La morfogenesi: forse non più un mistero

Avrete forse sentito parlare o letto qualcosa su quest’argomento. Nel caso sia la prima volta che ne sentite parlare, la morfogenesi è la genesi della forma. Una meraviglia della Natura che almeno sino a oggi, l’uomo del terzo millennio, l'uomo supertecnologico non ha capito neppure un po’. Magari forse però Piero Angela ne sa qualcosa, chissà, il CICAP sa tutto o quasi…

Abbiamo decifrato l’intero genoma, ma abbiamo trovato sole le informazioni riguardanti a come costruire i mattoni dell’edificio “uomo”. Anzi neppure tutte perché come potete leggere in un post di questo spazio web, a fronte di 150000 proteine diverse, i mattoni appunto, sono stati trovati soltanto 24000 geni (dove risiede l’informazione dei mattoni stessi, il dogma ufficiale è: 1 gene = 1 proteina = 1 "mattone").
Pensate un po’, la stragrande maggioranza dell’informazioni, nessuno sa dove risiedano. E si continua a parlare di DNA, di mirabolanti scoperte sulla funzione di quel gene o di quell’altro. Povera scienza, è davvero diventata niente, solo uno strumento nelle mani di baronati accademici autoreferenziali e dell’industria farmaceutica che deve pur vendere i veleni che produce.

Eppure migliaia di anni fa, la filosofia indù qualcosa l’aveva intuito, formulando ipotesi di quella che oggi si chiama anatomia energetica e fondando quella medicina alternativa costituita dalla pranoterapia. Oggi però, per fortuna, si assiste ad un risveglio di una scienza vera, l’epigenetica, che rende giustizia a quelle antiche credenze, adottando le ultime acquisizioni della scienza di frontiera per eccellenza, la fisica quantistica.
La morfogenesi è vista come il prodotto di complesse interazioni dei campi energetici in cui viviamo immersi e di cui siamo un momento, un’espressione, un insieme di onde elettromagnetiche ed un corpo materiale al contempo, proprio come un fotone o un elettrone sono particelle ed onde nello stesso tempo (non può del resto esistere un confine fra il microcosmo ed il macrocosmo, come dimostrato del resto dal crollo del paradosso di Schroedinger).

Ovviamente non posso esporre qui una trattazione esaustiva nel merito, ma ci sono buone pubblicazioni disponibili per chi fosse interessato ad approfondire l'argomento e poi molte altre cose nel merito si possono trovare nel web, che grazie al cielo, è ancora uno strumento abbastanza libero dove la censura della scienza ufficiale può ancora poco. Naturalmente si deve stare attenti alle fughe eccessive in avanti, ai voli pindarici in stile “new age” per intenderci.

Per aiutarvi a capire posso però portare un esempio facile e sotto gli occhi di tutti. Un esempio eclatante di come la genetica non c’entri proprio nulla nel determinismo morfogenetico e di come quindi questo deve per forza essere attribuito ad altro. Pensate a dei fratelli e sorelle figli di genitori poco somiglianti. Troverete che almeno in diversi casi, esiste una specie di linea di demarcazione, di come alcuni assomiglino decisamente alla madre, altri al padre ed alcuni forse a nessuno dei due. Bene. Immaginiamo ora per un momento, che siano i geni (materni e paterni) ad orientare la morfogenesi. Se così fosse occorrerebbe una quantità smisurata d’informazione, altro che 24000 geni, neppure bastanti per il nostro patrimonio proteico!

Continuiamo però ad illuderci ed immaginiamo che ci sia magari una specie di DNA nascosto, che nessuno ha visto, con un numero enorme di geni che dirigono la morfogenesi. Che cosa accadrebbe? Accadrebbe che i figli si dovrebbero assomigliare tantissimo. Perché? Semplice, perché sarebbero tantissimi, troppi, i geni interessati alle loro sembianze e sarebbe estremamente improbabile che potessero segregarsi per generare le diversità che osserviamo.
Insomma sarebbe un po’ come giocare a carte con un milione di euro ciascuno e dove ciascuno punta per ogni giocata, solo 10 centesimi.
Vi pare possibile che qualcuno possa alzarsi dal tavolo da gioco con le tasche vuote?
No, la forma deve essere attribuibile a qualcosa che fluttua nell'ambiente e che oltre a forgiare le proteine, forgia anche noi, generando tutte le diversità della biosfera che osserviamo. Un "campo morfogenetico", insomma. Un energia che dirige e plasma le nostre sembianze (e non solo, pensate ai semi ed alla diversità della piante che da essi si generano!), sulla base di risonanze ed interferenze costruttive o meno.

In ultimo consentitemi un'altra considerazione sul determinismo morfogenetico. Il DNA è una delle molecole biologiche
più stabili. Questo è un fatto e può sopravvivere tantissimo dopo la morte dell'individuo (centinaia di anni!). Altro che mutazioni. E' una stabilissima molecola altamente conservativa ed attrezzata proprio contro le mutazioni. Pensare che la scienza ufficiale riconduce tutti i nostri problemi (almeno i più importanti) a mutazioni genetiche e quindi del DNA, invecchiamento compreso. Balle! Il DNA che abbiamo da giovani è necessariamente lo stesso di quello che abbiamo od avremo da molto meno giovani. Se fosse anche responsabile "della forma" ossia delle nostre caratteristiche somatiche, dovrebbe cambiare, poiché noi, invecchiando, chi più e chi meno, cambiamo comunque le nostre sembianze. Un esempio eclatante. Una bellissima attrice italiana: Claudia Cardinale. Ve la propongo qui in due foto tratte da Wikipedia. Si somigliano un pò? Non direi. Se la morfogenesi fosse imputabile ai geni e quindi al DNA, come potrebbero essere così cambiati in soli 49 anni, da trasformare così radicalmente le sembianze di questa donna?


Claudia Cardinale nel 1960                          
Claudia Cardinale nel 2009    

  Cliccare qui per visualizzare tutti gli scritti del sito...