Storia di un sogno

Domenica 27 maggio sono stato invitato al teatro della parrocchia Della Natività per ritirare un prestigiosissimo riconoscimento " IL BUON SAMARITANO ". La manifestazione ha avuto un grande successo di pubblico, ma soprattutto ha esaltato la parte migliore dell’animo umano. Quando è arrivato il mio turno, non riuscivo a trattenere le lacrime di commozione e di gioia. Certamente non merito questo riconoscimento meglio di altri che nel silenzio, dedicano la propria esistenza al servizio del prossimo più bisognoso.

Fatta questa premessa, desidero raccontare in breve la mia avventura, e dei programmi futuri. Naturalmente sono a disposizione per maggiori approfondimenti.

Il 10 marzo alle ore 10, stavo seduto nell’uscio di casa a godermi i primi tepori primaverili, quando notai dalla terrazza di fronte, una anziana signora che con fatica si trascinava una sedia, appoggiandola poi sul parapetto cercando di salirci sopra. Intervenni, verbalmente, pregandola di non salirci sopra, perché poteva essere pericoloso. La signora imperterrita è salita sulla sedia e cercava di scavalcare il parapetto. Capii allora il dramma che si stava per svolgere, La signora ( 93 anni ) era determinata a suicidarsi buttandosi dal terrazzo. Inutili i miei tentativi per convincerla a desistere dall’insano gesto. Decisi allora di tentare di salvargli la vita ma soprattutto la sua anima. Mi sono piazzato nel punto del presunto impatto aspettando il fatidico momento. Momenti interminabili che non passano mai, ero consapevole dei gravi rischi che correvo, avevo tanta paura, tanto che stavo per allontanarmi e chiedere aiuto, pur sapendo che non c’era il tempo. Una forza sconosciuta mi ha convinto a rimanere sul posto aspettando il terribile momento, che non arrivava mai, come per un condannato a morte che attende il colpo finale dal plotone di esecuzione. Sono momenti di attesa terribili, interminabili, la mente è concentrata sul soggetto che da lì a poco mi piomberà addosso come un proiettile di cannone. Riuscirò a salvarla? Quali conseguenze per lei e per me? Come mi debbo posizionare? .

A questo punto è necessario fare una precisazione La mia salute è sempre stata di ferro, però in quel periodo stavo in carrozzina per dei problemi al ginocchio sinistro, inoltre il braccio sinistro aveva già subito 3 interventi al gomito. Tutto questo a causa di un incidente stradale. Il giorno prima, ero ricoverato all’ospedale ortopedico S. Eugenio per essere operato al ginocchio, ma per motivi particolari, ho deciso all’ultimo momento di non sottopormi all’intervento, pertanto mi sono dimesso dall’ospedale. Se rimanevo all’ospedale, non mi sarebbero successe tutte queste disgrazie. Volere di Dio o destino. Quel dì, dovevo essere protagonista di quell’evento, che avrebbe radicalmente cambiato il mio destino. (chiusa parentesi)

Quando la signora, si lasciò andare, io stavo con la carrozzina sotto di lei, pronto ad intervenire, con l’aiuto delle stampelle mi alzai in un equilibrio precario e allungai le braccia per poterla prendere al volo. L’impatto è stato violentissimo tanto che le entrambe le braccia non hanno retto e si sono letteralmente spezzate, stramazzai al suolo con la schiena, sbattendo violentemente la nuca. Il colpo è stato tremendo sentivo le ossa sgretolarsi, la testa la sentivo roteare vorticosamente, la mia vista era sempre più debole, finche persi i sensi. Cadendo a pancia in su con lei sopra di me, ho attutito notevolmente il colpo tanto che l’unico danno avuto dalla malcapitata è stata la frattura di una costola.

La signora dimenandosi sopra di me mi fece riprendere i sensi e con grande forza di volontà la sistemai sul selciato mettendogli sotto la testa il mio giubbotto, dopodiché con grande fatica mi sono trascinato in portineria a chiedere aiuto.

Le conseguenze del mio gesto sono state deleterie : Ho subito danni irreversibili alla colonna vertebrale, alla testa e agli arti superiori e inferiori.

Per quanto ho fatto, incredibile, non ho ricevuto nessun riconoscimento materiale, nemmeno un grazie. Ciò, mi ha tanto rattristato ed anche oggi mi è rimasto impresso nell’anima e nella mente. Al contrario, ho ricevuto critiche per aver inutilmente rischiato la vita nel salvare un'altra di avanzata età. Ancora oggi mi sento dire frasi come queste –"Ma chi te l’ha fatta fare non ne valeva la pena" oppure" Hai voluto fare l’eroe, te la sei cercata, mò t’arrangi" o peggio " Tu non sei a posto con il cervello per agire così, sei un’incosciente" e così via..

Da quel giorno ho conosciuto l’abbandono, il disprezzo, l’emarginazione e la solitudine. La mia esistenza era cambiata radicalmente, ero piombato nel tunnel della disperazione per le sofferenze sia fisiche ma soprattutto quelle interiori le quali tendono a distruggere l’anima, e la voglia di vivere, pertanto ci si lascia pericolosamente andare verso la fine. Non mi voglio soffermare sulle innumerevoli angherie e le enormi difficoltà incontrate uscito dall’ospedale. Ho perso il lavoro, non avevo un minimo di assistenza abbandonato a me stesso, con pochi risparmi e la prospettiva di dover lasciare il piccolo appartamento. Una situazione che ha messo a dura prova le mie capacità di sopportazione. Ero entrato nel interminabile tunnel della disperazione.

Qualcuno mi convinse ,allora, di andare a Lourdes se non altro per cercare il conforto interiore. Ad essere sincero io sono sempre stato un cristiano non troppo convinto e quando mi proposero questo pellegrinaggio ero abbastanza scettico, inoltre le conseguenze dell’incidente, hanno ulteriormente fatto vacillare la mia fede. Comunque accettai di andare a Lourdes se non altro per uscire dall’isolamento. Il primo pellegrinaggio è stata per me un’esperienza indimenticabile, mi sono confrontato con tanta e tanta sofferenza altrui, tanto da convincermi che io ero tra i meno sfortunati. La cosa più impressionante era il senso di pace e serenità che traspariva nei volti di ognuno e di tutto l’ambiente circostante, vivevo in un altro mondo dove non esisteva l’odio, l’egoismo l’angoscia… Ero frastornato ma felice perché mi trovavo in un mondo dove tutti erano uniti in un comune abbraccio fraterno, senza distinzione di razza e di casta.

Atro punto che vorrei sottolineare è il volontariato, il vero volontariato. Grazie a loro, personalmente, ho avuto tanto, aiuto di ogni genere, dal trasporto gratuito, al disbrigo delle pratiche burocratiche, l’accompagno, la pensione ecc…

Questi angeli, mandati da Dio, gratuitamente e spesso rimettendo di tasca loro, sopperiscono alle gravi lacune che la società sorda e cieca ignora. Lavorano in silenzio, mai stanchi, sempre con il sorriso sulle labbra. Basta andare in un treno bianco di un pellegrinaggio per vederli all’opera, lavorano in condizioni proibitive. Osservarli quando alla sera si incaricano a mettere a letto tutti i disabili gravi dando ad ognuno tutto l’aiuto necessario, non rimane che ammirarli per il loro senso di abnegazione. Nell’incontrarli ti si apre il cuore, non vorresti mai staccarti da loro. Hanno sempre una battuta di spirito per cercare di strapparti un sorriso e ci riescono. Anche i lavori più umili e ingrati li svolgono nel modo più sereno, essi mettono in pratica i veri insegnamenti di Cristo. Vada a loro tutta la mia gratitudine.

Tornando a me, debbo dire che i pellegrinaggi, gli incontri, il vivere con i disabili e gli handicappati, mi hanno fatto riflettere sulla necessità assoluta di fare qualcosa per essere d’aiuto alle categorie meno fortunate. Ma come e cosa posso fare, vivo solo, costretto sulla carrozzina con limitazioni di spazio ed altro, a chi mi posso rivolgere per ottenere la necessaria collaborazione. Dopo molte riflessioni ho deciso di andare allo scoperto. Ho capito che rimanere chiuso in me stesso, rimuginando sulle mie disgrazie non sarebbe stato utile ne a me stesso né agli altri, per questo, vergognosamente parlando, mi sono messo in mostra non disdegnando interviste alle varie TV, alle radio e alla stampa. Era importante per me, farmi conoscere per avere un certo credito di immagine. In definitiva, le motivazioni erano e lo sono tuttora le seguenti : 1°- reagire alle disgrazie, utilizzando al meglio le risorse, 2°- cercare con ogni mezzo di essere un elemento attivo e non passivo nella società, 3°- fare il possibile e l’impossibile per aiutare tutti coloro che si trovano in difficoltà. Questi tre punti cardini mi hanno suggerito tante e tante idee che potrebbero essere da traino alle varie iniziative utili a rendere la vita del disabile, dell’handicappato, dell’anziano e dell’emarginato più vivibile e umana.

Tra i progetti che intendo realizzare in breve tempo è in prima fila il viaggio con la carrozzina da Roma a Lourdes, chiamato " IL VIAGGIO DELLA SPERANZA " della durata di 100 giorni e con circa un centinaio di tappe per visite ai vari Santuari dedicati alla Madonna, e organizzare nei vari centri degli incontri con le associazioni locali di volontariato e delle categorie interessate per discutere sulle varie tematiche relative al mondo sociale.

Le ragioni che mi hanno spinto a compiere questa straordinaria impresa sono parecchie e sinteticamente sono:

1)- attirare l’attenzione dei max media e dell’opinione pubblica sul problema del sociale che comprende: gli handicappati, i disabili, gli anziani, gli emarginati e tutti coloro bisognosi di aiuto per poter vivere meglio. La società non è fatta di soli arrivisti, egoisti indifferenti, disfattisti , ed altro. Esiste anche l’altra faccia della medaglia formata da tante e tante persone disponibili, generose ed altruiste.

2)- Dimostrare che l’handicappato o il disabile è un essere umano e come tale vuole essere parte attiva e integrante nella società, vuole uscire dall’isolamento e dall’emarginazione e desidera ardentemente essere utile agli altri. Può anche prendere delle decisioni estreme, avventurandosi in imprese difficili, questo per far comprendere che il disabile non è un essere finito, ma può ancora essere utile.

3)- far incontrare le associazioni e gli operatori che si occupano dell’inserimento dei disabili nel mondo del lavoro e delle attività socialmente utili perché possano scambiarsi le loro esperienze e poter operare al meglio delle possibilità.

4)- Aiutare concretamente coloro che si trovano costretti a vivere soli, sia nell’informare quali siano le prospettive per migliorare la propria condizione di vita .

Negli incontri con le varie organizzazioni del settore si dovranno dibattere tutti i problemi che interessano il disabile, dalle barriere architettoniche alla assistenza medica e domiciliare, alla riabilitazione, ai presidi ortopedici, al volontariato e al sostentamento ecc..

Questo viaggio Roma Lourdes è il mio grande sogno che vorrei ardentemente realizzare. Ho cominciato a lavorarci alla fine del 1998, appoggiandomi ad una associazione chiamata " GIO-ART ".Il primo anno non si è potuto realizzare perché i tempi erano troppo stretti, Avrei dovuto partire il 1° maggio 1999, ma fu rinviata di un anno, l’anno del giubileo si era fatto molto e se si visita il mio sito " digilander.iol.it/duilio11 ",si può constatare quanto lavoro è stato fatto, a cominciare dal comitato d’onore, composto da eminentissimi personaggi nel mondo dello spettacolo, dell’arte, della scienza della politica e della chiesa. Ho fatto delle piante dettagliate per i percorsi, le tappe. E i programmi. Si è avuto contatti con le varie autorità per ottenere tutti i permessi necessari, ho dovuto sostenere esami psicofisici per garantire la mia idoneità. Siamo riusciti ad ottenere le sponsorizzazioni per finanziare il progetto. Per quanto riguarda il percorso Italiano eravamo a buon punto. Le difficoltà le abbiamo incontrate per il territorio Francese. Qui ci siamo arenati ed il progetto fu nuovamente rinviato.

Mi sono allora rivolto al segretario generale dell’ U.N.I.T.A.L.S.I. per sentire la sua disponibilità .Il segretario l’ avvocato Maurizio Schelli ne è rimasto entusiasta e mi diede garanzia per darmi tutti gli aiuti necessari alla realizzazione del progetto.Purtroppo il diavolo ancora una volta ha messo il suo zampino. Nel frattempo vi sono state le elezioni al vertice dell' U.N.I.T.A.L.S.I. Maurizio Schelli non è stato rieletto, pertanto come segretario è stato sostituito. Questo per me è stato un grande dispiacere, ora bisogna ricominciare tutto da capo. Ma io non demordo, continuerò a bussare, a bussare, sperando che una porta si apre dandomi così l’opportunità di realizzare questo mio grande sogno.

Termino questa mia, sia pur incompleta, relazione, con la speranza poterla interessare, nel qual caso sono a completa disposizione per ulteriori approfondimenti e chiarimenti. In attesa di un gradito riscontro porgo i miei più cordiali saluti.

Paoluzzi Duilio, via Guglielmo Pecori Giraldi 137, 00135 Roma Tel. 06/36308864, Sito internet: digilander.iol.it/duilio11, e-mail duilio1@libero.it

Duilio

Torna