BARRIERE ARCHITETTONICHE

 

 

Spett.redazione

 

                                                                       Do inizio a questa mia relazione ringraziando la redazione per avermi dato l’opportunità di esprimermi liberamente sulle varie situazioni in cui si trovano che vivono in condizioni di disaggio nella società, per vari motivi,con l’obbiettivo di sensibilizzare le coscienze mettendo a conoscenza delle realtà di vita di alcune categorie svantaggiate e meno fortunate .Tengo a precisare che i miei articoli non vogliono assolutamente essere ad ogni costo polemici verso chichesia ,vogliono solo essere lo specchio di una realtà reale. Tengo inoltre a precisare che questi miei articoli non sono minimamente condizionati ne da uno stato fisico o mentale particolare,ne da ragioni politiche o religiose ma sono dettati da una coscienza capace di scernere,che tenta di mettere in luce una realtà troppo spesso dimenticata e ignorata. Sono grato a tutti coloro che mi hanno contattato telefonicamente,congratulandosi del mio operato,dandomi preziosi consigli. Invito tutti i lettori del giornalino “ La Voce Del Villaggio” di telefonare ai numeri 06 36 30 88 64 oppure al 338 17 90 243 dandomi dei suggerimenti e consigli su vari argomenti di utilità pubblica,in modo da migliorare il bagaglio di conoscenza mio e di tutti i lettori. Grazie di cuore.

 

Veniamo ora all’argomento di questo mese. Tratterò il problema delle barriere architettoniche,riferendomi ad esperienze realmente vissute in prima persona.

Ogni mese toccheremo un argomento diverso: Questo mese parlerò delle barriere architettoniche,seguirà l’assistenza sanitaria, i rapporti con le istituzioni, l’inserimento del disabile nel mondo del lavoro nella scuola e nelle attività sociali, visiterò le varie circoscrizioni per rendermi conto dei vari servizi offerti al cittadino,parlerò dei trasporti,della viabilità ed tant’altro. I vostri suggerimenti sono per me importantissimi,vi sarei grato se collaborerete  con me .

Per quanto riguarda le barriere architettoniche posso dire che è una piaga che ci fa vergognare agli occhi del mondo. In Europa siamo il fanalino di coda. Certamente in questi ultimi tempi si è fatto molto,ma molto e molto c’è da fare. Pensate che l’ottanta per cento dei marciapiedi di Roma,sono inagibili per un disabile in carrozzina,per gli edifici pubblici, (teatri,musei negozi ristoranti,bar ecc..) almeno il 50%  non sono dotati di accessi idonei per disabili. Ciò che è più scandaloso,almeno il 60% delle chiese romane l’accesso è  impedito da ostacoli insormontabili. In alcuni casi (es: via della Conciliazione o via del Corso), si è fatto lo scivolo fino all’ingresso,ma poi non è possibile entrare in quanto ci si trova di fronte ad uno scalino di almeno 25-30 cm.

Nei trasporti, la situazione è ancora più tragica, in molte stazioni metropolitane  non è possibile accedere alle vetture in quanto sprovvisti di ascensori (vedi stazione termini, S.Giovanni ,Colosseo ecc..). Un giorno avevo la necessità di recarmi alla stazione Termini. Dalla stazione Cipro non ho avuto nessuna difficoltà  salire in vettura, arrivato a Termini,scendo dalla vettura e mi avvio verso l’uscita,ma ci sono le scale,pertanto chiedo qua e là come posso salire in superficie,mi rispondono che per me non è possibile in quanto non esistono ascensori. Chiedo allora come posso tornare indietro,ma anche qui non c’era la possibilità in quanto per poter prendere il treno in senso inverso,bisognava salire le scale e scendere nel lato opposto.Chiedo allora agli addetti alla sorveglianza di aiutarmi in qualche modo. Dopo parecchie ore di attesa si decide di fermare la scala mobile bloccando i centinaia di passeggeri in transito. Vennero quattro energumeni che con non pochi sforzi cominciarono a sollevarmi di peso e salire gli oltre trenta gradini. Non era facile,il peso della carrozzina con io sopra,supera abbondantemente i 200 Kg .A circa metà strada un addetto scivolò rischiando così di farci rotolare rovinosamente tuti.. Mi chiedo come mai la stazione termini è sprovvista delle più elementari strutture per disabili. Una stazione di importanza europea,cosa penseranno gli stranieri che vengono a visitare Roma? Pensare che nell’anno del Giubileo,si sono spesi una marea di miliardi,ma a nessuno è venuto in mente che esistono anche i disabili.

Ho qui sottomano un volantino  “A.R.T.E.”, Ateneo Romano della terza eta. In questo volantino si parla dei corsi dell’ateneo. Corsi di interesse straordinario,ne cito alcuni: Archeologia,storia,ballo,pittura,parapsicologia,lingue,informatica,religione,musica e tanti altri. Entusiasta,andai alla sede in via Giulio Cesare per iscrivermi,ma con mia amara sorpresa ho constatato che i corsi si svolgevano ai piani superiori e che l’istituto era sprovvisto di ascensori. Ma santo cielo, è possibile che l’accademia progettata per ospitare persone della terza età,non abbia pensato che tra le persone anziane,qualcuno ha problemi di mobilità. Ma chi controlla questi istituti,come è possibile dare le autorizzazioni senza prima fare i dovuti controlli. Se in quell’istituto dovesse scoppiare un incendio o altro,con la necessità di evacuare urgentemente,i poveri anziani non sono assolutamente in grado di correre giù per le scale.Invito i responsabili alla sicurezza di fare un sopraluogo e prendere gli opportuni provvedimenti.

Avrei tanti e tanti episodi da raccontare,ma il tempo è tiranno,ma voglio raccontare un’altra disavventura,molto significativa. Mi dovevo recare a Cinecittà con la metropolitana,salgo in vettura alla stazione di Cipro senza problemi e dopo circa mezzora arrivo alla stazione di Cinecittà,predo l’ascensore,un ascensore talmente piccolo che appena potevo entrare con la carrozzina,nemmeno l’accompagnatore poteva entrare. Con fatica riesco a far partire l’ascensore che però a a metà percorso si blocca. Premo continuamente il pulsante di allarme e dopo qualche minuto sento una voce che mi dice di pazientare perché l’addetto alla manutenzione era irreperibile. Aspetto,aspetto,intanto cominciavo a preoccuparmi,sentivo l’aria che cominciava a mancarmi. Erano passate le due ore, pregai allora l’assistente di chiamare i pompieri che vennero dopo circa mezzora e con metodi non troppo delicati ma necessari ed efficaci riuscirono a tirarmi fuori. Ma non era finita. Per uscire dovevo affrontare tre,dico tre gradini. Per poterlo fare vi era un montascale,non si trovava la chiave per farlo funzionare,non solo, la piattaforma era troppo piccola per la mia carrozzina,pertanto dovetti scendere dalla carrozzina e a peso mi portarono al di là dei tre gradini con grande dispendio di energie di tutti. Lo stesso per la carrozzina. Quando ormai tutto era risolto è arrivata la chiave del montascale. Parliamo un po’ dei montascale,che si trovano in molte stazioni metropolitane . Se li vedete, sembrano dei moduli lunari di una complessità da lasciarci sbigottiti,pieni di pulsanti,lucette,interruttori,leve e altro il loro costo è stato proibitivo,circa 600.000.000 delle vecchie lire,richiedono un addetto qualificato per farli funzionare e sono spesso e volentieri guasti. Non capisco perché non si abbia pensato a fare uno scivolo,costa poco,non richiede manutenzione e non richiede un addetto. Come esempio prenderei la stazione Battistini. Come scendo dalla vettura mi trovo un lungo scivolo che mi porta senza accorgermi sul piano stradale.

  Se voi vi trovate alla stazione ferroviaria S.Pietro per recarvi ad esempio alla stazione Ostiense,troverete dei treni con  vetture ultramoderne,dotate di ogni confort,compreso le pedane per disabili. Salirci però è un dramma in quanto le pedane mobili supertecnologiche,non funzionano.Per gentilezza del capotreno ed altri volontari mi hanno sollevato di peso per almeno mezzo per entrare in vettura. Non vi descrivo le scene all’arrivo a Ostiense, scene tragicomiche.

 

Il trasporto pubblico a Roma lascia molto a desiderare, riuscire a trovare un autobus con la pedana mobile funzionante,è come vincere un terno al lotto. Sono sempre e perennemente guasti, nessuno si preoccupa a ripararli. I nuovi autobus, già hanno la pedana mobile guasta. Una soluzione semplice.ci sarebbe. E’ inutile e dispendioso dotare tutti gli autobus con la pedana mobile,basterebbe un solo autobus con pedana funzionante per ogni linea che però passa ad orari stabiliti. Il disabile sa che a una determinata ora,passerà un autobus con la pedana funzionante e non è costretto a innutili ore di attesa, sotto il sole, la pioggia, il freddo. Un giorno mi dovevo recare dalla stazione Cipro per prendere l’autobus che mi avrebbe portato  su alla Camillucia,arriva il primo autobus, non potevo salire perché aveva la pedana rotta,pazienza aspetto il successivo,anche questo aveva la pedana rotta, aspetto il terzo,il quarto il quinto,tutti avevano la pedana mobile guasta. Stanco di aspettare sotto la pioggia al freddo ho deciso di piazzare la mia carrozzina davanti l’autobus,bloccando così il traffico. Nel frattempo ho chiamato i carabinieri che vennero da lì a poco. Ho spiegato la situazione,sporgendo denuncia alla azienda dei trasporti.Sono passati diversi mesi ma la situazione non è cambiata.

A piazza Walter Rossi c’è la fermata importante dell’autobus sul marciapiede che però io non potevo salirci per mancanza di scivolo. Dopo tante e inutili telefonate ai vari organi competenti, ho deciso di costruirmi da me lo scivolo. Con il mio fedele accompagnatore siamo andati a comprare il necessario costruendo lo scivolo,perfettamente funzionante. A distanza di oltre due anni è sempre lì a testimoniare che a volte basta veramente poco per risolvere gravi problemi. Intendo fare in altre zone di Roma la stessa operazione,ad esempio in via Candia dove sono costretto andare contromano in una strada pericolosissima e congestionata dal traffico .

Per questo mese,mi fermo qui,non perché ho esaurito l’argomento delle barriere architettoniche ma par motivi di spazio,mi riprometto però di continuare a trattare questo importante argomento nei mesi  successivi.

Grazie della cortese attenzione,un abbraccio ed un saluto a tutti. Non dimenticatevi di telefonarmi o scrivermi. ……………

 

                                                                                                                                                            Paoluzzi Duilio

 

                                                                                                         

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