Si aumenta il prelievo

Franco Marta E’ il presidente che ha retto la Sezione dei Donatori di sangue di Ovaro con tre mandati consecutivi per un totale di 12 anni: Franco Marta, classe 1941, di Agrons.

“Entrai a far parte della Sezione AFDS di Ovaro nel 1972; negli anni precedenti ero stato donatore di sangue con la Sezione Avis di Delémont, in Svizzera, dove mi trovavo per lavoro. Il cambio da una associazione all’altra, avvenne, da un lato, per praticità (la donazione era fatta in centro ad Ovaro), dall’altro perché l’AFDS è un’associazione nostra, friulana. Entrambe hanno lo stesso obiettivo: aiutare, con il dono del sangue, chi soffre”.

Poi, per 12 anni, presidente della Sezione...
“Dal '75 entrai a far parte del Direttivo dell’ AFDS come rappresentante dei Donatori, in seguito, nel 1979 fui eletto presidente, carica che ho ricoperto per tre mandati successivi”.

Come si è sentito a dirigere quasi 150 donatori?
“I primi anni tale compito non mi parve tanto gravoso potendo contare su un ottimo segretario, Giuliano Giorgis, di Mione, che era a conoscenza di tutte le esigenze dei donatori e, inoltre, sapeva organizzare i donatori sia per la Giornata del dono sia per le assemblee. Era anche un buon intrattenitore durante le feste della Sezione: cercai di imitarlo anche dopo le sue dimissioni”.

Dove si trovava la sede dell’Associazione?
“L’associazione, all’inizio, non aveva una sede propria; lo schedario e l’archivio erano custoditi dal segretario ed avevano trovato posto presso il Municipio di Ovaro, dove Giorgis era occupato. Ora, da diversi anni, la sede dell’AFDS si trova presso il Centro Culturale di Ovaro; lì teniamo gli incontri e le riunioni del Direttivo e, naturalmente, anche l’archivio”.

La Giornata del Dono: obiettivo e momento portante dell’attività dei donatori. Come veniva organizzata?
"L'autoernoteca giungeva ad Ovaro due volte l’anno: generalmente nella prima quindicina dei mesi di giugno e di dicembre. Durante i 12 anni passati alla guida della Sezione, l’autoemoteca è giunta ben 23 volte: una sola volta non poté arrivare a causa di un’abbondante nevicata che la bloccò sul ponte di Muina. Le donazioni, tuttavia, vennero regolarmente recepite, presso il Poliambulatorio comunale, grazie all’intervento del dott. Mauro Boiti”.

I Donatori come venivano informa della presenza dell’autoemoteca?
“La convocazione dei Donatori avveniva tramite lettera ciclostilata e fatta pervenire in tempo ai soci dai consiglieri frazionali che la recapitavano a mano; le frazioni scoperte erano affidate alla buona volontà di qualche 'postino' disponibile e volontario”.

Come vivevano i Donatori il dono del sangue? Quali motivazioni li spingevano?
"I primi anni sono quelli che ricordo più volentieri per il clima di serenità e gioia. Tutti credevano alla solidarietàe tutti offrivano il loro sangue senza alcuna paura. Il controllo della salute del Donatore veniva realizzato una volta all’anno con le analisi chiamate SMAC. Lo slogan con il quale si cercava anche di diffondere il dono del sangue, era: 'Controlla la tua salute, donando sangue'".

Nell'80 è stata aumentata la quantità del prelievo...
"Il prelievo era generalmente di 250 millilitri, ma il costo delle analisi e del materiale usato per il prelievo (siringa, cannuccia, flacone) ha portato ad aumentare la quantità del prelievo fino a 350 millilitri. Tuttavia non sono state queste le difficoltà per il calo del dono, se nel 1985 la Sezione di Ovaro ha donato ben 62,10 litri di sangue. E' il massimo di donazioni fino ad oggi registrate".

Quali difficoltà ha registrato il dono del sangue ad Ovaro?
"Diverse sono le cause. Senza dubbio, un cambio di mentalità della popolazione che ha visto affievolirsi il senso della solidarietà e dell'impegno civile attraverso il dono, ma soprattutto l'aver eliminato l'autoemoteca ha nuociuto all'impegno del dono che per due volte l'anno catalizzava tutte le persone in paese. Non solo era pratico, ma la presenza dell'autoemoteca faceva una buona pubblicità al dono del sangue".

Tuttavia, motivazioni economiche di costi troppo elevati hanno portato le autorità sanitarie regionali alla soppressione dell'autoemoteca...
"Ci è stato detto che le trasferte del personale in giorni festivi incideva troppo sui costi, che la sterilità del prelievo non era garantita... E' vero che le date fisse della presenza dell'autoemoteca non possono dare la possibilità del dono a chi ha anche un semplice raffreddore, e bisogna aspettare 6 mesi... Ma, a proposito di risparmio, vorrei ricordare, a chi è abituato a fare conti per risparmiare, di osservare gli sprechi della sanità altrove, e non di fare i conti a chi dà gratuitamente, come i Donatori di sangue".


''Intervista tratta dal libro ''Trent'anni di dono'', pubblicato in occasione del trentennale della Sezione''