L’emozione di un istante perduto... una lettera anonima mai scritta...

 

Ti osservo non visto. Rubo così la tua immagine, la tua percezione, per i miei occhi. Mi approprio così, furtivo, indebitamente, di ciò di cui forse non dovrei. Sei davvero bella. La tua bocca, i tuoi occhi, i tuoi capelli ed il tuo volto così luminoso, palese traditore di una intelligenza non comune come di una tanto femminea dolcezza. Chissà a quale uomo fortunato farai dono di tutti i tuoi tesori. Tesori di gran valore. E chissà fino a che punto poi sarà capace di apprezzarli. Noi esseri umani non riusciamo mai a gratificarci appieno di ciò di cui siamo già in possesso. Solo l'attimo della conquista o della perdita sembrano gratificarci o mortificarci davvero. Sembra proprio che si possa solo essere ebbri di vittorie od umiliati da cocenti sconfitte. Forse è la nostra atavica progenie che ancora vive dentro di noi e che bussa di tanto in tanto alla porta della coscienza. Il nostro atavico alter ego che ancora memore dell’attività predatoria e guerriera cui era unicamente dedito, non poteva concedersi attimi di tregua e di riflessione meditativa. Ecco di nuovo il tuo volto davanti ai miei occhi. Gli unici a cui è concesso percepire qualcosa di te : la tua immagine riflessa. Un pensiero prepotente pervade ora incontrollato la mia mente.Una immaginazione violenta. Vorrei prenderti con mille mani, carezzarti, stringerti, assaporare il dolce e morbido contatto delle mie labbra con le tue. Vorrei  poter guardare i tuoi occhi per specchiarmici dentro, mentre tu cercassi di fare altrettanto con i miei e che ognuno di noi scoprisse poi la propria immagine dentro l'altro. Vorrei consumare questo connubio estremo d' anime e di corpi.

Vorrei che tutto questo potesse concretizzarsi in qualche modo nella realtà. Vorrei sopprimere la mia lucida convinzione che ciò non avverrà mai. Vorrei che tutto questo non fosse più impossibile di tutto quanto sia impossibile. Vorrei che il mio sogno non si disperdesse in quella remota e lontanissima dimensione, in cui la mia immaginazione si sta spegnendo e dove il mio prorompente ma fugace pensiero, sta rapidamente progredendo verso l'evanescenza. Una dimensione davvero lontana, remota, fantastica. La dimensione dell'impossibile, oltre la fantasia....

 

P.S.

Questo pensiero vuole solo essere un modesto e disinteressato omaggio alla tua bellezza. Proprio come in usanze ad altri tempi più consuete, si poteva offrire una rosa. Vorrei perciò che al posto degli inevitabili interrogativi sulla possibile identità del suo autore, tu lo attribuissi  all’uomo per te migliore... L’uomo a cui più spesso la tua mente piacevolmente si rivolge. Appartenga esso alla tua quotidiana realtà od al più remoto angolo dei tuoi più riposti pensieri.

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