero, partire dal mare (Messina), salire sui
Peloritani e, restando sempre in quota, percorrere detta catena, i Nebrodi ed
attraversare le Madonie, prima di tornare nuovamente sul mare all'altezza di
Palermo.
Come già accennato
nell'introduzione, privilegiamo itinerari alternativi. Cio' presuppone una fase
di preparazione del viaggio da tenere seriamente in considerazione, per
limitare il più possibile le sorprese sul campo: cartine, link ad internet,
informazioni prese da biker del posto, fanno parte della nostra
"routinaria" organizzazione a tavolino.
Per i percorsi
italiani, una visione generale (ma di per se stessa, sempre molto utile) ci e'
sempre stata data dalle vostre Carte Stradali del TCI. Anche in questo caso
specifico abbiamo fatto ricorso alle vostre cartine: la Carta Stradale
1:200.000 della Sicilia (foglio 14 - N.4 2005), riporta una bella strada in
giallo che percorre tutta la dorsale dei Monti Peloritani.
Restammo un po'
sorpresi quando i nostri contatti in Sicilia ci riferirono che in realtà quella
strada non esiste !
In sette giorni di
bicicletta, abbiamo coperto la distanza che va da Messina a Palermo, restando
sui monti e verificando che la vostra cartina riporta erroneamente una strada
asfaltata che resta sempre Monti Peloritani.
Di seguito, ci
permettiamo di dettagliare il tragitto che da Messina (costeggia il Pizzo
Bottino, il Monte Scuderi, il Pizzo di Verna, il Monte Pomaro) giunge alla
Portella Mandrazzi, segnato in giallo sulla vostra cartina (ovvero, asfalto),
ma che in realtà, è differente.
1_ Messina - l'Antennamare (Santuario di
Dinnamare - quota 1100 m circa)
strada panoramica in asfalto / lunghezza circa
25 km
2_ l'Antennamare - Casa degli Alpini (a
nord-ovest del Monte Scuderi)
strada
bianca panoramica gestita dalla forestale / lunghezza circa 20 km
3_ Casa degli Alpini -
passaggio fianco M.te Scuderi e M.te Poverello
sentiero
poco pedalabile con tratti franati / lunghezza circa 5 km
4_ innesto strada da Fiumedinisi - Portella
Mandrazzi
strada
bianca panoramica / lunghezza circa 50
Siamo a Vs.
disposizione per eventuali chiarimenti.
In attesa di un Vs.
cenno di riscontro, ringraziamo per la cortese attenzione e salutiamo
cordialmente.
Pierangelo TESORO
Relazioni Esterne DUNA ROSSA Team
Dall’acqua al fuoco
Parte la IX edizione della più emozionante cicloescursione in mtb. Ruote
posteriori bagnate dallo Ionio, il gruppo dei magnifici 16 - tanti saranno i
convenuti da Capo Passero alle Pianure del Po- percorrerà la Valle
dell'Alcantara ed il suo Parco, sino a raggiungere Castiglione di Sicilia prima
e il Rifugio Brunek dopo (Parco dell'Etna). Domenica il grande balzo sino alla
terrazza craterica, sino all'Osservatorio Vulcanologico abbandonato sui Pizzi
Deneri, alla quota massima consentita.
Per la giornata di sabato, ben accetto l'accompagnamento di mtbikers non
iscritti alla manifestazione, nelle aree non soggette alla disciplina del
Parco dell'Etna.
La Scheda
Partenza sabato 3 settembre 2005 ore 9:15 dalla
spiaggia di San Marco (Fiumefreddo, CT). Soste a: Pasteria, Calatabiano, Ponte
Mitogio, Gole Alcantara (lato Catania), Volta Pafumi. Arrivo a Castiglione di
Sicilia ore 12:30 per ristoro con assaggi tipici alla Dispensa dell'Etna. Alle
15 attacco della grande salita di Piano Felci e primi arrivi al Rifugio
Brunek alle 16:30. Cena sicula.
Domenica, prima colazione con mieli e marmellate
siciliane, poi trasferimento su asfalto sino a Piano Provenzana (quota
1900), inizio della sterrata lavica sino a quota 2850, con arrivo
all'Osservatorio Vulcanologico.
Rientro per Sciaramanica e pranzo tipico a base di
tanti carboidrati, proteine e vino delle cantine dell'Etna !
Distanza (solo andata) 65 km / dislivello 3000 m / durata 7 ore (1° giorno) + 3,5 ore (2°
giorno) / difficoltà: duro / percorribilità: primo giorno: sempre, escludendo
in estate i periodi più caldi e in inverno le giornate più fredde; secondo
tratto: dal tardo maggio ai primi di ottobre.
Day 0 - In volo verso la terra sicula
Gianni e io, accompagnati da Umberto, lasciamo l’ST alle 18.30 circa: il
nostro volo low-cost Myair e’ alle 21:00.
Nessun problema per l’imbarco delle bici, ma il volo è in ritardo secondo
natura, per cui arriviamo a Catania dopo le undici.
Come da accordi, chiamiamo Giovanni, che ci risponde da una “melonga”
impegnato a ballare il tango: molla tutto e tutte (!!!) per venirci a prendere
in aeroporto e portarci a casa sua, poiché stasera siamo suoi ospiti.
Montaggio delle bici sul terrazzino dell’appartamento a poca distanza dal
mare di Aci Castello e cena preparata con tanta maestria da Giovanni:
abbondanti penne al pesto di pistacchio di Bronte.
Andiamo a nanna verso le tre di notte.
Day 1 - 56 km / dislivello 1225 m – Svelato il mistero
dei Peloritani
Dormito tre ore. Giornata molto densa. La dorsale dei
Peloritani non ha più segreti. La strada non c’e’; dal santuario di Dinnamare
parte lo sterrato, poi una grossa frana ha inghiottito tutto; ma esiste il
passaggio sulle frane! Agriturismo a Mandanici: arriva MariaAzzurra ! ... anche
Cristina, Mariangela e Merons.
Appuntamento con
Granita panna e caffè con brioche prima di arrivare al Santuario di
Dinnamare (12 km di strada panoramica asfaltata che da Messina porta sulla
dorsale dei Peloritani).
Giunti al Santuario, scarichiamo le bici dalle auto e muniti del necessario
per un solo giorno (siamo sicuri di farcela) iniziamo a pedalare.
Il sentiero
che parte in costa dal santuario è pedalabile, molto panoramico con molti
rifugi/bivacchi lungo il percorso. Dopo venti chilometri siamo sul Monte
Scuderi presso cio’ che resta della Casa degli Alpini (data alle fiamme, ristrutturata
da poco dalla forestale e distrutta poco dopo, forse, dai pastori): sosta per
divorare il panino con formaggio e pomodori secchi, acquistato a Messina.
Riprendiamo a pedalare (sorgente Acqualatte) e dopo pochi minuti troviamo
la prima frana: iniziamo a spingere la bici. Il sentiero prosegue inerpicandosi
verso il passo a lato del Monte Poverello: l’ariosa strada bianca gestita dalla
forestale e’ ora una traccia che cerca di passare sopra le numerose frane.
Piove: saliamo e spingiamo.
La pioggia passa a grandine per diversi minuti: saliamo e spingiamo.
Ci inghiotte la nebbia: saliamo e spingiamo.
Cinque chilometri e un’ora e mezzo di “portage”, quando d’incanto la nebbia
si dirada: realizziamo che siamo sulla costa che non ci porta dalla parte
giusta, ma al di là del colletto. Gianni vede un sentiero che taglia il monte e
scende. Il nebbione ci avvolge nuovamente: non si vede più nulla e ci sentiamo
nuovamente tanto umidi.
Quando Fabrizio con gli altri più attardati giungono al colletto, facciamo
un piccolo “brainstorming”, consultando anche la bussola che conferma l’intuito
del Vezz: quel sentiero va nella giusta direzione !
Dopo poco la pista diventa anche pedalabile. Insieme alle nostre preoccupazioni
si dissolve anche la nebbia: ci ritroviamo su una bella strada bianca. Ancora
una decina di km e siamo alla sorgente di Acqua Menta.
Ad un certo punto arriviamo ad un bivio che riconosciamo immediatamente: è
quello ove tre mesi prima avevamo incrociato un tizio in motoretta a cui
avevamo chiesto informazioni e ci aveva risposto: “Avete completamente
sbagliato strada!”
Ci siamo finalmente ricongiunti col tratto, risalito in occasione della
Dorsale Siciliana, che proveniva da Mandanici.
Eravamo riusciti nel nostro intento: avevamo trovato il passaggio !
Discesa verso Locadi alla volta dell’agriturismo Nasita di Luca Parisi
(Pippo), papà del nostro insostituibile scout/veterinario Fabrizio (tel.:
340.3276939 - www.geocities.com/giusy2001/Nasita.html
e www.turismonet.org/nasita/).
Veniamo accolti dalla giovanissima Agatella (13 anni) e da sua mamma
(Anna): qualche chiacchiera prima della meritata doccia. Arriva l’avvenente
amica di Giovanni, Maria Azzurra e sale l’attesa per la cena.
Giungono all’agriturismo anche Cristina, che fa tante coccole al suo
maritino Alan e il mio “gemello” Merons con la moglie Mariangela.
Aperitivo rinforzato nel cortile, non allietato dall’esibizione di tango
del duo Giovanni-Azzurra (Giovanni fa il prezioso…). Superlativi i fichi colti
dall’albero.
La cena, allestita sempre all’esterno nel cortile, è semplicemente regale:
assaporiamo diverse specialità di mamma Anna, cucinate sapientemente
Gli appunti presi al volo, tra un boccone e l’altro, evidenziano: alalunga e
spatola (delizie di pesce), polpette di melanzane (specialità di Anna), n’zuddi
e piparelle (fragranti dolcetti), alloretto (raro liquore di alloro), limoncino
(unico ! Perché fatto col limone interdonato, particolare tipo di limone che cresce solo in
questa zona).
Day 2 - 74 km / dislivello 1240 m – Monti,
mare e vino alla mandorla
Girovagato sui Peloritani con pioggia. Isola Bella (sotto
Taormina):sole,bagno e medusa. Castelmola (sopra Taormina): vino alle mandorle
per brindare a chi non c’e’. Discesa al buio e treno per Catania con rientro su
Aci Trezza con calma: non arriviamo in tempo da Giovanni per vedere Laura.
Sono partiti tutti, chi ieri notte, chi stamattina: restiamo solo Gianni ed
io.
Ottimo lo zabaione a colazione, proprio come lo
faceva la mia mamma.
Lasciamo l’agriturismo e senza una meta precisa puntiamo verso i monti: ai
bivi privilegiavamo gli sterrati e dove c’erano meno nuvole, seguendo
l’istinto. Tante fichi, mandorle e fichi d’india. Le condizioni meteo
peggiorano: siamo costretti ad abbandonare i monti per dirigerci verso il mare.
Arrivati sulla costa, proseguiamo in diretti verso Forza d’Angio’.
Pane e formaggio sulla terrazza panoramica: sotto di noi, il mare della
costa orientale, davanti a noi, le cime dei Peloritani sfiorate ieri.
Altri 15 km e siamo sulla spiaggia di Isola Bella: dopo tanta acqua presa,
esce finalmente un po’ di sole. Bagno e incontro fuori programma con medusa,
mooolto fastidioso (questo incontro, mi segnerà per giorni).
La pioggia, che continua a cadere a sprazzi, non ci impedisce di salire a
Castelmola.
Porto il Vezz ad assaporare il vino alla mandorla del Bar Turrisi (famoso
per l’esposizione di falli): ci sediamo sulla stessa veranda vista mare, ove
ero stato con Lorenzo qualche anno prima e ordiniamo tre bicchieri per brindare.
Maria Azzurra era impegnata quella sera e allora, a sera gia’ calata, ordiniamo
due pizze e due birre: dal nostro balconcino vediamo le luci della costa orientale
sicula.
Il bicchiere di Lorenzo è ancora colmo sul tavolino del nostro balconcino,
quando scendiamo verso Taormina inghiottiti dal buio della notte. La cittadina,
invasa di turisti, ha ancora tutte le luci dei variopinti negozi, i suoni dal
vivo delle musiche tzigane e dei pupari, gli odori delle spezie: struscio nel
magico centro del paese in sella alle nostre fiere bici, ancora un po’
infangate.
Prendiamo il treno per Catania, ove giungiamo verso le undici di sera. Poco
prima di uscire da Catania ci fermiamo per gustare un paio di granite al
pistacchio e al gelso. Arriviamo da Giovanni, ad Aci Castello, per lungomari e marciapiedi
(siamo senza luci), dopo le dodici e mezza: pare che una sua amica, venuta da
lui per conoscerci, se ne sia andata via da poco …
Day 3 – 121 km / dislivello 0 metri - Dopo
Azzurra, conosciamo Laura
Giulio arriva puntuale. Granatine doppie sul balconcino
fronte mare e bagno a Brucoli con Laura e Giovanni. Pedalata notturna alla
collegiata di Catania e cena in compagnia e allegria.
Colazione in paese (granatina e brioche) con Giovanni che va al lavoro,
mentre noi andiamo verso l’aeroporto: tra poco arriva Giulio (ha scordato a
casa i pedali della bici).
Piano di “recovery” per trovare dei pedali e congiungimento col modenese.
Pedalata fino all’ST poco distante e incontro col Merons, che molla baracca e
burattini e viene in spiaggia con noi a mangiare qualcosa: ci accordiamo di
andarlo a trovare a casa sua a Furnari lunedì, dopo la zero-tremila.
Lunga pedalata fino a Brucoli (sopra Augusta): avevamo un appuntamento nel
primo pomeriggio con Giovanni e una sua amica.
E’ una bella giornata di sole: le granatine doppie
gelsi e limone spariscono in un battibaleno !
Laura è un’altra piacevole sorpresa: come Azzurra, anche lei balla il
tango, anche lei e’ avvocato …
Sara’ stata la bella giornata, sara’ stato il mare blu, saranno stati i
neri e lunghi capelli di Laura, sta di fatto che si fa tardi per prendere il
treno per rientrare su Catania: si torna in bici, ancora di sera, ancora senza
luci (no, questa volta, in tre, ne abbiamo
una posteriore !)
Giulio, famoso animale da pianura, tira per tutti i quasi 50 km che ci
separano dalla pizzeria “La Collegiata”, consentendoci di arrivare in anticipo
rispetto all’appuntamento con gli altri per la cena: abbiamo tutto il tempo per
sciacquarci e cambiarci nella toilette del ristorante.
A cena siamo un gruppone: oltre alle famiglie Smith e Meroni, ci sono tutti
i nostri scout (Auretta, Ivan, Nico, Teresa), Giampaolo e Luciano per il gruppo
MontaInBike; manca solo Paride che, causa l’incredibile ritardo del volo
arriverà direttamente a casa Smith a notte fonda.
Day 4 – 55 km /
dislivello 1685 m - Finalmente,
e’ la 0-3000 !
Calatabiano - Castiglione - Linguaglossa -
Rifugio Brunek
Si parte per la 0-3000 in una giornata incerta. Toccato
il mare salato, si sale verso il mare di lava.
Alle 6 squilla la sveglia ?!? No, è il cellulare di Giulio, che si era
dimenticato di disattivare !!!#@*%!!! ...
In auto andiamo a Fiumefreddo luogo di ritrovo e consegna dei “gadget”
della 0-3000.
Cerimonia della pucciatura della ruota posteriore delle bici in mare a
Calatabiano e colazione poco dopo: brioche, granatina caffè e panna.
Salita a Castiglione ove degustiamo i prodotti tipici della zona,
comodamente seduti all’esterno dell’enoteca con cucina “La Dispensa della
Sicilia”: antipasti vari, frutta e vini estratti dalle uve cresciute sulla
lava, prima di riprendere a pedalare.
Attraversamento con l’acqua ai polpacci, causa le
abbondanti pioggie cadute, delle gallerie della vecchia ferrovia circumetnea dismessa.
Dura salita su sterrato con pietroni, prima di entrare a quota 1200-1300
circa nel fantastico bosco di ginestre, querce, faggi, e pini giganteschi che
ci condurrà al Rifugio Brunek, tappa di arrivo del primo giorno.
Ci accoglie la famiglia Redigolo (Auretta,Ivan e figli) con ottime paste,
apprezzate da tutti indistintamente (i primi ne hanno abbondantemente
beneficiato, ma anche gli ultimi hanno potuto goderne a sufficienza).
Cena e nanna, entrambe ristoratrici.
Day 5 – 60 km / dislivello 1800 m su’ e 3000 giù
- Quasi in cima al vulcano
Rifugio Brunek – Piano Provenzana – Piano delle Concazze – Osservatorio
vulcanologico Pizzi Deneri – Sciaramanica - Catania
Salita infernale sulla lava a 3000 metri affianco ai
crateri aperti nel 2003. Sole e cielo coperto: tutti arrivati all’osservatorio.
Discesa con grandine e pioggia:sosta alle fumarole per scaldarsi.
Piove durante la notte, ma il mattino dopo è una bella giornata di sole !
Oggi le bici verranno messe a dura prova, per cui e’ importante una
verifica e un minimo di manutenzione, prima della necessaria abbondante
colazione.
Salitone su asfalto al Piano Provenzana, prima di arrivare alla strada
aperta dalle ruspe sul mare di lava dell’ultima eruzione dell’Etna. Ci
aspettano 10 km di duro sentiero pedalabile, grazie alle ottime condizioni del
terreno: la pioggia ha compattato sabbia e cenere.
Dal sentiero di lava vediamo i grossi bianchi alberi seccati, quasi
pietrificati, mentre il cielo si fa sempre più nuvoloso; ma, lassù, seguendo la
traccia del nostro percorso, si notano in
bella evidenza le fumarole ancora in fermento e ancora più su’ il pennacchio di
Sua Maestà l’Etna.
L’efficientissima macchina organizzativa,
coadiuvata dalle attivissime Cristina, Marina e Stefania, è riuscita a mettere
un punto ristoro (barrette, merendine, acqua) anche sull’Osservatorio, punto di
arrivo dell’odierna 0-3000.
Dalla terrazza, con orgoglio, riesco a vedere il mare lontanissimo; riesco anche
a fare qualche foto alla cima del cratere di nord-est, ancora visibile e col
pennacchio …
In un battibaleno cambia il tempo e si mette decisamente sul brutto: nel
giro di una manciata di minuti sparisce la cima della montagna. Mi vesto e
inizio la discesa sotto la pioggia che passa a grandine.
Faccio sosta alle fumarole per riscaldarmi, soprattutto le mani ghiacciate.
Alan e Ettore chiudono gli arrivi all’Osservatorio sotto la grandine !
Alle 14.00, come programma, siamo al ristorante di Sciaramanica, tutti
allegri e tutti arrivati in cima ? Credo proprio di si’: è stato un successo !
Esce anche il sole per concludere in bellezza l’impresa.
La notte, siamo ancora ospiti degli Smith, ma appena giunti a casa, Alan riceve
una chiamata: rapida doccia, carica zaino e bici in auto, saluta la famiglia e
corre a prendere il traghetto per Napoli. L’indomani mattina, sarà in ufficio
fresco come una rosa e soddisfatto di essere giunto in cima alla Montagna della
Sicilia !
Malgrado la compagnia di ben quattro biker (Gianni, Giulio, Paride, Pie),
solo la cena alla Collegiate permette all’inconsolabile Cristina di riprendersi
per l’imprevista partenza del suo adorato Alan.
Day 6 – 85 km / dislivello 1300 m - Grigliata
dal Merons
Catania - Taormina in
treno
Taormina – Francavilla
di Sicilia - Gole Alcantara - Portella Mandrazzi - Novara - Mazzara' - Furnari
Ci aspetta il Merons dall’altra parte dell’isola:
pedalata defaticante, scansando imprevisti e grandine.
Dopo una notte tranquilla (quella precedente tra
zanzare e arrivi notturni è stata un po’ travagliata), Paride resta con
Cristina che lo accompagnerà all’aeroporto in mattinata, mentre noi tre
(Giulio, Gianni, io) abbiamo tutta la giornata per andare a cena dall’altra
parte dell’isola.
Per salire alla Portella Mandrazzi, occorre avvicinarsi a Taormina con un
mezzo: prendiamo informazioni sugli orari treno e pullman.
Treno fino a Taormina e poi lunga salita in bici verso la portella,
attraverso le gole del mitico fiume Alcantara: tanta frutta lungo il percorso
(uva, fichi).
C’e’ un grosso temporale in arrivo: la bella giornata lascia il posto ai
nuvoloni e si copre tutto. In lontananza i tuoni si susseguono con insistenza.
Dopo ben oltre un’ora di salita, il rombo è sempre più vicino ed e tutto nero
sopra di noi.
La distanza tra fulmine e tuono si fa sempre minore, il temporale e’ ormai
prossimo; sono però arrivato alla Portella dove ci sono le rovine della casa
cantoniera. Il tempo di scendere dalla bici, che l’acqua scende giù dal cielo a
secchiate. Grandine a sprazzi.
Le scariche isolano per lunghi tratti anche i cellulari, ma 100-200 metri
sotto ci sono altre costruzioni abbandonate: Gianni e Giulio hanno trovato
riparo li’ sotto.
I Peloritani ci hanno confermato la loro asprezza, ma ancora una volta ci
hanno dato la possibilità di ricovero e aiuto.
Così come era arrivata la bufera, così sparisce: quando Gianni e Giulio
appaiono al termine della salita, c’e’ anche il sole a salutarli.
Discesa su Furnari (casa Merons) e piacevole bagno a Tindari.
A differenza della medusa, questa volta non mi faccio sorprendere dagli
infidi ricci: ma resto estasiato dal brianzolo ex-marinaio di terra Merons, che
nuota con eleganza e leggerezza nel mare della sua Sicilia !
Spettacolare grigliata di pesce e pernottamento in casa Merons.
Day 7 – 105 km / dislivello 1800 m - E’ ora
di rientrare a casa
Taormina – Catania in
treno
Furnari - Basico' -
Montalbano - Portella Zilla - Roccella Valdemone - Moio Alcantara - Francavilla
- Taormina
Dopo un’intensa settimana e’ tempo di salutare questa
fantastica isola e tornare a casa.
Sveglia di buon’ora e colazione con le brioches, appena sfornate,
acquistate dal Merons che tanto vuole bene al suo “gemello”.
Lasciamo Furnari alla volta di Montalbano Elicona: visita del borgo (tra i
comuni più belli d’Italia) e sosta per mangiare il pane cotto sulla pietra.
Dobbiamo superare la catena dei Nebrodi, che non sono come i Peloritani:
niente pioggia, anche se il cielo resta coperto.
Per arrivare a Catania in un’ora decente, dobbiamo prendere un mezzo. Riteniamo
troppo aleatorio il pullman da Randazzo, per cui puntiamo sul treno.
Non conoscendo gli orari, pestiamo sui pedali lungo la discesa
dell’Alcantara, puntando dritti sulla stazione ferroviaria di Calatabiano. Alle
17:45 siamo sui binari deserti: il treno e’ passato alle 17:23, ma alle 18:35
c’e’ quello da Taormina. Si va a Taormina !
Qualche goccia d’acqua lungo la strada e una fresca birra nel bar della
stazione di Taormina, prima di salire sul treno.
Arriviamo a casa Smith: sistemiamo le bici nei borsoni, facciamo la doccia
salutare, mangiamo penette con panna, pancetta e pistacchio. Merons preleva
Giulio che volerà a casa l’indomani, mentre Cristina porta Gianni e Pie in
aeroporto.
Nessuna conversazione durante il volo di rientro, solo sogni.
Atterriamo ad Orio al Serio, l’aeroporto di Bergamo, nel cuore della notte:
malgrado l’ora improba, c’e’ Lucians a prelevarci e portarci alle nostre auto,
rimaste oltre una settimana in attesa nel parcheggio dell’ST.
Che bello avere tanti amici … per non parlare, poi, delle amiche !!!
Alla prossima.
Ciao, Pie
Etna - La cima del cratere nord-est,
dopo la grandinata
Un mare di antiche tradizioni,
un mare di antiche culture, un mare di antiche convivenze, un mare di pace: il
mediterraneo
(Agriturismo Nasita – Mandanici)
Sicilia: dai
greci il bello, dagli arabi il senso dell’ospitalitali-ta’, dai normanni
l’orgoglio
(Agriturismo Nasita – Mandanici)
Nota: si
ringrazia il Vezz per aver messo a disposizione della redazione le sue foto,
dopo appena un anno dall’evento !