1862 - 640
Non posso vivere con te
sarebbe Vita,
e la vita è fuori di qui,
là su quel ripiano,
il becchino conserva la chiave
per metterci la nostra vita,
sua porcellana,
come una coppa
gettata dalla massaia,
perché vecchia o rotta,
un nuovo Sèvres preferisce,
i vecchi si rompono.
Non potrei morire con te,
uno di noi deve attendere
per chiudere gli occhi dell'altro,
tu non lo puoi fare,
ed io, come posso rimanere
e vederti morire, freddo,
senza il mio diritto al gelo,
privilegio della morte?
E non potrei risorgere con te
perché il tuo viso
potrebbe allontanare quello di Gesù,
e la nuova grazia
splenderebbe semplice e nemica
per i miei occhi infelici,
se tu non rilucessi
ancora vicino a lui.
Vorrebbero giudicarci , come,
per te, che hai servito il Paradiso, lo sai,
o hai tentato,
io non ho potuto
perché tu hai riempito il mio orizzonte
ed io non ho più avuto gli occhi
per la sordida perfezione
del Paradiso.
E se tu fossi perduto,
lo sarei anche io,
anche se il mio nome più forte
suonasse nell'alto dei Cieli.
E se tu fossi nella grazia,
ed io fossi dannata
e posta dove tu non sei,
solo questo sarebbe l'Inferno per me.
Così dobbiamo trovarci divisi,
tu laggiù, io qui
con la porta poco aperta,
e a dividerci l'oceano, la preghiera,
e il cibo candido
della disperazione.