05/05/02 spettacolo |
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Addio a Brancato, un maestro di storia moderna |
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E' stato lungo il silenzio di Francesco Brancato, spentosi venerdì scorso a Palermo all'età di 89 anni, e chi conosceva il suo attivismo non poteva non collegarlo ai mali della tarda età. Ma fino ai primi anni Novanta il professore Brancato, nativo di Ciminna, ha continuato a scavare nei fatti della storia con contributi nei periodici specializzati e nei numerosi libri. Docente di Storia del Risorgimento presso l'università di Palermo, e contemporaneamente incaricato per oltre un decennio _ tra gli anni Sessanta e Settanta _ di Filosofia della Storia, Brancato ha legato il suo nome agli studi degli avvenimenti italiani dell'Ottocento e del Novecento, e anche alla critica storica. Uno dei suoi primi lavori fu dedicato al vicer‚ Caracciolo "e il suo tentativo di riforme in Sicilia" che anticipò le linee di una ricerca storica sul riformismo borbonico. L'opera, pubblicata da Palumbo nel 1940, era la rielaborazione della tesi di laurea che aveva avuto il plauso di Ghisalberti e che era stata segnalata al ministero della Pubblica Istruzione "quale nuovo contributo agli studi di storia moderna". Presente per oltre mezzo secolo sulla ribalta nazionale con libri pubblicati da grandi editori, Brancato ha diretto per venticinque anni _ fino al numero cento _ la rivista storica "Nuovi quaderni del Meridione" edita dal Banco di Sicilia, palestra prestigiosa di un meridionalismo attento e consapevole che voleva guardare ai problemi del Sud in una prospettiva nazionale. Alla rivista collaborarono, tra gli altri, Federico Caffè, Domenico Novacco, Salvatore Francesco Romano, Denis Mack Smith. Tra i fascicoli speciali, Brancato teneva in modo particolare a quello di 256 pagine dedicato nel 1964 ai problemi della mafia, apparso quando già operava la prima commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della mafia in Sicilia, con apporti, riflessioni e interpretazioni, che erano i primi sull'argomento, di Leonardo Sciascia, Alfonso Giordano e altri studiosi. Tra i principali libri del professore Brancato bisogna citare almeno "L'assemblea siciliana del 1848-1849" (1946), "La Sicilia nel primo ventennio del Regno d'Italia" (1956), "La dittatura garibaldina nel Mezzogiorno e in Sicilia" (1965), "La mafia nell'opinione pubblica e nelle inchieste dall'Unità al Fascismo (1972), studio storico elaborato per incarico della commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della mafia. Gli ultimi lavori sono stati "Storia dell'industria a Palermo dal primo Ottocento ai nostri giorni" (1991) e "Sette giorni di repubblica a Palermo - La rivolta del settembre 1866" (1993). Una vita dedicata all'approfondimento degli accadimenti della storia quella di Francesco Brancato, studioso che non esibiva la sua preparazione e le sue molte letture, ma che era piuttosto schivo, con la generosità degli intellettuali puri. E' grato ricordarlo nella sua casa di via De Cosmi, tra montagne di volumi, in perfetta sintonia con la signora Zina, la compagna di una esistenza laboriosa e impegnata. Giuseppe Quatriglio |