2 SETTEMBRE
ALBERTO DA PREZZATE, Santo, Monaco
Nasce a Prezzate, dalla famiglia dei “Prezzati” discendente dei Longobardi intorno al 1025. Lasciate le armi voleva recarsi in Terrasanta, ma non potendo a causa della invasione dei turchi si recò a Santiago de Compostela. Al ritorno decise di fondare un monastero secondo la regola cluniacense a Pontida. Fondò anche un monastero di benedettine. Morì il 2 settembre 1095
“SIAMO PREDESTINATI AD ESSERE FIGLI ADOTTIVI DEL PADRE PER OPERA DI GESÙ CRISTO”. (Ef. 1,5)
Si racconta di un vecchio artista italiano che aveva perso in parte la sua capacità. Una sera era seduto scoraggiato davanti a un quadro che aveva appena terminato. Si rendeva conto che aveva perduto in parte il suo tocco. La tela non sprizzava di vita come un tempo, ed egli se ne andò tristemente a dormire. Quella sera il figlio, artista anche lui, esaminò l’opera del padre, e anch’egli ne notò la manchevolezza. Prendendo la tavolozza, lavorò fino a notte fonda, aggiungendo un piccolo tocco qui, una macchia lì, un po’ di colore da un lato, e un’ombra dall’altro. Egli lavorò finché il dipinto non soddisfece quello che suo padre aveva immaginato. Venne il mattino, e quando il padre entrò nello studio, fu pienamente felice di fronte alla tela perfetta ed esclamò: “Ho lavorato meglio di quanto credessi”. Noi spesso siamo scontenti della nostra vita, del nostro modo di vivere la fede. Ma Gesù opera in noi. E il Padre al termine della vita non guarderà tanto alle nostre opere, quanto a ciò che è stato compiuto da Gesù e vedrà il quadro ormai portato a termine.
2 Settembre 1827
La morte di una donna forestiera nell’albergo Dogana Vecchia di Torino tocca il cuore di San Giuseppe Benedetto Cottolengo che, mentre prega per lei nella chiesa del Corpus Domini, vede la Madonna delle Grazie che lo invita a fondare la Città della Divina Provvidenza.
RABBUNI
Questo termine aramaico è la forma intensiva di “rabbi”, significa “Maestro buono” ed indica anche fede, rispetto, confidenza. Nei Vangeli si rivolgono così a Gesù il cieco di Gerico (Mc. 10,51) e Maria di Magdala che nel giorno della risurrezione, dopo essere chiamata per nome da Gesù, lo riconosce risorto. (Gv. 20,16)
Il discepolo di un filosofo andò a trovare il Maestro sul suo letto di morte. “Non avete ancora qualcosa da dire al vostro discepolo?” gli chiese. Allora il Saggio spalancò la bocca e disse al giovane di guardarvi dentro. “C’é ancora la mia lingua?”, gli disse. “Certo”, rispose l’altro. “E i miei denti, ci sono ancora?” “No”, replicò il discepolo. “E sai perché la lingua dura più a lungo dei denti? Perché è morbida, è flessibile, I denti cadono prima perché sono duri. Ora hai appreso tutto ciò che val la pena di apprendere. Non ho altro da insegnarti. (Leggenda araba)
Il primo servizio che si deve al prossimo è quello di ascoltarlo. Chi non sa ascoltare il fratello ben presto non saprà più ascoltare Dio; anche di fronte a Dio sarà sempre lui a parlare.
Non si può comperare un sorriso, non lo si può mendicare, non lo si può prendere a prestito né rubare; un sorriso non serve assolutamente a nulla finché non è stato donato.
Mia moglie mi obbliga a farne un regalo alla settimana perché si chiama Domenica. Ti capisco, ma sono più sfortunato di te. Mia moglie ne vuole uno al giorno perché si chiama Alba.