Analisi di strutture mediante elaboratore: impostazione e redazione delle relazioni di calcolo (CNR 10024/86)

Commissione del CNR per lo studio delle norme sulle costruzioni in acciaio - Commissione del CNR per lo studio delle norme sulle opere in c.a./c.a.p., leganti idraulici e laterizi

INDICE

1. OGGETTO E SCOPO

2. INTESTAZIONE DELLA RELAZIONE DI CALCOLO

3. INDIVIDUAZIONE DEL MODELLO DI CALCOLO

3.1. Descrizione generale dell’opera.

3.2. Normativa di riferimento

3.3. Criteri di analisi della sicurezza

3.4. Schematizzazione della struttura e dei vincoli

3.5. Modellazione della struttura e dei vincoli

3.6. Schematizzazione delle azioni

3.7. Modellazione delle azioni Modellazione dei materiali

3.8. Modellazione dei materiali

3.9. Tipo di analisi

4. INDIVIDUAZIONE DEI CODICI DI CAL­COLO

4.1. Origine e caratteristiche dei codici di calcolo adottati

4.2. Grado di affidabilità dei codici.

4.3. Scelta dei codici

4.4. Programmi di servizio

5. MODALITÀ DI PRESENTAZIONE.

5.1. Stampa dei dati di ingresso

5.2. Stampa dei risultati

5.3. Notizie sull’elaborazione

6. ESAME DEI RISULTATI E CONTROLLI

6.1. Valutazione dell’elaborazione dal punto di vista del corretto comportamento del modello

6.2. Valutazione dell’elaborazione dal punto di vista numerico

7. GIUDIZIO MOTIVATO DI ACCETTABILITÀ DEI RISULTATI

(*) Testo approvato dalle Commissioni nelle sedute dell’11 giugno e 6 ottobre 1986.

PREMESSA

Le presenti Istruzioni sono state predisposte dalle Commissioni del Consiglio Nazionale delle Ricerche per lo studio delle Norme sulle costruzioni in acciaio e per lo studio delle Norme sulle opere in cemento armato e cemento armato precompresso.

TESTO

1. OGGETTO E SCOPO

Le Istruzioni precisano le modalità da seguire per l’impostazione, l’elaborazione e la redazione delle relazioni di calcolo delle strutture d’Ingegneria civile e industriale quando le relazioni stesse utilizzino, in tutto o in parte, il calcolo automatico.

Scopo delle Istruzioni è di conseguire:

- una unificazione formale nella presentazione delle relazioni;

- una sufficiente leggibilità;

- la ripetibilità dell’elaborazione da parte di terzi;

- la disponibilità di una adeguata documentazione dei codici di calcolo adottati;

favorendo così un buon grado di affidabilità dei calcoli condotti su elaboratore.

Il progettista resta comunque responsabile dell’intera relazione di calcolo.

2. INTESTAZIONE DELLA RELAZIONE DI CALCOLO

Saranno indicati:

- il titolo del progetto;

- il committente;

- il nominativo dei progettisti;

- la data della prima stesura e degli eventuali successivi aggiornamenti con indicazione delle modifiche introdotte.

La relazione conterrà inoltre un indice analitico.

3. INDIVIDUAZIONE DEL MODELLO DI CALCOLO

3.1 Descrizione generale dell’opera

L’opera viene individuata mediante la definizione dei seguenti elementi: localizzazione, destinazione e tipologia, dimensioni salienti; caratteristiche essenziali del sito; principali caratteristiche geotecniche del terreno fondazionale; tipo dei materiali strutturali; tipo delle azioni prevedibili sulla struttura.

3.2. Normative di riferimento

Vanno specificati gli estremi delle norme seguite per le indagini geometriche, le ipotesi di carico, i criteri di progettazione e di esecuzione, le verifiche di sicurezza.

3.3. Criteri di analisi della sicurezza

Saranno indicate, con riferimento alla normativa adottata, le modalità seguite per valutare la sicurezza della struttura nei confronti delle possibili situazioni di crisi o di perdita di funzionalità.

3.4. Schematizzazione della struttura e dei vincoli

Lo schema della struttura viene individuato escludendo - sulla base di considerazioni riguardanti rigidezza, resistenza e duttilità -gli elementi ritenuti non collaboranti, ed indicando i vincoli e le sconnessioni.

Particolare attenzione andrà rivolta all’interazione terreno-struttura.

3.5. Modellazione della struttura e dei vincoli

Il modello matematico della struttura viene definito individuando i tipi strutturali dell’organismo resistente nel suo insieme, delle parti che lo compongono, nonché dei vincoli, illustrando, se del caso, le ipotesi esemplificative adottate.

Vanno inoltre indicate le sezioni e i punti di verifica.

3.6. Schematizzazione delle azioni

Saranno indicati, con riferimento alle normative vigenti, i tipi delle azioni prese in conto, ivi compresi gli stati coattivi, nonché le considerazioni e combinazioni di carico considerate.

3.7. Modellazione delle azioni

Nell’analisi dei carichi si indicheranno le entità e le distribuzioni delle azioni sugli elementi del modello strutturale, precisando, qualora i carichi non siano direttamente applicati alla membratura considerata, i meccanismi del loro trasferimento alla membratura stessa.

Nel caso di analisi dinamica analoghe considerazioni valgono per le masse.

Andranno altresì indicate le distorsioni applicate (variazioni termiche, cedimenti anelastici, ecc.).

3.8. Modellazione dei materiali

Sarà indicato il legame costitutivo adottato per i diversi materiali previsti nella struttura ed eventualmente per il terreno.

3.9. Tipo di analisi

Con riferimento ai diversi aspetti delle verifiche indicate al punto 3.3., devono essere evidenziati i tipi di analisi adottati. In particolare si preciserà se l’analisi condotta è statica o dinamica, lineare o non lineare, e se trattasi di un passo nell’ambito di più analisi concatenate.

Andrà inoltre individuato, per ogni tipo di analisi, il metodo numerico adottato per la risoluzione del problema strutturale così caratterizzato, in relazione anche ai tipi strutturali di appartenenza; infine, ove presenti, andranno indicate le metodologie seguite per la verifica o per il progetto-verifica delle sezioni.

4. INDIVIDUAZIONE DEI CODICI DI CALCOLO

4.1. Origine e caratteristiche dei codici di calcolo adottati

La relazione di calcolo conterrà, per ogni programma utilizzato, i dati seguenti:

- titolo, autore, organizzazione distributrice, sigla e data della versione;

- eventuali modifiche apportate dall’utente;

- tipo di assistenza da parte del fornitore;

- tipo di documentazione effettivamente usata (manuale teorico, manuale d’uso, bibliografia dei fondamenti teorici, ecc.);

- breve descrizione e campo di applicazione;

- informazioni sintetiche sui fondamenti teorici, sui metodi di calcolo numerico usati, sulle normative di riferimento e sui limiti di applicabilità.

4.2. Grado di affidabilità dei codici

Nella relazione di calcolo verrà formulata una valutazione del grado di affidabilità di ciascun programma usato sulla base dei seguenti requisiti:

- esistenza di una documentazione esauriente sulle premesse teoriche, sulla impostazione generale e sui limiti di applicabilità del codice;

- esistenza di controlli e riscontri con soluzioni note o con risultati ottenuti con procedimenti indipendenti;

- presenza nel codice di un’autodiagnostica atta a segnalare eventuali incompatibilità nei dati e difficoltà numeriche in fase di elaborazione;

- capacità del codice di fornire sintetiche rappresentazioni dei risultati salienti, anche intermedi, per consentire un rapido controllo dei dati di uscita.

Gli elementi necessari perché il progettista effettui la valutazione di cui sopra saranno forniti dal distributore del programma.

4.3. Scelta dei codici

Il codice di calcolo adottato deve utilizzare un modello matematico compatibile con le scelte di modellazione indicate nei punti 3.5., 3.7., 3.8., 3.9.

4.4. Programmi di servizio

Si possono omettere le indicazioni elencate ai paragrafi 4.1., 4.2. e 4.3. per programmi ausiliari o di servizio, per i quali vanno comunque condotti i controlli previsti al cap. 6.

5. MODALITÀ DI PRESENTAZIONE

5.1. Stampa dei dati di ingresso

Per una completa presentazione dell’analisi svolta si richiede una lista di tutti i dati di ingresso comunque forniti o generati, tali da definire univocamente le caratteristiche geometriche, meccaniche e di carico dello schema e del modello, sufficientemente dettagliata da permettere a terzi una rielaborazione indipendente del problema.

Tale lista deve essere prodotta dal calcolatore preferibilmente durante la fase stessa di elaborazione e dovrà essere integrata dalle indicazioni relative a: simbologia, unità di misura; convenzioni sui riferimenti locali e globale, sul segno delle caratteristiche di sollecitazione e delle componenti di spostamento. Se del caso, andrà indicato, il criterio di resistenza adottato.

Per una migliore leggibilità dei dati è inoltre opportuno allegare rappresentazioni grafiche del modello adottato, possibilmente fornite per via automatica dall’elaboratore.

Nel caso di più analisi concatenate andrà chiaramente evidenziata la provenienza dei dati utilizzati in ogni fase.

5.2. Stampa dei risultati

Si richiede la presentazione di quanto è essenziale a descrivere lo stato di sollecitazione, di tensione e di deformazione della struttura in esame, quali risultano dall’analisi svolta.

Per una analisi statica, o dinamica con integrazione diretta, sanano fornite, per le condizioni di carico significative, informazioni riguardanti:

- componenti di spostamento in un numero di punti sufficiente a valutare le configurazioni deformate;

- componenti di sforzo e di tensione, ed eventualmente il loro inviluppo, in un numero di punti sufficiente a per­mettere una verifica di sicurezza della struttura;

- componenti di reazione.

Per analisi dinamiche che usano un metodo di sovrapposizione modale saranno inoltre riportati:

- periodi propri;

- tipo di sovrapposizione modale utilizzato;

- entità delle masse modali o coefficienti di partecipazione.

Nel caso di verifica automatica delle sezioni occorre indicare, per ciascuna sezione: le caratteristiche geometriche, le caratteristiche di sollecitazione, e le tensioni.

5.3. Notizie sull’elaborazione

Si riporteranno le indicazioni atte a individuare l’elaboratore utilizzato e l’elaborato prodotto.

6. ESAMI DEI RISULTATI E CONTROLLI

6.1. Valutazione dell’elaborazione dal punto di vista del corretto comportamento del modello

E’ necessario il controllo da parte del progettista del corretto comportamento del modello adottato.

Tale controllo può effettuarsi attraverso riscontri di elementi significativi, quali:

- la compatibilità dei dati geometrici;

- l’assenza di labilità;

- l’entità dei valori delle risultanti dei carichi per le varie condizioni;

- l’equilibrio dell’intera struttura o di due parti significative per le singole condizioni di carico;

- la simmetria o antisimmetria dei risultati nel caso di strutture simmetriche, caricate simmetricamente o antisimmetricamente;

- il rispetto delle condizioni di vincolo imposte;

- l’entità degli squilibri o incongruenze nodali per le singole condizioni di carico.

Valutazione dell’elaborazione dal punto di vista numerico

Compito del progettista è verificare che la soluzione ottenuta non sia viziata da errori di tipo numerico legati all’algoritmo risolutivo e alle caratteristiche dell’elaboratore.

7. GIUDIZIO MOTIVATO Dl ACCETTABILITÀ DEI RISULTATI

Il progettista deve effettuare una valutazione complessiva dell’attendibilità dei risultati dell’analisi strutturale automatica:

- confrontarli, per quanto possibile, come ordine di grandezza, con quelli di semplici calcoli, anche di larga massima, eseguiti con metodi tradizionali e, ad esempio, adottati per il primo proporzionamento della struttura;

- verificando, sulla base di considerazioni riguardanti gli stati tensionali e deformativi determinati, la validità delle scelte operate in sede di schematizzazione e di modellazione della struttura e delle azioni.

La relazione deve elencare e illustrate sinteticamente i controlli effettuati.

COMMENTI

Il testo attuale, approvato congiuntamente dalle due Commissioni, è frutto della revisione del documento sperimentale sottoposto a inchiesta pubblica nel corso del 1985. Le modifiche introdotte rispetto a quella edizione tengono conto di non poche delle osservazioni alla prima stesura formulate dai tecnici interessati.

C.1.

Le Istruzioni vogliono essere una guida per gli utilizzatori di codici di calcolo strutturale. Esse contengono indicazioni e suggerimenti finalizzati ad ottenere un buon grado di affidabilità dei calcoli, anche che la loro osservanza non garantisce di per sé la correttezza del calcolo dal punto di vista dell’analisi strutturale.

In assenza di una omologazione all’origine del codici di calcolo strutturale da parte di un organo ufficiale, si richiama l’impegno primario del progettista a farsi carico del controllo della validità dei programmi che intende adottare.

Le Istruzioni hanno carattere di raccomandazioni e fanno riferimento ai principi generali della progettazione validi indipendentemente da materiali e dal tipo di costruzione.

Per quanto applicabili, queste Istruzioni potranno anche essere utilizzate per l’impostazione, l’elaborazione e la redazione delle relazioni di calcolo che non prevedano l’uso del calcolo automatico.

C.2.

L’indice generale della relazione di calcolo conterrà l’elenco dei paragrafi che compongono la relazione stessa e degli eventuali allegati, con l’indicazione delle pagine corrispondenti.

C.3.1.

Scopo di questo punto è di fornire sintetiche indicazioni sulle caratteristiche dell’opera, con eventuale rinvio ad altri documenti specifici di accompagnamento. La descrizione tipologica della struttura va preferibilmente corredata da schemi grafici atti ad individuarne forma e dimensioni significative; l’indicazione della destinazione dell’opera è volta a definire il livello di carico e di protezione; tra le caratteristiche generali del sito vanno segnalate: l’altitudine e la distanza del mare, l’ubicazione nei confronti di spazi pubblici e di altri edifici, la pendenza del terreno.

C.3.2.

E’ necessario che i riferimenti alle normative, sia nazionali sia estere, siano precisi e dettagliati, con indicazione dell’Ente normatore e della data di pubblicazione.

Oltre alle indicazioni generali il progettista, ove necessario, richiamerà nei successivi sviluppi dei calcoli e delle verifiche i paragrafi specifici delle norme utilizzate.

C.3.3.

In via generale, oltre alle verifiche di resistenza, dovranno essere prese in considerazione verifiche nei confronti dei fenomeni di instabilità, locale e di assieme, di fatica, di carenza di duttilità, di degrado e di perdita di funzionalità (ad esempio per eccessiva deformabilità dovuta sia a fenomeni elastici, sia a fenomeni viscosi), ecc.

C.3.4.

Nel processo di semplificazione della struttura onde ricavarne lo schema, è importante non escludere parti la cui eliminazione potrebbe portare a una descrizione non cautelativa del comportamento effettivo (ad esempio, negli edifici: tamponature sensibilmente dissimmetriche, corpi scala eccentrici o di grande rigidezza, rampe scala, ecc.). In alcuni casi à opportuno adottare più schematizzazioni limite che plausibilmente. racchiudano il comportamento reale. Vanno evidenziate le semplificazioni di tipo geometrico quali l’assunzione di complanarità per piani sfalsati, l’assunzione di .orizzontalità per elementi strutturali in pendenza, ecc.

C.3.5.

Esempi di tipi strutturali sono:

- sistemi in stato piano di deformazione o torsione;

- sistemi assialsimmetrici;

- strutture intelaiate spaziali con o senza solai infinita­mente rigidi nel loro piano;

- strutture intelaiate piane;

- volte sottili;

- piastre sottili.

Nell’analisi delle sottostrutture (solai, telai piani, ecc.) occorre chiaramente individuare le ipotesi assunte con riferimento al funzionamento locale ed a quello globale; nell’analisi di edifici con struttura a telaio si dovrà vagliare l’ammissibilità dell’ipotesi di indeformabilità degli orizzontamenti nel loro piano.

C.3.7.

In generale si dovranno precisare le ipotesi assunte per definire il flusso delle azioni tra parti della struttura i cui schemi sono trattati separatamente (ad es. entità e leggi di distribuzione dei carichi trasmessi dai solai alle strutture che li sostengono, dalle tamponature ai telai di contorno per effetto del peso proprio e del vento, dalle strutture in elevato alle fondazioni quando queste siano oggetto di calcolazioni separate).

Nel caso di distorsioni da ritiro, viscosità, precompressione, ecc., occorre indicare, oltre all’entità e alle leggi di distribuzione, il metodo adottato per introdurle nel calcolo.

C.3.8.

Nel caso di ipotesi di comportamento elastico lineare sarà sufficiente definire le caratteristiche elastiche e di resistenza dei materiali.

Nel caso più generale si dovrà indicare il legame costitutivo ipotizzato e definire le proprietà geologiche (ritiro, fluage, rilassamento, ecc.), anche considerando le fasi di esecuzione, la tipologia costruttiva, nonché la natura dei carichi ed i livelli tensionali previsti.

Ove occorra, in presenza di azioni dinamiche, si preciserà anche il tipo e l’entità dello smorzamento della struttura.

C.3.9.

Il metodo numerico è individuato precisando il tipo di discretizzazione operata (differenze finite, elementi finiti, strisce finite, elementi al contorno, ecc.).

In ogni caso occorre indicare il procedimento in base al quale vengono valutate le forze nodali.

Nel caso di analisi dinamica, occorre indicare se si fa uso di matrice " consistente " delle masse o di matrice di sole masse concentrate; in quest’ultimo caso si indicherà il modo con cui queste masse sono state valutate.

Con " analisi concatenate " si intendono quelle condotte su patti distinte della stessa struttura o sull’intera struttura diversamente modellata, nelle quali i dati di ingresso provengono da analisi precedenti.

C4.1.

Le informazioni generali sono richieste per l’esatta individuazione e per la piena caratterizzazione del codice di calcolo, anche agli effetti di un eventuale controllo indipendente dalla elaborazione. Nel caso che lo stesso progettista sia l’autore del codice le informazioni saranno conseguentemente limitate agli ultimi tre capoversi del testo.

C4.2.

La documentazione deve essere sufficiente per consentire all’utente un’effettiva comprensione del programma utilizzato, che tenda ad escludere applicazioni improprie, sia sotto il profilo del modello di calcolo sia nei riguardi della potenzialità delle procedure numeriche.

E’ opportuno che la documentazione del codice contenga una serie di problemi campione, estesa a numerose situazioni differenti per tipo di carico, di vincolo, di elementi strutturali.

E’ altresì importante un’assistenza da parte dell’autore o del distributore, atta a garantire l’eliminazione tempestiva di eventuali errori o difetti di funzionamento, l’aggiornamento anche in rapporto all’evoluzione della normativa, la corretta individuazione delle possibilità d’uso del programma.

L’utilizzazione di un codice di calcolo non assistito o privo di una adeguata ed esauriente documentazione, sia teorica, sia operativa, sconsigliabile.

C4.3.

Il progettista evidenzierà la coerenza del problema particolare trattato con quelli risolti dal codice o altrimenti valuterà criticamente la significatività dei risultati con esso ottenibili.

C4.4.

Si intendono con programmi di servizio quelli aventi scopi limitati, basati su algoritmi semplici, i cm risultati siano verificabili con calcolo manuale.

C.5.1.

Con riferimento a strutture intelaiate o a strutture discretizzate agli elementi finiti, la lista dei dati deve comprendere:

- coordinate nodali;

- vincoli e sconnessioni;

- incidenze;

- caratteristiche meccaniche dei materiali;

- tipo e caratteristiche geometriche degli elementi;

- tipo e intensità delle azioni (carichi e distorsioni);

- combinazioni delle azioni;

- caratteristiche geometriche delle sezioni di verifica prescelte.

C.5.2.

Al fine di una migliore leggibilità dei risultati si consigli di far ricorso a rappresentazioni grafiche, preferibilmente ottenute per via automatica; fra le varie possibili si segnalano:

- curve di isosforzo;

- rappresentazioni di tensioni principali o sollecitazioni principali;

- diagrammi delle caratteristiche di sollecitazione;

- rappresentazioni di deformate;

- rappresentazioni di deformate modali.

Nel caso si alleghi la stampa completa di spostamenti e sollecitazioni è opportuno evidenziare i valori relativi alle sezioni di verifica prescelte.

C.5.3.

Indicazioni significative sono:

per l’elaboratore:

- tipo;

- capacità di memoria centrale effettivamente disponibile;

- lunghezza (in bit) della parola;

- unità di memoria di massa;

- unità periferiche;

- sistema operativo e sua versione;

per i programmi utilizzati:

- tipo di linguaggio;

- tipo di variabili usate (semplice o doppia precisione);

- numero di byte: per tipo di variabile;

per l’elaborato:

- intestazione;

- data e ora di esecuzione;

- tempo di esecuzione;

- numerazione sequenziale delle pagine anche per poter evidenziare eventuali aggiunte o modifiche.

C.6.1.

Il controllo previsto è agevolato dalla di: disponibilità di elaborati grafici automatici.

Particolare attenzione richiede l’uso di programmi che prevedano una generazione automatica di alcuni dati. In tal caso è necessario verificare la correttezza dell’avvenuta generazione.

Se i controlli ripetitivi sono effettuati in maniera sistematica dallo stesso programma di calcolo, il progettista potrà limitarsi ad una loro verifica sporadica.

C.6.2.

Al progettista potrebbero risultare utili alcuni dei para­metri e dei controlli seguenti, forniti o effettuati dallo stesso programma di calcolo:

- numero di cifre utilizzate nei procedimenti numerici significativi;

- indice di condizionamento delle matrici;

- numero di interazioni effettuate per raggiungere la tolleranza prefissata;

- massimi e minimi elementi nella matrice di rigidezza della struttura;

- rapporto tra pivot massimo e minimo da confrontare con il numero di cifre significative utilizzate;

- verifica dell’ortogonalità dei modi di vibrare.

C.7.

Per saggiare la sensibilità delta procedura di calcolo automatico adottata, il progettista può eseguire più calcolazioni adottando ipotesi semplificative diverse o schemi lievemente modificati; in particolare, in un calcolo agli elementi finiti, è opportuno variare le dimensioni e il tipo degli elementi.

Possono essere utili, ove esistano, l’individuazione e lo studio di situazioni limite più semplici tra le quali si colloca il caso in esame.

Quando non siano possibili controlli con metodi semplificati può essere opportuno il confronto tra i risultati di elaborazioni eseguite con programmi diversi.

Alcune delle semplificazioni adottate in sede di schematizzazione devono trovare una giustificazione a posteriori in un esame delle sollecitazioni e degli spostamenti che ne conseguono: ad es. la modesta entità degli spostamenti può convalidare l’ipotesi di comportamento geometricamente linèare; il segno della reazione di contatto trave-suolo elastico rende ammissibile l’ipotesi di vincolo bilaterale; la limitatezza del valore delle reazioni di vincoli di attrito può giustificare le ipotesi sull’efficacia dei vincoli stessi, interni o esterni; la constatazione di errori di congruenza modesti rispetto agli spostamenti di piano, può giustificare l’uso di metodi approssimati per la ripartizione delle azioni sismiche negli edifici multipiano.

 

Le presenti Istruzioni sono state elaborate dalla Commissione del CNR per lo studio delle norme sulle costruzioni in acciaio, costituita con Decreto del Presidente del CNR n. 7310 del 10 aprile 1982 e successivamente modificata, e dalla Commissione del CNR per lo studio delle norme sulle opere in ca.a./c.a.p., leganti idraulici e laterizi costituita con Decreto del Presidente del CNR n. 7295 del 30 marzo 1982 e successivamente modificata, così composte:

Commissione del CNR per lo studio delle norme sulle costruzioni in acciaio:

SANPAOLESI DE FALENA Prof. Luca - Università di Pisa, Presidente

ATZORI Prof. Bruno - Università di Padova

BALLIO Prof. Giulio - Politecnico di Milano

CARAMELLI Prof. Stefano - Università di Pisa, Segretario

CASANO Ing. Luigi - Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, Roma

CERADINI Prof. Giulio - Università di Roma

CERAMI Ing. Antonio - Consiglio Nazionale degli Ingegneri, Roma

CORSINI Ing. Carlo - Istituto Italiano della Saldatura, Genova

CREMONINI Prof. Carlo - Università di Genova

DANIELI Prof. Dario - C.T.A., Milano

DE MIRANDA Prof. Fabrizio - Politecnico di Milano

DONATO Ing. Marco - Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, Roma

EBOLI Ing. Italo - Azienda Autonoma F.S., Roma

FINZI Prof. Leo - Politecnico di Milano

FINZI Prof. Massimo - A.C.A.I., Milano

FRANCHI Ing. Aldo - I.C.I.T.E. del CNR, Milano

GANDOLFO Ing. Claudio - A.S.S.I.D.E.R., Bergamo

GHIO Ing. Augusto - U.N.S.I.D.E.R., Milano

GIANGRECO Prof. Elio - Università di Napoli

GNONE Ing. Enzo - Tecnomare, Venezia

GUERRERA Ing. Ugo - Libero professionista, Genova

MASI Ing. Fausto - .I., Roma

MATILDI Prof. Pietro - Università di Bologna

MAZZOLANI Prof. Federico - Università di Napoli

MELE Prof. Michele - Università di Roma

NASCA Prof. Vittorio - Politecnico di Torino

PERATA Ing. Cesare - A.S.S.I.D.E.R., Genova

PISTONE Ing. Giovanni - Libero professionista, Lecco

RICCIARDI Ing. Raffaele - Consiglio Superiore LL.PP., Roma

ROSSI Ing. Eugenio - Consiglio Superiore LL.PP., Roma

TRAINI Ing. Giuseppe - Azienda Autonoma F.S., Roma

URBANO Prof. Carlo - Politecnico di Milano

ZANDONINI Prof. Riccardo - Politecnico di Milano

Commissione del CNR per le norme relative alle costruzioni in c.a./c.a.p., ai leganti idraulici e ai laterizi:

BERIO Prof. Angelo - Università di Cagliari, Presidente ANGOTTI Prof. Franco - Università di Firenze, Segretario

ANGOTTI Ing. Giovanni - Consiglio Nazionale Ingegneri, Roma

AUGUSTI Prof. Giuliano - Università di Roma

BARTELIETTI Prof. Raffaello - Università di Pisa

CALZONA Prof. Remo - Università di Roma

CAVANNA Ing. Paolo - Ministero Industria, Commercio e Artigianato, Roma

CERADINI Prof. Giulio - Università di Roma

CESTELLI GUIDI Prof. Carlo - Università di Roma

CIPOLLINI Ing. Attuo - Consiglio Superiore LL.PP., Roma

CUSSINO Ing. Luciano - U.N.I., Roma

FANTINELLI Ing. Armando - U.N.S.I.D.E.R., Milano

FINZI Prof. Leo - Politecnico di Milano

FRANCHI Ing. Aldo - I.C.I.T.E. del CNR, Milano

FRIGIONE Ing. Giuseppe - A.I.T.E.C., Napoli

GIANGRECO Prof. Elio - Università di Napoli

GIUA Ing. Mario - A.N.D.I.L., Roma

GOFFI Prof. Luigi - Politecnico di Torino

GRECO Prof. Carlo - Università di Napoli

INDELICATO Ing. Ferdinando - Politecnico di Torino

LA TEGOLA Prof. Antonio - Università della Calabria

LEVI Prof. Franco - Politecnico di Torino

MACCHI Prof. Giorgio - Università di Pavia

MARRO Prof. Pietro - Politecnico di Torino

MARTINEZ Y CABRERA - Prof. Francesco - Politecnico di Milano

MENEGOTTO Prof. Marco - Università di Roma

MIGLIACCI Prof. Antonio - A.I.C.A.P., Roma

MIGLIETTI Ing. Giovanni - A.N.C.E., Roma

POZZATI Prof. Piero - Università di Bologna

RADOGNA Prof. Emanuele Filiberto - Università di Roma

RIO Prof. Arturo - Università di Roma

RICCIARDI Ing. Raffaele - Consiglio Superiore LL.PP., Roma

SANPAOLESI DE FALENA Prof. Luca - Università di Pisa

SERSALE Prof. Riccardo - Università di Napoli

TAZZI Ing. Aldo Mario - A.N.A.S., Roma

TOGNON Ing. Giampietro - Italcementi, Bergamo

ZALLOCCO Ing. Giovanni - Azienda Autonoma F.S., Roma

In qualità di Esperti hanno collaborato con le Commissioni:

BRAGA Prof. Franco - Università di Roma

CAFARALLA Prof. Francesco - Università di Pisa

CASTELLANI Prof. Alberto - Politecnico di Milano

CATENACCI Ing. Andrea - S.A.L.E., Milano

FAELLA Prof. Cito - Università di Napoli

FINZI Ing. Bruno - CE.A.S., Milano

MACERI Prof. Franco - Il Università di Roma

MUNARI Ing. Daniele - Politecnico di Torino

SCHREFLER Prof. Bernhard - Università di Padova

ZANCHI Ing. Evandro - C.M.F., Livorno