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27 SETTEMBRE

 

 

TRA I SANTI DI OGGI

VINCENZO DE’ PAOLI, Santo

Il rinnovamento cristiano che si realizzò nel secolo di Luigi XIV fu dovuto in gran parte all’umile figura di Vincenzo (1581 - 1660). Semplice pastore delle Lande, dotato di un’intelligenza vivace, Vincenzo divenne sacerdote e prese coscienza delle miserie del suo tempo. Si dedicò quindi ad opere assistenziali, con l’aiuto delle Dame di carità, e fondò due congregazioni: i Preti della missione (Lazzaristi) che avevano il compito di dirigere i seminari e di dedicarsi all’evangelizzazione del popolo, e le Figlie della carità, che dovevano occuparsi dei poveri e dei bambini abbandonati. La sua azione portò frutto, perché egli seppe fecondarla con la preghiera. “Dio, diceva, non rifiuta nulla alla preghiera, neppure la diffusione del vangelo”.

 

UNA PAROLA AL GIORNO

“CHI NON VUOI LAVORARE, NEPPURE  MANGI”. (2 Tess. 3,10)

L’attesa del regno definitivo di Dio, ci ricorda oggi S. Paolo, non ci esonera dal vivere pienamente la nostra vita. Cristo, quando ritornerà (e nessuno conosce la data; e chi dà a vedere di saperla, la conosce sbagliata), dovrà trovare ognuno di noi al proprio posto di lavoro, con le mani non la lingua in azione. Il modo migliore per guadagnarsi l’eternità consiste nel guadagnarsi con onestà e fatica il pane che si mangia nella vita quaggiù. Io non vado in chiesa perché ho paura della fine del mondo, sono scoraggiato, deluso, frustrato, nauseato, ma perché intendo iniziare a creare un mondo nuovo con Colui che è già venuto e verrà a portare a compimento tutto.

 

OGGI NELLA STORIA DEI CRISTIANI

27 Settembre 1690

A Domodossola, consacrazione del Santuario del Santissimo Crocifisso sul monte Matarella.

 

CURIOSITA’ BIBLICHE

SINAGOGA CASA DI DIO E DEL POPOLO

Per tutti gli Israeliti, in Palestina e altrove, la sinagoga è la “casa comune”. È lì che ci si riunisce per ascoltare la parola di Dio e per organizzare la vita materiale della comunità. Nella sinagoga si risolvono le controversie, presso la sinagoga si istruiscono i bambini. Il nome, che significa “assemblea”, “riunione”, designa in partenza l’insieme del fedeli; poi, viene pure a indicare il luogo in cui la riunione si tiene. (Come accade tra i cristiani per il termine “chiesa”). Le prime sinagoghe nacquero senza dubbio durante l’Esilio di Babilonia (VI secolo A. C.) per mantenere, anche lontano dal Tempio di Gerusalemme, la coesione dei deportati nella fede. Dopo il ritorno in patria esse si moltiplicarono in Palestina e nei Paesi di migrazione ebraica (Diaspora). Nel momento della caduta di Gerusalemme, ce ne sono non meno di 480 nella sola Città Santa; e ogni villaggio, poi, ha propria sinagoga. Essa è generalmente formata da una sala rettangolare, divisa in tre navate da colonne che sostengono una tribuna. Al muro esterno si appoggiano altri piccoli locali: per la scuola e per i pellegrini. Un consiglio di dieci Anziani della comunità elegge un ‘arcisinagogo” (o più di uno col compito di sovrintendere all’ordine e alle finanze). Poi c’è un hazzan” (simile al nostro sacrestano) che è retribuito per mantenere in ordine il luogo e sorvegliare il normale svolgimento delle funzioni: spesso egli funge anche da maestro.

La sinagoga non è un tempio, perché il Tempio è unico per gli Ebrei: è quello di Gerusalemme. Perciò non vi si celebrano sacrifici e non c’è l’altare. L’elemento più importante è una specie di grande tabernacolo, nel quale sono custoditi con ogni attenzione i rotoli delle Scritture. La sinagoga, infatti, è il luogo in cui si ascolta Dio e si prega: in piedi, rivolti nella direzione di Gerusalemme. L’ufficiatura comincia con la preghiera e continua con la lettura della Legge e dei profeti. Questo avviene in ogni Sabato e in occasione delle feste religiose. Ma la sinagoga apre ogni sera le sue porte ai fedeli e anche ai “Gentili” cioè ai non-ebrei, che possono assistere ai dibattiti. I commenti e le interpretazioni della Legge non sono riservati rabbini: ogni Ebreo vi si può cimentare, e gli ospiti di passaggio sono spesso invitati a farlo.

 

HANNO DETTO

Amiamo Dio, amiamolo, ma con la fatica delle braccia e il sudore della fronte. (San Vincenzo de Paoli)

 

SAGGEZZA POPOLARE

Un uomo trovò un ferro da cavallo e pensò che, alla sua fortuna, mancavano soltanto un cavallo e altri tre ferri.

     
     
 

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