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6 NOVEMBRE

 

 

TRA I SANTI DI OGGI

PIETRO VAZQUEZ, Beato, Martire domenicano

Nato nella Galizia in Spagna nel 1590, entrò nell'Ordine Domenicano e visse prima a Madrid e poi a Manila. Volle ugualmente trasferirsi in Giappone, nonostante il pericolo di vita, a causa della persecuzione scatenata contro i missionari cattolici stranieri. Il 18 aprile 1623 fu arrestato e imprigionato per aver nascosto il corpo di un suo confratello martire, il beato Ludovico Flòres. Rimase nel carcere di Omura per circa un anno, affrontando con spirito di fede e grande serenità le durissime condizioni della prigionia e i disagi, come appare dalle lettere che scrisse durante questo periodo. Il 25 agosto 1624 fu bruciato vivo.

 

UNA PAROLA AL GIORNO

“CHIUNQUE ODIA IL PROPRIO FRATELLO È OMICIDA, E VOI SAPETE CHE NESSUN OMICIDA POSSIEDE IN SE STESSO LA VITA ETERNA”. (1Gv. 3,14)

L’odio è una delle più brutte malattie del cuore. Si insinua in esso, cresce dentro di noi, sclerotizza, ci carica di negatività, fa uscire da noi tutte le cose più nefande, ci amareggia, ci rovina la salute, e san Giovanni ci ricorda oggi che ci fa diventare “omicidi” e quindi insalvabili. Provo a tratteggiare alcuni rimedi contro questa “malattia”:

  1. Ricordarsi che è Dio il giudice e il Signore di ogni vita umana. Lui solo conosce ciò che c’è nel cuore e può giudicarlo.

  2. Ricordarci che Gesù ha dato la sua vita per noi non perché eravamo bravi, ma mentre eravamo peccatori.

  3. Volerci bene e ricordarsi che l’odio, prima di tutto avvelena noi.

  4. Dall’odio si guarisce solo sostituendolo con tanto amore.

  5. Se ti accorgi che non riesci a  sradicare totalmente l’odio dal tuo cuore non perderti d’animo, continua provarci, offri al Signore la tua fatica, cerca cose positive, accetta l’amore degli altri. Colui che ti ama presto trapianterà il tuo cuore.

 

OGGI NELLA STORIA DEI CRISTIANI

6 novembre 1861

A Né, nel Tonchino, viene martirizzato il missionario domenicano Pietro Giuseppe Almato.

 

CURIOSITA’ BIBLICHE

ZELOTI                                                                       

Mentre i farisei e i sadducei cercavano di adattarsi nel miglior modo possibile al giogo romano e gli uomini di Qumran si attendevano un intervento potente di Dio in loro favore, molti ebrei adottavano un comportamento più attivo e combattivo. Gli zeloti, come vennero chiamati più tardi, erano dei combattenti per la libertà, un movimento di liberazione giudaico famoso per i suoi attentati e per la rapidi­tà dei suoi attacchi alle armate romane d’occupazione. Erano così chiamati per il loro “zelo” per l’ebraismo e la legge; i romani, invece, li chiamavano sicari perché colpivano spesso le loro vittime con un corto pugnale detto in latino sica. La loro resistenza più eroica fu quella di Masada. Tra i discepoli di Gesù c’era anche uno di questi partigiani, Simone lo Zelota. Anche Barabba sembra fosse appartenuto a questo movimento.

 

UN ANEDDOTO

Un giorno un professore di filosofia sale in cattedra e, prima di iniziare la lezione, toglie dalla cartella un grande foglio bianco con una piccola macchia di inchiostro nel mezzo. Rivolto agli studenti, domanda: “Che cosa vedete qui?” “Una macchia di inchiostro”, risponde qualcuno. “Bene, continua il professore, così sono gli uomini: vedono soltanto le macchie, anche le più piccole, e non il grande, stupendo foglio bianco che è la vita!”. Guarda la vita con gli occhi dello Spirito e vedrai ancora le macchie ma sul grande foglio dell’amore.

 

PENSIERI DEL CURATO D’ARS

Finché non amerete il vostro Dio, non sarete mai contenti: tutto vi opprimerà, tutto vi annoierà.

 

SAGGEZZA POPOLARE

Ognuno ha il suo diavolo all'uscio.

     
     
 

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