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30 SETTEMBRE

 

 

TRA I SANTI DI OGGI

GIROLAMO, Santo

“Ignorare le Scritture, significa ignorare il Cristo”. Questa massima di Girolamo (c. 342-420) ci dà la chiave di lettura della sua vita interamente consacrata a tradurre e a commentare la Bibbia. Recatosi a Roma per motivi di studio, il giovane dalmata si entusiasmò per la vita dello spirito. Dopo un tentativo di vita eremitica in oriente, venne ordinato sacerdote ad Antiochia. Compose una nuova traduzione latina della Bibbia, destinata a diventare di uso comune in occidente: la “volgata”. Trascorse gli ultimi 35 anni della sua vita a Betlemme, seguendo alcuni cenacoli di donne che egli aveva formato alla vita monastica. Nella preghiera scrisse le sue opere di esegesi e di teologia, e diverse lettere in cui si esprime il suo desiderio di servire la Chiesa.

 

UNA PAROLA AL GIORNO

“E COME POTRANNO CREDERE SENZA AVERNE SENTITO PARLARE?”. (Rm. 10,14)

Il papa e i vescovi, ultimamente, sempre più parlano della necessità di una nuova evangelizzazione. Infatti, anche in Italia, se pur ancora la quasi totalità chiede il battesimo per i propri figli, la fede spesso naufraga in tradizioni, in abitudini, in ignoranza. S. Andrea, che ricordiamo oggi, appena incontrato Gesù corre a dirlo a suo fratello Pietro: “Abbiamo incontrato il Messia”. Se avessimo veramente fede dovremmo dirlo agli altri con parole ed opere. Oh, non è il caso di indire crociate, di forzare alla fede, di imporre modi di vita, di innalzare pulpiti nelle piazze, o di far vedere la nostra forza con adunate oceaniche, ma è il caso di non tacere, di lasciare, se per noi è veramente così, che la gioia ricevuta dal Cristo diventi contagioso annuncio e testimonianza vera.

 

OGGI NELLA STORIA DEI CRISTIANI

30 Settembre 1885

A Torino, sospeso “a divinis” da Pio IX per aver dato conforto a Cavour moribondo, Padre Giacomo da Poirino dei minori Riformati di San Francesco muore in due piccole stanze date in uso a lui dal Comune.

 

UN ANEDDOTO

Girolamo aveva lasciato la sua villa sull’Aventino, i suoi studi classici a Roma, i suoi piaceri giovanili nel mondo e si era ritirato con Cristo in una grotta, presso Betlemme. Occupava le sue notti in preghiera e, austero penitente,si percuoteva il nudo petto con un sasso. Durante il giorno compiva con somma diligenza l’incarico ricevuto dal Papa: tradurre in lingua volgare a quei tempi era il latino la Bibbia. Ma non era felice, quando pensava ai suoi peccati. Una notte gli apparve il Signore e gli disse: “Girolamo, hai ancora qualcosa di tuo da donarmi!” Rispose il santo: “Signore, cosa vuoi ancora? T’ho dato la vita, ritirandomi dal mondo. Ti dono l’intelligenza, mettendola al servizio della tua Parola. Ti dono il mio cuore...” Ma Gesù continuava: “Eppure, Girolamo, hai ancora qualcosa di tuo da donarmi!” E il santo dottore della Chiesa: “Tu sai, o Signore, tu sai che non ho più nulla da donarti. Mi sono ridotto povero e nudo con te...” “Lo so, Girolamo, lo so concluse alla fine Gesù; ma hai ancora qualcosa di veramente tuo da donarmi. Dammi i tuoi peccati! Dammi i tuoi peccati! Li voglio tutti perdonare, per farti felice!”

 

HANNO DETTO

A lungo si cerca un amico, con fatica lo si trova, con difficoltà lo si conserva. (San Girolamo)

 

SAGGEZZA POPOLARE

Il saggio mette un pizzico di sale in tutto quello che dice, e un pizzico di zucchero in tutto quello che sente.

 

RISATE IN CANONICA

COLMI

Per un prete pelato?  Avere un diavolo per capello! Per un sacrestano? Non riuscire a partire perché le candele sono bruciate.

Per un eremita? Avere il verme solitario.

     
     
 

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