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11 OTTOBRE

 

TRA I SANTI DI OGGI

ALESSANDRO SAULI, Santo, Vescovo, Barnabita 

Nacque a Milano nel 1534 da una famiglia di origine genovese. A 17 anni scelse di entrare tra i Barnabiti che gli avrebbero permesso di dedicare la sua vita sia a Dio che allo studio da lui amato. A 29 anni insegnava già all’Università di Pavia, poi a Milano fu superiore del collegio di Santa Barbara, poi fu superiore generale dei Barnabiti tra il 1567 e il 1570. Venne poi nominato Vescovo di Aleria in Corsica. La regione era particolarmente povera, devastata dalla malaria, con una cultura ancora tribale legata a vendette e violenza. Egli impegnò tutto se stesso a favore dei poveri e dell’annuncio evangelico tanto da venir chiamato: “Angelo tutelare, padre dei poveri, Apostolo della Corsica. Fu poi ancora per un anno Vescovo a Pavia. Morì a Calosso d’Asti nel 1592.

 

UNA PAROLA AL GIORNO

"POCO CON ONESTÀ È MEGLIO DI MOLTE RENDITE SENZA GIUSTIZIA". (Pr. 16,18)

La logica del benessere è quella di avere molto, tutto, subito, abbondantemente. Nella scuola di una borgata romana, un bambino ha disegnato la propria nonna senza mani. Richiesto dall'insegnante di giustificare quella dimenticanza singolare, ha spiegato: ma lei non lavora! In casa, certamente gli avevano inculcato per tempo la logica del rendimento, dell'efficienza, della produzione, del profitto. Una persona vale per quello che guadagna. Se non contribuisce a "incrementare" il bilancio familiare, è un essere inutile, un peso. La nonna, in certi casi, non ha bisogno delle mani neppure per ritirare i soldi della pensione. Qualcuno la sostituisce in quella fatica. Senza mani. L'essere è irrilevante. Non conta. Soltanto l'avere, il possesso conta (di fatto, si può contare). Chissà se qualcuno si preoccuperà di insegnare a quel moccioso che le mani non servono solo per lavorare, o per tenere, prendere, difendere, ma anche per giocare (e si può, si deve giocare a tutte le età), servono anche per "lasciare". Che le mani vanno adoperate anche per dare. Che c’é il pericolo di diventare adulti senza aver imparato a usare le mani nel gesto più bello: il dono. Che le mani veramente, irrimediabilmente inutili, sono quelle impiegate esclusivamente per sé.

 

OGGI NELLA STORIA DEI CRISTIANI

11 ottobre 1962

Papa Giovanni XXIII raduna la prima sessione del 21esimo Concilio Ecumenico, il "Vaticano Secondo"

 

UN ANEDDOTO

UNA DEBOLEZZA DI S. FRANCESCO

A S. Francesco piacevano molto i dolci, soprattutto quelli d’una specialità romana, che una gentile signora, donna Giacomina dei Settesogli, non gli faceva mai mancare, quando il santo si recava nella capitale. Stando per morire S. Francesco, così austero con se stesso, ebbe un’umana debolezza: volle rivedere la matrona romana, a lui tanto cara, e volle gustare ancora una volta gli appetitosi manicaretti. Quando donna Giacomina giunse a S. Maria degli Angeli, chiese di poter visitare S. Francesco; ma i frati le opposero: non era possibile, essendo la stanza del santo in clausura, dove perciò non potevano entrare le donne. Venutolo a sapere, S. Francesco disse: la clausura è per tutte le donne, eccetto per sorella Giacomina. L’accolse quindi benevolmente, assaggiò di nuovo i pasticcini di mandorle e di zucchero, accettò da lei anche il delicato dono del velo funebre, e la consolò nelle sue lacrime. La settimana in cui venne donna Giacomina, fu proprio la settimana in cui S. Francesco terminò il cantico delle Creature, chiese perdono al suo corpo d’averlo maltrattato troppo e s’incontrò con il suo dolcissimo Signore.

 

PENSIERI DI SAN GIOVANNI BOSCO

Fa che tutti quelli con cui tu parli diventino tuoi amici.

 

SAGGEZZA POPOLARE

Pensa alla cosa prima che la fai, che la cosa pensata è bella assai.

     
     
 

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