L'edificio vero e
proprio era per i Greci la casa del dio (oikos),
ovvero la cella (naos). Questa ospitava la
statua della divinità, ed il sacerdote era l'unico ad averne accesso, mentre il
culto si svolgeva su un altare antistante, all'esterno di essa ed all'interno del recinto
sacro (temenos) in cui si situavano il tempio ed altri
edifici ad esso connessi. Il luogo sacro (santuario)
poteva ad esempio ospitare una serie di costruzioni di uso
pratico, come i "tesori" (thesàuroi),
che ospitavano i doni votivi – preziosi o anche di terracotta – offerti dalle
città o da semplici cittadini, sale per banchetti(hestiatòria)
e portici (stoai). L'ingresso all'area sacra poteva essere
protetto da propilei.
Il tempio greco è sempre orientato est-ovest, con l'ingresso
aperto verso est. In questa peculiarità si differenzia nettamente dai templi
romani che sono invece orientati nord-sud, posti su di un alto podio cui si accede mediante un'ampia scalinata da sud.
Schema
riassuntivo della nomenclatura del tempio greco. In questo caso un tempio
doppiamente in antis, periptero esastilo.
Sulla superficie superiore (stilobate)
di una piattaforma, sopraelevata rispetto al terreno circostante, per mezzo di
pochi gradini (crepidine), si
elevava la struttura del tempio, caratterizzata dalle colonne. La disposizione delle colonne
determina la classificazione dei tipi di pianta del tempio greco, che ci è stata tramandata da Vitruvio (De
architectura, 3,2):
§
tempio in antis: sulla facciata sono
presenti due colonne tra due ali di muro (ànte) che
prolungano in avanti le pareti laterali della cella;
§ amphi-templum "in antia" (o doppiamente in antis; o in doppio antis): è un templum in antis con l'opistodomo
(opisthodomos) nella parte diametralmente opposta rispetto al pronao (pronaos);§
tempio prostilo: la fronte della cella presenta un colonnato antistante (prostòon);
§
tempio anfiprostilo: sia la fronte che il retro della cella presentano
il colonnato;
§
tempio diptero: il porticato quadrangolare (peristasi)
presenta, anche sui lati lunghi, una doppia fila di colonne;
§
tempio pseudodiptero: la peristasi presenta
una sola fila di colonne, ma posta ad una distanza doppia rispetto ai muri
della cella, ossia quando il tempio è circondato da un colonnato dell'ampiezza
di due intercolumni;
§
tempio periptero: il colonnato (ptèron)
circonda tutti e quattro i lati della cella (naos) creando un porticato
quadrangolare (peristasi);
§
tempio pseudoperiptero che ha una notevole diffusione in età ellenistica e quindi romana,
caratterizzato da colonne della peristasi addossate come semicolonne o lesene ai
muri esterni della cella che poteva in tal modo essere realizzata con una
maggiore ampiezza; quest'ultima tipologia viene citata da Vitruvio (De architectura, 4,8,6) tra quelle ritenute anomale.
Vitruvio invece non menziona la tipologia del tutto priva di colonnato esterno
(oikos), che ai suoi tempi era
ormai scomparsa;
§
tempio monoptero: quando il tempietto ha una forma
circolare ed è privo di cella;
§
tempio a tholos: quando il tempietto
circolare è provvisto di cella.
Viene inoltre citato il tempio ipetro (hypaethros), nel quale, per le dimensioni colossali
che rendevano impossibile realizzare il tetto, la cella (o la sua navata centrale) risultava scoperta.
Il tempio può essere considerato la più impegnativa realizzazione dell'architettura greca. La codificazione che, in età arcaica, verrà sviluppata per l'architettura templare diventerà con l'ellenismo il linguaggio universale del mondomediterraneo
.