MONTE COGLIANS mt.2.780 (Alpi Carniche) Più in alto di così non si
può. Ogni volta che mi
metto a scrivere un racconto sulla nostra montagna, inevitabilmente mi viene
da sorridere, pensando a quante volte, da bambino ( non che adesso sia grande
), l’ho detestata. Infatti, durante l’estate, ho frequentato per alcuni anni,
diverse colonie parrocchiali nelle località di Ovaro, Mione, Rigolato e per
ultimo Pierabech, anche se devo dire, che quest’ ultima esperienza mi è
piaciuta di più delle precedenti forse dando il via a questa mia passione.
Logicamente Ovaro, Mione, Rigolato e Pierabech, sono dei paesi che ora adoro,
ma probabilmente quando ero bambino, le vedevo come delle località imposte e
per tale motivo mi risultavano antipatiche. Ogni volta era una angoscia.
Detestavo stare lontano da casa e quindi facevo di tutto per ritornarci.
Proprio il contrario di adesso, che vivrei ogni attimo a contatto con lei,
vivendola intensamente in ogni istante. Ed è proprio nell’ambiente delle Alpi
carniche , lo stesso che ho iniziato a frequentare da piccolo, che cercherò
di accompagnarvi, raccontandovi e descrivendovi l’itinerario dell’escursione,
che assieme a mio figlio Marco e ai soliti amici, Giannino e Max, detto anche
il “MELA”, sopranome affidatogli a causa della sua attività lavorativa, ho
effettuato in settembre dello scorso anno, con meta lo stupendo Monte
Coglians, che con i suoi 2.780 metri è il più alto monte del Friuli Venezia
Giulia. Partiamo nel primo
pomeriggio raggiungendo il Rifugio Tolazzi a metri 1.350 sito a Collina di
Forni Avoltri (UD). ( Volendo si può arrivare anche con la corriera di
Linea). Pochi minuti per prepararci e ci incamminiamo per la strada forestale
C.A.I. nr.143 che ad un bivio ci porta in direzione del Rifugio Marinelli (
Sentieri segnlati nella carta topografica TABACCO 1/25.000 nr.09, Alpi
Carniche ) ammirando dei paesaggi incantevoli e rilassanti dove predomina il
verde contrastato dai colori dell’autunno e il grigio delle rocce. Camminiamo
per circa due ore in un ambiente rilassante passando a fianco di una
bellissima malga ed osservando il calare lento del sole alle nostre spalle,
fino ad arrivare , dopo circa due ore , alla prima meta della nostra
escursione , il Rifugio Marinelli, che sorge proprio alle pendici delle rocce
a metri 2.122. Siamo rilassati e stanchi, ma lo spettacolo a cui possiamo
assistere ci ripaga di tutto. Il tramonto che si imprime all’orizzonte è
fantastico e carico di colori forti e a noi non resta altro che contemplarlo
in attesa di una buona cena al Rifugio. Scattiamo qualche foto ed siamo
seduti per la cena. Il Rifugio è meraviglioso e il suo ambiente ci da il
calore della montagna, il tempo della cena trascorre simpaticamente, con
battute, scherzi e grandi risate, accompagnate dalla cortesia e schiettezza
della titolare Caterina che cambia totalmente il sopranome del Max in
“PICCOLO FUSCELLO”, essendo lo stesso poco propenso al mangiare (POCO!!!!!) e
cerca di far tornare la memoria al caro Giannino il quale non si è ancora
convinto, o non vuole convincersi che non ci sono salsicce nel menù,
continuando ripetutamente ad ordinarle. Il tempo è passato velocemente e ci
ritroviamo pronti per andare a dormire nella ospitale camerata del Rifugio.
Qualche minuto per decidere i posti strategici sui letti a castello e siamo
pronti per affrontare la notte. La notte passa velocemente, anche perché
abbiamo dormito ben poco, causa il “SEGARE DEI TRONCHI” (più comunemente
detto russare) di qualcuno ( a caso “MAX” ) ed i conseguenti commenti
scherzosi che si ingeneravano a causa di tale “LAVORO”. Poco prima dell’alba
ci alziamo, così abbiamo la possibilità di assistere anche a quel
meraviglioso spettacolo che accende i colori della giornata. Stiamo per
partire, ma “SELVA”, un bellissimo pastore tedesco di proprietà di Caterina ,
le chiede a suo modo un qualche cosa abbaiando. Caterina di rimando ci chiede
se ce la sentiamo di portare Selva con noi fino alla cima del Coglians ( in
realtà sarà Selva che porterà noi alla cima del Coglians ). Accettiamo la proposta
e Caterina comunica a Selva l’approvazione, scatenando nella stessa una
reazione gioiosa. Tempo di far colazione e ci mettiamo in marcia con a capo
proprio Selva, seguendo sempre il sentiero nr.143 (ben segnalato) a destra
del Rifugio stesso e comunque i direzione Nord-Ovest. Il sentiero si snoda in
un primo tratto in cresta regalandoci dei meravigliosi panorami. La giornata
è bellissima anche se un leggero vento freddo si fa sentire fastidiosamente.
Il sentiero si innalza abbastanza lentamente fino a quando si inoltre nel
grande canalone ghiaioso, che attorniato dall’ambiente roccioso, assume un
fascino particolare. Dall’inizio del canalone l’escursione diventa un po’ più
impegnativa e faticosa, ma comunque, con un po’ di prudenza, fattibile a tutte
le categorie di escursionisti. Mentre saliamo lentamente verso le boccette,
nasce la frase di rito di MAX “MA SIAMO OBBLIGATI?!!!!”. Frase che
accompagnerà ogni nostra escursione. Selva procede spedita per il sentiero
fermandosi di tanto in tanto per attenderci. Ha degli occhi che sembrano
parlare, delle espressioni che non necessitano della parola. In circa due ore
di lento, ma inesorabile cammino, siamo ai piedi delle boccette. Superate
quest’ultime, dove bisogna fare un po’ di attenzione sia per arrampicare (I°
grado), sia per il pericolo di caduta sassi dalla vetta, ( si consiglia il
caschetto ) ci troviamo davanti alla campana che indica la vetta ed il primo
a suonarla è MAX con Marco. Dalla vetta possiamo ammirare un panorama a 360°
che comprende l’Austria, il Veneto, la Marmolada. Il cielo è bellissimo a
2.780!!! Ci fermiamo estasiati ad ammirare quello spettacolo a cui non mi
abituo mai e che potrete ammirare dalle foto di seguito pubblicate. Giudicate
voi!!! Ogni escursione ha delle particolarità che mi lasciano incantato, che
mi fanno pensare immediatamente ad organizzare una nuova escursione, per
rivivere nuove emozioni, semplici, umili per arrivare in questi luoghi del
nostro Friuli davvero invidiabili, facendo tesoro di questo silenzio colorato
da colori intensi, caldi, dai disegni di queste montagne sul cielo azzurro,
della gioia delle cose semplici, del gustare un panino e una birra, dal
sorriso di un amico, dalla felicità di un figlio, cose vere che imprimono
veramente l’anima di chi ama la montagna. Anche Selva, con i suoi occhi che
parlano e il suo attendere delle persone, che non conosce, che non ha mai
visto prima d’ora, ma che come lei amano salire fino lassù, in quella che è
la montagna, ci ha insegnato qualche cosa. Selva osserva anche lei il
panorama stando vicino ad ognuno di noi, come farebbe un bambino e riesce
nuovamente a stupirci!!! Poco prima di arrivare in vetta avevamo notato Selva
che si fermava nei pressi di u piccolo bivacco ricavato nella roccia,
raccogliendo con la bocca una scatoletta di carne e mangiandone il contenuto.
Probabilmente, qualcuno che conosce molto bene le sue abitudini, gli ha fatto
un regalo, ma il bello sta nel fatto che selva, prima di iniziare a scendere
verso valle, rientra nel bivacco e presa la scatoletta vuota la porta con se
fino al rientro al rifugio, consegnandola, euforicamente a Caterina. Anche questa
escursione lentamente è finita. Lentamente siamo ritornati al rifugio
Tolazzi, cercando come ogni volta di immagazzinare nella nostra mente tutti
questi ricordi che non possono far altro che bene, ma purtroppo, giunti a
casa, ci rendiamo subito conto di quanto poco tempo ci voglia per passare
dalla felicità alla tristezza totale, il tutto per mano dell’essere umano.
Non aggiungo altro, scrivendo per memoria, solamente la dat. Rifugio Marinelli –
Monte Coglians, 10 – 11 settembre 2001.
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