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2 NOVEMBRE

 

 

TRA I SANTI DI OGGI

GIUSTO DI TRIESTE, Santo, Martire  

E’ il Santo patrono di Trieste  perché, durante la persecuzione di Diocleziano, per la sua fede, venne gettato con le mani e i piedi incatenati a dei piombi, nel mare antistante la città. Secondo la tradizione il suo corpo riaffiorò e le sue spoglie furono deposte nel luogo dove sorse la cattedrale di san Giusto.

 

UNA PAROLA AL GIORNO

“DOPO CHE QUESTA MIA PELLE SARA' DISTRUTTA, VEDRO' DIO”.(Gb. 19,26)

Oggi è giorno di mestizia o di gioia? Per la nostra umanità ricordare i nostri cari defunti è mestizia: non li abbiamo più con noi materialmente, sentiamo i nostri affetti feriti, ricordiamo quasi con rammarico il nostro passato rapporto con loro. Ma nella nostra fede è gioia in quanto noi oggi celebriamo la risurrezione di Gesù e in Lui quella dei nostri morti e annunciamo la vita eterna alla quale siamo chiamati, ed è proprio in questa prospettiva che noi cristiani possiamo trovare un rapporto nuovo con i defunti. Essi sono vivi (oserei dire: più vivi di noi) in Dio. Hanno trovato in Lui la pace vera. In Lui guardano a noi con speranza e preghiera di intercessione. “L’eterno riposo” ripeteremo oggi, forse con nostalgia nel cuore, ma non un riposo in una cassa, in un cimitero, ma “riposo in Dio”, “in Dio prega per me” nell’attesa di ritrovarci nel Dio della vita che è per sem­pre.

 

OGGI NELLA STORIA DEI CRISTIANI

2 Novembre 1678

A Torino iniziano i lavori per la costruzione dell’attuale chiesa della Consolata sui resti dell’antica chiesa di  S. Andrea.

 

UN ANEDDOTO

DAVANTI ALLA MORTE

San Giovanni Crisostomo stava morendo in esilio a Cimana, sul mar Morto. Dice ai presenti: "Datemi gli abiti più belli, perché arriva il Salvatore che attendo da tutta la vita"

Il Cardinal Newman sul letto di morte discorre con i suoi familiari: "Impressioni? Mi sembra di essere un collegiale in partenza per le vacanze.

Il teologo Suarez a coloro che lo assistono confida: "Non avrei mai creduto che fosse tanto soave morire".

Il poeta Paul Claudel, dopo il viatico: "Ed ora lasciatemi morire tranquillo. Non ho più paura: Sì, è vero, Dio esiste: è qui".

S. Francesco muore cantando: "Togli la mia anima da questo carcere, o mio Re, affinché io canti eternamente il tuo nome".

Antonio Rosmini morì mormorando tre celebri verbi: "Adorare. Tacere. Godere:"

Un visitatore, credendo di non essere udito da padre Bevilacqua moribondo, esclamò: "Poveretto!". Il padre lo chiamò vicino e gli rispose: "Non dire poveretto, perché io sono tanto felice: vado da Cristo."

Papa Giovanni XXIII, prima di morire sosteneva i vicini: "Via, coraggio! Non è il momento di piangere: è un momento di gioia e di gloria.":

 

PENSIERI DEL CURATO D’ARS

Che direzione prenderà la nostra anima ? Quella che le avremo dato sulla terra.

 

SAGGEZZA POPOLARE

Quando il caso è disperato la Provvidenza é vicina.

 

RISATE IN CANONICA

Un parroco sta minacciando tutti i castighi e le pene dell’inferno ai suoi parrocchiani. Tutta la chiesa trema di paura. Al fondo della chiesa, però, un ometto fa degli sforzi disperati per non scoppiare a ridere. — Ehi, laggiù — tuona il predicatore — parlo anche per lei, sa? — Non direi... — fa l’ometto scoppiando a ridere,io non sono di questa parrocchia...

     
     
 

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