CIVILTA' PRECOLOMBIANE
L'astronomia delle civiltà precolombiane aveva uno scopo prevalentemente legato alla vita religiosa e sociale.
Gli astri venivano osservati per controllare i calendari, per prevedere fenomeni che potevano essere interpretati come negativi per la casta regnante, per individuare date importanti per riti religiosi. L'astronomia era quindi più vicina all'astrologia che non ad una scienza come la intendiamo al giorno d'oggi; gli "astronomi" erano infatti dei sacerdoti, appartenenti quindi alla casta che di fatto deteneva la cultura ed il potere.
Per tutte le popolazioni precolombiane era importante la costellazione delle Pleiadi: Maya, Aztechi ed Incas compirono attenti studi su questo ammasso di stelle e legarono il loro movimento a date fondamentali nella loro vita sociale e religiosa.
Dai Codici Maya ed Aztechi e dagli scritti spagnoli emerge il fatto che tali popoli conoscevano anche la costellazione dello Scorpione, l'Orsa Maggiore, l'Orsa Minore, la Stella Polare, la costellazione del Centauro, la stella Canopo e la Via Lattea.
LO ZODIACO
Sono ancora aperti i dibattiti sull'argomento zodiaco: troppo poche e poco chiare sono infatti le testimonianze che lo riguardano. Alcuni studiosi in materia sostengono che nel Codice di Parigi, scritto Maya, le file di animali presenti rappresentano le varie costellazioni zodiacali. In questo documento si possono vedere un avvoltoio, un uccello, una testa di morto, un serpente a sonagli, una tartaruga, uno scorpione, due pecari (maiali selvatici), una rana ed un cervo.
I due pecari potrebbero rappresentare la costellazione dei Gemelli, mentre lo scorpione rappresenta la costellazione omonima.
Problemi interpretativi nascono invece per gli altri animali: la tartaruga per esempio viene identificata con la parte centrale della costellazione di Orione, ma questa non è una costellazione zodiacale. Il problema può essere risolto considerando il fatto che è una delle "case lunari", la Luna cioè nel suo movimento attraversa anche questa costellazione.
Quindi si potrebbe i Maya avevano uno zodiaco proprio, visto come sequenza di "case lunari", in parte diverso da quello utilizzato al giorno d'oggi.
LE COMETE
L'apparizione di una cometa nel cielo era vista da tutti i popoli mesoamericani come un messaggio di sventura, segno dell'avvicinarsi di una disgrazia.
Gli Aztechi ne erano terrorizzati, poiché credevano che le comete generassero fulmini letali e orrende fiamme che colpivano gli esseri mortali. Anche Maya ed Incas le temevano, inoltre sembra che il passaggio della cometa di Halley nel 1531 annunciò all'ultimo inca Atahualpa la fine sua e del suo grande impero.
Purtroppo lo scempio compiuto dai conquistadores spagnoli non ci ha fatto pervenire documenti sui quali questi popoli, Maya soprattutto, avevano registrato le loro osservazioni.
LE ECLISSI
Le eclissi sia di Luna , sia specialmente quelle di Sole, hanno sempre fortemente impressionato tutte le persone in ogni epoca.
Tra le varie credenze antiche sulle cause delle eclissi v'era anche quella che imputava il fenomeno ad un dragone celeste, che cercava di mangiare la Luna o il Sole; un dragone che solamente con preghiere e sacrifici era possibile allontanare.
Le eclissi vennero spesso associate a momenti pericolosi. I Maya avevano scoperto, dopo secoli di attente osservazioni, che i periodi pericolosi si manifestavano ad intervalli di circa 177 o 148 giorni. Essi non erano in grado di prevedere con esattezza un'eclissi, ma individuavano l'avvicinarsi dei periodi funesti per potersi preparare ad affrontarli per mezzo di preghiere e sacrifici.
I PIANETI
I popoli mesoamericani erano grandi studiosi del cielo, come risulta dalle numerose testimonianze giunte fino a noi.
Studiavano il moto del Sole e della Luna, ma da alcuni scritti, soprattutto Maya emerge che questo popolo aveva studiato anche il moto di Venere, di Marte e di Giove.
I Maya si interessarono soprattutto di Venere: osservarono questo astro che appariva luminoso alla sera ed al mattino, quando sorgeva assieme al Sole. Avevano notato come Venere si trovasse sempre nelle vicinanze del Sole, e che sembrava ruotargli attorno. Per questo identificarono Venere con un dio potente e terribile, che era necessario ingraziarsi soprattutto quando sorgeva al mattino assieme al Sole.
Nei loro studi erano riusciti a calcolare il periodo di Venere in 584 giorni, molto vicino al valore oggi conosciuto( 583,92 giorni).