TRENTINO agosto 2001

 

Diario di viaggio

 

Questa vacanza comincia il tre agosto, e per soffrire meno il caldo decidiamo di partire alle 7.00 del mattino.

L'idea si dimostra buona, infatti fino alle 11.00 tutto fila liscio;

Partendo da Latina eravamo già passati per Roma, presa l' A1 fino a Orte e li imboccata E45 seguendo per Perugia e poi Cesena…. Qui il caldo scoppia all'improvviso e si fa sentire sia nel casco che nelle tute, comunque proseguiamo fino a Ferrara dove ci fermiamo per il pranzo.

Da quel momento le soste agli autogrill sono sempre più frequenti alla ricerca di un po' d'ombra e soprattutto per bere, bere, bere e ancora bere!!!!!…. La sera scopriremo che proprio quel giorno era cominciata un ondata di caldo torrido, e modestamente ce lo siamo preso proprio tutto!.

Comunque riprendiamo l'autostrada fino ad arrivare a Chiampo nella provincia di Vicenza, dove ci fermiamo per la notte a casa di parenti. Sono le 16.00  abbiamo percorso Km.665 e finalmente una bella doccia rinfrescante.

L'indomani, dopo quattro chiacchiere e una bella colazione riprendiamo la nostra instancabile Shadow e via sulla A4 fino a Verona per poi passare sulla A22 direzione Trento.

Qui la media di viaggio cala drasticamente a causa di un incolonnamento di auto che ci accompagna fino ad Ora, dove abbandoniamo l'autostrada e il caldo per entrare nella S48 destinazione Moena.

Non abbiamo prenotato e cerchiamo subito un albergo; Al primo tentativo appena fuori il paese lo troviamo, è un due stelle, davvero ben curato, con il personale cordiale e simpatico, un cuoco all'altezza della situazione, e ha anche il garage. Km percorsi 240 in 4 ore.

Il terzo giorno è domenica, l'idea è per un giro non troppo impegnativo e lontano dal traffico, così partiamo in direzione P.sso S. Pellegrino.

Lo attraversiamo ed è un piacere percorrere tutti quei tornanti talmente vicini da impedirti di inserire la seconda marcia, e sorpresa sorpresa, quasi non sembra di essere in sella ad una custom, con l'agilità e gli angoli di piega che ci permette!!!.

Raggianti come il sole e con una certa calma proseguiamo verso P.sso Duran;

Vogliamo gustarci lo spettacolo, la strada si fa sempre più stretta e il verde che ci circonda è fantastico; arriviamo in cima alla Marmolada ovvero P.sso Fedaia (m.2054), il freschetto si fa sentire ed è proprio strano vedere tutta quella neve ad agosto, pranziamo e poi completiamo il cerchio attorno al monte Civetta tornando all'albergo. Sono solo Km.160 ma per oggi possono bastare.

Il quarto giorno lo dedichiamo al trekking, vogliamo andare a trovare degli amici al rifugio La Rezila (m.1760), ma visto il tempo incerto decidiamo di passare in paese per comprare dei poncii.

Già che ci siamo entriamo nell' ufficio turistico per chiedere delucidazioni sul percorso da seguire, e naturalmente ci fanno sbagliare strada! (praticamente raddoppiata). Per un po' piove ma ci siamo salvati grazie all'acquisto fatto poco prima, comunque è ora di pranzo e siamo arrivati al rifugio, salutiamo e ci buttiamo su un pranzetto a base di polenta, formaggio fuso, funghi, spezzatino, salciccia, pancetta, coniglio, vino e grappino!….. sapete, è per questo che adoriamo il trekking!?!. E' ora di ripartire e dopo aver salutato proseguiamo la nostra passeggiata nel bosco dove incontriamo prima uno di quei funghetti rossi con i puntini bianchi che si vedono nei cartoni animati, poi una mucca proprio sul sentiero, e infine un topolino di montagna!. Dopo 4 ore e mezzo arriviamo in albergo stanchi, sazi, e con in mente degli scenari semplicemente meravigliosi.

Il quinto giorno ci sentiamo in piena forma e decidiamo che è arrivato il momento di affrontare i mitici quattro passi.

Il primo che incontriamo è p.sso Sella (m.2244) e subito dopo tocca a P.sso Gardena (m.2121). Curve incredibili filano via una dopo l'altra affrontate con un ritmo piacevole e regolare, l'altitudine si fa sentire nel motore  rendendolo un po' spompato, ma troviamo anche il tempo per fare del sano agonismo assieme ad un tedesco con una moto custom molto più potente della nostra. Cediamo alla brutale legge della potenza, ma credeteci, il sorpasso lo ha sudato!!!.

Non puoi non fermarti a gustare gli scenari, e naturalmente non si rinuncia alle classiche ma insostituibili foto ricordo.

La giornata è splendida e incontriamo molte moto, bello scambiarsi un flash in segno di saluto, un gesto che ti da la piacevole sensazione di poter condividere con altre persone la tua gioia!.

Segue P.so Campolongo (m.1850) e poi il mitico P.so Pordoi (m.2236). Qui parcheggiamo la moto e prendiamo la funivia per arrivare proprio in cima (m.2950), decisamente eccessivo il prezzo del biglietto £.19.000 ovvero 9.81 euro a persona!, praticamente un furto.

Appena arriviamo sopra è più forte di me, corro a giocare con il mio pezzo di neve, poi passato il momento, alziamo lo sguardo e ancora oggi non trovo le parole per descriver l'incanto che abbiamo tutt'intorno.

Scendiamo e ci concediamo giusto il tempo di mangiare una mela per poi ritrovarci ancora in viaggio; Non siamo ancora soddisfatti, così dopo uno sguardo alla cartina decidiamo di proseguire verso Canazei, Predazzo, Ora e giù fino a Bolzano. Quando arrivate qui non credete a quel cartello stradale con su scritto "tutte le direzioni" perché si sono dimenticati di scriverci su "tranne la Val D'Ega", che guarda caso è proprio dove volevamo andare!!!!.

Comunque ritrovata la via entriamo nella valle e il primo tratto è suggestivo, la strada è interamente scavata nella roccia,  poi si arriva al lago di Carezza che praticamente è lo specchio delle montagne che lo circondano. Fatta qualche foto proseguiamo verso Vigo, Pozza e infine Moena. Sono trascorse otto ore e abbiamo percorso Km.220.

Il sesto giorno ci sentiamo stanchi e vogliamo rilassarci, così optiamo per una piccola passeggiata defaticante verso un rifugio che ci è stato consigliato da amici conosciuti in albergo.

Teoricamente in 20 minuti dovremmo essere li per dedicarci ad un pranzetto che a loro dire sarà fantastico, ma a pochi metri dalla meta c'è un bivio con su scritto C. Ciamp!… ci guardiamo in faccia e subito torna in mente un altro racconto fattoci dalle stesse persone che descrivevano l'arrivo in vetta con un prato di stelle alpine. Non c'è bisogno di dire nulla e cominciamo la salita nel bosco, la pendenza è costante e si fa sentire nelle gambe, comunque proseguiamo con un passo lento ma deciso. Finisce il bosco e ci rendiamo conto che siamo vicini alla meta, incontriamo un bel prato dove tra le tante margherite gialle sbocciano le negritelle, fiorellini che emanano un intenso odore di cioccolato. Proseguiamo e poco dopo siamo in cima (m.2319), finalmente possiamo ammirare sia il panorama sulla vallata di Moena sia le stelle alpine. Fortunatamente non siamo soli, ci sono anche due ragazzi a cui chiediamo di scattarci la foto ricordo.

Il cielo comincia a farsi scuro e decidiamo di scendere, strada facendo incontriamo un simpatico gruppo superato durante la salita che per fortuna ci offre un po' di cioccolata, un vero miraggio visto che eravamo sicuri di trovare su un rifugio e invece nisba!!!.

Ringraziamo e riprendiamo verso il bivio dove tutto era cominciato, raggiungiamo giusto per una cioccolata calda il rifugio che doveva essere la nostra prima meta, e poi, dopo quattro ore torniamo in albergo, esausti ma felici.

Il settimo giorno siamo di nuovo in sella, e questa volta ci dirigiamo verso P.so Rolle, per poi arrivare alle Pale Di San Martino.

Le affrontiamo e ci accorgiamo di aver commesso un grave errore, siamo arrivati dal lato sbagliato e infatti quelle curve meravigliose le stiamo percorrendo in discesa….. non possiamo proprio accettarlo, così arriviamo giù giriamo la moto e torniamo su per poi ridiscendere ancora….. ora si che siamo soddisfatti, ma manca ancora la ciliegina sulla torta, infatti per completare il giro passiamo ancora una volta per i tornanti di P.sso S. Pellegrino (confessiamo, ci sono proprio piaciuti!). Dopo Km.140 eccoci rientrare in albergo.

L'ottavo giorno dovremmo andare via dall'albergo, ma proviamo a chiedere se si era liberata una stanza all'ultimo momento, ci dicono di no ma ci propongono in alternativa un appartamento sempre li vicino, accettiamo e non ce ne siamo pentiti, anzi!.

La mattina è dedicata al trasferimento, e il pomeriggio si fa un giro che va verso Predazzo, poi si cambia verso Bellamonte e ci si infila in una stradina che certamente non è tra le più impegnative da noi percorse, ma ha il suo fascino. Immersa nel vede dei boschi e fiancheggiata da un fiume limpidissimo dove tra la corrente riusciamo anche a vedere una trota.

Si arriva a P.sso Valles, e qui ci fermiamo per una sosta. Lo strudel è ottimo, e puoi incontrare il cane del proprietario, un assonnato quanto ingombrante san bernardo.

Poi tanto per non smentirci chiudiamo ancora una volta il giro passando per P.sso S. Pellegrino, percorsi Km.70.

Il nono giorno indossiamo di nuovo gli scarponi da trekking, e invogliati dal racconto dei soliti amici dell'albergo saliamo su un Pullman direzione Vigo di Fassa.

Qui prendiamo una funivia che porta sul Ciampedie (m.1997) e ci incamminiamo su un sentiero che scende fino al rifugio Gardeccia (m.1948). Continuiamo attraverso una sentiero che esce dal bosco e ti offre scenari bellissimi, proseguiamo verso le Torri del Vaiolet e il suo omonimo rifugio (m.2243), ci fermiamo giusto il tempo di bere e poi via verso il rifugio Re Alberto (m.2621).

Per arrivarci bisogna passare in un ghiaione con tre tratti di ferrata, che a quanto pare, a parte noi non spaventano nessuno visto che sembra di essere in un formicaio. Timorosi proseguiamo con il nostro passo da principianti e ogni tanto ci fermiamo a rifiatare e a guardare tutti quegli alpinisti che si arrampicavano sulle pareti ai nostri lati, certamente suggestivo vederli, ma proprio non riuscivamo ad invidiarli.

Finalmente arriviamo nel rifugio e subito corriamo a sederci a tavola, canederli e fettuccine al sugo di lepre ti fanno tornare il sorriso e la voglia di proseguire fino al rifugio di P.sso Santner, e questo attraverso un paesaggio lunare, tutti ciottoli e montagne bianche. Arriviamo, siamo a m.2741 e lo scenario e di quelli che non si dimenticano, ti fanno sentire piccolo piccolo e il ricordo di quel momento ti accompagnerà sempre. Ci godiamo la cima conquistata come se fossimo i primi ad esserci arrivati, ci mancava solo la bandiera da piantare, poi il tempo delle foto ed è già ora di ritornare. Non abbiamo fretta e si nota, il nostro incedere è decisamente sgraziato, ma riusciamo ad evitare scivoloni. La passeggiata è durata quattro ore e cinquanta.

Il decimo giorno vogliamo vedere Cortina, e per farlo passiamo prima Per P.sso Pordoi e poi P.sso Falsarego, come al solito lo spettacolo è bellissimo e le strade sembrano concepite apposta per le moto, ma la stanchezza del giorno prima si fa sentire, così raggiunta la nostra meta facciamo un piccolo giro nella piazzetta e pranziamo con un tramezzino ed un gelato pagati come se fossero caviale e champagne, poi torniamo indietro per la stessa strada. Km. percorsi 150.

L'undicesimo giorno purtroppo finisce la vacanza, così dopo colazione salutiamo e una volta tolte le imbottiture alle nostre tute ci dirigiamo verso Ora, qui prendiamo A22 passando per Trento, Verona e Modena, poi passiamo sulla A1 verso Bologna, Firenze e Roma. Qui prendiamo prima A24 e poi A25 fino ad Avezzano, e raggiungiamo i miei genitori a Canistro, dove passeremo con loro un'altra settimana a riposarci dalle fatiche precedenti. Km. percorsi 750 in 9 ore.

 

 

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