DOMENICA 9 SETTEMBRE 2011
Ore 9.30 S. Messa:
Benedizione degli zainetti
FESTA DI INIZIO ANNO ORATORIANO
I nostri cortili spesso pullulano di tanti ragazzi che con i loro schiamazzi e le loro urla allietano i pomeriggi e destano il clamore di chi li osserva. Insieme giocano, si divertono. Insieme raggiungono i nostri oratori assettati e affamati di affetto, di voglia di imparare e desiderio di crescere. Siamo noi educatori a dover rispondere a questa sete e fame, donandoci tutti a loro e prima ancora amandoli con sincerità.
L’Oratorio e il sogno dei nove anni
«A nove anni ho fatto un sogno che mi rimase profondamente impresso nella mente tutta la vita. Nel sonno mi parve di essere vicino a casa, in un cortile assai spazioso, dove stava raccolta una moltitudine di fanciulli che giocavano. Alcuni ridevano, non pochi bestemmiavano. All’udire quelle bestemmie mi sono subito lanciato in mezzo a loro, adoperando pugni e parole per farli tacere. In quel momento apparve un Uomo venerando, nobilmente vestito. Il volto era così luminoso che non potevo fissarlo. Mi chiamò per nome e mi disse: «Non con le percosse, ma con la mansuetudine e con la carità dovrai conquistare questi tuoi amici. Mettiti dunque immediatamente a parlare loro della bruttezza del peccato e sulla preziosità della virtù» Confuso e spaventato chiesi chi fosse. «Io sono il Figlio di Colei che tua madre ti ha insegnato a salutare tre volte al giorno.» Ecco apparire una donna di maestoso aspetto, vestita di un manto che splendeva come il sole. Mi prese per mano e mi disse: «Guarda» Guardando mi accorsi che quei fanciulli erano tutti fuggiti; al loro posto vidi una moltitudine di cani, lupi, orsi e di parecchi altri animali. «Ecco il tuo campo ove dovrai lavorare. Renditi umile, forte e robusto e ciò che in questo momento vedi succedere di questi animali, tu lo farai per i miei figli.» Volsi allora lo sguardo ed ecco: invece di animali feroci apparvero altrettanti mansueti agnelli, che saltellando correvano belando, come per fare festa, intorno a quell’Uomo e a quella Signora. «A suo tempo tutto comprenderai.»
«Ecco il tuo campo» si sentì rivolgere nel sogno dei 9 anni. Il campo dei ragazzi poveri, pericolanti, sbandati, bisognosi di qualcuno che si prenda cura di loro. Per far questo Gesù invita Don Bosco a crescere umile, forte per non scoraggiarsi degli insuccessi, degli abbandoni, forte per impolverarsi coi mocciosi e robusto. Il sogno concludeva: «A suo tempo tutto comprenderai» E’ forse un insegnamento trascurato: non scoraggiarsi, non troncare lo sforzo anche se il risultato non arriva in tempi brevi. Con i giovani occorre saper aspettare e preparare i tempi lunghi! Sarebbe bello sentire questo sogno rivolto anche a noi stessi!
Famiglia, cultura e dignità di Figlio di Dio
Al primo ragazzo, Bartolomeo Garelli, propone in maniera semplicissima il recupero della famiglia attraverso il ritrovarsi insieme come amici, il ricupero della cultura attraverso un po’ di scuola e il ricupero della dignità di figlio di Dio attraverso il catechismo.
Mescolanza di preghiere, giochi, passeggiate ... buoni cristiani e onesti cittadini
L’Oratorio di Don Bosco presto venne a contraddistinguersi come quella mescolanza di preghiere, giochi, passeggiate, amicizia con l’animatore, ansia di collaborare con lui, animatore che li indirizzerà ad una meta unica: buoni cristiani ed onesti cittadini, e inviterà i migliori a prendere parte al suo apostolato a diventare animatori cristiani come lui.
Il gioco
Don Bosco era sempre il primo nei giochi, l’anima della ricreazione. Non so come facesse – racconta un suo ragazzo – ma si trovava in ogni angolo del cortile, in mezzo ad ogni gruppo di giovani. Con la persona e con l’occhio ci seguiva tutti. Noi eravamo scarmigliati, talvolta sudici, importuni, capricciosi. Ed egli provava gusto a stare tra i più miseri. Aveva affetto di mamma.
Mi volevano molto bene, ma mi temevano... Chiaro nelle regole
E’ la perfetta sintesi tutta sua di famigliarità e disciplina. Due aspetti da considerarsi primari in un Oratorio. L’amicizia fa sì che temano di fare ciò che dispiace all’educatore, ciò che egli indica con chiarezza e decisione come non conveniente. «Fatti amare se vuoi farti temere, fatti amare prima di farti temere e fatti amare piuttosto che farti temere»
L’obiettivo dell’Oratorio era trattenere la gioventù in un luogo sicuro assicurando una piacevole ed onesta ricreazione dopo aver assistito alle sacre funzioni di Chiesa. Lo scopo era tener lontana la gioventù dall’ozio, dalle cattive compagnie. Tutti potevano accedere senza eccezione di grado o di condizione. Quelli però più poveri, più abbandonati e più ignoranti erano di preferenza accolti e coltivati, perchè maggiormente bisognosi di assistenza per tenersi nella via della salute e del decoro. Entrando un giovane in quest’Oratorio doveva persuadersi che questo era un luogo di religione, in cui si desiderava fare buoni cristiani ed onesti cittadini, per cui era proibito bestemmiare e fare discorsi contro la religione cattolica. Il direttore – scriveva don Bosco- licenzi coloro che avvertiti, perseverino nell’errore. Anche i giovani discoli erano ammessi, purchè non avessero dato scandalo e manifestassero volontà di tenere condotta migliore.
Tutti potevano liberamente frequentare l’Oratorio se rispettavano gli ordini e tenevano il debito contegno nella ricreazioni, in Chiesa e fuori l’Oratorio.
Nella mente di Don Bosco l’idea di Oratorio si venne componendo di tre elementi fondamentali:
1. La presenza di un animatore ricco di umanità e di spiritualità che si compone de
Ø la presenza fisica, attiva, costante dell’animatore che impedisce il male ed organizza le iniziative e moltiplica l’allegria. Mai insulti, ironie, percosse e mai silenzio davanti a parolacce e a comportamenti maleducati.
Ø l’amicizia dell’animatore verso i ragazzi, che si trova bene con loro, parla e scherza con loro e passa gran parte del suo tempo libero in Oratorio.
Ø l'interessamento dell’animatore che si informa, aiuta, consiglia, che li ricerca se mancano, pensa, riflette e prega per loro. Ogni giorno dovrebbe avvicinare ognuno dei ragazzi. Farseli amici uno per uno, per avere il rispetto di tutti.
2. Un ambiente ricco di gioia e di allegria in cui vi siano giochi svariati, rinnovati da strumenti nuovi e gare nuove, letture divertenti, canti, musica, passeggiate e teatro.
3. Un ambiente cristiano creato dalla convinzione che per educare bene occorre mettere Dio al primo posto e che se non si educa cristianamente, un oratorio non ha motivo di esistere; creato dalla presenza di animatori cristiani sul serio che aiutino i ragazzi a trovare nell’amicizia del Signore la radice della loro dignità e gioia; un ambiente cristiano creato dalla presenza di animatori che parlano di Gesù, del Vangelo e del peccato in modo originale e convincente e invitano alla Comunione e Confessione e un ambiente cristiano creato dalle occasioni di gruppi formativi, pensieri ed Esercizi Spirituali.
All’Oratorio non solo per giocare, ma anche per crescere
e diventare amici veri del Signore !!!