Lo spirito e la scienza: il punto di contatto ...

Come l’epigenetica ha avuto modo di mettere in evidenza, non sono i geni che controllano la nostra vita, bensì l’ambiente, assieme ai nostri nostri pensieri. Come ho affermato in un post di questo spazio web, noi siamo come le particelle atomiche, corpuscoli ed onde al contempo, corpi ed onde di energia bio-elettromagnetica. Questo chi pratica la pranoterapia come me, lo sa bene. Allora se non sono i geni a controllare la nostra vita chi o cosa la controlla? Di sicuro il protagonista principale è l’ambiente ed il campo di energia bio-elettromagnetica che viene da esso. A sua volta esso stesso è l’espressione di quel Tutto, di quella concezione olistica che ho cercato di esplicitare in alcuni post precedenti e che unisce il Tutto, a Tutto ciò che Esiste. E' questa energia la vera driving force della vita. Il corpo con tutto il resto è solo un involucro ai suoi ordini.  Proviamo a spiegare. Sui recettori delle nostre cellule ci sono moltitudini di recettori-effettori preposti alla captazione di segnali. Certo questi segnali possono anche essere segnali chimici, come ormoni, tossine oppure farmaci. Ricordiamoci però che questi segnali sono assai lenti. Un evento quantico, proveniente dall’esterno, oppure da un pensiero, che altro non è che una pulsione elettromagnetica della nostra mente, si espleterà tramite elettroni e quindi viaggerà alla velocità della luce così come il segnale elettromagnetico proveniente dall’esterno. I recettori cellulari lo capteranno e tramite un fenomeno noto come trasduzione del segnale, lo porteranno all’interno della cellula che risponderà congruamente allo stimolo ricevuto. La nostra mente pertanto risulta essere un potente generatore di stimoli recettoriali e quindi in grado, con i propri pensieri (o credenze), d’influenzare i recettori cellulari e quindi in ultima analisi, il nostro corpo e la nostra salute. Sarebbe pertanto bene riuscire a convincersi che siamo perfettamente sani e che vivremo cent’anni (come minimo). Il problema risiede tutto nel riuscire a convircersene davvero. Potrei però fornire alcuni esempi, per aiutarvi a capire. Avete mai riflettuto sull’età media dei criminali nazisti sopravvissuti? E' sorprendentemente alta. Credevano o no di appartenere ad una razza superiore? A parte questo, esiste un interessante libro di uno scienziato americano, Bruce Lipton, fondatore dell’epigenetica intitolato “Biologia delle credenze”, per chi fosse interessato ad approfondire questo argomento.   Domandiamoci adesso da cosa viene la percezione del sé o se preferite dell’ IO, inteso come autocoscienza e consapevolezza del sé. Sulla membrana cellulare fra i tanti recettori ci sono anche i recettori HLA (Human Leukocyte Antigen). Questi recettori sono i responsabili del “self” ossia di riconoscere la nostra identità, unica fra tutti gli esseri umani. Noi siamo composti da 50000 miliardi di cellule ed in qualche modo la nostra mente, in stretta connessione con il nostro corpo, percepisce tutti questi "self" e crea l'autocoscienza.
 
Per farvi capire: questi sono i recettori responsabili del rigetto nel trapianto di organi non affini. Solo se esiste un’affinità elevata fra questi recettori, i trapianti possono essere tollerati. Tutto questo ci sembra ovvio, tanta è stata la divulgazione di questo fenomeno noto più o meno a tutti, che pochi hanno avuto modo di rifletterci su. Se però attiviamo per un attimo i nostri neuroni viene subito spontanea alla mente la domanda : come fanno i recettori HLA a generare quella diversità poca o tanta che sia, con gli altri 6-7 miliardi di recettori appartenenti a tutti gli altri esseri umani che popolano la Terra? Come fanno a sapere in che modo sono strutturati tutti gli altri per “decidere” di essere diversi? Ecco che dobbiamo tornare a quella visione olistica dell’universo per spiegare quello che osserviamo. Tutto è interconnesso con il Tutto, nel nostro Universo.
 
Allora il sé o autocoscienza viene da fuori? Viene dall’ambiente? La risposta è ovvia. Certo, viene da quel Tutto in cui viviamo immersi e da dove noi stessi risiediamo e veniamo. E’ il nostro sé, che risiede nell’ambiente e che ci segue come un ectoplasma evanescente ed invisibile, a gestire i nostri stimoli ambientali, ad indirizzare anche i nostri recettori HLA verso quella struttura unica che fornirà alla nostra identità, la sua stessa unicità. 
 
Quindi è nell’Universo, nel Tutto che ci circonda, da cui attingiamo la nostra autocoscienza, la consapevolezza identitaria. No, signori non è la mente a darci questa meravigliosa proprietà. La mente è l’organizzatrice dei nostri 50000 miliardi di cellule, il direttore d’orchestra che certo, come ho già avuto modo di dire, può molto, poiché in grado di scatenare eventi quantici, ma che è a sua volta influenzata dal coro di quella sterminata moltitudine di cellule che “leggono” continuamente i segnali ambientali.
 
Noi siamo nell’ambiente e quando la particella muore (il nostro corpo) torniamo come onda di bio-energia al nostro sé ectoplasmatico, fluttuante in quel Tutto intorno a noi, nell’ambiente, nell’Universo. Ci si potrebbe chiedere il perché di tutto questo, il senso ultimo della nostra esistenza. E' la domanda che l'uomo si pone da sempre ed è senz'altro molto difficile trovare risposte. Però qui potremmo finalmente azzardarne una. Una risposta che non richiede solo la Fede, ma che si avvale anche del contributo che la Scienza (la fisica quantistica) può oggi dare.

Il senso ultimo della vita sta nello sperimentare l'esistenza stessa con le mille sfaccettature che ci propone, diverse per ognuno di noi. Le emozioni tutte, la sofferenza, così come la felicità. Così la nostra essenza energetica, quando tornerà all'Energia Universale, a quel "Tutto" da dove proveniamo, la arricchirà con tutto quello che avremo sperimentato vivendo.
Contribuiremo così ad aumentare la "consapevolezza universale", facendola progredire ed evolvere. Questa potrebbe davvero essere la vera ed intima essenza dell'evoluzione. Un evoluzione della bio-energia, che potrebbe manifestarsi poi con nuove forme, essendo il motore di tutto ed anche della morfogenesi ...
In ultimo se la teoria di Bryce DeWitt (leggi post sul "Paradosso del gatto di Schrödinger") non è solo un esercizio di mera fantasia, potremmo esistere ancora, in un altro universo, soddisfacendo di nuovo il dualismo quantico. Corpo ed onda di energia bio-elettromagnetica al contempo. Naturalmente, stavolta, con un livello di consapevolezza molto più elevata, conservando la memoria personale delle esperienze fatte nella precedente vita e la memoria collettiva delle precedenti generazioni. Il processo potrebbe poi ripetersi, un numero infinito di volte, forse finché non raggiungeremo l'Estrema Essenza, o Dio, se preferite.
Ecco finalmente profanato l'invalicabile confine fra scienza e religione, fra Spirito e Materia, riconciliando il Tutto, in una visione unica ed integrata.

Suona così strano? Forse. Comunque è sufficiente sostituire al tecnicismo "energia bio-elettromagnetica", la parola Spirito ed il gioco è fatto. Da secoli e secoli, presso molte culture, la chiamano reincarnazione. Rinasceremo così tutti già con una consapevolezza molto più elevata e quello che nel nostro mondo la morte sembra sprecare, sarebbe recuperato in una nuova vita, in un mondo parallelo, popolato da grandi saggi.
Forse il filosofo Friedrich Nietzsche, nella sua lucida follia, qualcosa l'aveva intuito, senza avere peraltro nessuna delle conoscenze scientifiche qui esposte. Un breve pensiero espresso in uno dei suoi celebri aforismi :"Il mio tempo non è ancora venuto ... alcuni nascono postumi". Forse siamo davvero tutti destinati a rinascere postumi ...


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