TRENTINO Agosto 2005

 

Diario di viaggio

 

Antermoia, 20-28 agosto 2005

 

 1° Giorno: 766 km (LT-Valmontone-Chiusa-Antermoia)

E’ agosto e sono le tre e mezzo del mattino quando la sveglia comincia a farsi sentire…. La vacanza comincia!!!!

Ci prepariamo in fretta e tempo 20 min. siamo già in sella alla nostra amata Freccia, direzione Trentino Alto Adige. E’ presto fa fresco ed è ancora buio, la strada è proprio come ce l’aspettavamo, poco trafficata la vediamo scorre veloce sotto le nostre ruote. Vogliamo raggiungere la nostra meta in fretta, temiamo il traffico e il caldo asfissiante d’agosto, ma ci va bene perché la giornata è velata e il traffico arriva solo sull’ autostrada del Brennero assieme ad un temporale che non ci lascerà più per tutto il resto del giorno. Ci fermiamo sotto un ponte per indossare l’anti pioggia ma dopo appena 30 secondi dalla ripresa del viaggio la prima brutta sorpresa i guanti nuovi nuovi di Simona modello Spidi h2Out, indossati per la prima volta assorbono acqua da tutte le parti. Ci fermiamo al primo autogrill e con dei guanti da cucina indossati sui suoi guanti in pelle rimediamo dei veri guanti anti pioggia. (NDR. Al nostro rientro la SPIDI Italia e il rivenditore hanno pensato bene di non voler neanche visionare i guanti difettosi perché eravamo rei di aver perso lo scontrino, e secondo loro, visto il modello, potevano avere ben più di 5 minuti di vita anche se erano evidentemente nuovi (per forza  li ha usati solo 5 min.), si sono dimostrati dei professionisti veri che tengono al cliente e vogliono fidelizzarlo…. Si ma verso Dainese, credetemi la differenza è la stessa che c’è tra il giorno e la notte).

Continuiamo il viaggio e finalmente ci lasciamo l’autostrada alla spalle la meta si chiama Antermoia, un paesino che si trova in una valle splendida dove il silenzio e il verde ti avvolgono e ti sembra quasi di disturbare l’incanto che ti circonda con il nostro passaggio. Siamo in hotel dopo 766 Km e 10 ore di viaggio con solo tre soste. A pochi km. Dal nostro arrivo anche negli stivali di Simona  entra acqua, (al rientro ho scritto alla Dainese senza aver nulla a pretendere perché in questo caso si che la garanzia era scaduta da ben due anni, eppure sorprendendomi hanno voluto visionarli lo stesso e riconoscendo il difetto ce li ha super valutati. Pensate che potevo prenderne un modello nuovo a costo zero, ma abbiamo preferito prendere il top di gamma pagando una differenza ridicola…. Indovinate di che marca sono i nostri nuovi guanti anti pioggia? Lasciatemelo dire GRAZIE DAINESE!!!

2° giorno: 220 km (val Luson-valle Aurina-val Badia Riva-Antermoia)

Piove, ma non ci scoraggiamo, indossate le tute anti pioggia e fasciati gli stivali di Simona con delle buste di plastica ci lanciamo verso un giro prettamente panoramico, è incredibile il colore verde intenso che ci accompagna, reso ancor più suggestivo dalle nuvole nelle quali entriamo e usciamo in continuazione, ogni tanto ci fermiamo a guardarle mentre sembrano appoggiarsi sui prati e boschi.

Passiamo così in val Luson, per poi percorrere tutta la valle Aurina che è bellissima, verde intensa è attraversata da un fiume dove si pratica il rafting, le poche case che incontri hanno tutte dei terrazzi con dei fiori coloratissimi. Quando finisce raggiungiamo il punto più a nord dell’ Italia.

Giriamo la moto e passiamo in val Badia, Riva, e infine torniamo ad Antermoia dopo aver percorso 220 Km.. Per oggi può bastare, nulla di impegnativo ma da non perdere.

3° giorno: Trekking (giro monte Putia 5h-43min-partenza p.sso delle erbe-goma-rif. Genova-forcella-p.sso erbe-Antermoia)

Oggi decidiamo che è meglio lasciare freccia parcheggiata in garage, e dopo una nutriente colazione, indossiamo i nostri zaini per raggiungere il passo delle erbe in autobus. Qui c’è il monte Putia, ci incamminiamo attraverso un sentiero che gli gira intorno, in realtà si può anche arrivare fino in cima, ma la giornata non è bellissima e le nuvole nere che incappucciano la cima ci consigliano di non provarci. La passeggiata si snoda attraverso un falsopiano che ad ogni angolo ti regala immagini bellissime, prima dei prati verdi intensi con le mucche al pascolo, poi entri nel bosco dove ci sono alberi dalle forme bizzarre e con i tronchi ricoperti di muschio soffice soffice, e poi ancora passi sotto le rocce maestose che rappresentano la base del Putia per poi uscire ancora su prati verdissimi con qualche baita in legno dallo stile tipicamente trentino. Ogni tanto prova a piovere ma mai con convinzione e i nostri ponci sono più che sufficienti per proteggerci. Camminare qui ti mette allegria e trasmette una pace interiore difficile da descrivere, possiamo solo dire che si passeggia con il sorriso.

Tra le nuvole mosse dal vento di tanto in tanto possiamo vedere la cima del Putia e non perdiamo l’occasione per una foto, poi comincia a piovere più forte proprio mentre la salita si fa più impegnativa, ma per fortuna dura poco e ci infiliamo in una gola che pian piano ci porta al punto di partenza, dove c’è un rifugio “da Emma ed Emilio” dove ci meritiamo un pranzetto a base di polenta formaggio speck e…. Camomilla la chiama Emilio, è un po’ corretta ma davvero buona, ti scalda!!!.

Troppo facile prendere l’autobus e tornare giù, ci hanno parlato di un sentiero che entra nel bosco e passando su una pista per slittini ti porta giù fino all’Antermoia, ed è li che passiamo e finalmente durante il tragitto trovo il mio primo fungo porcino. Poi arriviamo in albergo stanchi soddisfatti e con un ginocchio un po’ gonfio.

4° giorno: 210 km (Riva-Onies-Brunico-Dobbiaco-Lago Misurina-p.sso 3 croci-Cortina-p.sso Falsarego-P.sso Valparola-La Villa-Corvara-P.sso Gardena-val Gardena-Chiusa-val di Funes-p.sso Erbe-Antermoia)

Il tempo sta cambiando e da piovoso è diventato variabile, così riprendiamo la nostra freccia e ci dirigiamo verso Riva, e Onies. La strada e stretta e panoramica, un po’ di umidità sull’asfalto consiglia prudenza, ma ad un tratto migliora, la strada si allarga e si snoda in curve dove è bello cercare la piega ed è facile trovare il ritmo che ti fa viaggiare con il sorriso ben stampato in faccia. Si scende a valle ed entriamo a Brunico, qui cerchiamo un negozio dove acquistare delle protezioni antipioggia che funzionano veramente e poi via di nuovo in sella, sulla statale per Dobbiaco. Giriamo ed entrando nel bosco ci troviamo su una strada finalmente asciutta, poco trafficata, larga e con curvoni veloci e regolari, ce li godiamo tutti e arriviamo al Lago Misurina giusto in tempo per il pranzo, un mega panino in riva al lago godendoci le montagne che ci si specchiano dentro.

Le nuvole si fanno minacciose così decidiamo di ripartire per sfruttare più asfalto asciutto possibile e intraprendiamo il p.sso delle tre croci fin quando è aperto, poi se vuoi puoi continuare pagando un salatissimo pedaggio che forse ha un senso se ti fermi per un pic nic. Giriamo la moto e per fortuna senza pioggia continuiamo ad alternarci alla guida per piegare assieme ad altri centauri con targhe di tutta europa passando per Cortina, e i mitici p.sso Falsarego, e P.sso Valparola, La Villa, Corsara, P.sso Gardena, val Gardena, Chiusa, val di Funes, p.sso Erbe, ed infine rientro ad Antermoia. Alla fine abbiamo percorso Km.210 e praticamente tutti sulle spalle delle nostre gomme!!!.

5° giorno: 390 km (p.sso Erbe-val Luson-Bressanone-A22-BZ sud-Appiano-Fondo-Madonna di Campiglio-Tione-Vezzano-Molveno.mezzo lombardo-A22-chiusa-P.sso Erbe-Antermoia)

Oggi la giornata è decisamente migliore, il sole c’è e si fa spazio tra le grosse nuvole bianche, andiamo in garage da freccia e prima di partire ingrassiamo la catena, oggi si fa sul serio sono in programma km.390 da percorrere e quindi senza perdere troppo tempo ci lanciamo tra i tornanti di  p.sso Erbe, val Luson fino ad arrivare a Bressanone dove imbocchiamo l’A22 fino a Bolzano sud. Lasciata l’autostrada seguiamo per Appiano e Fondo, la strada è incredibile, dove guardi guardi ci sono piante di mele cariche dei loro frutti che sembrano proprio aspettare te per essere colte, proseguiamo e la strada si fa sempre più interessante, le nostre curve si susseguono in un sottobosco rinfrescante e su una lingua d’asfalto che sfiora la perfezione ci stiamo proprio divertendo. Ecco Madonna di Campiglio, meglio rallentare, qui gli autovelox escono fuori come funghi e non ci va di farci derubare, in pochi chilometri ne ho contati 4!!!. E’ ora di pranzo e ci fermiamo proprio qui, non abbiamo molte pretese, un panino e una fetta di torta, una breve occhiata al centro di una cittadina fredda e snob e poi via si riparte scorrendo su di una strada estremamente panoramica fino a Tione. Qui gasati da una serie di tornanti, sbagliamo strada e invece di andare a Molveno ci ritroviamo a –Vezzano, un occhiata alla cartina e vediamo che per evitare di tornare indietro c’è una strada che taglia, non è segnata come panoramica e neanche come una strada principale ma c’è…. Almeno e quello che credavamo. Si sale sempre di più su una stradina stretta stretta dove a destra hai una parete di roccia e a sinistra un dirupo con vista sul lago di Toblino, credetemi è un incanto quello che si vede, proseguiamo e la strada diventa bianca, poi si arriva davanti un bosco e c’è un divieto che dice accesso consentito solo agli autorizzati. Chiediamo se effettivamente si arriva a Molveno perché tornare significa almeno un ora di viaggio e visto che la risposta è stata positiva decidiamo di proseguire confidando nella fortuna…. Freccia non è una fuori strada ma lo è diventata, non era una strada ma un sentiero di montagna che attraversava il bosco in leggera discesa, e dopo una quarantina di minuti dove la tensione era alta ma la soddisfazione di trovarci immersi nel sottobosco era impagabile, ecco riapparire il nostro amato asfalto e finalmente troviamo Molveno. È tardi, così tiriamo dritti per mezzo lombardo, poi entriamo sull’A22 fino a Chiusa per poi risalire il P.sso Erbe ed arrivare giusti giusti per la cena ad Antermoia, stanchi e soddisfatti.

6° giorno: 173 km (p.sso campolongo- Pordoi- sella- alpe di siusi- e ritorno)

Il tempo è sempre variabile, e come al solito no ci preoccupa. Dopo la solita abbondante colazione siamo di nuovo in sella a freccia. Parte del giro dei quattro passi lo abbiamo già fatto, oggi lo vogliamo completare e ci mettiamo subito sui tornanti di p.sso campolongo. Le curve si susseguono e Simona imposta le traiettorie sapientemente assicurandoci il divertimento. Una piccola sosta per darci il cambio ed’eccoci affrontare p.sso Pordoi, c’è traffico ma bene o male riusciamo a sorpassare chiunque raggiungiamo, il mio ritmo è abbastanza sostenuto, mi tengo sul quel filo di lana che se provo a fare un po’ di più so perfettamente che arriverebbero le proteste di Simona. Che spettacolo, tutte le curve le divoriamo in rapida successione con eccellenti angoli di piega, sfruttiamo tutta la spalla delle nostre gomme e continuiamo a salire movendoci in modo sincrono da un lato all’altro della nostra sella. Peccato solo per l’enorme presenza di camion e pulman… ma non si può avere tutto!. Ancora un cambio alla guida e questa volta affrontiamo tutto di un fiato le curve di p.sso Sella e la valle incantata delle Alpe di Siusi, peccato solo che la parte più bella di questa zona è privata e chiusa al traffico. È ora di fare una sosta per un tè e di fronte ad una fetta di torta ridiamo e scherziamo sulle pieghe fin ora effettuate, a dire il vero ci è dispiaciuto dover comunicare con Italiani in inglese perché non conoscono la nostra lingua. comunque decidiamo di tornare indietro per la stessa strada, e arriviamo in albergo per la cena dopo aver piegato per Km.173

7° giorno: 267 km (Bressanone- Vipiteno- p.sso pennes- p.sso giovo- moso in passiria- e ritorno)

La vacanza è quasi finita, ci resta un ultimo giorno e osservando la cartina ci facciamo attrarre da una serie di curve disegnate più a nord di dove eravamo, così passando prima per Bressanone imbocchiamo l’autostrada e arriviamo fino a  Vipiteno. Il cielo è grigio e seguendo le indicazioni  ci troviamo fuori dalla confusione salendo in una valle silenziosa e affascinante che sale fino a p.sso pennes. Il tempo non promette nulla di buono così proseguiamo tra le curve di un altro suggestivo tratto, quello di  p.sso giovo. Arriviamo in cima avvolti dalla nebbia e decidiamo di fermarci a prendere il solito tè e la solita fetta di torta, poi proseguiamo verso la sorpresa più bella della vacanza. Intanto il tempo di fare due tornanti e la nebbia lascia il posto al sole e poi comincia una discesa infinita. Una serie di curve e tornanti ci portano sempre più giù e sembrano non voler finire mai, seconda terza secoda e ancora giù a cercare l’appoggio in curva. Dopo tanto si arriva in una frazione che si chiama Moso in Passiria, non sappiamo dirvi come è perché proprio al suo ingresso c’è una rotonda che imbocchiamo subito e ci rituffiamo su quelle curve più gasati che mai. Il ritmo è bello sostenuto e freccia da il meglio di se! Dopo una curva con la coda dell’occhio vedo che proprio sul prossimo tornante c’è un rifugio dal quale si affacciano altri centauri che ci hanno sentito arrivare, li saluto con un flash e per lasciargli un bel ricordo di noi lo affrontiamo decisi in seconda sfiorando con le pedane l’asfalto…. Un po’ di scena ogni tanto ci vuole!!! Per un attimo li vedo sorride dallo specchietto retrovisore, ma è già ora di rituffarci nella curva successiva.

Proseguiamo fino a Vipiteno, abbiamo visto tante di quelle curve che quasi ci siamo stufati di farle, così ci fermiamo a visitare una cittadina colorata e accogliente. Si è fatta ora di tornare così riprendiamo l’autostrada e arriviamo in albergo dopo aver percorso 267 km.

8° giorno: 766 km (rientro a casa).

Purtroppo siamo alla fine, anche questa mattina la sveglia suona presto e alle sette siamo già in sella con le tute antipioggia indossate, per il momento non piove ma il nero che ci sovrasta non promette nulla di buono, infatti a fondo valle ecco l’acqua, e noi percorriamo i Km.766 a ritroso che ci portano a casa malinconici ma consapevoli di esserci goduti la nostra fantastica vacanza.

 

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