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15 SETTEMBRE

 

TRA I SANTI DI OGGI

PAOLO MANNA, Beato  

Nato ad Avellino nel 1872 entrò nel seminario del Pime nel 1891 e fu ordinato sacerdote nel 1894. L’anno dopo partì per la Birmania orientale dove lavorò fino al 1907. Rimpatriato per malattia, spese il resto della sua vita per diffondere l’idea missionaria, con scritti e opere tra il clero e il popolo. Fondò riviste missionarie, diede vite alla Unione Missionaria del Clero. Fu superiore generale del Pime nel 1924. “Tutta la Chiesa per tutto il mondo” fu il suo motto fino alla fine. Morì a Napoli il 15 settembre 1952

 

UNA PAROLA AL GIORNO

“IL DIGIUNO CHE IO VOGLIO E’ SCIOGLIERE LE CATENE INIQUE, TOGLIERE I LEGAMI DEL GIOGO, RIMANDARE LIBERI GLI OPPRESSI, DIVIDERE IL PANE CON GLI AFFAMATI, INTRODURRE IN CASA I SENZA TETTO, VESTIRE CHI E’ NUDO, SENZA DISTOGLIERE LO SGUARDO DALLA TUA GENTE.” (Is. 58,6-7)

Possono essere molti i motivi per cui si decide un atto penitenziale come il digiuno. Può essere la consapevolezza del proprio peccato che si manifesta attraverso questo gesto, quasi a voler dire a Dio con la nostra rinuncia che stiamo già pagando un po’ per il male che abbiamo commesso; può essere, come suggerisce Gesù nel Vangelo di oggi, il manifestare il nostro desiderio che Gesù ritorni e venga a colmare ogni nostra fame e sete. A questi motivi, validi, vi è spesso il rischio che se ne aggiungano  di quelli più ipocriti, ad esempio: “Con il mio digiuno mi faccio dei meriti, mi tengo Dio buono” oppure: “Dimostro a me stesso quanto sono forte e bravo!” oppure, come mi confidava una ragazza: “Fare un po’ di digiuno non è poi così terribile, e, alla fine, anche la linea ci guadagna”. Ma, Dio che cosa se ne fa dei nostri digiuni? Un digiuno, per essere valido, deve servire soprattutto a noi e al nostro prossimo, allora sarà anche gradito a Dio. Un digiuno può servirmi, ad esempio, a capire quante cose ho. Noi che siamo sempre capaci di desiderare e chiedere di più, ci accorgiamo in questa occasione di quanto abitualmente abbiamo. Io rinuncio a qualcosa, ma i due terzi dell’umanità il digiuno lo fanno abitualmente. Se scopro questo, allora il digiuno porta alla gioia del dire grazie e del condividere. Non digiuno per risparmiare, per accumulare di più (il digiuno degli avari), per mangiare con più gusto domani, digiuno per dire grazie, ma anche per dividere il mio tanto con il poco degli altri. E allora scopriamo che il digiuno non è solo astenersi da qualche cibo. Ci può essere, ad esempio, il digiuno della lingua per non tagliare i colletti al mio prossimo, il digiuno dal rumore per poter ascoltare di più i miei fratelli, il digiuno degli occhi per poter rispettare di più le persone e per imparare a vedere il bello e il bene, un po’ di digiuno da televisione e computer o da tutte quelle cose che “solo io so fare bene” per essere un po’ più disponibile alle persone con cui vivo…

 

OGGI NELLA STORIA DEI CRISTIANI

15 Settembre 1085

Ogerio, Vescovo di Ivrea ottiene la prevostura di San Salvatore a Torino.

 

UN ANEDDOTO

Un sacerdote aveva appena terminato una predica tutta incentrata sulla conversione dai peccati, quando un uomo lo raggiunse dicendo: " Lei parla del carico del peccato. Io non lo sento. Quanto pesa? Venti chili, cento chili?" "Mi dica, se lei posasse un carico di cento chili sul petto di un morto, questi lo sentirebbe?" "No, poiché è morto", rispose il giovane. Il sacerdote riprese: " Ebbene, l'uomo che non sente il carico del proprio peccato è morto moralmente".

 

PENSIERI DI DIETRICH BONHOEFFER

Attendiamo fiduciosi ciò che verrà: poiché Dio è con noi al tramonto come all'alba, durante ogni giorno come durante ogni notte.

 

SAGGEZZA POPOLARE

"Le parole che non abbiamo pronunciato sono i fiori del silenzio."

     
     
 

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