La Pranoterapia

Diversi anni fa mi resi conto di avere delle mani sempre troppo calde. Mi davano fastidio. All’inizio non detti troppo peso alla cosa. Poi scoprii l’esistenza di una strana medicina alternativa chiamata Pranoterapia.
Mi ero sempre ripromesso di verificare se le mie mani troppo calde avessero un nesso con questa disciplina. Poi al solito, sempre travolto dagli impegni quotidiani, avevo continuamente rimandato questa verifica, almeno sino al settembre 2009, quando mi recai in un centro di Pranoterapia e mi feci misurare l’”energia delle mani”. Lo strumento andò subito a fondo scala. Mi dissero che era altissima! Mesi dopo decisi di iscrivermi ad un corso istituito dallo stesso centro, spinto dalla curiosità di saperne di più.
Non sono rimasto troppo soddisfatto da questa iniziativa. Le cose te le narrano con il contagocce ed in modo assai frammentario, forse per gelosia di mestiere o per loro stessa ignoranza. Non so.
 
Comunque in alcune cose sono riusciti davvero a sorprendermi. Una di queste è la “mummificazione”. Pare che anche gli Egizi conoscessero questa tecnica e che le loro mummie così ben conservate dopo migliaia di anni siano dovute anche a questa pratica.
 
L’esperimento che ho fatto e che suggerirei anche a voi, giusto per vedere se magari siete dotati di questa capacità, è stato di mummificare un uovo. Ho aperto un uovo fresco in un piatto. Poi per tre giorni ho imposto entrambe le mani sul piatto ad una distanza di 5-10 cm per circa 10 minuti.

Alla fine, ai miei occhi, l’uovo sembrava sempre uguale.
 
La sorpresa (enorme!) è stata quanto ho toccato con un dito il tuorlo che appariva sempre lucente come quando avevo aperto l’uovo. Avrei scommesso che il dito sarebbe sprofondato nell’uovo. Invece ho toccato una pietra! Il tuorlo aveva acquisito la consistenza di una pietra durissima ed ovviamente non aveva e non ha (lo conservo tutt’ora, dopo più di tre anni) nessun odore!
 
Che strano destino il mio! Sono partito rinnegando tutto quanto non fosse riconosciuto come rigorosamente scientifico. Poi ho avuto “contatti” che non saprei meglio definire, con una dimensione sconosciuta, oltre la nostra quotidiana realtà. Infine tutto questo.
Comunque sono infinitamente grato a chiunque abbia tracciato per me questo percorso, perché credo di essere riuscito a capire tantissime cose che a molti sfuggono. La più importante, come ho avuto spesso modo di dire, è che l’unica certezza che abbiamo è la non certezza ed il valore supremo sempre e comunque, del dubbio.
In fondo, nulla di nuovo. La socratica riflessione del "sapere di non sapere" continua a riscuotere il suo tributo fra gli esseri umani. Almeno fra quelli che hanno il coraggio e l’onestà di alzare la testa  e gli occhi, scrutando l’orizzonte senza pregiudizi o stupide fedi di corporazione.

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