LA   CICALA E LE FORMICHE   

                           

Era un giorno d'inverno, la neve aveva ricoperto i prati e sulla terra era calato un gran silenzio, l'unico rumore era uno strano gorgoglio che veniva dal mio povero stomaco vuoto, e sugli alberi purtroppo non era rimasta neanche una foglia. Le formiche intanto stavano asciugando il loro grano che si era bagnato, e come sempre si davano un gran daffare, io sempre più debole e affamata pensai di lasciare da parte l'orgoglio e .......  io .......... una grande artista della musica solista, mi abbassai a chiedere un pezzo di pane.

- No e poi no, visto che tu durante l'estate non hai raccolto le provviste come tutti. -

- E' vero, ma io non ho avuto il tempo, dovevo cantare melodiosamente. -

 Fu a questo punto che subii la più grande umiliazione della mia vita! Quelle incompetenti, mi risero  in faccia, e mi dissero: -  Bene se d’estate hai cantato, adesso che è inverno balla!   Ahh!! Ahh!!

Che insensibili, che ignobili egoiste sono le formiche non mi sarei mai aspettata che mi trattassero con tanto disprezzo, ma possono stare sicure che mai più canterò e suonerò per loro...anche perché .....l'estate è così lontana...il mio stomaco così vuoto...chissà se sopravvivrò....

 

 

La cicala e le formiche

D’estate una cicala canterina

Cantava con la rima

Che però d’inverno non le veniva

Perciò alle formiche un po’ di grano lei chiedeva.

“tu in estate canti, mentre in inverno ti lamenti,

ora che non hai niente da mangiare

non ti resta altro che ballare!”