Alcune espressioni idiomatiche della lingua piemontese (fra le moltissime esistenti)
2) - Alcuni Detti, Proverbi - Curiosità
una lingua neolatina indipendente

brevissime note di un dilettante ...
... per cui non si esclude la presenza di qualche errore (questo è un eufemismo)

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sono un po' (tanto) alla rinfusa

Si dice anche


Quelle che vengono riportate qui non possono essere considerate frasi idiomatiche in quanto sono di uso meno generalizzato, e spesso hanno un senso ironico. Infatti riportiamo anche qualche comparativo del tipo di quelli visti, ma che esprimono il concetto opposto a quello dell'aggettivo usato. Ci scusiamo per il disordine con cui vengono riportate e per la loro piccola quantità, rispetto ad una antologia enorme.

  • esse an sël tòch letteralmente: essere sul pezzo. Indica l'essere in servizio, essere al lavoro. It ses-to già 'n sël tòch? = sei già sul pezzo? ovvero: sei già al lavoro? stai già lavorando?. Deriva dal linguaggio di officina.
  • ël color dj'aso cit letteralmente: il colore degli asini piccoli. Indica un colore indefinibile, "insipido", sempre detto con ironia (non un bel colore). A l'avìa un caplin color dj'aso cit, che a fasìa un pòch ësgiaj = Aveva un cappellino color degli asini piccoli che faceva un po' paura.
  • bianch coma la coa d'un merlo letteralmente: bianco come la coda di un merlo. Indica una cosa evidentemente nera, o comunque, tutto meno che bianca. Fa parte dei paragoni di uso corrente, ma con tono ironico. L'aggettivo è paragonato al suo inverso.
  • vate a caté 'n casul letteralmente: vai a comperarti un mestolo. È un modo "abbastanza" gentile per mandare qualcuno a quel paese.
  • a l'é l'ùltima roa dël cher letteralmente: è l'ultima ruota del carro, ovvero è l'ultima cosa di cui ti devi preoccupare, c'é altro di più importante.
  • grassios com na ronza letteralmente: grazioso (aggraziato) come un (ramo di) rovo, ovvero molto sgraziato e/o scostante. Ancora parte dei comparativi ironici visti, ma non così comunemente usato.
  • segret coma 'l tron letteralmente: segreto come il tuono, ovvero sicuramente conosciuto da tutti. Comparativo ironico.
  • ël rije dl'artajor cand che j'anciove a-j van a mal letteralmente: il ridere del salumiere quando le acciughe gli si guastano, ovvero si dice di quando occorre fare buon viso a cattivo gioco. simulare allegria in situazioni tragiche..
  • a l'é méj cariélo che ampinìlo letteralmente: è meglio caricarlo che riempirlo, ovvero è uno che mangia come un lupo, più di quello che potrebbe caricarsi e traportare..
  • mostré ai gat a rampié letteralmente: insegnare ai gatti ad arrampicarsi, ovvero voler dare consigli a chi ne sa molto di più..
  • esse nen bon a trové d'aqua an Pò letteralmente: non essere capaci a trovare acqua in Po, ovvero non saper fare cose semplicissime.
  • fé 'l lun-es letteralmente: fare il lunedì, ovvero essere "in mutua" a causa della bisboccia. Deriva da quando gli operai lavoravano sei giorni pieni alla settimana e venivano pagati al sabato. Spesso lo svago della domenica era l'osteria, finanziata dalla paga settimanale, e la cosa si concludeva a volte con una solenne sbornia. Il lunedì mattina, non tutti erano in grado di tornare a lavorare. L'uomo serio e responsabile era quello che poteva vantare: I l'hai giumai fàit ël lun-es.
  • da vende e da pende letteralmente: da vendere e da appendere, ovvero in abbondanza, fin che se ne vuole, e ne avanza ancora..
  • a-i son le pùles ch'a l'han la toss letteralmente: ci sono le pulci che hanno la tosse, ovvero viene detto a proposito di piccole cose a cui si dà importanza esagerata..
  • avèj la blëssa 'd l'aso letteralmente: avere la bellezza dell'asino, ovvero quando si è giovani, bene o male si è belli tutti. Compresi quelli che presto saranno irrimediabilmente brutti.
  • jë smens ëd curios letteralmente: i semi (sementi) di curioso, ovvero ...non ti riguarda..... Risposta di quando non si vuole o non si sà rispondere ai tanti perché dei bambini, ma anche , in genere, quando non si vuole rispondere alla domanda "che cosa é?. Es.: - Cos it ses butate an sacòcia? - Jë smens ëd curios! (coma dì: fate ij tò afé!).
  • andé coma na barca ant un bòsch letteralmente: andare come una barca in un bosco, ovvero non ndare un granché bene. Risposta negativa alla domanda coma a và-lo? = come va?.
  • ò ch'as arleva ò ch'as arlava letteralmente: o si rialza o si rilava, ovvero chissà cosa farà?. Relativo a tempo metereologico. Quando tende a schiarire, si dice che le nuvole si alzano o rialzano (arlevé), ma potrebbe riprender a piovere (arlavé = rilavare).
  • pisté l'aqua ant ël morté letteralmente: pestare l'acqua nel mortaio, ovvero fare una cosa inutile, fare un buco nell'acqua
  • pitòst che la ròba a vansa, ch'a chërpa la pansa letteralmente: piuttosto che la roba avanzi, che crepi la pancia., ovvero non lascire che nulla vada sprecato, a qualunque costo. Altro detto che viene dal periodo di vita grama, quando avanzare qualcosa che domani non ci sarebbe più stato pareva un'enormità.
  • avansé mach ij pé fòra dal lét letteralmente: avanzare solo i piedi fuori dal letto., ovvero non avanzare nulla, consumare tutto.
  • roa dëscàussa letteralmente: ruota scalza (senza cerchio di ferro)., ovvero persona sprovveduta, senza mezzi adatti.
  • ant la guardaròba dij can letteralmente: nell'armadio dei cani., ovvero abbandonato per terra.
  • s-cianca frità letteralmente: strappa frittate., ovvero discolo.
  • ai temp dël mila doi e més letteralmente: ai tempi del mille due e mezzo., ovvero tanto tempo fà, roba passata.
  • cand ij giari a l'avìo ij sòco letteralmente: quando i topi avevano gli zoccoli., ovvero un tempo molto lontano, nelle leggende del passato.
  • a Turin a l'han rangià fin-a cola dël bur letteralmente: a Torino hanno risolto persino quella del burro., ovvero tutto si aggiusta. Segue da un aneddoto raccontato come vero, da un episodio clamoroso di mancanza di burro a Torino (storicamente il burro, in Piemonte, è sempre stato condimento e mezzo per cucinare essenziale, al posto dell'olio).
  • nen savèj quanti pé a intro ant n' ëstival. letteralmente: non sapere quanti piedi entrano in uno stivale., ovvero essere decisamente ignorante, essere poco sveglio.
  • l'armanach a marca patele. letteralmente: il calendario indica botte., ovvero ... se continui così te le prendi.
  • avèj j'euj fodrà 'd sautissa. letteralmente: avere gli occhi foderati di salsiccia., ovvero non vedere quello che si ha davanti. oppure non capire situazioni facili, essere facilmente ingannabile.
  • buté 'n papin s'na gamba 'd bòsch. letteralmente: mettere un impacco su una gamba di legno., ovvero fare una cosa inutile. oppure usare un rimedio assolutamente insufficiente al bisogno.
  • resté an sël pavé. letteralmente: rimanere sul selciato., ovvero perdere il lavoro. oppure rimanere sul lastrico.
  • buté 'l cher anans ai beu. letteralmente: mettere il carro davanti ai buoi., ovvero fare cose intempestive.
  • pende la saraca. letteralmente: appendere l'acciuga., ovvero fare economia fino all'osso. Per non mangiare solo pane, si appende al soffitto con un filo una acciuga e gli si batte contro con un pezzo di pane, che prende qualche microscopico frammento di acciuga. Finché questa dura non se ne mette un'altra.
  • dé 'd patele ant la saraca. letteralmente: dare botte nell'acciuga. , ovvero, come sopra, fare economia fino all'osso. Altro modo di dire analogo a sopra. Per non mangiare solo pane, si appende al soffitto con un filo una acciuga e gli si batte contro con un pezzo di pane, che prende qualche microscopico frammento di acciuga. Finché questa dura non se ne mette un'altra.
  • guasté la porà. letteralmente: rovinare la minestra di porri., ovvero rompere le uova nel paniere, far fallire un progetto. Questo è uno dei tanti modi di esprimere il concetto.
  • plé na pules për vend-ne la pél. letteralmente: pelare una pulce per venderne la pelle., ovvero approfittare di ogni inezia per averne un vantaggio, essere "pidocchioso" all'inverosimile..
  • dé la pignata an goerna al gat. letteralmente: dare la pentola da sorvegliare (in sorveglianza) al gatto., ovvero andare nella bocca del lupo, fidarsi di chi è inaffidabile..
  • fé set pass an 's na pianela. letteralmente: fare sette passi su di una mattonella (per ogni mattonella del pavimento)., ovvero procedere con lentezza esasperante, non sbrigarsi a fare qualcosa.. Ha un senso di disapprovazione, sottolinea una lentezza esagerata.
  • butésse j'òss a baron. letteralmente: mettersi le ossa a mucchio., ovvero ammazzarsi di lavoro.. Da notare che "a baron" vuole anche dire "in malora".
  • conté dla rava e dla fava. letteralmente: raccontare della rapa e della fava., ovvero chiacchierare del più e del meno, fare chiacchiere senza venire al dunque..
  • fésse brusé j'euj con le siole dj'àotri. letteralmente: farsi bruciare gli occhi con le cipolle degli altri., ovvero prendersi impicci non dovuti, andarci di mezzo in grane altrui..
  • avèj trovà la smens dij gratacuj. letteralmente: aver trovato i semi della rosa canina (gratta-culo in piemontese)., resa in italiano con aver scoperto l'acqua calda..
  • avèj batù (la testa) (da cit) an s'na pera bleuva. letteralmente: aver battuto (la testa (da piccolo) su una pietra blu. (in piemontese il blu ha un femminile)., ovvero essere fuori di testa, essere scemo..
  • capon che a veul canté da gal. letteralmente: cappone che vuole cantare da gallo., ovvero presuntuoso..
  • arsèive un servissial. letteralmente: ricevere un clistere., ovvero essere ingannato..
  • avej tranta dolor e na sfita. letteralmente: avere trenta dolori e una fitta., ovvero essere pieno di malanni.. Detto in tono canzonatorio di chi si lamenta sempre per i suoi acciacchi.
  • tiré dë sfris. letteralmente: tirare di sfregio., ovvero satireggiare..


Proverbi


Come in ogni dove, anche in Piemonte vi è una fioritura di proverbi e palate di antica saggezza. Come sempre qui riportiamo giusto qualche esempio, che non pretende neppure di essere particolarmente significativo.

Na cativa lavandera a treuva mai na bon-a pera. Letteralm. Una cattiva lavandaia non trova mai una pietra buona.. Come dire che quando non si vuole o non si sa fare un lavoro, si trovano sempre scuse per dire che non si può.

Massé la gent e gavé la fiòca: doi mesté ch'a servo a gnente. Letteralm. Ammazzare la gente e togliere la neve: due mestieri inutili.. Come dire che spesso basta aver pazienza e tutto si risolve naturalmente, senza fare cose di cui ci si potrebbe pentire.

Ògni uss a l'ha sò tabuss. Letteralm. Ogni uscio ha il suo battacchio. Come dire che in ogni casa, in ogni situazione vi sono dei problemi. Nessuno può pensare di non averli e nessuno può pensare che altri non ne abbiano.

A l'é méj n'aso viv che 'n dotor mòrt. Letteralm. È meglio un asino vivo che un dottore morto. Come dire che inon bisogna rischiare cose importanti per ottenere quello che vale di meno.

Për gnente gnanca ij can a bogio la coa. Letteralm. Per niente neppure i cani muovono la coda. Come dire che non si può contare sul fatto che qualcuno dia qualcosa senza volere niente in cambio.

Pan e nos, mangé da spos. Nos e pan, mangé da can. Letteralm. Pane e noci è un mangiare da sposi. Noci e pane è un mangiare da cane. Come dire che pane e noci è un ottimo accostamento, ma occorre mangiare più pane che noci. Più noci che pane è mangiare da cane. (in realtà è altrettanto buono, ma per togliersi la fame viene a costare troppo). Il proverbio viene da quando la miseria era grande.

Chi bél a veul ëvnì, quaicòs a l'ha da sufrì. Letteralm. Chi bello vuol venire, qualcosa deve soffrire. Come dire che non si può ottenere qualcosa senza l'impegno necessario.

Santa Lussia cèra, tuti ij mèis as vëdd për tèra. Letteralm. Santa Lucia chiara, tutti i mesi si vede la terra.. Immancabile proverbio metereologico, del periodo in cui in Piemonte nevicava abbondantemente (pre effetto serra). Se il giorno di Santa Lucia è una bella giornata, nevicherà poco, al punto che ogni mese sarà possibile veder spuntare la terra da sotto la neve.

Se a fiòca an sla feuja, l'invern a dà pòca neuja.. Letteralm. Se nevica sulla foglia, l'inverno da poca noia.. Altro proverbio metereologico. Se nevica presto, prima che siano cadute tutte le foglie, sarà un inverno mite.

Méj frusté scarpe che linseuj.. Letteralm. Meglio consumare scarpe che lenzuola.. Ovvio il significato: è meglio dover camminare che dover stare a letto.

Chi a deurm con ij can as àussa con le pùles.. Letteralm. Chi dorme con i cani si alza con le pulci. Come dire che non si può non essere in qualche modo coinvolti dalle proprie frequentazioni..

Sovens chi a l'ha da dé a ciama.. Letteralm. Spesso chi ha da dare chiede. Come dire che spesso sono proprio i ricchi che si comportano da poveracci..

Mach ij còj a son cheuit e bon ampressa. Letteralm. Solo i cavoli sono cotti e buoni in fretta. A fare le cose ci vuole il suo tempo. Versione piemontese del detto :Presto e bene raro avviene.

L'aqua a va tuta an Pò.. Letteralm. L'acqua va tutta in Pò. Piove sul bagnato, i soldi vanno sempre a finire dove ce ne sono già tanti.

As ciapa pì ampressa un busiard che un sòp.. Letteralm. Si prende prima un bugiardo che uno zoppo. Come dire che le bugie non fanno molta strada.

Chi bin as ancamin-a,.. a l'ha 'ncora tut ël travaj da fé.. Letteralm. Ci ben comincia,... ha ancora tutto il lavoro da fare.. Come dire che non basta incominciare bene se non si persevera fino alla fine del lavoro.

Tre còse dolorose ant na famija: ël fornel ch'a fuma, 'l cuvercc ch'ha pieuv, la fomna ch'a crìja.. Letteralm. Tre cose dolorose in una famiglia: il fornello che fa fumo (in casa), il tetto (da cui) piove, la moglie che strilla.. Interpretazione molto evidente.

Le madòne a stan bin mach ant ij quàder.. Letteralm. Le madonne stanno bene solo nei quadri.. Segue dal doppio significato della parola "madona", che traduce tanto la "Madonna" come la "suocera". Le Madonne dei quadri vanno bene in casa, le suocere, in casa, non vanno così bene.

Chi a l'ha fàit ij proverbi a l'ha fàje giust.. Letteralm. Chi ha fatto i proverbi li ha fatti giusti.. Spassionato omaggio alla saggezza popolare.

Chi a l'é lest a mangé a l'é lest a travajé. Letteralm. Chi é veloce a mangiare è veloce a lavorare. Apologia dell'efficientismo, suggerita anche dalla scarsezza di cibo.

Vardeve dai bulo, dai cavaj ch'a arculo, da l'eva dij gheu, da j'arme da feu. Letteralm. Guardatevi di gradassi, dai cavalli che rinculano, dall'acqua delle pozze (satgnante), dalle armi da fuoco. Saggia massima per insegnamento ai giovani.

J'aso 'd Cavour a-i é gnun ch'a-j lauda, as laudo da lor.. Letteralm. Gli asini di Cavour c'è nessuno che li loda, si lodano da loro (stessi). Rivolto a ridimensionare chi si loda.

A fésse graté da j'àutri, ... a grato mai andova a smangia.. Letteralm. A farsi grattare dagli altri, ... non grattano mai dove prude. Non sperare che gli altri possano risolvere bene i tuoi problemi.

A venta nen déje n'escopass a tute le mosche ch'a passo.. Letteralm. Non bisogna dare una sberla a tutte le mosche che passano. Occorre avere un po' di tolleranza e non reagire male per ogni nonnulla.

Attenzione alle parole simili


Riportiamo alcune parole italiane (o non italiane ma in uso presso gli italiani) che sono uguali o molto simili a parole piemontesi, ma che nelle due lingue hanno significati completamente diversi. (Giusto qualche esempio).
In italiano che è: In piemontese significa
pera il frutto del pero pera pietra, sasso
brusco improvviso, senza preavviso brusch acido (aggettivo)
magna mangia! a Roma opp. grande (una volta, a Roma) magna zia
barba famosi peli barba zio (masc.) oltre che i famosi peli (femm.)
baby bambino (all'inglese) babi rospo
sette celebre numero set-te siediti
bona romanesco per "buona" bòna multa
roca rauca, voce non pulita ròca roccia
nata dal celebre verbo "nascere" nata tappo
rapa un rispettabile ortaggio rapa grappolo
mare dove vanno i fiumi mare madre
stop fermo all'inglese stop tappato, turato, ostruito
masnada branco di facinorosi masnà bambino
biro noto mezzo per scrivere biro tacchino

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Occhio alle vocali "o, ò, u"


La parola bota si legge / but& / e vuol dire bottiglia
La parola bòta si legge / bot& / e vuol dire botta, percossa
La parola buta si legge / b[ue]t& / e vuol dire metti (imperativo pres. 2^ pers. sing. del verbo mettere).

La parola col si legge / cul / e vuol dire quello, quel
La parola còl si legge / col / e vuol dire collo
La parola cul si legge / c[ue]l / e vuol dire culo, fondoschiena (usato in piemontese con meno malizia che in italiano).

Parole piemontesi non traducibili con una sola parola italiana


Vi sono parole, in Piemontese, che non hanno una corrispondente parola italiana, ed il loro significato preciso può essere illustrato in italiano con più parole. Ne riportiamo solo alcuni esempi. Di queste ve ne sono che in italiano hanno una parola che le "approssima" e che indichiamo.

Parola Approx. Significato preciso
Baudëtta scampanìo suono di campane a festa e a distesa, classico delle grandi feste
Bëscheuit ----- castagne fatte seccare nel forno
Fosoné rendere avere un'ottima resa, essere ben utilizzato / utilizzabile
Sguré pulire pulire sfregando energicamente
Magoné rimuginare, affliggersi affliggersi in silenzio, avere tristezza e rimpianti tenuti per sé
Mitoné ----- cuocere a fuoco molto lento
Cràcia sporcizia sporco attaccaticcio da raschiare
Sbiriaté cacciare cacciare con l'uso della forza bruta

Corrispondenze tra parole piemontesi e parole inglesi


Vi è un discreto numero di parole, in Piemontese, molto simili alle corrispondenti parole in Inglese, ma con radice differente dalle relative parole italiane. Spesso vi è una parola francese , in uso o magari già in disuso, che fà da ponte.
Questa lista deriva dal lavoro sul dizionario Inglese - Piemontese, e dunque si trova in ordine "quasi" alfabetico (salvo la prima parte), ed è destinata ad allungarsi, man mano che il lavoro sul detto dizionario continua. È chiaro che non "tutte" le parole di questo tipo sono riportate.

Inglese = Italiano Piemontese = Italiano parola Francese
to abridge = abbreviare, ridurre abresé = riassunto abréger
artichoke = carciofo articiòch, arciciòch = carciofo artichaut
marauder = predatore maroda = depredazione, rubacchata marauder (vrb.)
brow = ciglio, orlo broa, brova = ciglio, orlo -----
sabre = sciabola saber = sciabola sabre
sabreur = sciabolatore sabreur = sciabolatore -----
flatterer = adulatore flateur = adulatore flatteur
to flatter = adulare flaté = adulare flatter
to tumble = cadere tombé = cadere tomber
cheerio = un saluto generico cerea = un saluto generico -----
address = indirizzo adressa = indirizzo adresse
to reproach = rimproverare arprocé = rimproverare reprocher
alley = viale lèja, alèja = viale allée
armourer = armaiolo armuré = armaiolo armurier
atlas = atlante atlass = atlante atlas
aubergine = melanzana obergin-a = melanzana aubergine
to await = aspettare a l'avait = in agguato -----
amenable = riconducibile armnàbil = riconducibile ramener (vrb.)
to amuse = divertire amusé = divertire amuser
debauchery = dissolutezza dësbàucia = dissolutezza débauche
badinage = scherzo badinagi = scherzo badinage
to brave = affrontare, sfidare bravé = sfidare, affrontare braver
ballast = massicciata balasta = massicciata (ferrovia). ballast
counter = sportello di cassa contuar = sportello di cassa comptoir
tanning = concia tanagi = concia tannage
barouche = calesse barocc = calesse -----
barnacles = occhiali baricole = occhiali -----
bassoon = fagotto (mus.) basson = fagotto basson
vulture = avvoltoio voltor = avvoltoio vautour
bind = nastro, bordo di vestito bindel = nastro (per vestiti) bande
bonnet = berretto, etc, bonet = berretto bonnet
bran = crusca bren = crusca bran
brand = tizzone brandon = tizzone -----
bray = raglio (di asino) braj = raglio d'asino -----
broach = spiedo bròcia = spiedo brochette
buck = caprone boch = caprone -----
to budge = muoversi bogé = muoversi -----
busk = stecca, bacchetta busca = bastoncino, filo di paglia -----
chagrin = dispiacere sagrin = dispiacere, preoccupazione chagrin
chaff = (anche) roba senza valore ciarafa = roba senza valore -----
chit = bambino/bambina cit = bambino (cita = bambina) -----
clause = clausola (anche) clause = clausola (anche) -----
cocoon = bozzolo cochet = bozzolo cocon



indice avanti avanti casa


lago4
Il lago Tempesta Nell'alta valle Maira