31 DICEMBRE
SILVESTRO, Santo, Papa
Fu papa dal 314 al 335. Nel 313 l’imperatore Costantino aveva ufficialmente reso religione pubblica il cristianesimo. Silvestro organizzerà la Chiesa finalmente uscita dalle catacombe, ma non per questo più sicura in quanto minacciata dalle eresie e dalla mentalità dell’imperatore che si considerava il legittimo rappresentante della divinità. Nel 324 fu consacrata la Basilica di S. Pietro, nel 325 venne convocato il concilio di Nicea dove si condannò l’eresia di Ario che negava la divinità di Gesù e si definì nettamente il Credo che è anche detto simbolo di Nicea. Silvestro si prodigò anche per stabilire le regole della liturgia e fu molto attento alle necessità del popolo che subito dopo la morte cominciò a venerarlo come santo.
“LA PAROLA DI CRISTO DIMORI TRA VOI ABBONDANTEMENTE”.(Col. 3,16)
Signore, anche quest’anno ci hai dato quotidianamente il tuo Pane. Ogni giorno ci hai rivolto la tua Parola: ci hai incoraggiati, spronati, scossi, ci hai mostrato la tua misericordia, ci hai invogliati a ricominciare. Ti ringraziamo di questo e, se facendo oggi il bilancio di questo anno ci troviamo ancora molto diversi da come tu ci avresti voluti, ti chiediamo perdono, sicuri che tu non ci abbandoni. Specialmente in queste ultime ore dell’anno abbiamo bisogno di ravvivare la nostra speranza. Gesù, tu sei la luce che ci rinnova e questa sera anche noi, come quei discepoli che se ne andavano verso Emmaus, dopo aver camminato con te senza riconoscerti ma avendo sentito il loro cuore palpitare, ti diciamo: “Resta con noi, Signore, mentre viene sera”.
31 dicembre 440
Muore santa Melania la Giovane che con il marito, prima in Sicilia, poi in Africa e poi a Gerusalemme fondò numerosi monasteri.
ZIZZANIA
E’ lo stesso che dire loglio. E’ una pianta infestante che quando è piccola non è molto diversa dal grano per cui, come dice Gesù nella parabola (Mt. 13,24-30) per toglierla si rischierebbe di confonderla con il grano. Quando invece è sviluppata è facilmente riconoscibile.
PREGHIERA DI FINE ANNO
Eccoci Signore davanti a te.
Forse mai, come in questo crepuscolo dell’anno, sentiamo nostre le parole di Pietro: “Abbiamo faticato tutta la notte, e non abbiamo preso nulla”. Ad ogni modo, vogliamo ringraziarti ugualmente. Perché, facendoci contemplare la povertà del raccolto, ci aiuti a capire che senza dite non possiamo far nulla. Ci agitiamo soltanto. Grazie, perché ci conservi nel tuo amore. Perché continui ad avere fiducia in noi, pur vedendo che tantissime altre persone ti darebbero forse ben diverse soddisfazioni. Grazie, perché non solo ci sopporti, ma ci dai ad intendere che non sai fare a meno di noi. Grazie, Signore. perché non finisci di scommettere su di noi. Perché non ci avvilisci per le nostre inettitudini. Perché, al tuo sguardo, non c’è bancarotta che tenga. Perché, a dispetto delle letture deficitarie delle nostre contabilità, non ci fai disperare. Anzi, ci metti nell’anima un così vivo desiderio di ricupero, che già vediamo il nuovo anno come spazio della speranza e tempo propizio per sanare i nostri dissesti. Spogliaci, Signore, di ogni ombra di arroganza. Rivestici dei panni della misericordia e della dolcezza. Donaci un futuro gravido di grazia e di luce e di incontenibile amore per la vita. Aiutaci a spendere per te tutto quello che abbiamo e che siamo. E la Vergine tua madre ci intenerisca il cuore. Fino alle lacrime. (da una preghiera di Mons. Tonino Bello)
PENSIERI DEL CURATO D’ARS
Gesù ha voluto nel mistero dell'Incarnazione nascondere la sua grandezza e la sua potenza, ma la sua misericordia si irradia da tutte le parti.