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Monte Amariana, traversata Est-Ovest. Ricovero Forcella, Rifugio
Plan d’Aiars, Cuel Noglars, Forca del Cristo. Cronaca
con le immagini e descrizione dettagliata, dell’escursione al Monte Amariana.. (Prealpi Carniche) Sembra quasi una
magia, ma inevitabilmente lo spunto per iniziare il racconto di una nuova
escursione, parte dal guardare il mio
inseparabile bastone che mi accompagna in ogni nuova escursione. Il guardare
i nuovi intagli aggiunti nell’escursione , mi fa rivivere emozioni, ricordi e
riflessioni su quanto l’escursione stessa mi ha regalato, staccando ogni
volta la mia mente dalla realtà facendola volare in questi meravigliosi
momenti vissuti in montagna. Ed è in questi “voli” che i pensieri, le
riflessioni, i ricordi, le paure, e la stanchezza nelle gambe diventano
racconto. L’idea di questa
escursione era nata semplicemente ,per caso, mentre con Roberto stavamo
facendo quattro chiacchiere (anche otto ) sulla nostra meravigliosa Montagna.
L’8 dicembre ormai era diventato un appuntamento al quale dovevamo esserci e
di tanto in tanto ce lo ricordavamo a vicenda, quasi a voler esorcizzare
qualsiasi rischio che ci avesse potuto far rinunciare all’escursione ormai
fissata nella nostra mente. Ed eccoci pronti.!
Sabato 7 dicembre 2002. L’appuntamento è fissato al ristorante al “FUNGO” di
Gemona del Friuli, il tempo di un caffè e siamo già sulla strada per Amaro,
dove in prossimità del ponte sul fiume Fella (Seguire la strada verso Amaro,
poco dopo il, ponte sul Fella, si gira la prima strada a destra dopo il ponte
e dopo essere passati due volte sotto l’autostrada, si trova l’inizio del sentiero
a quota 250 mt. Ponte sul rio Favarinis.(Cartina di riferimento “TABACCO”
foglio 013, scala 1:25.000) . Ormai ci
siamo !!! Gli zaini sono carichi di peso e di entusiasmo. Sono le le 14.00 si
parte!! Imbocchiamo il sentiero C.A.I. nr.415 che inizia subito a salire
ripido in un bellissimo bosco dipinto con i colori dell’inverno illuminato con una stupenda luce dal sole.
All’inizio del sentiero, come in un quadro caratteristico, scende una cascata
dai meravigliosi colori creando una armoniosa e rilassante musica che si
riversa in un piccolo laghetto che si forma ai suoi piedi di un colore verde
smeraldo. Si sale lentamente,
mentre la montagna questa volta ha deciso di parlarmi attraverso le mie
gambe che sentono tutta la fatica
costringendomi spesso a fermarmi ed è in questi momenti che riesco ad
accorgermi di quanto è bello tutto quello che mi sta attorno. Davanti ai
nostri occhi si aprono dei panorami a dir poco stupendi, in una giornata resa
particolare anche dal caldo, che per il mese di dicembre è inusuale. Eppure
quassù ci siamo solo io e Roberto. Sembra quasi impossibile che in paesaggi
come questo non ci sia gente e su questi paesaggi e su progetti fantastici
liberiamo le nostre menti lasciandole volare nel cielo della fantasia,
accompagnate dal rumore dei nostri passi sul tappeto di foglie che sta sul
sentiero .Ed è proprio parlando ed ascoltando quella musica ritmata dai
nostri passi sulle foglie, che non ci accorgiamo nemmeno del tempo che passa,
ma la nostra mente viene risvegliata dall’apparizione di un casolare abitato
da una persona anziana. Bellissimo!!! Ed è su questo casolare che ci
soffermiamo per fantasticare nuovamente sui vari usi che ne avremmo fatto se
fosse nella nostra disponibilità. Paragoniamo altre realtà nazionali con la
nostra e già con la mente troviamo una giusta collocazione di quel casolare
per far conoscere ala gente questi meravigliosi luoghi. Ripartiamo con il
nostro cammino, seguiti dallo sguardo di un bel esemplare di pastore tedesco.
Il sentiero sale lentamente , ma senza mai lasciarmi un po’ di tregua alle
gambe,che purtroppo non ho allenato. Roberto invece sembra volare. Si è fatto
buio e dopo tremila soste (logicamente mie) vedo Roberto venirmi incontro
senza zaino. Ci siamo il Rifugio FORCELLA è lì a pochi passi. Deve dire la
verità, nell’ultima sosta ho provato sulla mia pelle cosa voglia dire
lasciarsi andare, abbandonarsi alla stanchezza. Vi garantisco che era una
situazione di cui avevo sentito parlare tanto, ma non credevo fosse così dura
e cruda. Una sensazione quasi di rilassamento totale che ti fa assopire
nonostante il freddo. Percorro l’ultimo tratto di sentiero quasi volando ed
eccomi lì davanti alla mia “Reggia” di pietra, Stupenda, rustica, senza luce,
proprio come piace a me, mentre nel cielo brillano con un effetto quasi
fantastico un infinità di stelle. All’interno c’è un bellissimo camino e dopo
aver raccolto la legna riusciamo ad accenderlo illuminando di una luce magica
il Rifugio. Roberto si dimostra subito un esperto fuochista creando una fiama
che emana calore solo a vederla. Fa freddo, scaldarmi mi sembra una cosa
quasi impossibile, ma dopo un sorso di grappa “furba”, tutto cambia anche
grazie al fuoco che oramai ha fatto il suo dovere. Ed eccoci pronti per una
cena degna di un ristorante con il seguente “menù”. Frico con polenta;
bocconcini di manzo “ubriacati”, il tutto accompagnato da un Chianti e
Dolcetto d’Alba e, per finire, castagne. Che ne dite? Non male vero?. E
seduti attorno al focolare continuiamo a parlare della nostra Montagna, fino
a quando la stanchezza si fa sentire. Il freddo è pungente ed entra anche
attraverso i sacchi a pelo. La not trascorre veloce e alle cinque e mezza
siamo già svegli. Il tempo di mettere a posto i sacchi a pelo negli zaini, di
dare una sistemata al Rifugio e già siamo pronti per metterci in marcia.
Continua a fare freddo, ma nulla ci
ferma e la nostra marcia nel buio, diventa ancora più affascinante.
Proseguiamo sulla sinistra del Rifugio sempre sul ripido sentiero C.A.I. nr.415
( molto ben segnalato sugli alberi circostanti). Camminiamo alla luce della
pila frontale di Roberto che si dimostra un espertissimo conoscitore di
queste Montagne e quasi in due ore possiamo ammirare, dopo tanta fatica, la
cresta che ci porta all’antecima del monte Amariana. Dalla stessa possiamo
finalmente ammirare un’alba meravigliosa con i suoi tipici colori, mentre nei
paesi sottostanti brillano le luci rendendo lo scenario ancora più magico. Un
suggestivo sentiero in cresta ci porta fino nei pressi del Rifugio Plan
d’Aiars, dove facciamo una piccola sosta ristoratrice, ammirando questo
piccolo, ma accogliente Rifugio che consiglio come “punto di tranquillità”,
all’interno c’è tutto. Ci ritroviamo all’interno del Rifugio ( dove c’è la
possibilità di fare fuoco e dormire ) con altri escursionisti che come noi
stanno andando verso l’Amariana per partecipare alla festa. Il tempo di
quattro chiacchiere e si riparte trovando la prima neve che ci accompagnerà
sempre più consistente creando una paesaggio incantevole, fino ad arrivare alla
Forca del Cristo, dove , viste le condizioni meteorologiche e la presenza di
ghiaccio e neve, decidiamo di terminare in parte questa meravigliosa
escursione, decidendo di scendere verso Amaro . Quindi non senza fatica da
parte mia, affrontiamo un sentiero attrezzato , con l’ausilio dei ramponi .
Scendo lentamente, non avendo mai usato i ramponi e trovandomi in difficoltà
, ma nonostante tutto, grazie all’esperienza e ai consigli di Roberto,
arrivo al sentiero normale dove
scendiamo fino ad arrivare ad Amaro. E siamo così giunti alla conclusione di
una nuova escursione in un ambiente che consiglio a tutti di visitare dove il
anche il silenzio ha la sua musica. Circa dieci ore di cammino in un
ambiente dai colori forti e rilassanti
nel mezzo a stupendi panorami su fiumi e laghi, cancellano qualsiasi fatica
regalando emozioni che si imprimono nella memoria per sempre. |