Tunguska ed i nuovi Aristotele.

Il 30 giugno del 1908 “qualcosa” esplose sopra la regione siberiana chiamata Tunguska. Circa 2150 km quadrati di taiga furono devastati, immense aree boscose rase al suolo. Si calcola che furono abbattuti circa 80 milioni di alberi. Le bussole delle navi che facevano rotta nell’oceano atlantico ( a migliaia di chilometri di distanza!) impazzirono per la tempesta magnetica che l’evento scatenò. L’esplosione è stata calcolata di una magnitudo pari a circa 1 megaton (unità di misura delle bombe H) equivalente a circa un milione di tonnellate di tritolo!! (bastano poche centinaia di grammi di questo “alto esplosivo” per radere al suolo un grosso palazzo di diversi piani, per dare un’idea).

Testimonianze oculari raccolte successivamente parlarono di una grande palla di fuoco e poi di un’immensa esplosione, che avvenne a circa seimila metri di quota!!

Ecco, qui torniamo un po’ agli argomenti dibattuti nel precedente blog. La scienza ufficiale parla di un meteorite della massa di circa 10000 tonnellate che viaggiando alla pazzesca velocità di 15000 metri al secondo esplose nell’aria, a seimila metri di quota, appunto (ancora per darvi un’idea delle proporzioni, un proiettile di pochi grammi di un modernissimo fucile da guerra ha una velocità iniziale di circa 1000 metri al secondo).

Riflettiamo. Un meteorite che esplode nell’aria? Quando mai? Tutti sappiamo che i meteoriti cadono a terra ed aprono immensi crateri quando sono di grandi dimensioni. Cosa dice allora  la scienza ufficiale? Semplice, non sapendo che pesci prendere, si inventa sofisticate teorie sul meteorite che esplode! Per favore. Questo fa veramente arrabbiare. Dobbiamo ad ogni costo spiegare alla luce delle nostre talvolta misere conoscenze, tutto quello che ci circonda. Pensate che per secoli e secoli Aristotele fu considerato la fonte del sapere e della Verità. “Ipse dixit”, lo ha detto lui. Questo era il motto, guai a contraddirlo. Si poteva essere bruciati sul rogo per questo. Poi  con la rivoluzione di Galileo, il povero Aristotele tornò a riposare in pace e nacque il moderno pensiero scientifico. Già. Però quasi fosse un ineluttabile destino, l’uomo una volta sposato un metodo, una teoria, vuoi per pigrizia mentale, vuoi per lobby di potere o vuoi per quant’altro si possa immaginare, se la fa sua. Il metodo, la teoria, tende a diventare statica, irremovibile. Sembra proprio che il metodo scientifico non può arrendersi al suo stesso fondamento. L’evidenza dei fatti. Sorge così la domanda. Quanti Aristotele abbiamo oggi? Provate ad andare contro di loro e vedrete se non vi bruciano sul rogo, anche oggi, magari usando metodi diversi. Non sarebbe più semplice dire: è stato osservato un fenomeno. Non abbiamo ad oggi, alla luce delle nostre conoscenze, nessuna plausibile spiegazione…

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