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25 OTTOBRE

 

 

TRA I SANTI DI OGGI

CRISPINO E CRISPINIANO, Santi, Martiri

Secondo una tradizione leggendaria erano romani andati a predicare a Soissons, dove facevano i calzolai. Sarebbero stati martirizzati da Rictio Varo, ministro di Diocleziano, nel 287. In realtà, probabilmente erano cristiani romani martirizzati lì e le cui reliquie vennero poi portate a Soisson .  I calzolai, anche in Italia, li onorarono e li assunsero come loro patroni.

 

UNA PAROLA AL GIORNO

“NON VOGLIAMO LASCIARVI NELL’IGNORANZA, FRATELLI, CIRCA QUELLI CHE SONO MORTI, PERCHE' NON CONTINUIATE AD AFFLIGGERVI COME GLI ALTRI CHE NON HANNO SPERANZA”. (1Tes. 4,13)

Paolo scrive queste parole ad una comunità che pensava talmente imminente la nuova venuta del Cristo che si stupiva quando constatava la morte di qualcuno. La morte anche oggi crea paura, angoscia, afflizione. Ma il cristiano vero davanti alla morte delle persone care e al pensiero della propria morte non si trova sprovveduto. Soffre come ogni persona ma spera. E non fonda la propria speranza su se stesso, su cose, su filosofie o su pensieri più o meno consolanti. Fonda la propria speranza su Gesù, il Cristo, morto, risorto, vivente. La nostra fede nella risurrezione è riposta su una persona che ha fatto l’esperienza della morte ma che ha vinto definitivamente la morte e che e risurrezione e vita”. Tutto il resto, il come, il quando, ci importa relativamente perché se ci fidiamo di Lui, sappiamo che Lui è Dio. La morte sulla terra canta vittoria sull’uomo, ma il canto della morte si strozza in se stesso perché mentre la morte uccide è uccisa dal Dio della vita.

 

OGGI NELLA STORIA DEI CRISTIANI

25 ottobre 1617

Muore a Veroli (Forlì) il “piccolo agnolo” cioè il beato gesuita Antonio Calducci che, non essendo potuto andare in missione per la sua poca salute, predicò in tutta l’Italia centrale.

 

CURIOSITA’ BIBLICHE

USI FUNERARI EBRAICI

Il clima della Palestina non consente di tenere a lungo un cadavere all’aria aperta. Il giorno stesso della morte lo si porta alla tomba, che di solito non si trova in un cimitero come l’intendiamo noi, cioè in un area chiaramente circoscritta. Questo tipo di cimiteri esiste solo per i miserabili e gli stranieri. Le tombe degli altri sono raggruppate in spazi dai limiti imprecisi, che però devono rispettare rigorosamente una certa distanza dai luoghi abitati. In questo senso, il “cimitero” di Gerusalemme è la valle detta di Giosafat. Nell’area cimiteriale, la forma e la disposizione delle tombe variano notevolmente. Il caso più frequente è quello della camera funeraria sotterranea, comunicante con l’esterno attraverso un piccolo atrio. Spesso da un solo atrio si accede a più di una camera: persino a otto. Nell’interno di ognuna ci sono i rozzi loculi scavati nel tufo o nella pietra. Nelle tombe più povere, l’apertura viene murata. In quelle ricche c’è invece una porta”, costituita da una grossa pietra di forma circolare, una sorta di macina, che apre e chiude l’ingresso rotolando in una scanalatura. Sopra la tomba s’innalza qualche volta un monumento, e in altri casi un semplice mucchio di pietre. La moda dei monumenti funebri si sta diffondendo appunto al tempo di Gesù, sotto l’influenza greco-romana. Quale che sia la loro forma, tutte queste tombe devono essere imbiancate a calce nell’ultimo mese dell’anno liturgico, il mese di Adar. Il colore bianco indica il divieto per i vivi di accostarsi alle tombe. I “sepolcri imbiancati”, ai quali fa riferimento Gesù nelle sue invettive contro i Farisei, hanno quindi un preciso riscontro negli usi cimiteriali del suo tempo.

 

PENSIERI DI SAN GIOVANNI BOSCO

La carità, la castità, l'umiltà sono tre regine che vanno sempre insieme: una non può esistere senza le altre.

 

SAGGEZZA POPOLARE

Siate gentili con le persone che incontrate salendo, perché tornerete a incontrarle scendendo.

 

I CONSIGLI DI PERPETUA

Per sgrassare a fondo l'ampolla dell'olio, usare acqua calda e sale grosso.

     
     
 

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