Il "mio" Eschilo
EFESTO
Qui non vedrai né figure, né suoni di esseri vivi: fisso, cotto alla vampa fiammante del sole, sentirai la tua carne sformarsi, sfiorire. Che sollievo sarà, per te, la notte col suo velo gemmato, che soffoca il lampo, e il riapparire del sole, che scioglie la crosta di brina nell'alba! Ti peserà addosso, a schiantarti, questa fissa vicenda di mali.
Eschilo, Prometeo incatenato
PROMETEO
O aria lucente, o scatto alato dei venti, e voi, vene dei fiumi; mare, sconfinata vicenda di creste ridenti, e tu, maestosa Genitrice, terra, e tu, cosmico occhio, cerchio del sole, io vi chiamo: vedete quanto patire, io, dio, per mano di dèi!
Inorridite al mio strazio
- in polvere, cado - alla mia agonia
destinata a durare millenni.
Tanta è l'infamia che il giovane Duce
del cielo scovò a serrarmi!
Aaah, io singhiozzo sui dolori che soffro
e su gli altri, pronti all'assalto.
Sarà destino, un tempo, che albeggi
il termine del mio soffrire?
Eschilo, Prometeo incatenato
PROMETEO
Opaco sperare: l'ho fatto colono dei cuori.
Eschilo, Prometeo incatenato
CORO
Flettersi all'Inevitabile è equilibrio.
Eschilo, Prometeo incatenato
PROMETEO
No, no. Se sto muto - credete - non è il mio amore di me, che mi scalda, ostinato. Rifletto, e intanto mi lacero, dentro: vedo me stesso coperto di fango! E sì che io - chi altri? - proprio io distinsi i poteri tra questi giovani dèi. Basta. Sto zitto. Che serve, spiegare a voi che sapete le cose?
Sentite invece che dolori in mezzo ai viventi, creature puerili a quei tempi. Io li formai: riflessivi, sovrani del loro intelletto. Narrerò non a umiliare gli esseri umani, ma a svelare fino in fondo l'affetto che mi dettava quei doni. Anche prima di me guardavano, ed era cieco guardare; udivano suoni, e non era sentire; li vedevi, erano forme di sogni, la vita un esistere lento, un impasto opaco senza disegno; non sapevano case - trame di cotti mattoni - inondate di sole, né il mestiere del legno; l'alloggio era un buco sotterra - come formiche sul filo del vento - nel seno di grotte cieche di sole. Mancavano loro i fissi presagi del gelo che viene, della primavera fragrante, fiorita, del tempo caldo dei frutti. Era tutto un darsi da fare senza lume di mente. Finché io insegnai le aurore e i tramonti nella volta stellata: un problema, saperli! Fu mia - e a loro bene - l'idea del calcolo, primizia d'ingegno, e fu mio il sistema di segni tracciati, Memoria del mondo, fertile madre di Muse. Io, inventai l'attacco di bestie selvatiche al giogo, io le domavo sotto cinghie: dovevano essere loro gli eredi dell'uomo nella fatica pesante, che stronca. Io trassi il cavallo alle stanghe del carro, lo feci tutt'uno alle briglie: fregio stupendo del lusso che spicca e trionfa.
Fu mia, solo mia, la scoperta di un mezzo marino - vele come ali - per la gente che corre le onde. Io che ho ideato tanti congegni per l'uomo non trovo per me uno scaltro pensiero, sollievo al tormento che ora m'assale. È la mia sofferenza!
Eschilo, Prometeo incatenato
RE
Ostacoli atroci, da punti diversi. Ostico, lottare. Sfacelo m'assale, gonfia fiumana. Oceano cieco, pozzo nero di pena m'accerchia senza spiragli. Non esiste approdo che salva.
Eschilo, Le supplici
str. II
Disporre d'un seggio perso nel cielo
dove nube stillante rinasce nei fiocchi!
O di vertigine nuda, nido sassoso
di falchi, ignoto, precipizio scontroso
spopolato di capre
teste sicura d'un balzo nel vuoto
prima che incroci
devastante stupro di nozze.
Eschilo, Le supplici
II
Sfreccia sull'Asia,
varca la Frigia prativa,
Teutra sfiora, caposaldo dei Misi
le conche di Lidia
frenetica passa catene
pamfilie, cilicie
alle fiumane eterne
fino alla terra - forziere abissale di grano -
culla solenne della dea Afrodite.nozze.
Eschilo, Le supplici
REGINA
Folla di sogni, ogni notte, m'accerchia.
Eschilo, I Persiani
REGINA
….Chi è duramente provato dal male, sa che quando ribollire di mali inonda i viventi, il terrore stagna nel sangue. Non così se la vicenda fluisce serena: si rafforza la fede che spiri costante la brezza benigna, fatale.
Eschilo, I Persiani
FANTASMA
Il dolore è nel sangue dell'uomo. Quindi tocca, tocca a chi vive. D'una folla di mali è radice l'oceano, d'una folla la crosta terrestre - per chi ha dentro la morte - se la vita s'inarca eccessiva.
Eschilo, I Persiani
FANTASMA
….Chi ha dentro la morte non deve presumere oltre l'umano.
Eschilo, I Persiani
efimnio I
Avvolge carne immolata
questa nenia frenetica
demenza che svuota
canto d'Erinni
magico cerchio sul cuore, muto
di cetra, di un uomo
lascia la cenere.
Eschilo, Eumenidi
ant. II
Viene l'ora che il Terrore è bene.
È bene che resti al suo posto
di ronda sul cuore.
Conviene
l'equilibrio che sorge da angoscia.
Eschilo, Eumenidi
Chi per nulla...
allevando il suo cuore,
- popolo o uomo isolato -
potrà mai chinarsi a Giustizia?
Eschilo, Eumenidi
CORO
str. I
Ah, dèi del nuovo tempo
le norme secolari
scavalcaste, mi lasciaste le mani
vuote. Io offesa - groppo dentro
plumbeo di rabbia -
vibrando su questa terra
dal cuore - a saldo del mio tormento -
tossico, sgocciolio
contro la zolla...
cancrena sterminio di fronde, di figli
- Giusta Vendetta! - che azzanna il paese
e scaglia dovunque
pozze di morte.
Singhiozzo! Agire, ma come?
Sono decisa. Troppo dolore
fra questa gente ho patito.
Noi sventurate vergini
figlie della Notte, dolenti
dell'offesa patita!
Eschilo, Eumenidi
str. III
Zeus, che segnala ai terreni
strade d'equilibrio,
che pose a cardine
"col patire, capire".
Perfino nel sonno, sul cuore
- goccia su goccia - cade la fitta,
rimorso di buona memoria.
Così a chiunque tocca equilibrare i pensieri;
anche a chi non vorrebbe.
E questa la grazia brutale - diresti -
dei Potenti, dai troni celesti.
Eschilo, Agamennone
str.
Per molti è importante sembrare,
non essere: feriscono Giustizia.
Eschilo, Agamennone
CORO
Presagi che bene s'annodano a quelli di prima.
Un nume maligno ti assale,
prepotente, e ti piega a intonare
passioni di lacrime e morte.
La fine? Mistero.
Eschilo, Agamennone
CASSANDRA
…Vicende terrene! Prospere, e basta un'ombra a travolgerle: se la sorte è ostile, una passata di spugna stillante, e il disegno è perduto. Questo mi fa piangere, molto più di tutto il resto.
Eschilo, Agamennone
ORESTE
Io non c'ero: non potei dedicarti, padre, il funebre pianto, né stesi la mano su te quando ti portarono via...
Eschilo, Coefore
CORO
Passa la vita e il cuore
sempre a sfamarsi di pianto.
Crepita il lino tessuto
stracciato dai colpi d'angoscia:
sui seni, velame di vesti in bufera
d'eventi senza allegrie.
Eschilo, Coefore
ant. II
…Giustizia adocchia:
chi nel colmo fulgore, scattante;
altri, tardivi, al varco sulla soglia del buio
li ghermisce il dolore. Su altri, assoluta, la notte.
Eschilo, Coefore
CORO
Degli uomini, nessuno varca la vita
sereno, senza prezzo d'angoscia.
Ahimè, ahi!
Oggi è già strazio; e un altro verrà.
Eschilo, Coefore
ETEOCLE
S'è mai visto il nostromo scovare rimedio che salva, sbandando su e giù per il ponte, con lo scafo spossato sull'abisso che bolle?
Eschilo, I 7 contro Tebe
ETEOCLE
….In ogni vicenda, nulla è peggiore di pessimi soci: meglio non coglierne i frutti.
Eschilo, I 7 contro Tebe
str. I
Cupa, fruttifera Voce maledica
d'Edipo al suo sangue:
freddo di morte mi cade sul cuore.
Ordisco sul tumulo un'aria
di nenia ossessiva, ora che so
la morte disperata, le salme,
gli sgorghi cruenti. Macabro aleggia,
presago, il nodo sonoro dei colpi.peggiori sacrileghi
Eschilo, I 7 contro Tebe
ant. II
- Singhiozzi trafiggono
da un capo all'altro il paese.
Singhiozza la cinta, singhiozza la piana
colma di vita. Saranno eredità
di gente future i domini, radice
rovinosa di Rissa,
della sua soluzione mortale.
- Con acre intento spartirono
tutto: che le quote fossero eque.
Al mediatore non risparmiarono
astio i più intimi cari dei due:
non ha tenerezze, Ares
Eschilo, I 7 contro Tebe
FINE
Il “mio” Euripide
CORO
str.
Zeus, ci sarà
mai, e dove,
una via di
scampo alla sorte crudele
che
incombe…
Euripide,
Alcesti
ADMETO
Il
sole ci vede, scorge la nostra miseria. Siamo innocenti di fronte agli dèi:
eppure, tu muori.
Euripide,
Alcesti
ALCESTI
Il
tempo ti consolerà: i morti non sono più niente.
Euripide,
Alcesti
ADMETO
…I
vecchi mentono quando si augurano di scomparire, imprecando contro la senilità
e l'esistenza troppo lunga. Appena la fine si avvicina, nessuno vuole morire, e
la vecchiaia non appare più un peso.
Euripide,
Alcesti
ANDROMACA
…
No, non si può dichiarare felice un uomo, senza aver visto come si è concluso
l'ultimo giorno della sua esistenza, prima che discenda nell'aldilà.
Euripide,
Andromaca
ANDROMACA
Cosa
è mai la fama! La fama! Ha reso grandi tanti individui che non valevano nulla.
Euripide,
Andromaca
TIRESIA
Tu sei dolorosamente pazzo, non c'è antidoto per i tuoi mali,
il veleno è dentro di te.
Euripide,
Baccanti
ant.
Bocche
senza freno, stoltezza senza limiti
hanno per
esito solo sventura:
ma la quieta
esistenza e il saggio pensare
resistono
saldi e sicuri…
……………………………………..
Breve
è il tempo della vita:
e chi aspira
a grandi mete
non ottiene
neppure
le gioie del
presente.
Penso che
vivere così
sia da folli,
da
dissennati.
Euripide,
Baccanti
DIÒNISO
Chi
parla da savio sembra stolto a chi è ignorante.
Euripide,
Baccanti
ant.
…Felicità
è sfuggire alla tempesta
del mare,
raggiungere il porto,
felicità è
trovarsi oltre il dolore,
vincere gli
altri, comunque,
in ricchezza,
in potenza. Infinite
sono le
speranze come infiniti gli uomini:
si compiono o
svaniscono. Ma io
giudico
fortunata la vita
di chi è
felice giorno dopo giorno.
Euripide,
Baccanti
str.
a
Beato chi
folleggia
e ai dolci
succhi della vite inneggia,
sdraiato a
banchetto,
e si
abbraccia un amante
e preme sopra
il letto la morbida bellezza di un'etera.
Euripide,
Ciclope
str.
…La strada,
non conosco la strada
per il mio
viaggio.
Un dio, perché
non viene un dio
a
aiutarmi?…
Euripide,
Ecuba
ODISSEO
…
È da saggi, nelle sventure, avere il senso della realtà.
Euripide,
Ecuba
ECUBA
Felice
è chi ignora il dolore nell'inseguirsi dei giorni.
Euripide,
Ecuba
ELENA
La
gente da poco, qualche volta, se la cava meglio degli eroi.
Euripide,
Elena
VECCHIO
….Sei un essere mortale, devi conoscere tanto la gioia che
le sofferenze…
Euripide,
Ifigenia in Aulide
str.
Potessi
librarmi nell'aria
come le gru
della Libia;
lasciano
autunni piovosi
docili al
richiamo del capostormo,
che lancia
stridule grida
sorvolando
lande deserte,
campi
fertili.
Alati
dall'esile collo,
in corsa con
le nuvole,
lasciatevi
dietro le Pleiadi
e Orione
nella notte;
e sui bordi
dell'Eurota
risuoni il
vostro messaggio…
Euripide,
Elena
CONTADINO
Chi
mi dice pazzo …ricordi bene che, misurando la ragione con un metro sbagliato,
finisce lui nel numero dei pazzi.
Euripide,
Elettra
AIO
Figlio,
nella sventura non possiedi amici: è rara fortuna trovare chi divida con noi il
bene e il male.
Euripide,
Elettra
CORO
Beato
tra gli uomini chi può vivere sereno, lontano dalla sventura
Euripide,
Elettra
AGAMENNONE
…..
Nessun uomo è felice o fortunato sino al termine dell'esistenza; nessun uomo,
sinora, è sfuggito al dolore.
Euripide,
Ifigenia in Aulide
CORO
DI ARGIVI
…Chi
detiene potere o ricchezze
è un dio per
i semplici mortali.
Euripide,
Ifigenia in Aulide
IFIGENIA
…La
cosa più dolce per gli uomini è vedere la luce, il mondo delle tenebre è il
nulla. Chi si augura di morire è pazzo. Vivere male è preferibile a morire
bene.
Euripide,
Ifigenia in Aulide
ant.
…È cara la speranza e per
lei non si saziano
di fatica gli
uomini,
cercano il
gravoso benessere,
vagabondano
sui mari,
si addentrano
in città barbare, si illudono;
solo alcuni
saranno felici,
gli altri
falliscono.
Euripide,
Ifigenia in Tauride
ant.
…Invidio chi ha sempre
sofferto:
è cresciuto
nel male, non patisce.
Il mutamento
è sventura: se
sei stato
felice, una vita divenuta
avvilente ti
schiaccia.
Euripide,
Ifigenia in Tauride
str.
… Tu parti, e mi abbandoni qui:
già
scrosciano i remi,
scotte e
sartie si tendono
sulla nave
leggera al timone.
Euripide,
Ifigenia in Tauride
CORO
Tu
sorridi ai tuoi mali con dolcezza e canti cose che probabilmente la tua sorte
smentirà.
Euripide,
Troiane
ECUBA
…
per la verità vivere e morire non sono paragonabili: da una parte c'è ancora
la speranza, dall'altra non c'è più nulla.
Euripide,
Troiane
ANDROMACA
…Io
sostengo che non esistere equivale a morire, e che morire è preferibile a
vivere penosamente. † Non si soffre quando non si è coscienti delle proprie
sventure †.
Euripide,
Troiane
ELETTRA
Niente
è così terribile, non c'è dolore né sciagura imposta dagli dèi tale che la
natura umana non sia in grado di portarne il peso.
Euripide,
Oreste
MENELAO
Ogni
necessità rende schiavi, secondo i saggi.
Euripide,
Oreste
CORO
Le
donne sono sempre coinvolte nelle disgrazie degli uomini e le aggravano.
Euripide,
Oreste
ant.
…Nel lungo volgere degli anni
il dolore
cambia forme
e vittime: l'incertezza
domina
completamente la vita dei mortali.
Euripide,
Oreste
MEDEA
Ahi! Perché
il fulmine non mi incenerisce,
perché
continuo a vivere?
Come vorrei
lasciare questo mondo odioso,
dissolvermi
nella morte.
Euripide,
Medea
MEDEA
…perché
il malvagio non porta impresso sul corpo un marchio che lo contrassegni?
Euripide,
Medea
NUNZIO
…Al
mondo non esiste una persona felice. Se sopravviene il benessere, un uomo
può
essere più fortunato di un altro, ma non felice: mai.
Euripide,
Medea
CORO
Tante
e diverse sono le disgrazie che capitano a tanti; ma un grano di felicità,
nella vita dell'uomo, è raro che si trovi.
Euripide,
Ione
NUTRICE
…l'esistenza
umana è tutto un dolore, gli affanni non ti danno mai tregua. Ci sarà qualcosa
di più gradevole della vita: ma il buio la avvolge di nuvole, la nasconde. E
noi siamo follemente presi da ciò che brilla sulla terra - e non importa cosa
sia: ci mancano l'esperienza di un altro vivere, la rivelazione sul mondo
sotterraneo. Siamo trascinati da vuote favole.
Euripide,
Ippolito
FEDRA
…
Se fossimo sicuri di ciò che è giusto, due cose diverse non porterebbero lo
stesso nome.
Euripide,
Ippolito
FINE
Il
“mio” Sofocle
ERACLE
A te, cuore. Témprati
Inchiodami le labbra,
marmo cementato di metallo
prima che riviva il male. Schiaccia
l'ululo. È l'ultimo atto
del dramma non scelto. Fallo, gioioso!
Zeus
maestoso, cosmica potenza.
non diede vita senza pena
a chi ha dentro la morte.
Gioia, dolore: ruota
universale, umana. Quasi
orbite cicliche dell'Orsa.
Voglio
che venga, spasimo vivo
d'amore, preda disarmata di Fascino,
veleno avvolgente: profezia di Centauro.!
Nebbia
di sangue, tenaglia subdola
del centauro gli rode la carne,
tossica piastra: ha vita da Morte
alimento dal freddo, fisso
baleno di serpe.
Vedrà - è possibile? - il nuovo mattino?
Spettro allucinante, assurdo, la Biscia
è lì sulla carne che frigge. Si fonde
oscena tortura: speroni febbrili, perfidi
- parlano morte –
di
uno nero, irsuto.
ILLO
Mi strazia, padre
mi strazia il tuo patire.
Che dovrò soffrire, ancora?
ODISSEO
Ragazzo,
di nobile padre. Sono stato alle prime armi anch'io. E tenevo la lingua quieta:
il braccio no, nervoso. Ne ho fatte di verifiche, da allora. Oggi so che nel
mondo la lingua è la potenza, non l'agire.
Chissà,
chissà come fa
a reggere a fato nemico!
Che mani, chi ha dentro la morte!
Tortura dei ceppi viventi
squilibrata esistenza!
…Devi
capire in quale stato vissi, e che fibra avessi in me, che saldi nervi. Ah sono
certo, la pura vista, riceverla negli occhi spezzerebbe chiunque. Ma non me! Io
l'ho fatta, la mia scuola, durissima, fatale: e mi rassegno al mio dolore.
Sonno,
che non sai travagli, non incubi
placida brezza,
raggiungici placido, Sonno potente!
Ah, salva
la calma lucente distesa sul viso!
ODISSEO
Dove
occorre quel particolare uomo, ci sono io, l'uomo giusto. Ma se c'è gara
d'onestà e valore, non trovi che mi batte in rettitudine morale. È vero, io
devo vincere, comunque: l'ho nel sangue.
Sofocle,
Filottete
…..noi
esseri umani che siamo? Spettri, impalpabile ombra.
Sofocle,
Aiace
CORO
Che
senso ha disperarti, per i gesti compiuti? Non è dato che lo stato attuale si
muti.
AIACE
Il
tempo, ritmo cosmico, immenso, germina mondi latenti. Un bagliore, e di nuovo li
affonda nel nulla.
AIACE
O
Morte, mia Morte, fissa me, adesso, fatti vicina; non importa se ti starò
accanto in eterno, di là, e potrò sempre parlarti.
A
te mi volgo, lampo che inondi di luce, Sole che cavalchi nell'aria! È la fine,
non esiste futuro.
ELETTRA
Luce innocente!
Aria, erede di uguali orizzonti
senti, che canto di morte
che vibrare di colpi
sui miei lividi seni
quando il buio del cielo
dilegua.
Notti bianche! Complice conscio
il mio amaro giaciglio, tra mura dolenti,
sa la sofferta canzone di morte
che dedico al padre.
ELETTRA
Ha confini il crimine? E quali?
Oblio freddo sui morti: è bello,
è uso che sboccia nel mondo? Ma dove?
Non vorrei l'esistenza in un simile mondo.
CORO
str.
Pullula mistero. E nulla
più misterioso d'uomo vive.
Oltre increspato mare
su folate d'autunno
corre, rete di fragori,
pista sotto arcate d'acqua. Tra dèi
l'altissima, Terra,
sempreviva, che non sa stanchezze, strema,
aratri altalenanti, ritmo di stagioni,
rivanga con forza di cavalli.
str.
E di linguaggio, d'ariose
intelligenze, di forze armonizzate
in leggi e mura, fu maestro a sè. E di rifugi
da lame di gelo sotto gli astri
impossibile vivere - e d'ostici scrosci,
infinito artista: inerte non affronta
nessun domani. Solo dal Nulla
non costruirà vie di fuga.
A malattie senza perdono scudi
ha ideato.
Sofocle,
Antigone
ANTIGONE
L'invisibile riequilibra tutto. E la sua legge.
EDIPO
ant.
Ho avuto colpe, addosso. Sì, le ho avute.
Ma non le ho cercate io. Dillo tu, dio, dillo!
Non c'era scelta mia, in quello!
Rabbia
accesa non sfiorisce: c'è la morte, e basta. I morti sono indifferenti, senza
spasimi.
ant.
Essere
colomba che s'impenna, raffica
d'ali, e trafigge le nuvole azzurre
e svetta sul duello
la pupilla mia!
CORO
str.
Chi quota d'anni crescente
sogna, e ignora ch'esistere
ha suoi equilibri, è chiaro modello
di mente contorta, eretta a tesoro.
Sì, catena di giorni che s'affolla
addensa l'esperienza
del soffrire. Serenità
ti sfuma: dove, ignori,
se sconfini in spazi
non dovuti. Ti salva la livellatrice
nell'ora che, dal Nulla, spettro della fine
mute note, ritmi fermi - appare:
morte! Ed è finita.
CREONTE
Tempo
è unico giudice del giusto.
CORO
str.
O vite vissute!
Vi calcolo, vi scavo:
e la somma è niente.
Chi, ditemi, chi sente
serenità di dio su di sé?
È meno che illusione,
e dopo l'illusione c'è tramonto.
Tu sei la mia scuola,
stanco Edipo. Tu, col tuo
inferno: non so immaginare
contentezza viva.
CORO
Passione spettrale negli occhi!
Spettrale, più d'ogni altra
che mi cadde davanti! O dolente
che ossessione t'ingabbia? Infernale
abissale zampata
scattata su vita d'inferno!
Non ti guardo la faccia, non posso!
E ho dentro infinite domande,
ansia d'avere risposte, sondarti.
Ma m'agghiacci. Tremo.